Ma, con tutto il rispetto, il laureato in Ingegneria (o anche in Spazzinaggio) alla American Mellon di Salonicco o di Oporto che cerca da lavorare negli Stati Uniti non sarà mai considerato a pari dignità di uno stesso laureato di Pittsburgh da chi valuta i curriculum.
Caro MM (se non ti offende la crasi), non sono del tutto d’accordo con quanto scrivi.
Secondo me, presentare ad un colloquio di lavoro con un’azienda internazionale un curriculum con un titolo di studio preso alla Carnegie di Lisbona, Atene o Kobe da’ una dimensione internazionale al
cursus studiorum che un analogo diploma preso, ad esempio, alla Libera Università Kore di Enna -con tutta la Storia che la Sicilia interna porta con se- non ti può dare.
E poi sottovaluti il potere della rete degli (ex)
Alumni.
I
Tartans -così si chiamano quelli della Carnegie- sono migliaia, e spesso ricoprono cariche di prestigio o di potere.
Aver condiviso una certa impostazione di vita, di studi, aver vissuto un certo tipo di esperienze, è un ottimo biglietto da visita che il candidato che abbia studiato in istituzioni come queste si può spendere.
E bada bene che non si tratta dell’italica “raccomandazione” quanto -più calvinisticamente- di una sorta di “cooptazione”, visti gli alti
standard richiesti per essere ammessi e aver superato certi corsi di studio.
Ne consegue, e ne sono dispiaciuto, che nessuno in US può prendersi una laurea in una di queste università con l'unico scopo della crescita personale, che è il motivo per cui andrebbe fatta ,, a mio personalissimo parere.
Bellissimo concetto.
Ma se fosse così, avremmo molti più architetti del paesaggio, etnografi, zoologi, astrofisici al posto di statistici attuariali, ingegneri informatici, avvocati e commercialisti.
Con molti più disoccupati, seppur contenti delle loro scelte di studio.
Però non ne ho certezza assoluta : forse hai ragione tu ed io mi sbaglio.