Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte X

Stato
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"il 54% della domanda che transita per agenzia è finalizzata a operazioni di acquisto, sostenute da mutuo nel 68% dei casi. "

praticamente, pure con questi prezzi, una persona su tre acquista cash
A facc ro cazz (cit.)

https://milano.repubblica.it/cronac...crescita_degli_ultimi_tre_semestri-375790521/

Sul territorio nazionale siamo verso il 40-50% di acquirenti all cash.

Nonostante i redditi dichiarati da bangladesh c'è tanto cash che gira, i genitori che acquistano e regalano le case ai figli sono piu' di quanto si possa immaginare.

Gli Italiani piangono sempre dicendo che c'è crisi e non hanno soldi, poi vai a vedere e vivono sempre meglio di tutti gli altri.
 
"il 54% della domanda che transita per agenzia è finalizzata a operazioni di acquisto, sostenute da mutuo nel 68% dei casi. "

praticamente, pure con questi prezzi, una persona su tre acquista cash
A facc ro cazz (cit.)

https://milano.repubblica.it/cronac...crescita_degli_ultimi_tre_semestri-375790521/

quando lo dicevamo che se aspettate che finiscano i soldi per lo sboom, state freschi.
ripeto, la mia compaesana pochi mesi fa ha posato oltre 500k sull'unghia per un bilocale a porta venezia e vi siete meravigliati...
 
Sul territorio nazionale siamo verso il 40-50% di acquirenti all cash.

Nonostante i redditi dichiarati da bangladesh c'è tanto cash che gira, i genitori che acquistano e regalano le case ai figli sono piu' di quanto si possa immaginare.

Gli Italiani piangono sempre dicendo che c'è crisi e non hanno soldi, poi vai a vedere e vivono sempre meglio di tutti gli altri.

Però la media al mq italiana è circa 2k, quindi per comprare un ipotetico bilocale bastano 100k, spesso anche meno. O un trilocale in 2, 160k, cioè 80 a testa. È plausibile e pure normale che molta gente possa permetterselo, chi con aiuti di famiglia, chi con risparmio da lavoro (c’è un sacco di gente che inizia a lavorare prestissimo, tipo a 18 anni, e arrivata ai 30 ha già accumulato molto)

quando lo dicevamo che se aspettate che finiscano i soldi per lo sboom, state freschi.
ripeto, la mia compaesana pochi mesi fa ha posato oltre 500k sull'unghia per un bilocale a porta venezia e vi siete meravigliati...

Non mi stupisco, figurati. Non sono uno di quelli che grida allo sboom (non ho interesse a farlo), ma certo mi preoccupa la situazione vedendo amici e conoscenti in difficoltà ad acquistare oggi, pur con buoni o ottimi stipendi, mentre fino a pochi anni fa lo scenario era ancora sostenibile. E non perché non ci fossero i genitori che calavano e che quindi gonfiavano il mercato -ci sono sempre stati- ma perché nell’ultimo periodo gli aumenti riguardano tutta Milano, ma proprio tutta, quindi diventa sempre più difficile trovare una casa decente e non troppo cara in città, anche molto lontani dal centro. è come se si fosse raggiunto un punto di saturazione.
 
quando lo dicevamo che se aspettate che finiscano i soldi per lo sboom, state freschi.
ripeto, la mia compaesana pochi mesi fa ha posato oltre 500k sull'unghia per un bilocale a porta venezia e vi siete meravigliati...

Soldi però ce n'erano anche nei decenni scorsi, e probabilmente sono in diminuzione. Un forte indizio in questo senso è che in quasi tutta Italia i valori immobiliari sono scesi rispetto a una quindicina di anni orsono, nonostante i tassi a zero fino a poco tempo fa.

La differenza è che adesso tutti vogliono andare a Milano. Va bene i giovani con lavoro ben pagato, ma sono pochini, va bene chi si laurea in medicina, torna al paesello e stampa soldi, ma tutti gli altri? C'è una psicosi nazionale per casa e lavoro, e siccome a Milano "c'é lavoro" e "le case non si sono svalutate", tante famiglie prendono decisioni secondo me discutibili.
 
Soldi però ce n'erano anche nei decenni scorsi, e probabilmente sono in diminuzione. Un forte indizio in questo senso è che in quasi tutta Italia i valori immobiliari sono scesi rispetto a una quindicina di anni orsono, nonostante i tassi a zero fino a poco tempo fa.

La differenza è che adesso tutti vogliono andare a Milano. Va bene i giovani con lavoro ben pagato, ma sono pochini, va bene chi si laurea in medicina, torna al paesello e stampa soldi, ma tutti gli altri? C'è una psicosi nazionale per casa e lavoro, e siccome a Milano "c'é lavoro" e "le case non si sono svalutate", tante famiglie prendono decisioni secondo me discutibili.

O forse la ricchezza accumulata, visto il calo demografico, si divide sempre tra meno figli.
 
La differenza è che adesso tutti vogliono andare a Milano. Va bene i giovani con lavoro ben pagato, ma sono pochini, va bene chi si laurea in medicina, torna al paesello e stampa soldi, ma tutti gli altri? C'è una psicosi nazionale per casa e lavoro, e siccome a Milano "c'é lavoro" e "le case non si sono svalutate", tante famiglie prendono decisioni secondo me discutibili.

Milano è vista da molte famiglie come l'unica vera opportunità per un miglioramento sociale e quindi investono sul "figlio dottore" che prova a fare fortuna.
Dal loro punto di vista è ragionevole comprare un bilocale a 450mila euro assecondando l'indole italiana ad avere una casa di proprietà e anche supportati dal fatto che il capitale investito nell'immobiliare milanese è stato finora ragionevolmente al sicuro.
Il successo di Milano è paradossalmente un effetto del declino di molta Italia.
 
Milano è vista da molte famiglie come l'unica vera opportunità per un miglioramento sociale e quindi investono sul "figlio dottore" che prova a fare fortuna.
Dal loro punto di vista è ragionevole comprare un bilocale a 450mila euro assecondando l'indole italiana ad avere una casa di proprietà e anche supportati dal fatto che il capitale investito nell'immobiliare milanese è stato finora ragionevolmente al sicuro.
Il successo di Milano è paradossalmente un effetto del declino di molta Italia.

più che declino dell'ignoranza della maggior parte di italiani. E' pieno di lavoro in giro al nord italia e si rintanano tutti a Milano proprio perchè sono ignoranti non rendendosi conto che hanno solo molto meno margine e si mettono via molti meno soldi che in altre zone dove magari guadagni 200euro di meno ma l'affitto te ne costa 400 o 500 in meno. Credo anche sia giusto così
 
più che declino dell'ignoranza della maggior parte di italiani. E' pieno di lavoro in giro al nord italia e si rintanano tutti a Milano proprio perchè sono ignoranti non rendendosi conto che hanno solo molto meno margine e si mettono via molti meno soldi che in altre zone dove magari guadagni 200euro di meno ma l'affitto te ne costa 400 o 500 in meno. Credo anche sia giusto così

Questa cosa che non giro per l'Italia sia pieno di aziende che cercano e non trovano è un po' un mito.
Sicuramente ci sono molti posti vacanti, ma gli stipendi offerti sono da terzo mondo (e questo anche in multinazionali o aziende da ampi fatturati).

Si cercano ingegneri con esperienza almeno di dieci anni e ci si scandalizza che non accettano RAL inferiori a 40k. Pre covid per ragioni personali mi sono trovato a mandare CV in due specifiche regioni del nord, con CV che oggi verrebbe definito pieno di skill super ricercate, e ho visto decine di HR strabuzzare gli occhi quando chiedevo stipendi che sono inferiori neo-laureato tedesco (e nel mio ruolo davo anche indicazioni su come agire a tedeschi con 20 anni di esperienza).

Milano è vista da molte famiglie come l'unica vera opportunità per un miglioramento sociale e quindi investono sul "figlio dottore" che prova a fare fortuna.
Dal loro punto di vista è ragionevole comprare un bilocale a 450mila euro assecondando l'indole italiana ad avere una casa di proprietà e anche supportati dal fatto che il capitale investito nell'immobiliare milanese è stato finora ragionevolmente al sicuro.
Il successo di Milano è paradossalmente un effetto del declino di molta Italia.

Si, questo è il vero motivo del successo delle università milanesi (e di conseguenza di tutta l'economia che ruota intorno alla fascia 20/30 anni) degli ultimi 10+ anni.

Difficile dire se durerà e con che intensità. Di certo oggi il rendimento (non delle case, che finora si rivendono a prezzi crescenti, ma dell'esperienza milanese sulla crescita lavorativa) è inferiore a quello di chi è emigrato in altre nazioni.
 
Ultima modifica:
Soldi però ce n'erano anche nei decenni scorsi, e probabilmente sono in diminuzione. Un forte indizio in questo senso è che in quasi tutta Italia i valori immobiliari sono scesi rispetto a una quindicina di anni orsono, nonostante i tassi a zero fino a poco tempo fa.

Vero, ma i valori immobiliari sono figli di domanda/offerta. Puoi avere pure i tassi a zero, ma se manca la richiesta di immobili poco cambia.
C'è tutta un'Italia in spopolamento tra intere aree senza lavoro e paesini avvitati in una demografia non attrattiva (paesi piccoli dove la popolazione invecchia, giovani se ne vanno e non arriva grande ricambio).

La differenza è che adesso tutti vogliono andare a Milano. Va bene i giovani con lavoro ben pagato, ma sono pochini, va bene chi si laurea in medicina, torna al paesello e stampa soldi, ma tutti gli altri? C'è una psicosi nazionale per casa e lavoro, e siccome a Milano "c'é lavoro" e "le case non si sono svalutate", tante famiglie prendono decisioni secondo me discutibili.

Secondo me nì.
Milano è un magic moment per cui oltre a motivi razionali c'è sicuramente una componente di coolness: oggi viene a Milano a studiare gente che non ci sarebbe mai venuta 10 anni fa.
C'è psicosi nazionale per casa e lavoro? Forse. Un po' perché (parere personalissimo) l'italiano medio ha un concetto della casa più "alto" rispetto a molti omologhi stranieri: l'impressione è che da noi vi sia in generale una maggior affezione (e spesso cura) del posto in cui si vive, rispetto ad altre culture.

Sul lavoro invece credo si legga una narrazione esagerata. Non è che la gente da via l'anima per lavorare a Milano invece di scegliere tra le grandi opportunità di casa propria, bensì le opportunità di casa propria non ci sono.
Certo, a Milano vengono persone da Centro e da Nord, ma una bella massa di laureati è meridionale.

Capisci bene che il marchigiano magari la trova pure un'impresa (anche se spesso PMI, con tutti i limiti del caso) per iniziare a lavorare, l'ing. siculo si trova magari degli scenari imbarazzanti e il posto da Deloitte lo prende volentieri.
Anche perché magari fa il ratto in consulenza per 2-3 anni, ma poi si piazza dal cliente e arriva a uno stipendio medio alto con il quale non comprerà per forza casa a Milano, ma sarà in grado di garantirsi delle prospettive che in Sicilia non c'erano.

Milano ha 2 caratteristiche peculiari che la differenziano lavorativamente dal resto d'Italia:
- elevata concentrazione di multinazionali, per cui capiamo bene che andare a Milano per lavorare da consulenze, gruppo Eni, Vodafone o L'Oreal non ha la stessa attrattiva della PMI "di provincia" per vari motivi quali possibilità di crescita interna, tutele, sicurezza e stabilità, disponibilità di impieghi da corporate;
- (in coerenza con la prima) facilità di ricollocamento lavorativo, che sia per alzare la RAL o per trovare un nuovo lavoro in caso di imprevisti.
 
più che declino dell'ignoranza della maggior parte di italiani. E' pieno di lavoro in giro al nord italia e si rintanano tutti a Milano proprio perchè sono ignoranti non rendendosi conto che hanno solo molto meno margine e si mettono via molti meno soldi che in altre zone dove magari guadagni 200euro di meno ma l'affitto te ne costa 400 o 500 in meno. Credo anche sia giusto così

Sti commenti mi paiono surreali eh.
Certo, migliaia di persone sono rincitrullite che non sanno di poter lavorare a Brescia perché non hanno la carta geografica :D

Evidentemente non vi sono chiare cose che ripeto da ormai anni:
- il famigerato delta costo abitativo su Milano diventa zero abitando nell'hinterland, il che significa che anche se non hai la famiglia che appoggia il 100k iniziale a 30 anni, ci sono ottime possibilità di coniugare lavoro milanese e prezzi normali;
- il nord Italia è "pieno di lavoro" spesso poco qualificato oppure concentrato nel settore industriale, il che significa che tutta la gente che lavora in comunicazione, marketing, laureati in economia vari, legal e parte della massa di ingegneri, non ha tutta questa alternativa. Bisogna pure capire che un ing. meccanico tra il fare il disegnatore a Patti oppure provare una carriera in Tecnimont, sceglierà quest'ultima.
 
a napoli le persone con la mia RAL alla mia età non credo esistano.
Molto probabilmente prenderei la metà, ma le case a Napoli non costano la metà di Milano.

Mia moglie invece non troverebbe proprio lavoro.

Quindi io a Milano, rispetto a Napoli, guadagno il doppio, mia moglie semplicemente lavora.

Per quale motivo dovrei restare a Napoli, che non è nemmeno casa mia ?
 
Si, questo è il vero motivo del successo delle università milanesi (e di conseguenza di tutta l'economia che ruota intorno alla fascia 20/30 anni) degli ultimi 10+ anni.

Difficile dire se durerà e con che intensità. Di certo oggi il rendimento (non delle case, che finora si rivendono a prezzi crescenti, ma dell'esperienza milanese sulla crescita lavorativa) è inferiore a quello di chi è emigrato in altre nazioni.

Il successo delle università milanesi non lo conosco. Personalmente a me sembra che attirino molti studenti benestanti che si fanno l'esperienza in questa nuova Milano turistica, ma non so se è cresciuta l'attrattiva della Statale o della Bicocca.
Il Poli è cresciuto molto ma è un po' particolare in quanto tutto il mondo design aveva Milano (e dintorni) come sbocco naturale, mentre lato ingegneria credo vanti dei bei legami con il territorio.

L'esperienza lavorativa milanese è praticamente sempre inferiore all'estero, ma va a soddisfare una fetta di laureati che probabilmente non sarebbe emigrata comunque per motivi di lingua, vicinanza a casa o banalmente numeriche (non è che siano tutti lì ad aspettare l'ennesimo laureato italico in fuga).
 
Vero, ma i valori immobiliari sono figli di domanda/offerta. Puoi avere pure i tassi a zero, ma se manca la richiesta di immobili poco cambia.
C'è tutta un'Italia in spopolamento tra intere aree senza lavoro e paesini avvitati in una demografia non attrattiva (paesi piccoli dove la popolazione invecchia, giovani se ne vanno e non arriva grande ricambio).



Secondo me nì.
Milano è un magic moment per cui oltre a motivi razionali c'è sicuramente una componente di coolness: oggi viene a Milano a studiare gente che non ci sarebbe mai venuta 10 anni fa.
C'è psicosi nazionale per casa e lavoro? Forse. Un po' perché (parere personalissimo) l'italiano medio ha un concetto della casa più "alto" rispetto a molti omologhi stranieri: l'impressione è che da noi vi sia in generale una maggior affezione (e spesso cura) del posto in cui si vive, rispetto ad altre culture.

Sul lavoro invece credo si legga una narrazione esagerata. Non è che la gente da via l'anima per lavorare a Milano invece di scegliere tra le grandi opportunità di casa propria, bensì le opportunità di casa propria non ci sono.
Certo, a Milano vengono persone da Centro e da Nord, ma una bella massa di laureati è meridionale.

Capisci bene che il marchigiano magari la trova pure un'impresa (anche se spesso PMI, con tutti i limiti del caso) per iniziare a lavorare, l'ing. siculo si trova magari degli scenari imbarazzanti e il posto da Deloitte lo prende volentieri.
Anche perché magari fa il ratto in consulenza per 2-3 anni, ma poi si piazza dal cliente e arriva a uno stipendio medio alto con il quale non comprerà per forza casa a Milano, ma sarà in grado di garantirsi delle prospettive che in Sicilia non c'erano.

Milano ha 2 caratteristiche peculiari che la differenziano lavorativamente dal resto d'Italia:
- elevata concentrazione di multinazionali, per cui capiamo bene che andare a Milano per lavorare da consulenze, gruppo Eni, Vodafone o L'Oreal non ha la stessa attrattiva della PMI "di provincia" per vari motivi quali possibilità di crescita interna, tutele, sicurezza e stabilità, disponibilità di impieghi da corporate;
- (in coerenza con la prima) facilità di ricollocamento lavorativo, che sia per alzare la RAL o per trovare un nuovo lavoro in caso di imprevisti.

Mah io la vedo anche in maniera più "drastica".
Se prendi la Francia, le differenze Parigi vs resto sono enormi: tutto è concentrato nella capitale ed il resto sono considerati "campagnoli".
I valori immobiliari si riflettono di conseguenza.

In Italia questo fenomeno è più attenuato, ma comunque presente, solo che i poli sono due: Roma per tutto ciò che gravita intorno al pubblico e Milano per ciò che gravita intorno al privato.
A contorno, gli stipendi sono quel che sono e anche l'immobiliare non può crescere più di tanto.

Ma la grande azienda di provincia se ne approfitta della situazione, sapendo che a parità di altri fattori, può offrire stipendi molto più bassi.
Per posizioni analoghe Technogym (FC), Luxottica (BL), etc. offrono stipendi più bassi di Vodafone, L'Oréal, etc.
 
Ultima modifica:
Mah io la vedo anche in maniera più "drastica".
Se prendi la Francia, le differenze Parigi vs resto sono enormi: tutto è concentrato nella capitale ed il resto sono considerati "campagnoli".
I valori immobiliari si riflettono di conseguenza.

In Italia questo fenomeno è più attenuato, ma comunque presente, solo che i poli sono due: Roma per tutto ciò che gravita intorno al pubblico e Milano per ciò che gravita intorno al privato.
Gli stipendi sono quel che sono e anche l'immobiliare non può crescere più di tanto.

Ma anche la grande azienda di provincia ci mette del suo.
Per posizioni analoghe Technogym (FC), Luxottica (BL), etc. offrono stipendi più bassi di Vodafone, L'Oréal, etc.

Eh, sono tendenzialmente d'accordo.

Non conosco gli stipendi di tutte le realtà, però immaginavo che tipo Barilla o Ferrero fossero competitive.
La stessa Luxottica ha una discreta presenza a Milano dove credo abbia stipendi in linea con il mercato locale.

Secondo me comunque tutte le multinazionali di provincia non è che facciano enorme fatica a trovare lavoratori e non necessitano di alzare i salari.

Sfrutto il post per precisare: non è che io disprezzi le PMI, è che non hanno tendenzialmente bisogno di figure laureate in molti casi.
Quando lavorai in un'azienda produttrice di vernici, 400 dipendenti, ricordo come il numero di figure "da laureato" fosse minimo.
 
più che declino dell'ignoranza della maggior parte di italiani. E' pieno di lavoro in giro al nord italia e si rintanano tutti a Milano proprio perchè sono ignoranti non rendendosi conto che hanno solo molto meno margine e si mettono via molti meno soldi che in altre zone dove magari guadagni 200euro di meno ma l'affitto te ne costa 400 o 500 in meno. Credo anche sia giusto così

Il problema è che in quasi tutte le città del nord, anzi italiane, se parliamo di profili di medio alto-livello c’è poco o nulla al di là dei lavori più tradizionali (quindi per laureati in economia o giurisprudenza). moda, marketing, design, pubblicità, finanza, informatica - il cinema lo lascio fuori perché ovviamente è Roma: è difficilissimo, in alcuni casi impossibile, fare carriera in questi settori al di fuori di milano. Aggiungo un altro punto che secondo me è fondamentale: trasferirsi in certe città del nord, soprattutto se si proviene dal centro o dal sud, non è per niente facile. La mentalità media è quella che è. Forse negli ultimi anni sta un po’ cambiando, ma diciamo che certe aree del nord Italia non brillano per apertura mentale verso "il forestiero". Quindi sì, magari il lavoro lo trovi, ma poi resti solo come un cane. Viceversa in città come Milano (ma anche Torino) c’è talmente tanta gente da ogni parte d’Italia che è molto più facile tessere una nuova rete di relazioni.


Eh, sono tendenzialmente d'accordo.

Non conosco gli stipendi di tutte le realtà, però immaginavo che tipo Barilla o Ferrero fossero competitive.
La stessa Luxottica ha una discreta presenza a Milano dove credo abbia stipendi in linea con il mercato locale.

Secondo me comunque tutte le multinazionali di provincia non è che facciano enorme fatica a trovare lavoratori e non necessitano di alzare i salari.

Sfrutto il post per precisare: non è che io disprezzi le PMI, è che non hanno tendenzialmente bisogno di figure laureate in molti casi.
Quando lavorai in un'azienda produttrice di vernici, 400 dipendenti, ricordo come il numero di figure "da laureato" fosse minimo.

Un amico qualche anno fa fece un colloquio in Ferrero, quindi ad Alba: gli offrivano una ral mooolto più alta, + benefit, rispetto allo stesso ruolo nell’azienda dove lavorava a Milano. Per forza, chi andrebbe a vivere nella provincia piemontese senza un benefit economico importante? Nessuno. Infatti molti non ci vanno neanche per soldi, tipo il mio amico :D
 
Il problema è che in quasi tutte le città del nord, anzi italiane, se parliamo di profili di medio alto-livello c’è poco o nulla al di là dei lavori più tradizionali (quindi per laureati in economia o giurisprudenza). moda, marketing, design, pubblicità, finanza, informatica - il cinema lo lascio fuori perché ovviamente è Roma: è difficilissimo, in alcuni casi impossibile, fare carriera in questi settori al di fuori di milano.

Che poi non significa che fuori Milano vi sia il deserto dei tartari, lo sappiamo. Semplicemente sui grandi numeri la possibilità di finire a Milano (che poi significa pure "e dintorni") è piuttosto elevata.


Aggiungo un altro punto che secondo me è fondamentale: trasferirsi in certe città del nord, soprattutto se si proviene dal centro o dal sud, non è per niente facile. La mentalità media è quella che è. Forse negli ultimi anni sta un po’ cambiando, ma diciamo che certe aree del nord Italia non brillano per apertura mentale verso "il forestiero". Quindi sì, magari il lavoro lo trovi, ma poi resti solo come un cane. Viceversa in città come Milano (ma anche Torino) c’è talmente tanta gente da ogni parte d’Italia che è molto più facile tessere una nuova rete di relazioni.

E' quello che ho sempre sostenuto sul perché la città pagasse un premium importante rispetto all'hinterland e perché nonostante ciò la domanda rimanesse alta. Non è questione di città del Nord o del Sud. E' che se non sei in età scolastica e non conosci la gente del posto, nelle cittadine di provincia sei il forestiero mentre gli altri si conoscono tutti.
E quando ti senti solo il tempo passa ben più lentamente.

Un amico qualche anno fa fece un colloquio in Ferrero, quindi ad Alba: gli offrivano una ral mooolto più alta, + benefit, rispetto allo stesso ruolo nell’azienda dove lavorava a Milano. Per forza, chi andrebbe a vivere nella provincia piemontese senza un benefit economico importante? Nessuno. Infatti molti non ci vanno neanche per soldi, tipo il mio amico :D

:D :D

Beh, da una parte per strappare una risorsa occorre pagarla di più in teoria, se poi occorre sostanzialmente trasferirsi ha il suo peso.

Poi certo, esiste l'aspetto logistico. Milano ha una posizione climaticamente oscena, ma logisticamente ottima: è in mezzo al nord e viatico delle principali arterie.
Ciò significa essere anche in posizione più agevole per tornare al Sud e/o mantenere determinati rapporti.
 
Che poi non significa che fuori Milano vi sia il deserto dei tartari, lo sappiamo. Semplicemente sui grandi numeri la possibilità di finire a Milano (che poi significa pure "e dintorni") è piuttosto elevata.




E' quello che ho sempre sostenuto sul perché la città pagasse un premium importante rispetto all'hinterland e perché nonostante ciò la domanda rimanesse alta. Non è questione di città del Nord o del Sud. E' che se non sei in età scolastica e non conosci la gente del posto, nelle cittadine di provincia sei il forestiero mentre gli altri si conoscono tutti.
E quando ti senti solo il tempo passa ben più lentamente.



:D :D

Beh, da una parte per strappare una risorsa occorre pagarla di più in teoria, se poi occorre sostanzialmente trasferirsi ha il suo peso.

Poi certo, esiste l'aspetto logistico. Milano ha una posizione climaticamente oscena, ma logisticamente ottima: è in mezzo al nord e viatico delle principali arterie.
Ciò significa essere anche in posizione più agevole per tornare al Sud e/o mantenere determinati rapporti.

Sul clima non sono d'accordo.
Se parliamo dell'inquinamento, invece, si. Ma il discorso vale per tutto il nord italia che è inquinatissimo.

Quest'anno che anche a Novembre è stato soleggiato, l'inverno si sta molto meglio che in molti paesi del sud Italia o della Liguria (dove fa freddo e piove sempre).

Praticamente a Milano non piove più, la nebbia è un ricordo e il vero freddo idem, e i mesi in cui si sta veramente male sono quelli estivi (giugno e luglio e i primi 20 gg di agosto).

Poi a livello climatico primavera e autunno ormai sono belle stagioni, non piove mai e il clima è mite.
Per dire, se si analizzano le piogge nel 2021, abbiamo 850 mm in Lombardia e 1200 in Campania.
 
Sul clima non sono d'accordo.
Se parliamo dell'inquinamento, invece, si. Ma il discorso vale per tutto il nord italia che è inquinatissimo.

Quest'anno che anche a Novembre è stato soleggiato, l'inverno si sta molto meglio che in molti paesi del sud Italia o della Liguria (dove fa freddo e piove sempre).

Praticamente a Milano non piove più, la nebbia è un ricordo e il vero freddo idem, e i mesi in cui si sta veramente male sono quelli estivi (giugno e luglio e i primi 20 gg di agosto).

Poi a livello climatico primavera e autunno ormai sono belle stagioni, non piove mai e il clima è mite.
Per dire, se si analizzano le piogge nel 2021, abbiamo 850 mm in Lombardia e 1200 in Campania.

mi hai distrutto il mito de "a Napulè ce stà sempre ù sole!" :o
 
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