Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte XI

Stato
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vero, però è tutto in divenire. io se continuerò a lavorare in smart 4 giorni a settimana in futuro non escludo che vada via da milano in un posto a 1/2h da milano ( più economico e se fosse sul mare tanto meglio). Proprio lo scorso weekend ne abbiamo parlato io e mia moglie e se entrambi continuiamo ad andare un solo giorno a settimana in ufficio tra qualche anno (soprattutto se la famiglia si allarga) potremmo seriamente prendere in considerazione di trasferirci. Dobbiamo pensare bene la zona (non deve essere molto lontana dalla dorsale AV)...
tutto in divenire, se 3 anni fa mi avessi chiesto dove ti vedi tra 20 anni avrei detto al 100% a milano. Se me lo chiedi ora, onestamente, non ti risponderei con la stessa certezza!
Sono assolutamente d'accordo. Io per primo ho spesso idee diverse per ciò che vorrei in base al sentimento del momento, non sono affatto dubbioso sul fatto che persone scelgano di vivere anche più lontano, sono dubbioso sul fatto che siano fenomeni numericamente impattanti.
Come citava un utente, c'è chi ama stare sul lago, chi verso le montagne, altri in campagna.
Però rimane una scelta che richiede requisiti importanti (SW spinto di entrambi, lavoro adatto, sviluppo della carriera che lo consenta), convergenza di opinioni (gradimento della destinazione, cambiamento dell'ecosistema in cui si vive) e "il momento giusto" (quando si è abbastanza svincolati dal territorio, perché spostarsi dopo magari aver allargato la famiglia può essere un ostacolo).

Inoltre è vero che Milano è abbastanza centrale e ben collegata, ma non è nemmeno illimitato il ventaglio di soluzioni: uscire dalla pianura padana è difficile (per cui lato clima/inquinamento probabilmente ci son poche alternative a Como e dintorni) e, senza nulla togliere a realtà come Reggio Emilia, agli occhi di un estraneo non è che offrano chissà che surplus rispetto a Lodi.
 
Curiosità, a che posti stavi pensando?
Per il mare in fascia 1/2h immagino per forza di cose Liguria, giusto?

Sulla Liguria peraltro ci sarebbe da specificare bene. E' una regione estremamente particolare per viabilità e accessibilità, con dinamiche demografiche piuttosto pronunciate.
O stai a Genova, e lì comunque parliamo di una città estremamente particolare per conformazione e storia, oppure occorre trovare un equilibrio tra località che vedono una grossa stagionalità.
A questo si aggiunge una certa problematica con i collegamenti (viabilità che può comportare importanti aggravi alle percorrenze, aeroporti lontanucci)e una demografia abbastanza complicata con molti anziani e giovani in fuga.

Io c'ho i futuri suoceri, oltre ad un amico che ci ha vissuto qualche anno, e l'ho frequentata spesso anche fuori dalla stagione turistica, è una regione che ha parecchi pregi, un clima stupendo e i servizi comunque esistono, però ha anche le sue specificità che la rendono anche difficile.
 
Permettetemi.
Io non sto dicendo che non ci siano costi aggiuntivi e che questi non impattino sulle scelte delle famiglie.
Io sostengo che i costi elencati siano conseguenze di una evoluzione fisiologica delle società più ricche e che per questo motivo sia da attribuirsi ad aspetti culturali invece che economici. In particolare faccio riferimento alla differenza tra un non ben precisato "prima" in cui si stava meglio e si facevano più figli, e una situazione attuale con la crisi demografica.
Penso che oggi si facciano meno figli perché il benessere diffuso comporta anche la nascita di nuovi bisogni rispetto a quelli che si avevano, per esempio, quando ero bambino (decennio 90), con un delta che si propaga allargando la distanza temporale.
Oggi (non) si fa un figlio considerando una serie di aspetti (mantenimento sino a età universitaria, conseguente necessità di soddisfare bisogni sociali e formativi oltre a sostenere attività come lo sport o la passione musicale) che in passato pesavano meno sulla decisione.
quoto al 100%
 
Sulla Liguria peraltro ci sarebbe da specificare bene. E' una regione estremamente particolare per viabilità e accessibilità, con dinamiche demografiche piuttosto pronunciate.
O stai a Genova, e lì comunque parliamo di una città estremamente particolare per conformazione e storia, oppure occorre trovare un equilibrio tra località che vedono una grossa stagionalità.
A questo si aggiunge una certa problematica con i collegamenti (viabilità che può comportare importanti aggravi alle percorrenze, aeroporti lontanucci)e una demografia abbastanza complicata con molti anziani e giovani in fuga.

Io c'ho i futuri suoceri, oltre ad un amico che ci ha vissuto qualche anno, e l'ho frequentata spesso anche fuori dalla stagione turistica, è una regione che ha parecchi pregi, un clima stupendo e i servizi comunque esistono, però ha anche le sue specificità che la rendono anche difficile.
Aldilà della specificità (in questo momento vi sto scrivendo in SW dalla Liguria, tra 30 minuti si torna a Milano, quindi so di cosa parlo) il discorso è sempre il solito.
Facciamo pure che hai già una seconda casa in Liguria e fai in ufficio un solo giorno a settimana.
Ma cosa ci vai a fare in un posto dove non hai amici, non hai parenti, non hai il lavoro?
Per il mare a 100 metri e l'aria buona?

Un conto è andarci per 2/3 volte l'anno 7/10 giorni di fila facendo smart working per "cambiare aria", altro è trasferirsi in pianta stabile.
Da spararsi....
 
Aldilà della specificità (in questo momento vi sto scrivendo in SW dalla Liguria, tra 30 minuti si torna a Milano, quindi so di cosa parlo) il discorso è sempre il solito.
Facciamo pure che hai già una seconda casa in Liguria e fai in ufficio un solo giorno a settimana.
Ma cosa ci vai a fare in un posto dove non hai amici, non hai parenti, non hai il lavoro?
Per il mare a 100 metri e l'aria buona?
Quando riusciamo ne approfittiamo anche noi, soprattutto allungando il WE per evitare le code ^^
 
Aldilà della specificità (in questo momento vi sto scrivendo in SW dalla Liguria, tra 30 minuti si torna a Milano, quindi so di cosa parlo) il discorso è sempre il solito.
Facciamo pure che hai già una seconda casa in Liguria e fai in ufficio un solo giorno a settimana.
Ma cosa ci vai a fare in un posto dove non hai amici, non hai parenti, non hai il lavoro?
Per il mare a 100 metri e l'aria buona?
Io sto in Langa tutta settimana. Bel posto per carità. Si sta bene, si mangia benissimo.
Ma il weekend me ne torno a Milano e i giorni di SW li passo in città.
 
Io sto in Langa tutta settimana. Bel posto per carità. Si sta bene, si mangia benissimo.
Ma il weekend me ne torno a Milano e i giorni di SW li passo in città.
:D:Dla gente fa carte false per vivere fuori Milano e tu che lavori in un luogo ameno fai l'esatto contrario!
Comunque anche a me la campagna/collina/montagna fa un effetto depressivo, l'imprinting ricevuto nella splendida (sarcasmo) periferia Milanese negli anni '70 è ben radicato :D:D
C'era un famoso scrittore milanese (non ricordo il nome) che abitava in zona piazza della Repubblica in uno dei grattacieli che diceva che a lui bastava sentire dalla finestra il brusio lontano del traffico per sentirsi un po' meglio.
 
:D:Dla gente fa carte false per vivere fuori Milano e tu che lavori in un luogo ameno fai l'esatto contrario!
Comunque anche a me la campagna/collina/montagna fa un effetto depressivo, l'imprinting ricevuto nella splendida (sarcasmo) periferia Milanese negli anni '70 è ben radicato :D:D
C'era un famoso scrittore milanese (non ricordo il nome) che abitava in zona piazza della Repubblica in uno dei grattacieli che diceva che a lui bastava sentire dalla finestra il brusio lontano del traffico per sentirsi un po' meglio.

Al netto delle battute, siamo tutti figli del nostro percorso. :D
Oltre al fatto che c'è una grandissima differenza tra il frequentare un posto per gite/weekend/vacanze rispetto al viverci.
 
Aldilà della specificità (in questo momento vi sto scrivendo in SW dalla Liguria, tra 30 minuti si torna a Milano, quindi so di cosa parlo) il discorso è sempre il solito.
Facciamo pure che hai già una seconda casa in Liguria e fai in ufficio un solo giorno a settimana.
Ma cosa ci vai a fare in un posto dove non hai amici, non hai parenti, non hai il lavoro?
Per il mare a 100 metri e l'aria buona?

Un conto è andarci per 2/3 volte l'anno 7/10 giorni di fila facendo smart working per "cambiare aria", altro è trasferirsi in pianta stabile.
Da spararsi....
ma infatti è un discorso veramente in divenire.
il tema di Milano è che se la bilancia Do ut des è in equilibrio è un discorso, se pende troppo verso il lato negativo uno due domande se le fa. E io sono uno di quelli che ha trovato casa a prezzi onesti eh...
 
Permettetemi.
Io non sto dicendo che non ci siano costi aggiuntivi e che questi non impattino sulle scelte delle famiglie.
Io sostengo che i costi elencati siano conseguenze di una evoluzione fisiologica delle società più ricche e che per questo motivo sia da attribuirsi ad aspetti culturali invece che economici. In particolare faccio riferimento alla differenza tra un non ben precisato "prima" in cui si stava meglio e si facevano più figli, e una situazione attuale con la crisi demografica.
Penso che oggi si facciano meno figli perché il benessere diffuso comporta anche la nascita di nuovi bisogni rispetto a quelli che si avevano, per esempio, quando ero bambino (decennio 90), con un delta che si propaga allargando la distanza temporale.
Oggi (non) si fa un figlio considerando una serie di aspetti (mantenimento sino a età universitaria, conseguente necessità di soddisfare bisogni sociali e formativi oltre a sostenere attività come lo sport o la passione musicale) che in passato pesavano meno sulla decisione.
Mi permetta.

Il livello medio oggi si è alzato e gli investimenti in formazione pure.

Oggi gli aspetti formativi non sono più bisogni voluttuari ma sono necessità da soddisfare se vuoi permettere al pargolo di competere ad un livello almeno medio.
 
Ultima modifica:
:D:Dla gente fa carte false per vivere fuori Milano e tu che lavori in un luogo ameno fai l'esatto contrario!
Comunque anche a me la campagna/collina/montagna fa un effetto depressivo, l'imprinting ricevuto nella splendida (sarcasmo) periferia Milanese negli anni '70 è ben radicato :D:D
C'era un famoso scrittore milanese (non ricordo il nome) che abitava in zona piazza della Repubblica in uno dei grattacieli che diceva che a lui bastava sentire dalla finestra il brusio lontano del traffico per sentirsi un po' meglio.
A chi lo dici.
Mia moglie poi, se vede troppi alberi da fuori di matto.
 
Mi permetta.

Il livello medio oggi si è alzato e gli investimenti in formazione pure.

Oggi gli aspetti formativi non sono più bisogni voluttuari ma sono necessità da soddisfare se vuoi permettere al pargolo di competere ad un livello almeno medio.

E di nuovo, hai ragionissima.
Ma ritorno sul punto: è un aspetto culturale della società moderna.
Siamo noi che, essendo nati già benestanti, partiamo dal presupposto (mica dico sia sbagliato) che ogni figlio debba avere accesso a istruzione di ottimo livello, migliori cure, viaggi studio, esperienza extrascolastiche, attività sportiva, ma anche socialità e divertimenti.

Per dirla francamente: non esistono stipendi tali da spingere la natalità perché dovrebbero essere enormi in proporzione ai suddetti costi. E non è che prima fossero ricchi, semplicemente prima, se nascevi in un paese come il mio:
- a scuola andavi a quella che c'era, io alle medie non avevo nemmeno la sezione di Inglese, sarebbe stato introdotta l'anno successivo;
- sport fai quello che c'è in paese
- corso di musica va già grassa se c'era qualcosa di comunale o all'oratorio.
A me sta benissimo che lo scenario sia cambiato, ma quello che tu intendi "garantire di competere a un livello medio" non è in realtà davvero un livello medio. E' un livello medio da società benestante.
Il che, torno a dire, è ampiamente un aspetto culturale.
 
Questi non stanno bene.

NOM | North of Milano

Adesso si sono inventati NOM. :wall:

Posizionato nei campi tra quarto oggiaro, la A4 e le ferrovie nord te lo vendono come la cosa più figa del mondo.
Scommettiamo che lo vendono in qualche mese?
 
ma infatti è un discorso veramente in divenire.
il tema di Milano è che se la bilancia Do ut des è in equilibrio è un discorso, se pende troppo verso il lato negativo uno due domande se le fa. E io sono uno di quelli che ha trovato casa a prezzi onesti eh...
La penso allo stesso modo. Secondo me c'è proprio una contraddizione di fondo tra prezzi per ricchi ed immobili con cartteristiche non in linea con tali prezzi. Un appartamento da un milione e mezzo per 100 mq con un solo bagno e pure cieco, potrebbe al limite comprarlo come pied a terre qualcuno con 10M+ di patrimonio e villa o appartamento di 300 mq in altra città. Se invece lo fa uno che deve fare mutui o comunque che impegna una percentuale eccessiva del patrimonio, e usa l'immobile come prima casa, secondo me è discutibile. Se si spendono certe cifre non si può pensare di avere un solo bagno in 4 e di dover cercare parcheggio, o comunque di avere posto auto lontano perché l'appartamento non ce l'ha in dotazione.
 
E di nuovo, hai ragionissima.
Ma ritorno sul punto: è un aspetto culturale della società moderna.
Siamo noi che, essendo nati già benestanti, partiamo dal presupposto (mica dico sia sbagliato) che ogni figlio debba avere accesso a istruzione di ottimo livello, migliori cure, viaggi studio, esperienza extrascolastiche, attività sportiva, ma anche socialità e divertimenti.

Per dirla francamente: non esistono stipendi tali da spingere la natalità perché dovrebbero essere enormi in proporzione ai suddetti costi. E non è che prima fossero ricchi, semplicemente prima, se nascevi in un paese come il mio:
- a scuola andavi a quella che c'era, io alle medie non avevo nemmeno la sezione di Inglese, sarebbe stato introdotta l'anno successivo;
- sport fai quello che c'è in paese
- corso di musica va già grassa se c'era qualcosa di comunale o all'oratorio.
A me sta benissimo che lo scenario sia cambiato, ma quello che tu intendi "garantire di competere a un livello medio" non è in realtà davvero un livello medio. E' un livello medio da società benestante.
Il che, torno a dire, è ampiamente un aspetto culturale.
[...]

In passato, la forte crescita economica della Cina si è associata a un forte calo della fecondità. Il tasso di fecondità totale (Tft, numero medio di figli per donna), che negli anni Cinquanta e Sessanta era superiore a 6 (tranne nel periodo dal 1959 al 1965), è rapidamente sceso a meno di 3 figli con l’attuazione della politica del figlio unico (in vigore dal 1982 al 2015), si è mantenuto tra 1 e 2 dopo il 1990 e nel 2020 era di 1,28 nascite per donna (figura 1). Il calo della fecondità ha ridotto l’indice di dipendenza totale in Cina (figura 2) e migliorato la qualità della manodopera. Infatti, come documentato dalla letteratura sulla transizione demografica e la crescita economica, nelle prime fasi dello sviluppo economico di un paese, i vantaggi di una fecondità più bassa si manifestano attraverso il meccanismo di trade-off tra quantità e qualità dei bambini (nella misura di un maggior investimento in istruzione possibile con un minor tasso di fecondità). Pertanto, oggi è naturale chiedersi quanto sia importante il cambiamento demografico in corso per la crescita futura della Cina.
 
Questi non stanno bene.

NOM | North of Milano

Adesso si sono inventati NOM. :wall:

Posizionato nei campi tra quarto oggiaro, la A4 e le ferrovie nord te lo vendono come la cosa più figa del mondo.
Scommettiamo che lo vendono in qualche mese?
Io non ne sono convinto (al di là della location) poi ovviamente dipende dal prezzo.
Specialmente oggi, in un contesto di aumento dei tassi dove in genere le società immobiliari soffrono di più.
 
Finché rivalutano zone per me possono chiamarle anche "Stocazzo"
 
dai non fare il razzista.... io ho preso a cascina merlata
Quello che contesto non è la location bensì la narrazione.
Pare ora che ogni operazione di riqualificazione, apprezzabile di per se, debba essere identificata con un acronimo che fa tanto NY.
Preferirei vivere cento volte a Cascina Merlata che a NOM che alla fine è a nord di quarto oggiaro. Dovevano chiamarla NOQO :D
 
Stato
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