Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte XI

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Non a tutti interessa la movida, che poi cosa si intende per movida ?
I locali li trovi anche nel resto del mondo, se parli di fare il fig* spendendo 500/1000 a bottiglia è un altro discorso.
Ma infatti parlare di movida come motivo per vivere a Milano non ha riscontro fuori dall'ambito studentesco.

Io parlo sempre di socialità e relazioni che sono aspetti decisamente differenti.
 
Si e sopratutto in pochi con due figli che già vuol dire - 10k all anno di utile possono permettersi un quadrilocale in zona centrale o semicentrale...
Ma non solo.
Con figli li porterai sempre in auto qua e là, per cui cambia moltissimo avere parcheggi e viabilità scorrevole.
I figli nel paese sono "più al sicuro" da soli rispetto alla città. Le scuole per quanto cambi poco saranno meno "immigrate".
Il quadrilocale a San Giuliano Milanese credo costi la metà di quello in Famagosta
 
Ma infatti parlare di movida come motivo per vivere a Milano non ha riscontro fuori dall'ambito studentesco.

Io parlo sempre di socialità e relazioni che sono aspetti decisamente differenti.
Secondo me è un po esagerato nel senso che la socialità di un paese di 100k abitanti è la stessa della città di un mln...
Ovvio sotto i 100k abitanti iniziano a mancare centri di aggregazione, grossi supermercati, locali, parchi, centri sportivi, biblioteche, teatri che sono poi i posti dove si incontra gente.
 
Il mio limite è 70k abitanti, sotto questa soglia si hanno limitazioni nella socialità e a meno di non esserci nato in quel posto e avere amicizie di una vita costruire relazioni è più arduo per una serie di fattori.
A volte anzi penso che la città sopra il milione di abitanti sia fin troppo dispersiva
 
Certo, full rem totale (cioè senza mai una trasferta, senza mai incontrare un cliente, senza mai una riunione in fisico) non è possibile. Ma mettendo in conto 3/4 notti in albergo al mese e qualche Frecciarossa sarebbe fattibile lavorare "a Milano" e vivere a 2/300 km di distanza.

Se questo non avviene è soprattutto per un messaggio generale: la spinta a voler riportare i lavoratori in ufficio (per dar da mangiare a bar e mense, per non svuotare le case, etc) esiste ed è visibile (molte aziende sono tornare al 3+2 o comunque con obblighi di presenza anche quando non necessario).

Concordo sulla mentalità retrograda di molti ambienti, ma penso che il driver non sia solo quello.
Tendenzialmente non avviene perché le persone per la maggiore come priorità hanno lo stare a casa propria per cui qualcuno troverà il giusto equilibrio che lo consente, ma il grosso non riuscirà.

Inoltre 300 km non sono uno scherzo. Nei lavori esiste la flessibilità, la trasferta improvvisa, l'emergenza, il cambio di policy aziendale o il banale cambio di capo. Difficile che molti si piazzino così lontani con questi presupposti.

Avvicinandosi torniamo al solito discorso: se non ci nasci, sono luoghi dove andresti a vivere? Chi mai pagherebbe stesse cifre per stare in luoghi sconosciuti lontano dai propri centri di interesse.

Certo aumenteranno quelli che non dovranno trasferirsi da Torino, da Bologna o da Verona, ma continuo a vederli decisamente minoritari rispetto al grosso dei candidati, questi ultimi vengono da zone con meno offerta locale e spesso più distanti.
 
Secondo me è un po esagerato nel senso che la socialità di un paese di 100k abitanti è la stessa della città di un mln...
Ovvio sotto i 100k abitanti iniziano a mancare centri di aggregazione, grossi supermercati, locali, parchi, centri sportivi, biblioteche, teatri che sono poi i posti dove si incontra gente.
Ma no, mica dico che sono dei conventi del silenzio.

La socialità è un aspetto personale, ognuno ha la sua, e si declina nel luogo dove si vive.
Se nasci in un posto la tua socialità sarà ben radicata lì, anche avesse 10k abitanti.

Ma se prendi e molli casa tua, le cose cambiano di molto.
Se vieni da lontano e lavori a Milano, le uniche conoscenze le hai a Milano. La grande città inoltre raccoglie diversi "expat" per cui se vuoi espandere la tua rete incontrerai quelli come te.
Le cittadine più piccole hanno dinamiche differenti, arrivarci da adulto rende l'inserimento più arduo dato che le cerchie sociali sono già definite.
 
Ma no, mica dico che sono dei conventi del silenzio.

La socialità è un aspetto personale, ognuno ha la sua, e si declina nel luogo dove si vive.
Se nasci in un posto la tua socialità sarà ben radicata lì, anche avesse 10k abitanti.

Ma se prendi e molli casa tua, le cose cambiano di molto.
Se vieni da lontano e lavori a Milano, le uniche conoscenze le hai a Milano. La grande città inoltre raccoglie diversi "expat" per cui se vuoi espandere la tua rete incontrerai quelli come te.
Le cittadine più piccole hanno dinamiche differenti, arrivarci da adulto rende l'inserimento più arduo dato che le cerchie sociali sono già definite.
Esattamente, arrivare da adulto in centri piccoli o con pochi expat ti pone a dura prova... O trovi partner e amici in poco tempo oppure rischi di mollare...in quel caso città come Milano Bologna Padova piene di single, giovani o comunque di gente emigrata aiuta parecchio. Ti senti normale.
Arrivare in un paese di 10k abitanti, tutti del luogo potrebbe affossarti. Anche perché non è così facile trovare conoscenti da grandi, figurarsi gli amici veri
 
Ma infatti parlare di movida come motivo per vivere a Milano non ha riscontro fuori dall'ambito studentesco.

Io parlo sempre di socialità e relazioni che sono aspetti decisamente differenti.
Però quelli li vivi indipendentemente da Milano.

Ciò che vai a perdere sono i collegamenti, abbastanza efficienti, di cui gode a Milano.
Ciò che recuperi è una certa tranquillità nella vita quotidiana, dei ritmi che rallentano.
 
Però quelli li vivi indipendentemente da Milano.

Ciò che vai a perdere sono i collegamenti, abbastanza efficienti, di cui gode a Milano.
Ciò che recuperi è una certa tranquillità nella vita quotidiana, dei ritmi che rallentano.

Il tema della socialità è quello che, secondo me, spinge molte persone a volerci abitare nonostante le quotazioni propendano per un più razionale acquisto nell'hinterland.

Semplicemente nella fase giovane, diciamo post uni, è normale cercare di inserirsi socialmente e, se si proviene da lontano, gli unici contatti saranno colleghi e persone che ruotano sulla città.
L'hinterland non è un problema in sé, ma è molto limitante quando ci arrivi senza sostanziali contatti. Spesso sono realtà dormitorio non esenti da traffico e problemi delle periferie, ma anche abbastanza distanti da rappresentare un ostacolo ad alcune attività.
Per questo molti giovani preferiscono la condivisione o il loculo in città piuttosto che finire fuori.

Gli stessi poi probabilmente finiranno con il cambiare idea con l'età: una vita solitamente più regolare, partner stabile, figli in arrivo, ecc rendono prioritaria la scelta di una bella casa in un contesto magari meno degradato, cosa che nell'hinterland potranno permettersi.
 
penso che non sia passato il vero messaggio dato da lum... e che penso spesso anche io e che viene sottovalutato praticamente da tutti. Lo smart working può essere un'arma a doppio taglio... tutti spingono per avere sempre piu smart working per ovvi motivi (tutti lo apprezziamo e vogliamo)... ma se si arriva al punto di fare 5 giorni di smart vuol dire che l'azienda a tutti gli effetti è riuscita ad assorbire il tuo lavoro completamente da remoto..e una volta raggiunto questo livello perchè dovrebbe dare lavoro a te italiano e non a un indiano che magari lavora di piu e meglio per 4 pugni di riso?

Non so che lavori fate ma dato che io gia' lavoro perlopiu' con l'estero, vi assicuro che quello che dici potrebbe essere solo un vantaggio per gli italiani a alta specializzazione perche' i colleghi all'estero guadagnano mediamente ben di piu' dell'italiano...
 
Il tema della socialità
Un altro dei tuoi cavalli di battaglia chissa se te lo dimenticherai anche questo :clap:
Gli altri erano nessuno del sud penserebbe mai una volta trasferito a milano a spostarsi fuori comune (smentito da Napoli stesso) e si torna tutti in azienda come pre covid...
Ah scusa non lo hai mai detto :clap:OK!
Comunque ora mi eclisso che il business chiama, ero passato solo per fare notare come la MIA previsione dello smart massivo anche post covid si e' rilevato azzeccata ma bello vedere che erano tutti d'accordo con me :D
 
Ovvio, così come il progettista bravo potrà ricevere offerte di lavoro da Londra lavorando completamente da remoto.
Ed accade già.
Tutti pronti a entrare in competizione con milioni di professionisti probabilmente più bravi di noi e sicuramente pagati meno?
Vorrei ricordarvi come è andata negli ultimi trent’anni per le professionalità meno specialistiche, non mi pare che i colletti blu in occidente ci abbiano guadagnato granché.
E ora che la tecnologia lo consente è arrivato il momento dei colletti bianchi.
La competizione non arriverà da Londra ma da Mumbai o da Sofia.

La compagna di un mio conoscente ha appena perso il posto che aveva da vent’anni in una multinazionale americana basata a Milano. Hanno spostato l’amministrazione di tutte le filiali europee in Polonia.
Non lo posso dare per certo ma la mia sensazione è che avendo visto che possono gestire queste attività da remoto senza perdere produttività hanno deciso di gestirla da una località molto più remota dell’hinterland di Milano dove questa tizia e i suoi colleghi risiedono.
 
Il tema della socialità è quello che, secondo me, spinge molte persone a volerci abitare nonostante le quotazioni propendano per un più razionale acquisto nell'hinterland.
Secondo me è una questione legata più all'investimento.
Chi acquista a Milano è consapevole di avere un assegno in mano, ovvero quando vorrà vendere riceverà sicuramente più di una offerta.
Viceversa altrove no, ergo è un ciclo che si auto alimenta spingendo i prezzi sempre più su.

Mettici anche la comodità della metro.
 
Tutti pronti a entrare in competizione con milioni di professionisti probabilmente più bravi di noi e sicuramente pagati meno?
Vorrei ricordarvi come è andata negli ultimi trent’anni per le professionalità meno specialistiche, non mi pare che i colletti blu in occidente ci abbiano guadagnato granché.
E ora che la tecnologia lo consente è arrivato il momento dei colletti bianchi.
La competizione non arriverà da Londra ma da Mumbai o da Sofia.

La compagna di un mio conoscente ha appena perso il posto che aveva da vent’anni in una multinazionale americana basata a Milano. Hanno spostato l’amministrazione di tutte le filiali europee in Polonia.
Non lo posso dare per certo ma la mia sensazione è che avendo visto che possono gestire queste attività da remoto senza perdere produttività hanno deciso di gestirla da una località molto più remota dell’hinterland di Milano dove questa tizia e i suoi colleghi risiedono.
Ripeto, dipende dai ruoli e dal settore.
A Mumbai e a Sofia spostano le posizioni non core, gli indiani più preparati che ho visto sono a Londra, non a Mumbai, in quest'ultima ci trovi la manovalanza.

La competizione non arriverebbe solo in Italia, ma anche altrove.
Perché pagare il tipo in America 120k quando posso prendere uno ugualmente bravo dall'Italia a 60k ?

Questa cosa dello spostare già c'era prima dello smart, chi vuole delocalizzare lo fa indipendentemente dallo smart o meno.
Anzi con lo smart hai un notevole risparmio tra costi energetici e ticket restaurant.
 
Se pensi solo a ruoli di back office è così.

Se apri invece LinkedIn e vedi cosa cercano le aziende a Milano troverai vari ruoli (controllo di gestione, analista di processi, product manager, ingegneria di offerta, etc) per cui non basta la sola cultura accademica, soprattutto se da un paese diverso rispetto all'Italia.

Certo, full rem totale (cioè senza mai una trasferta, senza mai incontrare un cliente, senza mai una riunione in fisico) non è possibile. Ma mettendo in conto 3/4 notti in albergo al mese e qualche Frecciarossa sarebbe fattibile lavorare "a Milano" e vivere a 2/300 km di distanza.

Se questo non avviene è soprattutto per un messaggio generale: la spinta a voler riportare i lavoratori in ufficio (per dar da mangiare a bar e mense, per non svuotare le case, etc) esiste ed è visibile (molte aziende sono tornare al 3+2 o comunque con obblighi di presenza anche quando non necessario).

Non so che lavori fate ma dato che io gia' lavoro perlopiu' con l'estero, vi assicuro che quello che dici potrebbe essere solo un vantaggio per gli italiani a alta specializzazione perche' i colleghi all'estero guadagnano mediamente ben di piu' dell'italiano...
Vivete in un mondo tutto vostro.

Le svariate centinaia di migliaia di lavoratori che tutti i santi giorni entrano in città sono tutti ingegneri, product manager, professionisti ad alta specializzazione?
Scendete dalla posizione privilegiata in cui vi trovate e cominciate a aprire gli occhi; guardate in faccia le persone che vengono vomitate tutte le mattine dai mezzi pubblici negli uffici della città. Sicuri che siano tutti ”pezzi unici” insostituibili?
Io fossi in loro starei molto attento a chiedere di lavorare da casa per troppo tempo perché poi quando le aziende capiscono che il tuo lavoro può essere svolto da Varsavia, la domanda successiva che si pongono è se quel lavoro lo può svolgere anche un polacco.
E se la risposta è sì, quando tutto il team è in Polonia che senso ha tenere il capo del dipartimento in Italia?
 
Un altro dei tuoi cavalli di battaglia chissa se te lo dimenticherai anche questo :clap:
Gli altri erano nessuno del sud penserebbe mai una volta trasferito a milano a spostarsi fuori comune (smentito da Napoli stesso) e si torna tutti in azienda come pre covid...
Ah scusa non lo hai mai detto :clap:OK!
Comunque ora mi eclisso che il business chiama, ero passato solo per fare notare come la MIA previsione dello smart massivo anche post covid si e' rilevato azzeccata ma bello vedere che erano tutti d'accordo con me :D
Smart massivo?
Dati, non chiacchiere. Sono calati gli ingressi in città?
 
Ripeto, dipende dai ruoli e dal settore.
A Mumbai e a Sofia spostano le posizioni non core, gli indiani più preparati che ho visto sono a Londra, non a Mumbai, in quest'ultima ci trovi la manovalanza.

La competizione non arriverebbe solo in Italia, ma anche altrove.
Perché pagare il tipo in America 120k quando posso prendere uno ugualmente bravo dall'Italia a 60k ?

Questa cosa dello spostare già c'era prima dello smart, chi vuole delocalizzare lo fa indipendentemente dallo smart o meno.
Anzi con lo smart hai un notevole risparmio tra costi energetici e ticket restaurant.
Lo dico anche a te.
Sicuro che la tua sia una posizione core?
Certo che la competizione arriva dappertutto, mi chiedo solo se tutti quelli che si ritengono intoccabili lo sono davvero.
Io non vorrei sperimentarlo sulla mia pelle.
 
Lo dico anche a te.
Sicuro che la tua sia una posizione core?
Certo che la competizione arriva dappertutto, mi chiedo solo se tutti quelli che si ritengono intoccabili lo sono davvero.
Io non vorrei sperimentarlo sulla mia pelle.
Nessuno vorrebbe sperimentarlo sulla propria pelle, ma se un domani dovremmo fare i conti anche con questa competizione la faremo.
Ripeto, è già toccato ad altri settori (l'imprenditore che porta la produzione in Moldavia) così come è toccato in altre nazioni (gente che da Londra gli chiedono di trasferirsi a Dublino).

Ergo non è colpa dello smart.
 
Ripeto, dipende dai ruoli e dal settore.
A Mumbai e a Sofia spostano le posizioni non core, gli indiani più preparati che ho visto sono a Londra, non a Mumbai, in quest'ultima ci trovi la manovalanza.

La competizione non arriverebbe solo in Italia, ma anche altrove.
Perché pagare il tipo in America 120k quando posso prendere uno ugualmente bravo dall'Italia a 60k ?

Questa cosa dello spostare già c'era prima dello smart, chi vuole delocalizzare lo fa indipendentemente dallo smart o meno.
Anzi con lo smart hai un notevole risparmio tra costi energetici e ticket restaurant.
lo stanno già facendo e io ne faccio pure parte, l'italia per gli americani è già diventata bacino per talenti a basso costo.
 
Io fossi in loro starei molto attento a chiedere di lavorare da casa per troppo tempo perché poi quando le aziende capiscono che il tuo lavoro può essere svolto da Varsavia, la domanda successiva che si pongono è se quel lavoro lo può svolgere anche un polacco.
Seguendo questa logica dovremmo anche non farci pagare gli straordinari, perché sia mai che le aziende capiscano che in Italia esiste qualcuno che non se li fa pagare ed in grado di fare il medesimo lavoro.

Idem per le richieste di aumento.
La tua visione del lavoratore mi pare molto molto disequilibrata verso l'azienda. Praticamente il lavoratore deve sottostare a qualunque cosa e rinunciare a qualsivoglia diritto possa essere un costo per l'azienda.
Mi pare di capire da una tua frase precedente che sei dell'HR, corretto ?
 
Stato
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