"Capisco le reazioni dei mercati ma non vanno drammatizzate". Lo ha detto Mario Monti, da Oslo, rispondendo alle domande dei cronisti alla chiusura della cerimonia del Premio Nobel per la pace assegnato all’Europa. "Ricordo ai mercati – ha proseguito l’ex premier italiano - che questo governo è ancora in carica" e lo sarà fino alle prossime elezioni”.
"Tutti i miei sforzi sono concentrati su quello che resta da fare – ha poi proseguito Monti precisando che chiunque dovesse vincere le prossime elezioni “sarà responsabile con gli impegni presi con l'Europa".
A una domanda su una sua eventuale candidatura Monti ha risposto che “non sto considerando questa questione in particolare in questa fase”.
Commentando l’assegnazione del Premio Nobel perla Pace all’Europa Mario Monti ha parlato di “giornata storica” e di “motivo d’incoraggiamento per un’Europa che ha molti problemi e che tende a ripiegarsi su questi problemi”, ma – ha poi aggiunto – “questa è un'occasione per pensare al valore di ciò che sta costruendo". “L’Europa è stato un grande magnete per tanti Paesi” e “l’Italia ha sempre creduto nell’integrazione europea – ha aggiunto l’ex Presidente del consiglio – e “non ho dubbi che l'Italia continuerà a essere un protagonista molto attivo nell'impegno per la costruzione dell'unità”.
Una costruzione che, secondo Monti, dovrà fare ora attenzione “ad affrontare a viso aperto questi nazionalismi che sono di facile diffusione nei momenti di difficoltà economica e di occupazione giovanile ma che farebbero il male dei nostri Paesi e del tentativo di costruire un'Europa sempre più armonica".
E’ un rischio, quello delle “politiche populistiche” che per Monti “c’è in ogni Paese” e che va tenuto ben presente per poi essere combattuto “nella campagna elettorale”. "Serve uno sforzo collettivo, c'è la convinzione che i cittadini sono maturi, non disposti a credere a promesse irrealistiche, da qualunque parte arrivino queste promesse", ha aggiunto il Professore. "Mi auguro – ha poi concluso - che la campagna elettorale sappia muoversi nella prospettiva che i cittadini non sono sciocchi, ma maturi".
