Dovi: non sono qui per battere Rossi
Dovi: non sono qui per battere Rossi
Sono lì con il 9° ed il 10° tempo Nicky Hayden ed Andrea Dovizioso, due decimi fra di loro, poco più di un secondo e mezzo ed un secondo ed otto dai veri avversari. Davanti non solo Pedrosa, Lorenzo, Marquez e, vabbè, Rossi, ma anche i piloti dei team satellite Crutchlow, Bradl, Bautista e persino Bradley Smith, l'ultimo arrivato fra i piloti della MotoGP.
Tanto per dare un'idea il ragazzino di Oxford, simpatico quanto vi pare ma considerato un miracolato visto che in Moto2 non ha fatto sfracelli, ha dato due decimi ad Hayden e quasi cinque a Dovi.
Quanto basta per domandare all'italiano se non sia pentito di aver detto, al Wrooom di Madonna di Campiglio, che non sentiva il peso dei risultati conseguiti da Valentino Rossi perché in fondo non ne aveva fatti.
"Io come ho già detto sono qui non per far meglio di Valentino ma per far tornare la Ducati a giocarsi dei podi. Il contratto è di due anni per questo motivo. Non sarei soddisfatto se facessi solo meglio di Vale, l'obiettivo è tutt'altro".
Recuperare un po' del gap che divide la Ducati da Honda e Yamaha, per esempio.
"Certo, ma per ora non lo stiamo facendo. Per riuscirci dobbiamo prima trovare la direzione giusta…
qui si lavora per delle rifiniture. Non stiamo risolvendo alcun problema perché non c'è materiale nuovo da provare".
L'obiettivo dunque è spostato: a quando?
"L'inizio del mondiale è molto vicino. Non credo che avremo lo stesso materiale, ma non so quando arriveranno nuove parti e soprattutto cosa arriverà".
Con ciò che c'è, però, dove si può arrivare?
"E' presto per dirlo. Se nell'ultimo giorno ci saranno buone condizioni potremo migliorare, ma lo faranno anche gli altri. A quel punto vedremo la differenza fra noi e gli altri. Sicuramente Malesia 2 ci farà capire molto di più. Non dimentichiamoci, comunque, che questo è il mio primo test. Ho tanti punti interrogativi che capirò man mano che girerò".
Ma la prima impressione 'non negativa' dell'esordio di Valencia è confermata?
"Credo che nessun pilota possa mai capire quale moto troverà, sia in positivo che in negativo. Parlo per esperienza personale perché ho guidato, Honda, Yamaha ed ora Ducati. E mi sono sempre trovato in questa situazione: non si capisce nemmeno la metà. Non me la aspettavo così, ma non mi aspettavo così nemmeno la Yamaha".
Sarebbe importante, a questo punto, andare a provare anche ad Austin, in Texas.
"Con la MotoGP è sempre importante provare, ma bisognerà vedere come siamo messi con il tempo e con il materiale".
Nel secondo giorno di test Andrea ha provato un telaio leggermente modificato.
"Sì, quello utilizzato da Hayden: diciamo che migliora la seconda parte della frenata, ma è poca cosa. Devo provare anche una nuova forcella Ohlins, ma ci si è messa la pioggia. C'è da lavorare non in un singolo punto, ma dappertutto, vedrete che al secondo test di Sepang andremo meglio. Anche gli altri miglioreranno, ma vedendo i tempi ed il fatto che sono tutti lì, vicini, credo abbiano meno margine".
In linea con Dovizioso, e a maggior ragione, Hayden analizza la situazione con tranquillità. Perlomeno apparente, visto che è al quinto anno di contratto con la Ducati.
"Il tempo sul giro non è spettacolare, ovviamente, ma abbiamo migliorato e soprattutto il ritmo è migliore. Incoraggiante. C'è però molto da fare e da migliorare in tutte le aree. La moto fondamentalmente è buona in frenata ma dobbiamo migliorare in curva e in uscita nell'accelerazione. Ho usato un telaio modificato, ma l'avevo già utilizzato a Valencia. Non è questione di prestazioni, si fanno gli stessi tempi, ma mi ci sento più a mio agio".
Da quest'anno sarà possibile utilizzare solo cinque motori, al posto di sei.
"Non faranno una gran differenza".
La ha fatta Marc Marquez: va già fortissimo.
"Marquez? Io lo avevo già detto scherzando che sarebbe stato meglio fosse rimasto in Moto2 un altro paio d'anni. Ovviamente è estremamente veloce, lo è stato anche a Valencia. E' affamato, motivato ed ha una buona moto, il che aiuta. Non c'è da essere sorpresi…lui lo è? Strano perché a Valencia come si è infilato il casco è andato subito forte".
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