Movimento 5 stelle, Casaleggio risponde nel Nordest ai dubbi degli imprenditori.

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Movimento 5 stelle, Casaleggio risponde nel Nordest ai dubbi degli imprenditori. Ecco il mondo degli interessi economici che crede in M5s
Gianluca De Martino, L'Huffington Post | Pubblicato: 07/07/2013 10:26 CEST | Aggiornato: 07/07/2013 10:28 CEST






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In qualche modo sarà un test. Domani Gianroberto Casaleggio, il guru del Movimento 5 stelle, si presenterà all’incontro organizzato da Confapri in provincia di Treviso e potrà misurare di persona il grado di fiducia che i piccoli e medi imprenditori del Nordest ripongono ancora nella sua creatura politica.
Per convincere la platea che il M5s non brucerà il loro consenso, porterà con sé un resoconto dei primi cento giorni in Parlamento e snocciolerà le proposte pentastellate, quelle accolte (poche) e quelle respinte dalla maggioranza. Le piccole e medie imprese deluse da Confindustria e dai tradizionali partiti fanno parte della galassia di lobby che hanno puntato sul Movimento di Grillo e Casaleggio. Il sostegno dei comitati del “no”, che si battono contro la Tav, contro le trivelle e i termovalorizzatori, contro il Muos o il ponte sullo Stretto, rappresenta solo una parte di questo largo consenso. C’è un popolo di partite Iva e di imprese che chiede il taglio delle tasse sul lavoro, ci sono i piccoli negozianti che chiedono di restare chiusi la domenica o i giovani professionisti che vogliono riformare gli ordini e rimuovere gli ostacoli all’accesso nel mercato del lavoro.
Piccole e medie imprese
Qualche giorno fa Massimo Colomban, presidente di Confapri, intervistato nel corso della trasmissione di Rai 2 Virus, ha mostrato una certa delusione per l’incidenza del “movimento degli innovatori” sulle scelte in tema di lavoro e sviluppo. “Perché non hanno saputo né collaborare con le parti innovative dei partiti tradizionali, né hanno saputo fare della protesta un progmatismo costruttivo”.
L’incontro di Castelbrando, in provincia di Treviso, sarà anche l’occasione di un chiarimento con Casaleggio, che non più tardi di due mesi fa si dichiarò pienamente al fianco degli imprenditori. “Io ho gli stessi problemi che avete voi, se li risolvo per me, li risolvo anche per voi”. Parole che ascoltò anche Marco Nardin, presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato, che lunedì sarà di nuovo di fronte a Casaleggio. E’ prevista anche la presenza di Paolo Agnelli, presidente di Confimi, la Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata. Agnelli è un industriale che ha dichiarato apertamente, tra l’altro con una lettera al Corriere della Sera, la sua vicinanza a questa nuova forza politica. “Credo che la nuova dialettica sociale della quale il Movimento 5 Stelle è stato abile interprete ponga in evidenza l’incapacità di tutti i corpi intermedi, la loro lontananza, il sostanziale disinteresse, le difficoltà di comprendere la vita reale”.
Le richieste dei piccoli e medi imprenditori sono arrivate alle orecchie dei parlamentari pentastellati, che hanno depositato alla Camera una proposta di legge per il taglio dell’Irap per le aziende con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a due milioni di euro. E il M5s questo taglio l’ha previsto subito, a partire già dal 2014, individuando pure la copertura finanziaria: servirebbero 3,6 miliardi di euro, recuperati dalla decurtazione del 10% dei trasferimenti alle imprese, che ammonta ogni anno a circa 30 miliardi. Anche su debiti della pubblica amministrazione, contributi alle assunzioni di giovani e abolizione di Equitalia, Casaleggio e i piccoli e medi imprenditori parlano la stessa lingua.
Commercio
Una richiesta secca è arrivata dai piccoli commercianti: smantellare le liberalizzazioni introdotte dagli ultimi tre governi, da Bersani a Mario Monti, ultimo con il decreto Salva Italia. Il Movimento 5 stelle, dietro il pressing di Confesercenti e altre associazioni di categoria, ha presentato una proposta di legge per cancellare la liberalizzazione completa degli orari e delle giornate di apertura dei negozi, ritornando alla vecchia legislazione che assegnava la competenza alle regioni. La proposta grillina, firmata dal deputato Michele Dell’Orco, è stata partorita in seguito a un confronto tra Beppe Grillo e i vertici della Confesercenti, che avevano già trasformato in iniziativa legislativa popolare una petizione con 130mila firme avviata sotto lo slogan di “liberaladomenica”. Secondo la Confesercenti il Movimento 5 stelle è l’unica forza politica a essere intervenuta, perché senza non condizionata dalla lobby della grande distribuzione. Contro le liberalizzazioni c’è un fronte altrettanto forte. Ne fanno parte diversi comitati regionali (tra cui il Cals, comitato anti liberalizzazioni selvagge) e persino la Conferenza episcopale italiana.
Professioni
E’ il tema più controverso, dato l’alta percentuale di professionisti eletti in Parlamento. Il Movimento 5 stelle si è schierato apertamente per l’abolizione degli Ordini professionali. In primis l’Ordine dei giornalisti, con due proposte di legge già presentate sia alla Camera che al Senato. Per cancellare gli Ordini relativi alle professioni tecniche (ingegneri, architetti, periti industriali e geometri) ci stanno lavorando. La bozza di disegno di legge è stata elaborata da associazioni di categoria, come Upial e dal Comitato architetti italiani per la riforma ordinistica, dal Meetup Amici di Beppe Grillo di Acerra, e consegnata al senatore grillino Bartolomeo Pepe.
Gli Ordini sarebbero sostituiti da associazioni libere di professionisti, con iscrizione non obbligatoria. Resterebbe in vigore solo un registro degli abilitati alla professione, presso il Ministero della Giustizia. Sarebbero ripristinate le tariffe minime, e sarebbe abolita l’assicurazione civile obbligatoria, che entrerà in vigore ad agosto. Parallelamente, anche la deputata Carla Ruocco, sulla base di una petizione di associazioni di ingegneri e architetti, ha presentato una proposta di legge per abolire l’assicurazione obbligatoria e si è schierata contro gli aumenti delle tariffe minime dell’Inarcassa, la cassa di previdenza che costa ogni anno circa 3mila euro a un professionista del settore.
Quando si parla di lobby delle professioni il pensiero corre agli avvocati, protagonisti di una recente polemica con il ministro della Giustizia Cancellieri. Tra coloro che si sono opposti alla riforma della geografia giudiziaria, che da settembre prevede la soppressione di 31 tribunali, di 220 sedi distaccate, 667 uffici del giudice di pace e 27 procure, ci sono anche parlamentari del Movimento 5 stelle.
In particolare i senatori Maurizio Buccarella e Mario Giarrusso, entrambi avvocati e componenti della commissione Giustizia del Senato, si sono schierati in favore di una proroga dell’entrata in vigore, polemizzando anche col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva definito improrogabili i tagli. “Il potere legislativo è alle Camere e non al Quirinale”, aveva ribattuto il senatore Giarrusso. Il blocco della riforma voluta dall’ex ministro Severino ottiene in realtà consensi bipartisan. Su questo argomento le asce di guerra vengono lasciate sotto terra. Quando il Financial Times un anno fa titolava “Le lobby italiane mettono il freno alle riforme di Monti” si riferiva probabilmente proprio a questo scenario.
 
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