se ci penso, anche a me nel mio piccolo mi pare incredibile di essermi impantanato in questa storia, ma purtroppo è così
Che ci siano i titoli di coda sui vecchi azionisti è confermato anche da questo:
“E ora modello Montepaschi anche per le altre banche in crisi”
Baretta: un piano coraggioso, bene la soluzione di mercato. “L’aumento di capitale di Siena? Il Tesoro ne resterà fuori” I
paolo baroni
roma
«Il piano del Montepaschi? Molto coraggioso, può essere il modello per affrontare anche altre situazioni di crisi», sostiene Pierpaolo Baretta, sottosegretario all’Economia con delega sulle banche. Che però esclude che il Tesoro metta altri soldi nella banca senese. Quanto agli stress test, «finalmente si è smontata la tesi, circolata subito dopo la Brexit, che fosse in crisi l’intero sistema bancario italiano. Fortunatamente si è visto che da noi non è in atto una crisi sistemica e che le nostre banche, per lo meno quelle prese in considerazione, hanno reagito bene. Questo è importante perché consente di affrontare i punti di crisi con più lucidità. E infatti è anche importante che il nostro vero punto di crisi, il Montepaschi, abbia un piano condiviso con la Bce che una volta applicato lo ricollocherebbe a metà classifica degli stress test».
Come valuta questo piano?
«È un piano importante, molto impegnativo, coraggioso. La Bce aveva chiesto una “pulitura” di almeno 10 miliardi di sofferenze e sono arrivati a quota 27 affrontando in maniera strutturale l’intero problema. Ma è molto significativo anche il fatto che questo sia un piano di mercato».
Stato o mercato? Alla fine ha prevalso la seconda opzione.
«In queste settimane si è discusso molto su come procedere. Il fatto che quello di Mps sia un piano di mercato ha due vantaggi: il primo è che in questo modo si affronta il risanamento senza scaricare sui contribuenti le difficoltà della banca ed il secondo è che una soluzione del genere può diventare un precedente per affrontare le altre situazioni critiche che ancora abbiamo in Italia».
Adesso si pone il problema delle due banche venete salvate dal Fondo Atlante.
«Sì, non dimentichiamo che gli stress test ci hanno tirato fuori dal rischio sistemico, però il problema delle sofferenze è reale e finalmente il sistema decide di affrontarlo».
Però forse né il fondo Atlante né Atlante2 potrebbero bastare.
«Atlante ha già dimostrato in pochi mesi di essere un veicolo che indica strade nuove. Sta diventando un regolatore del mercato privato e questo può aiutare molto a mettere ordine nella situazione. E comunque non è solo, perché se guardiamo all’operazione Mps ci accorgiamo che nel pacchetto dei sostenitori dell’aumento di capitale ci sono importantissime istituzioni bancarie, tra l’altro internazionali, che evidentemente hanno creduto nel progetto. È chiaro che anche per le altre banche in difficoltà bisogna procedere nello stesso modo».
Molte categorie professionali contestano l’idea che le loro casse possano investire in Atlante 2. M5S e Forza Italia parlano addirittura di scippo delle pensioni…
«E’ un allarme ingiustificato. Perché intanto non c’è alcuna imposizione: si tratta di fondi privati e quindi saranno i singoli organi a deliberare eventualmente l’adesione ad Atlante. In secondo luogo sappiamo che sono le casse a chiedere da tempo di essere più libere nel gioco di mercato».
Un ipotetico rendimento del 6% è interessante, bisogna però capire che tipo di rischi comporta.
«Sì, certo, il tema della valutazione dei rischi c’è. Ma la giusta prudenza legata alla tutela delle pensioni, che è poi l’oggetto principale della loro attività, non significa essere immobili negli investimenti».
Di fronte all’aumento di capitale di Mps, il Tesoro, che ha il 4% cosa fa, partecipa o si lascia diluire?
«Il Tesoro sta fuori dal gioco: abbiamo favorito il decollo Atlante e appoggiato la stessa ricapitalizzazione di Mps ,e ripeto che per noi è molto importante che sia un’operazione di mercato. Come è importante avere evitato di impattare sul bail in. Insomma, non è che non ci siamo, però è meglio così».
Meglio… stare fuori?
«I soldi dei contribuenti sono sempre l’ultima ratio. Per ora si partecipa ad “Atlante 2” attraverso Sga: lavoriamo più a consolidare che ad essere coinvolti direttamente».
Intervista rilasciata al quotidiano la stampa.
Per i vecchi azionisti mi pare che ci siano ben poche speranze, a questo punto.