tunzig
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Se hai a disposizione solo un martello, tratterai tutto come se fosse un chiodo...forse la citazione non è precisa al 100% ma rende l'idea: in sostanza, non si può calcolare/definire/certificare il comportamento di un materiale riflettente considerandolo in termini di spessore o di massa.
La prova provata, ad esempio, è un isolante termoriflettente come l'Actis che (ai tempi, non so adesso come si sia evoluta la faccenda) non riusciva ad essere certificato perchè non era possibile testarlo come un solido omogeneo: come misuri la conducibilità visto che è applicato con delle lame d'aria (tra struttura muraria e prodotto e tra i vari fogli di diversi materiali che compongono il telo del prodotto stesso? Sta di fatto che funziona, e funziona alla stragrande.
A proposito dei pochi micron di spessore di una pittura termoriflettente, potrei citare i pochissimi micron di una coperta termica da soccorso.
Riguardo alla presenza di additivi antimuffa come 'reali risolutori' del problema, ai tempi io feci una prova, per scetticismo (e per test, non in laboratorio, perchè la vita reale non si svolge in un laboratorio asettico) in un bagno con parete esterna costantemente ammuffita e finestra grondante (costruzione del 1959, intervento risalente al 1998, circa 40 anni di contaminazione irrisolta) nel quale il proprietario aveva anche applicato una bocchetta in alto, con lo scopo di aumentare il ricircolo d'aria.
Intervento consistito in:
- lavaggio con sodio ipoclorito 12%;
- applicazione due mani pittura a base di microsfere di vetro (ai tempi non esistevano a base di ceramica);
- applicazione di una mano di pittura acrilica al quarzo (quella per facciate, esatto);
- applicazione di velatura silossanica.
Ad oggi, dopo due ulteriori riverniciature, nessuna traccia di muffa (lo so perchè il proprietario era il mio babbo e adesso ci abito io)
La sovrapposizione di due prodotti alla pittura con microsfere serviva ad esser certo che l'eventuale presenza di addtivi chimici non falsasse il risultato (a parte che, anche i migliori additivi antimuffa, non durano più di due inverni al massimo) e mi fa essere tranquillo anche riguardo all'uso della pittura con microsfere anche come 'trattamento di fondo' per eventuali finiture estetiche più complesse (o semplicemente anche per eventuali colori molto forti).
Per la calce, posso essere d'accordo: è alcalina, quindi inospitale. E' diffusiva, quindi consente all'intonaco quella funzione di igroregolazione...però occhio, perchè se davvero l'umidità è alta e la formazione di condensa costante, oltre all'estetica orrenda (la superficie apparirà come 'macchiata', soprattutto se colorata) si possono verificare dei fenomeni di ammorbidimento.
Se viene protetta con cere o saponi, si avrà l'effetto grondatura, come per un vetro (la diffusività si riduce ma non cessa...però cessa l'assorbimento del vapore in fase liquida).
Ovviamente parliamo di prodotti di provenienza certamente naturale (calce di fornace e spenta in buca; sapone ottenuto, a mezzo di soda, per saponificazione di grassi; cere d'api)...altrimenti la muffa arriva.
Mi scuso per la lunghezza e vi ringrazio per la pazienza di aver letto fino a qui: ormai scrivo poco, per poco tempo a disposizione...ma un saluto a tutti lo rivolgo molto volentieri.

La prova provata, ad esempio, è un isolante termoriflettente come l'Actis che (ai tempi, non so adesso come si sia evoluta la faccenda) non riusciva ad essere certificato perchè non era possibile testarlo come un solido omogeneo: come misuri la conducibilità visto che è applicato con delle lame d'aria (tra struttura muraria e prodotto e tra i vari fogli di diversi materiali che compongono il telo del prodotto stesso? Sta di fatto che funziona, e funziona alla stragrande.
A proposito dei pochi micron di spessore di una pittura termoriflettente, potrei citare i pochissimi micron di una coperta termica da soccorso.
Riguardo alla presenza di additivi antimuffa come 'reali risolutori' del problema, ai tempi io feci una prova, per scetticismo (e per test, non in laboratorio, perchè la vita reale non si svolge in un laboratorio asettico) in un bagno con parete esterna costantemente ammuffita e finestra grondante (costruzione del 1959, intervento risalente al 1998, circa 40 anni di contaminazione irrisolta) nel quale il proprietario aveva anche applicato una bocchetta in alto, con lo scopo di aumentare il ricircolo d'aria.
Intervento consistito in:
- lavaggio con sodio ipoclorito 12%;
- applicazione due mani pittura a base di microsfere di vetro (ai tempi non esistevano a base di ceramica);
- applicazione di una mano di pittura acrilica al quarzo (quella per facciate, esatto);
- applicazione di velatura silossanica.
Ad oggi, dopo due ulteriori riverniciature, nessuna traccia di muffa (lo so perchè il proprietario era il mio babbo e adesso ci abito io)
La sovrapposizione di due prodotti alla pittura con microsfere serviva ad esser certo che l'eventuale presenza di addtivi chimici non falsasse il risultato (a parte che, anche i migliori additivi antimuffa, non durano più di due inverni al massimo) e mi fa essere tranquillo anche riguardo all'uso della pittura con microsfere anche come 'trattamento di fondo' per eventuali finiture estetiche più complesse (o semplicemente anche per eventuali colori molto forti).
Per la calce, posso essere d'accordo: è alcalina, quindi inospitale. E' diffusiva, quindi consente all'intonaco quella funzione di igroregolazione...però occhio, perchè se davvero l'umidità è alta e la formazione di condensa costante, oltre all'estetica orrenda (la superficie apparirà come 'macchiata', soprattutto se colorata) si possono verificare dei fenomeni di ammorbidimento.
Se viene protetta con cere o saponi, si avrà l'effetto grondatura, come per un vetro (la diffusività si riduce ma non cessa...però cessa l'assorbimento del vapore in fase liquida).
Ovviamente parliamo di prodotti di provenienza certamente naturale (calce di fornace e spenta in buca; sapone ottenuto, a mezzo di soda, per saponificazione di grassi; cere d'api)...altrimenti la muffa arriva.
Mi scuso per la lunghezza e vi ringrazio per la pazienza di aver letto fino a qui: ormai scrivo poco, per poco tempo a disposizione...ma un saluto a tutti lo rivolgo molto volentieri.
