Stefano Perrini
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Nel 2006 lo storico dell’arte e curatore Christoph Tannert ha pubblicato con l’editore Prestel una ricognizione sulla nuova pittura tedesca, dal titolo “New German Painting”. Si tratta, per intenderci, della generazione di pittori nati negli anni ’60 che in Italia il nostro Roberto Brunelli ha battezzato “degli anni ‘90”, perché hanno incominciato ad affermarsi in quel periodo. Tannert ha selezionato 32 artisti operanti in Germania (2 dei quali in coppia), così come Alberto Fiz compilò la famosa lista di 44 artisti italiani dalla quale è partito Roberto. Tannert ha inserito qualche artista leggermente più giovane (il più giovane tedesco, Matthias Weischer, è nato nel 1973) e anche la giovanissima coreana SEO, nata nel 1977.
A 16 anni di distanza, ho provato a verificare, con l’aiuto di artprice e artfacts, se questi artisti hanno un mercato secondario, se sì con quale record (hammer price), come sono posizionati (globalmente e in Germania) e se sono presenti nei musei.
Per ognuno degli artisti inseriti nel libro del 2006 farò un post con i dati disponibili, perché mi sembra il modo più chiaro e comodo nel caso si sviluppassero discussioni su singoli artisti.
Faccio notare che nel caso degli artisti tedeschi artfacts funziona molto bene (i confronti risultano piuttosto plausibili e robusti, proprio perché lo strumento è molto attento alla situazione tedesca); in alcuni casi il ranking per la Germania non è disponibile (e.g. l’artista non è nato in Germania e/o non lavora più principalmente in Germania).
A 16 anni di distanza, ho provato a verificare, con l’aiuto di artprice e artfacts, se questi artisti hanno un mercato secondario, se sì con quale record (hammer price), come sono posizionati (globalmente e in Germania) e se sono presenti nei musei.
Per ognuno degli artisti inseriti nel libro del 2006 farò un post con i dati disponibili, perché mi sembra il modo più chiaro e comodo nel caso si sviluppassero discussioni su singoli artisti.
Faccio notare che nel caso degli artisti tedeschi artfacts funziona molto bene (i confronti risultano piuttosto plausibili e robusti, proprio perché lo strumento è molto attento alla situazione tedesca); in alcuni casi il ranking per la Germania non è disponibile (e.g. l’artista non è nato in Germania e/o non lavora più principalmente in Germania).