Non è un businnes alla Warren Buffet?

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nemo17

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Non è un business alla Warren Buffet?

Cosa ne pensate del fatto che questo titolo racchiude 2 gioielli dell'editoria come il corriere della sera e la gazzetta dello sport?
Che indipendentemente dai cicli sono costantemente i 2 quotidiani più comprati?
 
Ultima modifica:
d'accordo sui quotidiani più letti, ma la crescita futura da dove dovrebbe venire?
crescita demografica limitata, per espansioni all'estero, maah,
però potrebbero fare un'edizione cinese e cercare l'acceso ad un mercato pò più grande del nostro, rimarrebbe il fatto della libertà di stampa, visto la qualità nostrana dei media, ...
scherzi a parte, "Washington Post" un gruppo editoriale USA, da diversi anni ha intrapreso la strada del "adult education a distanza", cioè offre corsi di aggiornamenti e di studio per adulti, Kaplan Education e nel corso degli ultimi anni, dal 6% del fatturato è arrivata l'anno scorso a rappresentare oltre il 35% del fatturato del gruppo, circa 800 milioni di $. L'espansione continua,
cosi come la crescità di altri gruppi attivi nel distant learning come "Apollo Group".

Nessuno dei nostri gruppi dei media ci pensa?

saluti
 
Il mio ragionamento era che si va verso una popolazione sempre più vecchia e in teoria dai dati annui sempre più lettrice dei 2 quotidiani che quì in Italia sono comunque una potenza.
Questo è il punto di partenza danaroso dell'azienda.
In questi anni i proventi di questo storico e solido business si sono dispersi in diversificazioni varie e poco redditizie...nel futuro si vedrà.
 
Cavolo ..consigliamo qualcosa anche noi a Warren...avete letto di quei 40 studenti che gli hanno consigliato un libro....
 
...certo, e dopo aver concluso l'acquisto ha donato ad ogni studente, tra l'altro un'azione BRKB, ed al loro professore un'azione BRKA, capirai...

si ma attualmente le uniche posizioni azionarie all'estero, pubblicate sono PTR (Petroleum China!!) e Cadbury in GB.

Le uniche aziende che immagino potrebbero interessare lui sono (forse) Ferrero, Esselunga, Perfetti,
ma no non credo proprio che si interessi a noi...

saluti
gioia23
 
Ma quanto valevano le azioni che gli ha donato ? Erano di classe diversa mi sembra di ricordare ?
 
salve swaption, le classe A valgono circa 90.000 $, le classe B valgono 1/30 delle classe A, cioè circa 3.000 $, anzi venerdi erano a 3.050 $.
saluti
 
Il bilancio dell’editrice del Corriere della Sera

Rcs Media, gli stipendi dei top manager battono ogni tipo d’inflazione

MILANO Mentre i costi del personale sono scesi (-7,8% a 402,9 milioni) e i dipendenti sono diminuiti (da 6.417 a 5.580, -13%), il totale dei compensi elargiti ai membri del consiglio di amministrazione della Rcs Media Group, l’editore del “Corriere della Sera”, è lievitato nel 2003 di oltre il 600%, raggiungendo i 15,206 milioni di euro, rispetto ai 2,422 milioni dell’anno precedente. Tutto merito della superliquidazione riconosciuta all’ex direttore generale Gaetano Mele, che a novembre ha lasciato il gruppo portandosi dietro un assegno da 9,629 milioni di euro, quasi 19 miliardi di vecchie lire, tra stipendio lordo (1,414 milioni) e buonuscita (8,215 milioni, l’equivalente di 70 mensilità), come si legge in una nota integrativa del bilancio pubblicato ieri.
Ma anche senza tener conto del maxi-compenso assegnato all’ex direttore generale del gruppo – pari quasi alla metà della liquidazione concessa nel 2002 a Paolo Cantarella, l’ex numero uno della Fiat, dopo 25 anni di servizio – i costi del cda della Rcs Media si sono inflazionati aumentando del 230%, da una parte per le parcelle dovute ai consiglieri che contemporaneamente hanno svolto attività di consulenza legale (1,594 milioni a Enrico Gilberti, 109 mila euro a Natalino Irti), dall’altra per l’evidente generosità dei componenti del Comitato per le retribuzioni, guidato dallo stesso Guido Roberto Vitale (presidente della holding dallo scorso 15 aprile, 750 mila euro di stipendio nel 2003) e da Maurizio Romiti (l’amministratore delegato, 1,893 milioni) che hanno festeggiato il ritorno all’utile con una pioggia di emolumenti a vantaggio di amministratori e sindaci.
Il primo a beneficiarne è stato Franco Tatò, con 562 mila euro in busta paga, di cui 547 mila (poco più di un miliardo di lire) dovuti all’incarico di ex presidente del gruppo: un mandato durato poco più di cento giorni, tra il gennaio e il 15 aprile 2003, con la partecipazione a ben cinque consigli di amministrazione.
Per assicurare la sua presenza ad un numero di riunioni di non molto superiore (in tutto il 2003 il Cda si è riunito 12 volte), Paolo Mieli, che dal 15 aprile riveste i panni di vicepresidente della holding, ha percepito un compenso di 270 mila euro, quasi due volte lo stipendio di Alan Greenspan, il presidente della banca centrale americana. E dire che l’ex direttore del Corriere della Sera, che ha preso il posto di Indro Montanelli nella prestigiosa rubrica delle lettere, si era anche autosospeso lo scorso settembre dai ruoli manageriali nel gruppo, per evitare conflitti con il suo incarico giornalistico.
Gli altri consiglieri del board - se si eccettua per Paolo Fresco, ultimo per retribuzioni dei vertici della Rcs Media, con appena 4 mila euro - se la sono cavata con compensi oscillanti tra i 15 e i 45 mila euro. Non male è andata pure ai sindaci, a cominciare dal loro presidente Gianrenzo Cova, che ha incassato 62 mila euro: in fondo in tutto il 2003 il collegio sindacale si è riunito appena 7 volte.
Sandro Orlando

da “l’Unità” del 2 aprile 2004 – pagina 15
 
W. Buffett prende 100.000 $ all'anno di ricompensa come "CEO" dei Berkshire Hathaway...

...altro che gioielli!!
gioia 23
 
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