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chezmaxime

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Martedì 23 Maggio 2006, 18:09


Fiat: Ifil-Exor; Nuove Carte a Pm, Mai Stato Rischio Scalata

(ANSA) - MILANO, 23 MAG - Non c'é mai stato un rischio di opa ostile guidata da Lehman Brothers su Fiat. E' quanto "inconfutabilmente" dimostrerebbe un documento consegnato oggi alla cancelleria della Procura di Milano da Sergio Cusani, rappresentante di Banca della solidarietà, e dagli esponenti dei consumatori, Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori). Si tratta, spiega Cusani, di "un documento riservato e importante lungo una pagina ma molto dettagliato che é stato secretato".
La nuova documentazione si aggiunge dunque all'esposto presentato già da Adusbef nel settembre 2005 sull'affare Ifil-Exor che permise alla famiglia Agnelli di mantenere il controllo sul 30% del Lingotto anche dopo la conversione in azioni Fiat del prestito delle banche.
Dai riscontri effettuati da Cusani e dai consumatori emerge "una convergenza oggettiva, difficilmente definibile casuale tra le operazioni messe in moto dalla Fiat e la decisione della famiglia di fare l'operazione di equity swap", spiega lo stesso Cusani.
Tra gli eventi paralleli ricordati dai consumatori c'é la comunicazione dell'8 aprile 2005 con la quale Fiat faceva slittare l'assemblea degli azionisti originariamente prevista per il 10 maggio 2005 ad altra data. Dopo "il titolo in Borsa - ricorda Cusani - è crollato fino a 4,39 euro".
Un'altra coincidenza. Il 26 aprile, giorno della stipula tra Exor e Merril Lynch del contratto definitivo di equity swap per l'acquisto di azioni Fiat, in un comunicato congiunto Fiat-banche viene confermata la conversione del finanziamento 'convertendo in azioni ordinarie Fiat''.
L'inchiesta di Milano sulla vicenda Ifil-Exor conta tra gli iscritti a giudizio per l'ipotesi di aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza il direttore di Ifil, Virgilio Marrone, il presidente Gianluigi Gabetti e l'avvocato degli Agnelli e consigliere di Ifil, Franzo Grande Stevens.(ANSA).
 
Piccolo Fenomeno.........

,,,,,B.Antonveneta: Procura Montecarlo sequestra 40 mln euro

MILANO (MF-DJ)--La Procura del Principato di Monaco, guidata dal procuratore
generale Annie Brunet Fuster, a seguito della rogatoria internazionale
presentata dai pm Eugenio Fusco, Giulia Perrotti e Francesco Greco, titolari
dell'inchiesta sulla scalata alla B.Antonveneta, ha disposto il sequestro di 40
mln di euro. Secondo quanto si e' appreso da ambienti giudiziari la somma
sarebbe divisa su piu' conti e apparterrebbe a diverse persone iscritte nel
registro degli indagati a cui, a vario titolo, verrebbero contestati, secondo
quanto riportato ai tempi nella richiesta di rogatoria, i reati di
manipolazione del mercato, ostacolo alle autorita' di vigilanza, appropriazioni
indebite pluriaggravate, atti di infedelta' anche a seguito della dazione o
promessa utilita', e riciclaggio anche in "associazione operante all'estero, in
Milano ed altrove in Italia dal 1997 ad oggi". La richiesta di collaborazione
venne inoltrata all'autorita' giudiziaria monegasca il 17 febbraio scorso e i
magistrati milanesi chiedevano ai colleghi del Principato il sequestro della
documentazione bancaria, gli estratti conto dal 1996 a oggi, i giustificativi
delle operazioni in entrata ed uscita e il sequestro delle eventuali giacenze
attive almeno su 12 conti correnti individuati. In particolare i conti
rintracciati dagli inquirenti del capoluogo lombardo, secondo la tesi dei
magistrati, sarebbero riferibili a diverse persone. A Giampiero Fiorani, ex
a.d. della B.P.Italiana, farebbero riferimento un conto presso la Banca del
Gottardo "intestato a societa' di cui" Fiorani "e' beneficial owner" e un altro
conto presso la Compagnie Monegasque de Banque (Cmb). A Gianfranco Boni, ex
direttore finanziario della B.P.I., e Salvatore Spinelli, commercialista di
Fiorani, sarebbe intestato un conto ciascuno sempre presso la Cmb dove
esisterebbe anche un conto riferibile a Gianpiero Beccaria da cui "sono partiti
bonifici a favore di Spinelli, Boni e Fiorani". Alla sede monegasca della B.
del Gottardo invece risulta esserci un conto riferibile a Fabrizio Palenzona.
Sempre al Gottardo si trova un deposito bancario del finanziere Bruno
Bertagnoli che e' titolare di un altro conto nella sede monegasca di Ubs. Per
quanto riguarda invece i conti rimanenti riguardano sempre la Ubs di Montecarlo
e la Cfm e, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbero
riconducibili a Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti. Ora il sequestro di 40
mln di euro. I pm milanesi domani andranno a Montecarlo proprio per fare il
punto con i colleghi del principato e per avere un'idea piu' chiara possibile
sulla provenienza e sulla paternita' di questi soldi. Mcn (END) Dow Jones
Newswires May 23, 2006 13:12 ET (17:12 GMT) Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones
News Srl.

.........
 
B.P.Italiana: secondo il presidente Piero Giarda la banca potrebbe recuperare parte dei 152 mln accantonati sull' esposizione verso la Magiste.
 
Mr I ha scritto:
,,,,,B.Antonveneta: Procura Montecarlo sequestra 40 mln euro


.........
Cominciano a rompere veramente anche al monte. Meno male che ho quasi finito l'esodo verso lugano :D

Ricominciamo?

Dai raga.
 
zagalo ha scritto:
Cominciano a rompere veramente anche al monte. Meno male che ho quasi finito l'esodo verso lugano :D

Ricominciamo?

Dai raga.


............DOLCE MUSICA........... :clap: :clap: :clap:


.......MARKET TALK: Juventus; continua la discesa, minimo intraday a 1,03 euro

MILANO (MF-DJ)--Non si arresta la discesa della Juventus F.C., tra i peggiori
titoli del listino in avvio di seduta. Le azioni della squadra bianconera, che
hanno toccato un minimo intraday a 1,03 euro, si avvicinano sempre di piu' a
quota 1 euro. Gia' scambiati circa 570.000 pezzi. Juventus -8,08% a 1,035 euro.
fus (END) Dow Jones Newswires May 24, 2006 03:36 ET (07:36 GMT) Copyright
(c) 2006 MF-Dow Jones News Srl.



............CIAO ZAG.......
 
Andrea's version



Come ho provato a spiegare dal primo momento, anche se a capirlo fin da subito siamo stati in pochi, calciopoli è come tangentopoli. Rifletteteci anche voi e provate a rispondere alla semplice domanda se il caso Moggi sia o non sia ricalcato sul caso Craxi, ciò che quella testa di quazzo di Christian Rocca si ostina a non ammettere per chissà quale motivo. Non potrete rispondervi che sì. Stesso clima, stessa caccia alle streghe, stessi moralismi, stessa ipocrisia, stesso partito degli onesti beccato dopo cinque minuti di onestà con le mani nella marmellata, stesso il Della Valle di ora come il La Malfa di allora, stessi personaggi che vogliono restituire l’onore al calcio, lo stesso Michele Serra a rimenare il torrone, stessa voglia di forca, stessi modi di far filtrare le notizie dalle procure colabrodo, stessi avvocaticchi che ronzano sulla stessa cacca, stessi titoli di giornale, stessi giornalisti con un Rocca in più, stesse invocazioni al cambiamento, all’azzeramento, al rivoluzionamento, stesso bisogno di pentiti, stessi figli tirati in ballo, tutto lo stesso. Meno Borrelli. Trattandosi di calcio, meglio far scaldare un panchinaro.


miii che legnata.. :confused:
 
qulcuno sa che succede al Credem???

é a -8%/-9%
 
magalini ha scritto:
Andrea's version



Come ho provato a spiegare dal primo momento, anche se a capirlo fin da subito siamo stati in pochi, calciopoli è come tangentopoli. Rifletteteci anche voi e provate a rispondere alla semplice domanda se il caso Moggi sia o non sia ricalcato sul caso Craxi, ciò che quella testa di quazzo di Christian Rocca si ostina a non ammettere per chissà quale motivo. Non potrete rispondervi che sì. Stesso clima, stessa caccia alle streghe, stessi moralismi, stessa ipocrisia, stesso partito degli onesti beccato dopo cinque minuti di onestà con le mani nella marmellata, stesso il Della Valle di ora come il La Malfa di allora, stessi personaggi che vogliono restituire l’onore al calcio, lo stesso Michele Serra a rimenare il torrone, stessa voglia di forca, stessi modi di far filtrare le notizie dalle procure colabrodo, stessi avvocaticchi che ronzano sulla stessa cacca, stessi titoli di giornale, stessi giornalisti con un Rocca in più, stesse invocazioni al cambiamento, all’azzeramento, al rivoluzionamento, stesso bisogno di pentiti, stessi figli tirati in ballo, tutto lo stesso. Meno Borrelli. Trattandosi di calcio, meglio far scaldare un panchinaro.


miii che legnata.. :confused:
questo evidentemente non sapeva che scrivere;che vuorrebbe,l'hai capito?
 
LA SVOLTA Una puntata da 10.000 euro rimette nei guai Buffon Il portiere sarà interrogato oggi a Parma: è sospettato di avere scommesso anche nel 2006 STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA — Ci sono 10.000 euro che rischiano di mettere nei guai Gianluigi Buffon, il portiere della nazionale convocato per i Mondiali nonostante il coinvolgimento nell'inchiesta sulle scommesse. Perché quei soldi potrebbero diventare la prova che il numero uno degli azzurri ha puntato i suoi soldi anche dopo l'entrata in vigore della normativa che impedisce ai tesserati di giocare. «Per un periodo ho scommesso — ha ammesso Buffon dieci giorni fa davanti ai magistrati di Torino — ma ho smesso nell'ottobre del 2005, quando è cominciato il divieto». Nell'ultima informativa consegnata dalla Guardia di Finanza alla procura di Parma è annotato un versamento che dimostrerebbe il contrario. E dunque il giocatore sarà ascoltato oggi pomeriggio dal pm Pietro Errede nella città emiliana.

IL VERSAMENTO — Gli investigatori hanno acquisito gli estratti dei conti correnti bancari dei quattro broker indagati per associazione a delinquere e li hanno messi a confronto con quelli dei quattro calciatori juventini che scommettevano: oltre a Buffon, Antonio Chimenti, Enzo Maresca e Mark Iuliano. Così è saltata fuori una movimentazione sospetta. Il 16 gennaio 2006, dal conto di Buffon vengono prelevati 10.000 euro in contanti. Quello stesso giorno sul conto di Paolo Pellizzoni, uno dei quattro bookmaker di Parma, viene effettuato un deposito in contanti di 10.000 euro. Coincidenza? È possibile. Ma sarà Buffon a doverlo dire. E a spiegare dove siano finiti quei soldi. Anche perché le telefonate e gli sms tra lui e Alessandro Brignoli, il magazziniere del Parma che si occupava di raccogliere i soldi per le scommesse, sono migliaia e alcune riguardano giornate in cui la Juventus era impegnata in partite ufficiali. Il calciatore ha escluso di aver mai giocato su competizioni italiane e soprattutto sull'esito degli incontri che vedevano protagonisti i bianconeri. Ma la sua difesa non sembra aver convinto gli investigatori.

LE PARTITE — «Appare non trascurabile — si sottolinea nell'informativa — l'esistenza di contatti in determinate date e in talune partite tra il 2004 e il 2005 (l'ultima della Juventus)». Sono due, in particolare, le giornate sotto osservazione. La prima è il 10 agosto 2004. I bianconeri incontrano a Torino gli svedesi del Djurgarden per la Champions League. Finisce 2-2. «Tra le 10.25 e le 15.05 — annotano i finanzieri —, Buffon invia 7 sms a Brignoli. Tra le 13.02 e le 17.40 Brignoli ne manda 8 a Buffon». La seconda è il 25 settembre 2004, anticipo della 4ª di campionato. I bianconeri questa volta sono impegnati contro il Palermo. Finisce 1-1. «Tra le 12.46 e le 17.14 — si è accertato esaminando i tabulati — Buffon fa cinque telefonate a Brignoli. Tra le 12.51 e le 17.46 Buffon riceve invece quattro sms dall'indagato». La procura di Torino non ha mai disposto intercettazioni telefoniche e dunque non è possibile conoscere il contenuto dei colloqui e dei messaggi. Ma anche di questo si chiederà conto al portiere juventino.

I CONTATTI — «Io e Alessandro Brignoli eravamo amici», ha già spiegato il calciatore durante il primo interrogatorio. Esaminando l'elenco dei contatti gli investigatori si sono però convinti che proprio attraverso il cellulare i due si accordassero sulle giocate da effettuare. Sotto esame è così finito anche l'elenco delle chiamate e degli sms dall'1 gennaio 2005 al 7 febbraio 2006. E i dati raccolti vengono definiti «significativi». Sono 150 le telefonate partite dal telefonino di Brignoli verso quello del calciatore, ben 667 quelle ricevute con una media di due al giorno. Una valanga gli sms: 1095 quelli in uscita, 780 quelli in entrata. Ieri Brignoli è stato ascoltato per un'ora e mezzo dal pubblico ministero di Parma. «Abbiamo chiarito la nostra posizione — ha dichiarato il suo avvocato — e spiegato che le scommesse effettuate erano assolutamente regolari e consentite».

IL CONTO SEGRETO — Il sospetto è che i soldi vinti da Buffon possano essere finiti su un conto che è sfuggito ai controlli. La movimentazione del denaro è infatti in uscita, mentre non ci sono mai accrediti di somme che provengono dagli amici di Parma. Nuovi accertamenti sono stati disposti anche su alcune operazioni di giroconto che potrebbero essere servite a mascherare giocate nel periodo in cui era entrato in vigore il divieto assoluto per i tesserati con il rischio di una squalifica «non inferiore ai 18 mesi». Sino ad ora è stato accertato che Buffon ha puntato circa 2 milioni di euro, Chimenti 300.000 euro, Maresca 55.000 euro e Iuliano 18.000 euro. La maggior parte delle scommesse sono state indirizzate sulla società inglese Eurobet, ma in alcuni casi sono state utilizzate anche la Stanley e la Bet Class di Malta. Un giro vorticoso di denaro che ha insospettito i funzionari della banca dove i broker avevano i conti. Sono stati loro ad attivare l'Ufficio italiano cambi. Poi è partita l'indagine penale.


Fiorenza Sarzanini
24 maggio 2006
 
ciao raga.......................mah...............
 
Mr I ha scritto:
............DOLCE MUSICA........... :clap: :clap: :clap:


.......MARKET TALK: Juventus; continua la discesa, minimo intraday a 1,03 euro

MILANO (MF-DJ)--Non si arresta la discesa della Juventus F.C., tra i peggiori
titoli del listino in avvio di seduta. Le azioni della squadra bianconera, che
hanno toccato un minimo intraday a 1,03 euro, si avvicinano sempre di piu' a
quota 1 euro. Gia' scambiati circa 570.000 pezzi. Juventus -8,08% a 1,035 euro.
fus (END) Dow Jones Newswires May 24, 2006 03:36 ET (07:36 GMT) Copyright
(c) 2006 MF-Dow Jones News Srl.



............CIAO ZAG.......


...delisting.....ma..allo stesso prezzo al quale furono collocate..si sussurra...modello procomac... :censored: :cool: ;) :bye: ..
 
magalini ha scritto:
ciao ankh... sempre a cassettare?

ormai sono in ballo...............e ballo fino allo sfinimento..............


e venere...............pizzona.................... ;)
 
ankh ha scritto:
ormai sono in ballo...............e ballo fino allo sfinimento..............


e venere...............pizzona.................... ;)


CIAO ANKH.........TEMPO MULO..........


..........Cina: Pechino alza prezzi sui carburanti del 12%

PECHINO (MF-DJ)--Pechino ha alzato le tariffe dei carburanti dell'11-12%. Lo
ha annunciato il Ministero dell'Industria di Pechino, che ha portato la tariffa
di benzina, gasolio e cherosene di 500 yuan a metro cubo (62,5 dollari). Una
manovra che serve a colmare il gap tra i prezzi dei carburanti cinesi e quelli
in vigore negli altri Paesi, sostanzialmente piu' alti, e che al contempo
dovrebbe servire a raffreddare la crescita industriale cinese, talmente
accelerata da porre seri dubbi di sostenibilita'. mm (END) Dow Jones
Newswires May 24, 2006 04:03 ET (08:03 GMT) Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones
News Srl.
 
ELETTO PER DUE VOLTE IL MONDO DEL CALCIO LO HA SCELTO COME CAPO, IL SUO NOME NON ENTRA MAI NELLE INTERCETTAZIONI, EPPURE RAPPRESENTA UN SISTEMA DEVASTATO
Galliani non molla la difesa disperata dell’ultimo potente
Oggi presiede l’assemblea straordinaria
In Lega molti ora vogliono la sua testa
24/5/2006
di Roberto Beccantini




Adriano Galliani,
vicepresidente del Milan,
presidente della Lega
e leader del G14
Speciale Crisi Calcio
MILANO Onore al merito: ha tre figli, Adriano Galliani, tre: non uno, ma nessuno - sino a intercettazione contraria - coinvolto nel Grande Scandalo. Fabrizio, 26 anni, si sta laureando in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. Micol, 29 anni, master in comunicazione alla Columbia University di New York, dirige una società di catering (la «M Enterprise») che cura i rinfreschi rossoneri di San Siro e, fra i clienti, annovera niente meno che Expogoal, la fiera pallonara in quota Gea. Gianluca, 33 anni, laureato in scienze politiche, è il più tosto del trio: editore di «Rock tv», canale satellitare di musica alternativa, ma anche, e soprattutto, spalla di papà a ogni partita del Milan, ultrà sfegatato o fraticello timorato a seconda degli eventi. Aveva la coda di cavallo: l’ha tagliata. Sono giorni terribili, per i figli di. Almeno in questo, la famiglia Galliani è un’oasi. Sono altri, i problemi che tormentano il genitore. La Lega, dalla cui presidenza non intende staccarsi. L’attacco concentrico delle forze «liberate». Il rapporto drasticamente «interruptus» con la Triade juventina. Il conflitto d’interessi. La prospettiva, molto sinistra anche per un uomo di destra come lui, che il suo Milan possa venire penalizzato. Lo scudo di Berlusconi, tanto comodo nelle stagioni di governo quanto pericoloso nelle altre.

Le memorie di Adriano. Vice presidente vicario e amministratore delegato del Milan, capo della Lega, ex dirigente di Mediaset. All’estero, avrebbe dovuto scegliere. Da noi, ha potuto accumulare. Sia chiaro: dalle società di serie A e B è stato eletto, due volte, in maniera formalmente democratica. La trinità che riassume, gli ha permesso di servire la collettività, le tv e il Milan così alla luce del sole che, alla fine, ci si è arresi all’evidenza e all’invadenza. Emblematica la torta del digitale terrestre, cinque euro a partita e via andare. Non meno singolare, l’estate scorsa, l’improvvisa asta dei diritti in chiaro, vinta, casualmente, da Mediaset e persa, curiosamente, dalla Rai. Linea di difesa: 65 milioni di euro non sono canzonette. In cuor suo, avrebbe preteso la ola.

E dire che, brianzolo di Monza, da ragazzo era juventino. Folgorato da una telefonata del Cavaliere (ah, questo telefono: c’è sempre il suo zampino), ne diventa l’antennista di riferimento, nonché il socio di fiducia e, dal 1986, anno dello sbarco sulla luna milanista, la prolunga calcistica. Scudetti, Coppe, gloria e baldoria. Ma pure i lampioni di Marsiglia, con annesso ritiro della squadra, e i fondi neri di Lentini. Parola d’ordine: colpa di Galliani. Era il prezzo dell’alta fedeltà. Oggi, a quasi 62 anni, Adriano sembra il generale Custer al Little Big Horn. Assediato, accerchiato, sballottato. Gli hanno chiesto in tutti i modi di consegnare la poltrona: come Carraro e gli altri della Cupola. Sarebbe il minimo, viste le affinità che lo legano al vecchio regime. Col cavolo. Non lo farà neppure nell’assemblea odierna, ammesso che qualcuno si ricordi di domandarglielo. Tempi duri. Non si sente né colpevole né traditore: al massimo, dimagrito (di due scudetti). I suoi agiografi non hanno dubbi: ha dato da mangiare alla serie B, si è fatto in quattro per garantire la stabilità del sistema (così, a occhio, mi pare che ci sia riuscito), ha offerto, nei panni di consigliere federale, il passaggio gratis in B alla Fiorentina dei Della Valle, e cosa ha ricevuto in cambio? Lo schiaffo di una nuova «governance», l’onta di essere considerato un «arbitro» sotto le parti. Un telecomandato, non un telecomando.

La testa più lucida del calcio italiano. E pazienza se, a leggere «Il Sole-24 ore», risulta che il Milan è la società con il maggior costo del personale (145,33 milioni) e, per sbarcare il lunario in attesa degli assegni del padrone, ha venduto il marchio a se stesso, cioè al Milan Entertainement Srl, controllata al 100% dall’Ac Milan. Un’operazioncina da 180 milioni. Lo scorporo del «brand» costituisce l’ultima giostra dell’allegro Luna park dei bilanci. Piuttosto, c’era una volta il patto di ferro Milan-Juventus. Polverizzato. Possibile che Galliani non avesse fiutato il vento? In fin dei conti, Carraro sopra e Giraudo-Moggi sotto, o al fianco, non erano certo suore di clausura. La Triade spazzata via schiuma di rabbia: cosa volete che fosse uno squillo ai designatori in confronto del potere che aveva «lui» nel distribuire le fette della tv? Adriano guarda e passa. Ieri ha pranzato con il suo vice, Maurizio Zamparini. Gli ha ribadito che le dimissioni, in Italia, sono un gesto troppo elegante per non essere bollato come un *****. E allora, marameo. In compenso, spazio a un presidente esterno e a un manager: purché dopo l’estate.

Chi gli è vicino, lo descrive «orgoglioso» del fatto che il suo nome non figuri nel «Libro nero del calcio» pubblicato da L’Espresso. Molti presidenti gli avrebbero telefonato (e dài) per esprimere «solidarietà e apprezzamento». Altri tempi, e altre utenze, quando Lucianone gli fumava sulla pelata, «Adria’ ce penso io».
Resistere, resistere, resistere. Nel giorno di Borrelli, l’urlo di Galliani.


dal giornale dei gobbi
 
chezmaxime ha scritto:
.........UN SISTEMA DEVASTATO................


dal giornale dei gobbi


un sistema devastato...................... DA LORO................ :D :'( KO!

e hanno ancora la faccia tosta di scrivere...........se quello è scrivere...... :wall:
 
ho visto la tappa che faranno oggi.......................

sono paesaggi molto belli....se c'è il sole.....................li ho fatti diverse volte in moto.........
 
ankh ha scritto:
ho visto la tappa che faranno oggi.......................

sono paesaggi molto belli....se c'è il sole.....................li ho fatti diverse volte in moto.........
pure io :'( :'( :'(


Milano, 11:23

CALCIO, LEGA; GALLIANI: NON MI DIMETTO, NE' ORA NE' A SETTEMBRE
"Non ho nessuna intenzione di dimettermi, nè ora nè a settembre. Passata questa buriana si scriveranno delle nuove regole e se si deciderà che il presidente della Lega non può più essere un presidente di club è evidente che mi adeguerei al nuovo regolamento. Comunque non sarebbero delle dimissioni". Queste le parole del presidente della Lega, Adriano Galliani, all'ingresso nella sede della Lega Calcio a Milano per le assemblee straordinarie previste oggi. (24/05/2006) (Spr)
 
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