nuove truppe e carri stanno arrivando da varie regioni russe

La mia speranza é che gli USA insistano con Z per convincerlo a dare la " buona uscita" a P regalandogli dombass e Crimea in modo definitivo e in contro altere noi daremo qualche cosa all Ucraina ( non in termini di terra ma in termini monetari).
La Crimea è certo che sarà data. La mia opinone è storicamente fu un errore legarla alla repubblica sovietica ucraina e che la Russia avrebbe lì anche le sue ragioni, ma sarebbe stato molto meglio negoziare uno status speciale o una vendita della stessa alla Russia con un trattato pacifico tra le due nazioni, fattibile nei bei tempi andati e unica soluzione possibile, visto che la Russia riconosceva i confini internazionali ucraini, Crimea inclusa (a proposito del venir meno alla parola data)
Il Donbas se viene ceduto è sicuramente assieme a Lugansk (non avrebbe senso diversamente) ed insieme formano il 10% dell'Ucraina, difficile dare tutto in un boccone, considerato che per quanto ne so molti pur essendo di lingua russa sono di etnia ucraina, nel migliore dei casi sarebbe 60/40 e non vedo perché il 60% degli ucraini dovrebbe essere annesso alla Russia per via del 40% di russi, molti dei quali magari dopo aver visto che il popò che hanno combinato e di fronte alla prospettiva di entrare nell'Ue vs stare in Russia, non so cosa sceglierebbero. Situazione di difficile soluzione, ma la Russia come contentino maggiore potrebbe aspirare solo a qualche pezzetto di queste due regioni.
 
Qualcuno ha forse creduto che si ritirassero sul serio?
 
Put sta messo molto male fisicamente

ma se è cintura nera e maestro di judo, di altre arti marziali
gioca a hockey su ghiaccio
fa palestra e piscina tutti i giorni e dai 65 anni in poi è diventato
padre di quattro figli
 
Il disastro si allarga sempre più.

Va a finire che l'ucraina attacca una città russa e la mette a ferro e a fuoco

l'ucraina è fallita. E' tenuta in piedi solo dagli usa. Appena finirà la guerra rimarranno solo macerie.
 
La Crimea è certo che sarà data. La mia opinone è storicamente fu un errore legarla alla repubblica sovietica ucraina e che la Russia avrebbe lì anche le sue ragioni, ma sarebbe stato molto meglio negoziare uno status speciale o una vendita della stessa alla Russia con un trattato pacifico tra le due nazioni, fattibile nei bei tempi andati e unica soluzione possibile, visto che la Russia riconosceva i confini internazionali ucraini, Crimea inclusa (a proposito del venir meno alla parola data)
Il Donbas se viene ceduto è sicuramente assieme a Lugansk (non avrebbe senso diversamente) ed insieme formano il 10% dell'Ucraina, difficile dare tutto in un boccone, considerato che per quanto ne so molti pur essendo di lingua russa sono di etnia ucraina, nel migliore dei casi sarebbe 60/40 e non vedo perché il 60% degli ucraini dovrebbe essere annesso alla Russia per via del 40% di russi, molti dei quali magari dopo aver visto che il popò che hanno combinato e di fronte alla prospettiva di entrare nell'Ue vs stare in Russia, non so cosa sceglierebbero. Situazione di difficile soluzione, ma la Russia come contentino maggiore potrebbe aspirare solo a qualche pezzetto di queste due regioni.

una volta poteva andare come dici tu, ma oggi chi vorrebbe far parte di un paese completamente distrutto come l'Ucraina
che per la ricostruzione dovrà imporre tasse a non finire, soprattutto alle zone più produttive e ricche come il Donbass
pertanto credo che i russofili, russofoni voteranno per l'annessione alla Russia
il Donbass è costituito da tre regioni o oblast: Luhansk, Donetsk e Dipropetrovsk di 26.000+26.000+32.000 kmq la Crimea ne ha altri 26.000
e tutta l'Ucraina 600.000 esattamente due Italie e più grande della Francia e della Spagna, il secondo paese europeo più vasto dopo la Russia
 
nel contempo han ammesso di aver subito forti perdite militari
ma intendono proseguire e raggiungere gli obiettivi che si erano prefissi

alcuni parlano di manovra a tenaglia che chiuderebbe l'esercito ucraino
accorso a difesa del Donbass da parte dell'esercito russo che ha lasciato Kiev

Vero, li hanno fatti vedere stasera al Tg2 delle 20:30, sono al telefono e non riesco a postare il link, cercatelo e apritelo al minuto 8:22
 
secondo me gli USA son convinti che l'Ucraina vinca la guerra e vogliono far fare una figuraccia a Putin che lo costringa a cedere il potere
Putin che lo sa e si rende conto che sta perdendo, ha ordinato a tutte le truppe e mezzi disponibili di raggiungere l'Ucraina per dare la spallata finale
prima del promesso 9 maggio

correrà molto sangue in Ucraina nelle prossime settimane e Zelensky sarà soddisfatto per tutti i martiri che sta producendo e le migliaia di case ucraine
che verranno distrutte
, si parla già di un trilione di dollari di danni, cioè mille miliardi che l'Occidente verrà chiamato a sborsare

Ma non ti vergogni a scrivere una tale idiozia? Sei davvero cosi' infimo?
 
ora gli ucraini avranno i droni kamikaze portatili speriamo siano utili contro gli stupratori di bambine e bambini inviati dallo zaretto russo

da limes

Gli Stati Uniti stanno fornendo all’Ucraina un centinaio di droni Switchblade nell’ambito di un pacchetto di aiuti militari da 800 milioni di dollari che comprende anche sistemi antiaereo, anticarro, armi leggere, munizionamento e artiglieria. I piccoli velivoli senza pilota sono conosciuti come “droni kamikaze” per la loro capacità di ingaggiare squadre di fanteria e mezzi corazzati, facendosi esplodere direttamente sul bersaglio.

Perché conta: L’annuncio rileva per la tempistica e i suoi risvolti operativi.
L’esercito russo e le milizie alleate delle due repubbliche separatiste del Donbas hanno iniziato l’assalto alle truppe ucraine trincerate nel sud-est del paese. Sarà la battaglia decisiva del conflitto e con questa mossa Washington segnala di voler irrobustire il supporto bellico a Kiev complicando i piani di Mosca. Il segretario alla Difesa Usa Lloyd J. Austin ha inoltre rivelato che militari ucraini sono già negli Stati Uniti per addestrarsi all’utilizzo di queste piccole ma letali macchine volanti. Ciò vale soprattutto per lo Switchblade-600, la versione del drone pensata espressamente per ingaggiare le formazioni corazzate – che nella battaglia del Donbas costituiscono la massa di manovra dell’offensiva russa.

Le prime settimane di guerra hanno evidenziato le gigantesche lacune delle truppe del Cremlino in fatto di operazioni combinate, con i carri armati, le squadre di fanteria e le colonne di rifornimento lasciate in balia delle incursioni aeree ucraine. Finché ha potuto, Kiev ha impiegato con effetti devastanti soprattutto i temutissimi droni Bayraktar-Tb2 forniti da Ankara. Adesso però l’usura del conflitto e la prevedibile reazione russa (fatta di attacchi mirati alle infrastrutture aeree e abbattimenti in volo) sembrano aver messo fuori gioco i più grandi e costosi velivoli turchi.

Diversamente, i ben più compatti Switchblade hanno il grande vantaggio di poter essere trasportati nello zaino di un singolo fantaccino e di essere lanciati con un semplice tubo, adattandosi alla perfezione alle tattiche mordi e fuggi adottate dagli ucraini per infliggere quanti più danni possibile all’invasore. Fin qui, con eccellenti risultati.


Aggiungici questo, che è interessante/significativo:


Ucraina-070422-1.jpg
 
Un po' lungo ma dice tanto sulla struttura e l'organizzazione delle forme armate russe.

Il personale dell’esercito russo

Nei primi anni novanta del secolo scorso la caduta del Muro di Berlino ha rivelato al mondo un esercito russo trascurato, impoverito e inefficiente perché, per buona parte, strutturalmente e tecnologicamente obsoleto. Dopo molte difficoltà nel 2003, l’allora ministro della Difesa Sergei Ivanov, per rendere più attraenti gli arruolamenti e risollevare un esercito prostrato, varò delle riforme che permettessero al personale di non vivere più all’altezza dei propri mezzi … di sopravvivenza. Tali riforme miravano anche a creare un esercito più contenuto nei numeri, ma più moderno, professionale e con elevata mobilità, in grado di rispondere adeguatamente agli impegni regionali, mentre la deterrenza nei confronti delle minacce più rilevanti avrebbe continuato a essere assicurata dall’arsenale nucleare, settore presso il quale viene impiegato il personale più qualificato.

Un esercito, quindi, che avesse la capacità di esprimere adeguatamente l’uso della forza, da miscelare agli attacchi informatici e a una potente propaganda al servizio del regime, come previsto dalla nuova modalità “ibrida” di fare la guerra.

È così cominciata un’opera di riorganizzazione e ammodernamento dello strumento militare terrestre russo, con l’acquisizione di nuovo armamento, nuovi sistemi di comando e controllo e con la progressiva professionalizzazione di quello che una volta era uno strumento quasi esclusivamente composto da coscritti.

Tuttavia, la creazione di un esercito professionale non è solo una questione di volontà, ma soprattutto di tempo e soldi (addestramento, dotazioni, ecc…). Troppe energie per un paese che, seppure immenso e con enormi risorse naturali, ha un PIL inferiore a quello della sola Spagna. Nonostante la manifestata volontà di migliorarne le condizioni e l’operatività, passando da un budget di 23,6 miliardi USD (2000) a 61,7 miliardi USD (2020)iii, se paragonato all’impegno statunitense, le risorse destinate all’apparato militare russo non hanno superato rispettivamente il 5% e l’8% di quanto stanziato nello stesso periodo dagli USA (475 miliardi USD nel 2000 e 778 miliardi USD nel 2020). In aggiunta, il prolungato impegno militare in Siria ha assorbito buona parte degli stanziamenti del passato. Ciò, se da un lato ha permesso a Mosca di acquisire crediti da Damasco, permettendogli di ripresentarsi come attore nella geopolitica del Mediterraneo, ha però ridotto sensibilmente le risorse da dedicare alla riorganizzazione dell’esercito.

Il risultato è che la Russia, che si stava rialzando dalla grave crisi che ha contraddistinto gli anni novanta dello scorso secolo e i primi anni di questo duemila, non ha potuto disporre di adeguate risorse per professionalizzare completamente i propri reparti dell’esercito. Gli scarsi capitali allocati, infatti, sono stati principalmente indirizzati ai corpi speciali, reparti altamente specializzati per i quali è indispensabile un addestramento lungo e approfondito. Ciò nondimeno, gli enormi problemi logistici di cui è affetto lo strumento militare terrestre russo hanno ridotto drasticamente anche l’efficacia di quei reparti, causando perdite pesanti durante la campagna militare ucraina. Reparti non rimpiazzabili nel breve/medio periodo.

A questo si aggiunge anche un altro problema di difficile soluzione. L’attuale “sviluppo” demografico non permette a Mosca di ottenere gli arruolamenti numericamente necessari a far fronte al proprio livello di ambizione. Neanche la relativamente recente costituzione della Guardia Nazionale (nelle intenzioni di Putin una sorta di “pretoriani”) ha permesso di alzare il livello qualitativo complessivo, non essendo stati sostanzialmente eliminati i vincoli economici correlati alle esigenze di addestramento e dotazioniiv.

L’esercito russo, quindi, consiste ancora in non meno del 38% di forze composte da coscritti, chiamati a svolgere servizio militare per la durata di un anno (fino al 2008 era di 18 mesi)v.

Alla limitazione numerica si aggiunge un altro grande vincolo, quello qualitativo. Neanche il miglioramento complessivo della qualità di vita del personale militare sembra, infatti, aver creato le condizioni per attirare individui più qualificati o più motivati.

Nel corso del periodo sovietico, servire nell’esercito era considerato un gesto altamente patriottico e un modo per passare dall’adolescenza alla maturità. Come scrive Iva Savic, tale percezione è andata gradualmente attenuandosi, anche a causa della diffusione di pratiche interne violente (nonnismo esasperato), fino a portare il 70% dei giovani russi a non considerare più il servizio militare nell’esercito come una possibilità di crescita sociale. Una percezione condivisa dalle famiglie, che fanno di tutto per evitare l’arruolamento dei propri figli. Non sorprende, quindi, come sia piuttosto frequente il ricorso alla corruzione per evitare il servizio militare. Ciò permette ai giovani delle classi più agiate di evitare di indossare l’uniforme, lasciando tale onere alle classi meno abbienti e, normalmente, provenienti dai luoghi più remoti del paese. L’effetto è che, nel 2008, non meno del 30% dei chiamati alle armi è stato giudicato inabile al serviziovii.

In sostanza, quasi la totalità dei coscritti proviene dalle classi lavoratrici più umili e povere, e dalle zone più isolate del paese, con tutto quello che consegue anche a livello culturale. Tra coloro che non riescono a evitare il servizio militare (quelli nati dal 2000 in poi), inoltre, una significativa percentuale non gode di buona salute, proprio a causa di problemi correlati alla povertà e alle modeste condizioni di vita. Una povertà che tocca il 12-15% negli oblast più ricchi, per arrivare al 60-70% nelle regioni siberiane.

A ciò si aggiungono i metodi talvolta impiegati per l’arruolamento, che possono prevedere l’approccio dei giovani per strada, nella metropolitana, davanti ai dormitori universitari, o direttamente alle residenze, da dove vengono portati direttamente, spesso coattivamente, ai distretti militari per una veloce valutazione, l’arruolamento e il trasferimento alla destinazione di servizioviii.

Va infine sottolineato come l’esercito russo abbia “…troppi colonnelli e pochi caporali...”. Una relativa carenza qualitativa di ufficiali nei gradi intermedi e di sottufficiali, quindi, quelli più a contatto con le truppe, quelli che dovrebbero guidarle in battaglia. Una leadership lacunosa delle piccole unità russe il cui risultato è stato che il morale delle truppe e la fiducia nella catena gerarchica sembrano scesi oltre ogni limite, costringendo Mosca a inviare in prima linea molti generali per poter dirigere le operazioni in prima persona e tentare di risollevare il morale delle truppe. Generali che sono rapidamente diventati il bersaglio preferito dei cecchini. Se la morte di un generale durante una guerra normalmente è un evento abbastanza raro, l’eliminazione di ben nove alti gradi in prima linea ha stravolto le statistiche.

In definitiva

Forze di terra con pochi ufficiali intermedi, insufficienti sottufficiali in grado di gestire le piccole unità e con un’alta percentuale di coscritti, non adeguatamente motivati e addestrati. Forze che non sembra riescano ad avere l’efficacia operativa che gli osservatori si aspettavano e, soprattutto, che il Cremlino si aspettava. Una carenza operativa che porta anche a compiere gravissimi errori. Come non ricordare il “fuoco amico” che, durante i combattimenti in Ossezia del sud nel 2008 (ma sembra anche in Ucraina), ha causato gravi perdite a causa (sembra) della sostanziale mancanza di contatti tra le truppe di terra e l’aviazione. O come i problemi sempre alle comunicazioni che in Ucraina hanno costretto i militari a usare i telefoni cellulari personali per rimanere in contatto con i propri reparti.

Forze che sembra siano state ulteriormente e intensamente impiegate dal 2014 in poi. Impiego prolungato che ha causato cedimenti anche nelle truppe d’élite, come appurato dagli interrogatori ai prigionieri fatti dagli ucraini nelle aree separatiste, anche se Mosca non ha mai riconosciuto come propri tali combattenti.

Un esercito formato da così tanti coscritti, inoltre, che ha dimostrato di non poter operare efficacemente in un contesto quale quello della guerra in corso, in un’area complicata, sensibile e potenzialmente divisiva come, appunto, l’Ucraina orientalexi, con penetrazioni in profondità lontano dai propri confini nazionali. Confini che la Russia sviluppa, e deve controllare, su migliaia di chilometri e che in alcune aree presentano oggettive difficoltà di difesa come nel Caucaso, in Asia centrale e nella Siberia orientale, anche se Mosca storicamente percepisce ancora i confini europei come quelli più minacciosi. Proprio per questa percezione russa del pericolo “europeo”, nel 2016 a Kaliningrad sono state sistemate delle postazioni di SS-26 “Iskander”, missili balistici a corto raggio, anche se quell’area è (ancora) tra le più tranquille lungo i confini russixii.

Nel frattempo, proprio per le carenze finora dimostrate dalle forze di terra, si sta sviluppando (con le dovute cautele, visto che a Putin non sembra piacere il dissenso) un dibattito tra coloro che vorrebbero il ritorno allo sviluppo geografico sovietico e coloro che, più pragmaticamente, ritengono che i tempi (e le forze) siano profondamente cambiati e che ciò sia ormai impossibile. Correnti di pensiero che riflettono le divisioni interne al potere russo. Da una parte chi ha compreso che questa guerra si è trasformata in un pantano ed è meglio finirla quanto prima possibile. Dall’altra chi vuole che questa continui, sperando che una significativa conquista territoriale sul campo faccia dimenticare un esercito inadeguato e una pianificazione delle operazioni a dir poco lacunosa. Sopra a tutti c’è un Putin che vuole a tutti i costi un trofeo da mostrare alla popolazione, perché non vuole uscire dalla guerra da sconfitto. L’esito di tale dibattito è nelle mani di Giove.

Per quanto attiene alla sicurezza complessiva della Russia, a Mosca tutti concordano sul mantenimento di una credibile capacità di deterrenza nucleare e sulle capacità della Marina russa di maritime denial (leggi articolo).

Al momento, appare comunque ipotizzabile che le performances dell’esercito russo durante la guerra in Ucraina non mancheranno di avere effetti anche sulla dottrina militare russaxiii.

Ma qualunque postura nazionale o livello di ambizione geopolitico russo dovrà fare i conti con gravi problemi di carattere strutturale, dalla questione sociale/demografica a quella economica. Limiti evidenti che si riflettono sulla qualità delle Forze Armate, nel caso particolare con l’esercito. Un esercito che non è finora apparso così forte come si credeva. Un esercito che sembra si sia anche macchiato di crimini di guerra (le inchieste della Corte Penale Internazionale forse lo chiariranno). Un esercito che nel teatro dei combattimenti sembra vedere un aumento dei casi di autosabotaggio e che, per far fronte ai problemi in zona di guerra, ha chiamato altri 135 mila ragazzi alle armi (sic!)xiv. Altra carne poco o nulla addestrata (o motivata) da buttare in campo, nel tentativo di ottenere un risultato che giustifichi questo conflitto agli occhi della popolazione russa.
 
questa guerra deve ancora entrare nel vivo che sarà davvero un bagno di sangue
ma lo sarà pure chiunque vinca e qualsiasi accordo venga fatto la successiva pace
i regolamenti di conti, il ricambio della popolazione x blindare etnicamente e ideologicamente il territorio, etc
saranno tali da far ridere su tutto quello che si è visto da noi a fine II guerra
tra partigiani e fasci

una tragegia davvero che lascerà odio viscerale x tempo immemorabile oltre a quello che gia c'era
 
Con le armi che stanno arrivando agli ucraini cominceranno a fare sul serio
 
Ma come si fa a scrivere una roba simile...:'(

allora forse non lo sai ma il Donbass è composto da tre regioni di cui una parte di due, quella di Donetsk e Luhansk si sono dichiarate autonome
e sono riconosciute dalla Russia e che vengono bombardate da 8 anni dalle altre parti di queste due ragioni ancora in mano ucraine
 
questa guerra deve ancora entrare nel vivo che sarà davvero un bagno di sangue
ma lo sarà pure chiunque vinca e qualsiasi accordo venga fatto la successiva pace
i regolamenti di conti, il ricambio della popolazione x blindare etnicamente e ideologicamente il territorio, etc
saranno tali da far ridere su tutto quello che si è visto da noi a fine II guerra
tra partigiani e fasci

una tragegia davvero che lascerà odio viscerale x tempo immemorabile oltre a quello che gia c'era

purtroppo credo che la parte più dura della guerra deve ancora arrivare perchè nuove truppe russe e carri armati
sono in marcia dalla Russia e parte dell'esercito russo ha lasciato la zona della capitale per spostarsi verso il Donbass
dove potrebbe circondare a tenaglia le parti del Donbass abitate da ucraini che combattono da 8 anni contro l'altra
parte dei russofoni che han proclamato l'autonomia
 
Ma non ti vergogni a scrivere una tale idiozia? Sei davvero cosi' infimo?

non mi vergogno affatto, ma aggiungo che naturalmente l'altro grande responsabile è Putin
Zelensky ha rifiutato ogni proposta di pace, vuol conservare la Crimea ed il Donbass dopo 8 anni che le ha perse
e non ha voluto firmare per la neutralità offertagli dal cancelliere tedesco Scholz 5 giorni prima dell'invasione russa
se l'avesse fatto, non ci sarebbe stata la guerra
ecco perchè è responsabile assieme a quello che l'ha mossa, cioè Putin
 
l'ucraina è fallita. E' tenuta in piedi solo dagli usa. Appena finirà la guerra rimarranno solo macerie.

Tutti i fondi russi , comprese le riserve della banca centrale e del fondo sovrano bloccati in occidente circa 700 mld verranno dati all'ucraina, credo sia più che giusto
 
Il governo zelesky andrebbe anche ai negoziati e riconoscere il Donbass e la Crimea ai russi, sono gli ucraini che non vogliono, non lo accetteranno mai, il governo rappresenta il popolo
 
Il governo zelesky andrebbe anche ai negoziati e riconoscere il Donbass e la Crimea ai russi, sono gli ucraini che non vogliono, non lo accetteranno mai, il governo rappresenta il popolo

Esattamente questo il punto...ma Z deve trovare una via in qualche modo a mio avviso. Capisco che sarà difficile spiegarlo ai nazionalisti ucraini....e da un lato è profondamente ingiusto.
Il punto però è capire cosa vuole realemnte Putin...perché in realtà dombass e Crimea già sostanzialmente anche se non formalmente sono suoi.
Ad ogni modo più il suo esercito prende colori pesanti più abbassa le prospettive e la cresta....
 
Esattamente questo il punto...ma Z deve trovare una via in qualche modo a mio avviso. Capisco che sarà difficile spiegarlo ai nazionalisti ucraini....e da un lato è profondamente ingiusto.
Il punto però è capire cosa vuole realemnte Putin...perché in realtà dombass e Crimea già sostanzialmente anche se non formalmente sono suoi.
Ad ogni modo più il suo esercito prende colori pesanti più abbassa le prospettive e la cresta....

Ha Crimea e DonBass, ma non riconosciuti, e soprattutto sottoposto ad attacchi e bombardamenti. Potrebbe essere plausibile come via di uscita un cessate il fuoco duraturo.

Il tema è che per gli ucraini la rinuncia a Mariupol è difficile moralmente ed è una grossa botta economicamente, per i russi tornarsene indietro adesso è uno smacco.


Poi si Zelensky fa fatica trattare, gli ucraini sono convinti del fatto che stanno vincendo, non accetterebbero facilmente una resa.
 
allora forse non lo sai ma il Donbass è composto da tre regioni di cui una parte di due, quella di Donetsk e Luhansk si sono dichiarate autonome
e sono riconosciute dalla Russia e che vengono bombardate da 8 anni dalle altre parti di queste due ragioni ancora in mano ucraine

Scusa però...tu eri a favore dell'indipendenza della Georgia e della Cecenia? E in quanti di quelli che piangono per il Donbass, stavano contro Putin in quel caso? :wtf:
 
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