Se non ha cedola e non ha altro da dare al venditore (ipotesi dell'utente sopra), la sua quotazione di scambio sarà quella di uno zero-coupon con scadenza la stessa scadenza.
Difficile si tratti di detrazione; tuttavia la deduzione avvantaggerebbe l'investitore proporzionalmente alla sua aliquota irpef, dando un rendimento molto diverso a investitori retail diversi, con l'effetto che se viene tarata dell'aliquota più alta (e non potrebbe essere altrimenti), tutti i contribuenti con aliquota più bassa non avrebbero alcuna convenienza (e ciò sarebbe oggetto di critiche visto che gran parte dei contribuenti è del secondo tipo).
Più ragionevole che valga per l'anno imponibile relativo all'investimento.
Mi è sfuggito chi avrebbe avanzato questa ipotesi.
Scusa, non avevo capito che ti riferissi all'ipotesi di cedola zero dell'utente che aveva fatto l'utente sopra, ma che l'effetto "zero copupn" fosse determinato da qualche meccanismo che non stavo comprendendo.
Ho commesso alcune inesattezze, scusate: nel progetto di legge si parla di detrazioni,
non di deduzione, avevate ragione voi e ho fatto confusione io.
Il limite, inoltre,
non sarebbe tremila, come ho scritto prima, ma il trenta percento fino ad un massimo di trentamila euro.
Per avere la massima detrazione, quindi, bisognerebbe investire centomila euro.
Sulla cessione del beneficio fiscale, devo aver dedotto male il messaggio dell'utente, che parlava di un recupero annuo della detrazione. Rileggendo penso si riferisse allo Stato, forse, non all'investitore.
Mea culpa, probabilmente questa mattina mi sentivo un po' come te quando andavi dall'avvocato con i quattro capponi (spero che apprezzerai la citazione
).
Se è così il rendimento della detrazione/deduzione deve andare tutto a premio, cioè sommarsi al rendimento sul mercato di un btp di pari scadenza (come per gli italia e i futura, infatti).
Ma anche trattandosi di deduzione: il 43% del 30% è un premio enorme da aggiungere al rendimento di mercato.
Altrimenti, se non venisse emesso al rendimento di mercato andrebbe subito a picco nel controvalore degli scambi. (Da cui la mia osservazione).
Non ho capito. Il Futura 2037, ad esempio, prezza già sul secondario, rispetto al BTP pari scadenza, il rendimento - futuro ed eventuale - derivante dai bonus corrisposti per la crescita del PIL del Paese? Questo anche se, qualora io lo acquistassi lunedì sul secondario, non lo potrei ricevere?
Quindi il BTP in discussione, dovrebbe incorporare nel rendimento di mercato il beneficio fiscale, anche se l'acquirente del secondario non potrebbe beneficiarne?
Poco scambiato?
Se non si garantisce liquidità al mercato (e per farlo la quotazione è quella di un btp di pari flussi tolto il premio, torniamo al primo punto) se il titolo non è scambiato significa che il contribuente allor quando avesse necessità di rientrare dell'investimento prima (anche disposto a perdere il beneficio fiscale) non avrebbe modo di farlo: e questo sarebbe un unicum.
Sì Tramaglino, ho detto però fatto salvo l'operatore di liquidità. Come si definisce in inglese, market maker?
Non credo che chi acquisterà sul primario, incasserà il beneficio fiscale, sarà poi molto incentivato a vendere sapendo che la banca gli tratterrebbe dalla vendita quanto detratto, specie se il beneficio fiscale dovesse essere di un'entità importante.
Quindi, dall'alto della mia ignoranza, credo che potrebbe essere un titolo meno scambiato (anche degli altri già emessi a favore dei retail), chiaramente in
proporzione al volume che dovesse essere emesso.