Nuovo BTP autarchico, allo studio del governo

Scusa, non avevo capito che ti riferissi all'ipotesi di cedola zero dell'utente che aveva fatto l'utente sopra, ma che l'effetto "zero copupn" fosse determinato da qualche meccanismo che non stavo comprendendo.

Ho commesso alcune inesattezze, scusate: nel progetto di legge si parla di detrazioni, non di deduzione, avevate ragione voi e ho fatto confusione io.
Il limite, inoltre, non sarebbe tremila, come ho scritto prima, ma il trenta percento fino ad un massimo di trentamila euro.
Per avere la massima detrazione, quindi, bisognerebbe investire centomila euro.

Sulla cessione del beneficio fiscale, devo aver dedotto male il messaggio dell'utente, che parlava di un recupero annuo della detrazione. Rileggendo penso si riferisse allo Stato, forse, non all'investitore.

Mea culpa, probabilmente questa mattina mi sentivo un po' come te quando andavi dall'avvocato con i quattro capponi (spero che apprezzerai la citazione ;)).



Non ho capito. Il Futura 2037, ad esempio, prezza già sul secondario, rispetto al BTP pari scadenza, il rendimento - futuro ed eventuale - derivante dai bonus corrisposti per la crescita del PIL del Paese? Questo anche se, qualora io lo acquistassi lunedì sul secondario, non lo potrei ricevere?

Quindi il BTP in discussione, dovrebbe incorporare nel rendimento di mercato il beneficio fiscale, anche se l'acquirente del secondario non potrebbe beneficiarne?



Sì Tramaglino, ho detto però fatto salvo l'operatore di liquidità. Come si definisce in inglese, market maker?
Non credo che chi acquisterà sul primario, incasserà il beneficio fiscale, sarà poi molto incentivato a vendere sapendo che la banca gli tratterrebbe dalla vendita quanto detratto, specie se il beneficio fiscale dovesse essere di un'entità importante.

Quindi, dall'alto della mia ignoranza, credo che potrebbe essere un titolo meno scambiato (anche degli altri già emessi a favore dei retail), chiaramente in proporzione al volume che dovesse essere emesso.
Il punto è questo: quando un btp viene emesso a 100 a rubinetto per il mercato retail, le sue cedole fisse (futura) o attese (italia) sono stabilite in modo tale che siano più o meno allineati ai rendimenti di mercato.
Se il titolo da emettere ha scadenza 12 anni, e i titoli di stato sul mercato a 12 anni di vita residua in quel periodo hanno, mettiamo, l'1,8% -> il btp futura sarà emesso con un piano cedolare che avrà 1,8% di rendimento.
Inoltre viene corrisposto un premio soltanto a chi prendendolo in emissione lo porta a scadenza.

In questo modo il premio è in aggiunta, e deve essere così perché se il giorno dopo l'emissione l'investitore ha bisogno di vendere, perderà il premio, ma potrà vendere comunque il titolo ad un valore intorno al 100 di emissione (a pari condizioni generali di mercato), questo perchè chi acquista, non avrà il premio, ma godrà di un piano cedolare per il titolo che lo equipara a tutti gli altri titoli di Stato con scadenza simile. Questo è necessario perché altrimenti il venditore non troverà nessuno a cui vendere, o sarà costretto a vendere ad un prezzo molto inferiore a 100, tanto basso quanto è necessario per garantire all'acquirente quell'1,8% di rendimento dei titoli di Stato a 12 anni in quel momento.

Il Market Maker garantisce liquidità al mercato, ma non si occupa di fare beneficenza, acquista solo a prezzi allineati con il reale valore (rendimento) di mercato.

Adesso se tu fai un titolo per cui chi lo compra e lo porta a scadenza ottiene come premio la detraibilità mettiamo pure del 10% dalle imposte. Costa al ministero già quel 10% di imposte che non prende.

Inoltre siccome non può un eventuale investitore che ha necessità di vendere il titolo trasferite il premio all'acquirente ci sono solo due strade:

- il titolo viene emesso a 100 (a qualunque rendimento), non viene ammesso sul Secondario, un domani è lo Stato stesso che si prende l'impegno di rimborsarlo in qualunque momento a 100, chiaramente il venditore perdendo la detrazione. (Praticamente un buono fruttiferi postale strutturato);


- il titolo viene emesso a 100, e presenta già di suo nel piano cedolare, come nei futura e negli italia, un rendimento che gli consente di stare a mercato sul livello degli altri titoli do Stato. Cosicché chi vende perderà la detrazione, ma non il controvalore investito (sempre a parità di condizioni di mercato con l'emissione).

Se per esempio il titolo ha 5 anni alla scadenza.
I titoli di Stato già esistenti a 5 anni danno il 3% di interesse attualmente.
Il titolo "btp autarchico" dovrà promettere già all'emissione un flusso cedolare del 3% + la detrazione.
Cosicché il giorno dopo l'investitore può rivenderlo sempre a 100, e perdendo la detrazione.
Se per ipotesi estrema fosse emesso a 100, cedola 0 (zero-coupon), e solo detrazione, appena il contribuente tentasse di venderlo sul Secondario gli verrebbe prezzato ad 86, perché chi acquista pretende giustamente il 3% a scadenza. Ma allora il contribuente perderebbe la detrazione che non avrà e anche il 14% del capitale, solo per aver venduto il giorno dopo dell'acquisto il titolo. Se il titolo avesse 10 anni saremmo intorno al -34%. E questo è privo di senso.


Ma così facendo però un'emissione che in collocamento ordinario al Tesoro costava il 3% annuo (un quinquennale in asta); adesso gli costa il 3% annuo + 10% di detrazione (Per tutti coloro che lo porteranno a scadenza).
Questa cosa accade già coi premi CUM di btp futura e italia, ma essendo lì il premio molto limitato è giustificata dal motivo chiamiamolo "pubblicitario" che allarga la platea dei clienti dei btp.
 
A me sembra un’idea sensata, con alcune problematiche:

1) innanzitutto la maggior parte della gente che detiene quei soldi sul c/c probabilmente non sa nemmeno cosa sia un conto titoli o un BTP;
2) chi ha un c/c tradizionale che non ha mai cambiato nella vita probabilmente dovrà sostenere dei costi per aprirlo (ad es. Poste chiede 10€ a semestre!)
3) perché complicare le cose con il 730, le detrazioni, etc.? Alle gente il solo pensare di dover andare ai CAF o dal commercialista, fa passare la voglia.

Come avevo letto qui su una discussione simile, concordo con chi diceva che si potrebbe intervenire semplicemente sul bollo oppure, aggiungo io, se fosse complicato, con una tassazione ancora più favorevole sulle cedole.
Per me basterebbe applicare la tassazione IRPEF (come reddito diverso) a chi sceglie il regime amministrato. In questo modo molti che hanno spese da detrarre le possono "compensare" con il capital gain e/o le cedole...
 
30k in 10 anni sono 3k per anno (ma poi per quale aliquota?)
Secondo me una detrazione annuale sul 730 (da restituire in caso di vendita) è troppo complicata . .
L'unica strada percorribile è un buon premio finale CUM in soldi (o detrazioni) . .

Come ho avuto modo di dire prima, credo che sia stata una cifra indicata per eccesso, al fine poi di trovare un compromesso. Certo, per arrivare a quella detrazione bisognerebbe investire 100k e non so quante famiglie in Italia potrebbero permetterselo (o comunque si sentirebbero tranquille nell'investire tale cifra).

Converrete tutti con me che, se guardassimo asetticamente i conti italiani, dovremmo concludere che non potremmo permetterci una misura del genere, qualsiasi sia l'entità della stessa. L'unico modo che trovo per dargli un senso, aldilà delle lodevoli o non lodevoli intenzioni del legislatore (a seconda di come uno la pensi), è ragionare in termini di risparmio per lo Stato: questa misura ha senso se, e nella misura in cui, risulta più conveniente per il Paese.
Non penso che lo Stato impegnerà risorse superiori a quelle che dovrebbe spendere di norma, solo perché il titolo è rivolto alle "famiglie italiane". A parità di costo o a fronte di un risparmio, un bonus fiscale potrebbe incentivare una certo target di investitori.

Sul meccanismo complicato, infine, ritengo che una delle (poche) cose che funzionano abbastanza bene in questo Paese sia il sostituto d'imposta. La banca calcola e versa già allo Stato le imposte dovute, quindi se il calcolo fosse chiaro e limpido, penso che sia la soluzione migliore.

Per me basterebbe applicare la tassazione IRPEF (come reddito diverso) a chi sceglie il regime amministrato. In questo modo molti che hanno spese da detrarre le possono "compensare" con il capital gain e/o le cedole...
Non io, che non arrivo a detrarre nemmeno le spese mediche. :doh:

A parte gli scherzi, capisco che ognuno guardi alla propria situazione e abbia un'idea, rispettabilissima. Quello che ti posso dire, per esperienza diretta, è che non oso immaginare cosa potrebbe accadere in caso di necessità di ausilio o qualora arrivasse un accertamento (non vado oltre)...

Le patrimoniali, invece, le odiamo un po' tutti e sarebbero facili da ridurre o eliminare ;)
 
Come contribuente italiano mi pare una vera follia.
E' sano di mente uno stato che per finanziarsi 100€ te ne ridà subito 30€ subito?
Poi tra 5 anni ti rimborsa a 100 e nel frattempo ti esenta pure l'imposta sulle cedole
 
30k in 10 anni sono 3k per anno (ma poi per quale aliquota?)
Secondo me una detrazione annuale sul 730 (da restituire in caso di vendita) è troppo complicata . .
L'unica strada percorribile è un buon premio finale CUM in soldi (o detrazioni) . .
L'aliquota marginale irpef non c'entra nulla. Il testo del disegno di legge è molto chiaro e parla di detrazione dall'imposta lorda non di deduzione.

Questo nella maggioranza dei casi (ovvero una persona fiscalmente incapiente) implica un puro e semplice "guadagno" di 3000€

La detrazione sul 730 è semplicissima. Meno semplice il recupero del premio ma quanto pare di capire semplicemente sarà compito della banca dove ho i proventi della vendita che dovrà trattenere la detrazione, le imposte non versate sulle cedole godute e gli interessi di legge. Non sono previste sanzioni.

Il meccanismo di per se' è semplicemente il problema è che non ha finanziariamente senso per lo stato. E' uno sperpero di denaro pubblico inaudito e un aggravamento del nostro già pesante debito pubblico.
 
Converrete tutti con me che, se guardassimo asetticamente i conti italiani, dovremmo concludere che non potremmo permetterci una misura del genere, qualsiasi sia l'entità della stessa. L'unico modo che trovo per dargli un senso, aldilà delle lodevoli o non lodevoli intenzioni del legislatore (a seconda di come uno la pensi), è ragionare in termini di risparmio per lo Stato: questa misura ha senso se, e nella misura in cui, risulta più conveniente per il Paese.
Non penso che lo Stato impegnerà risorse superiori a quelle che dovrebbe spendere di norma, solo perché il titolo è rivolto alle "famiglie italiane". A parità di costo o a fronte di un risparmio, un bonus fiscale potrebbe incentivare una certo target di investitori.
Secondo me sì. Non sarebbe la prima volta che si butta qualche miliardo per una cavolata.
Ovvero per una bandieruola politica (e un bel favore ai redditi medio-alti che non voglio demonizzare per questo).

Il punto è semplice (facciamo per semplicità che sia un titolo a 5 anni):
lo Stato oggi emette debito a mercato al 3,3%; tutti possiamo comprare debito italiano ottenendo il 3,3%. Così funziona il libero mercato.
Lo Stato dice: "faccio un titolo solo per i residenti in Italia che lo tengono fino alla scadenza". Quanto li remunera (tutto insieme: scarto d'acquisto, cedole, premi, detrazioni, castagne e vino) cioè quanti soldi netti escono (o non entrano se erano imposte) dallo Stato per ogni 100 che gli viene prestato:
- più del 3,3%: lo Stato ci perde, il contribuente ha convenienza rispetto a tutti gli altri titoli di Stato;
- meno del 3,3%: lo Stato ci guadagna, il contribuente non ha convenienza rispetto a tutti gli altri titoli di Stato.

I soldi quelli sono: non ai creano e non si distruggono, se A paga meno B, incassa meno, se A paga più, B incassa di più. È chiaro però che lo Stato avrebbe il vantaggio col sistema premiale di ridurre le vendite del titolo, e questo se funzionasse su grandi volumi (ma molto grandi) potrebbe abbassare artificialmente i rendimenti di mercato in genere, e quindi avere un vantaggio. Questo sia in termini di domanda e offerta, sia di debito considerato dagli investitori coperto dai cittadini del Paese.
 
Ultima modifica:
I soldi quelli sono: non ai creano e non si distruggono, se A paga meno B, incassa meno, se A paga più, B incassa di più. È chiaro però che lo Stato avrebbe il vantaggio col sistema premiale di ridurre le vendite del titolo, e questo se funzionasse su grandi volumi (ma molto grandi) potrebbe abbassare artificialmente i rendimenti di mercato in genere, e quindi avere un vantaggio. Questo sia in termini di domanda e offerta, sia di debito considerato dagli investitori coperto dai cittadini del Paese.
Questo aspetto che hai sottolineato lo ritengo di sommo interesse, ed era quello che facevo notare (in maniera errata) io parlando forse impropriamente di liquidità del titolo, ma all'effetto "benefico" non riuscivo ad arrivarci, quindi grazie.

Secondo me sì. Non sarebbe la prima volta che si butta qualche miliardo per una cavolata.
Ovvero per una bandieruola politica (e un bel favore ai redditi medio-alti che non voglio demonizzare per questo).
Effettivamente, un'altra idea, che mi balenava ieri mentre scrivevo, era che tale misura potesse incentivare l'emersione di attività economia sommersa ("in nero"). Se il punto non fosse tanto quanto lo Stato introita (almeno per un anno), bensì quanto cresce in termini di PIL, la misura potrebbe assumere un senso ulteriore.
Questo lo dico senza esprimere giudizi valoriali sull'appropriatezza, o meno, della misura a questo fine. Il mio intento è solo quello di comprendere e condividere gli effetti, positivi e negativi, taciti o espressi, che potrebbe avere un beneficio fiscale legato all'acquisto e al mantenimento di un BTP.
 
quanto siete noiosi, una volta che, forse, si prospetta un provvedimento favorevoli ai risparmiatori
 
Il punto è questo: quando un btp viene emesso a 100 a rubinetto per il mercato retail, le sue cedole fisse (futura) o attese (italia) sono stabilite in modo tale che siano più o meno allineati ai rendimenti di mercato.
Se il titolo da emettere ha scadenza 12 anni, e i titoli di stato sul mercato a 12 anni di vita residua in quel periodo hanno, mettiamo, l'1,8% -> il btp futura sarà emesso con un piano cedolare che avrà 1,8% di rendimento.
Inoltre viene corrisposto un premio soltanto a chi prendendolo in emissione lo porta a scadenza.

In questo modo il premio è in aggiunta, e deve essere così perché se il giorno dopo l'emissione l'investitore ha bisogno di vendere, perderà il premio, ma potrà vendere comunque il titolo ad un valore intorno al 100 di emissione (a pari condizioni generali di mercato), questo perchè chi acquista, non avrà il premio, ma godrà di un piano cedolare per il titolo che lo equipara a tutti gli altri titoli di Stato con scadenza simile. Questo è necessario perché altrimenti il venditore non troverà nessuno a cui vendere, o sarà costretto a vendere ad un prezzo molto inferiore a 100, tanto basso quanto è necessario per garantire all'acquirente quell'1,8% di rendimento dei titoli di Stato a 12 anni in quel momento.

Il Market Maker garantisce liquidità al mercato, ma non si occupa di fare beneficenza, acquista solo a prezzi allineati con il reale valore (rendimento) di mercato.

Adesso se tu fai un titolo per cui chi lo compra e lo porta a scadenza ottiene come premio la detraibilità mettiamo pure del 10% dalle imposte. Costa al ministero già quel 10% di imposte che non prende.

Inoltre siccome non può un eventuale investitore che ha necessità di vendere il titolo trasferite il premio all'acquirente ci sono solo due strade:

- il titolo viene emesso a 100 (a qualunque rendimento), non viene ammesso sul Secondario, un domani è lo Stato stesso che si prende l'impegno di rimborsarlo in qualunque momento a 100, chiaramente il venditore perdendo la detrazione. (Praticamente un buono fruttiferi postale strutturato);


- il titolo viene emesso a 100, e presenta già di suo nel piano cedolare, come nei futura e negli italia, un rendimento che gli consente di stare a mercato sul livello degli altri titoli do Stato. Cosicché chi vende perderà la detrazione, ma non il controvalore investito (sempre a parità di condizioni di mercato con l'emissione).

Se per esempio il titolo ha 5 anni alla scadenza.
I titoli di Stato già esistenti a 5 anni danno il 3% di interesse attualmente.
Il titolo "btp autarchico" dovrà promettere già all'emissione un flusso cedolare del 3% + la detrazione.
Cosicché il giorno dopo l'investitore può rivenderlo sempre a 100, e perdendo la detrazione.
Se per ipotesi estrema fosse emesso a 100, cedola 0 (zero-coupon), e solo detrazione, appena il contribuente tentasse di venderlo sul Secondario gli verrebbe prezzato ad 86, perché chi acquista pretende giustamente il 3% a scadenza. Ma allora il contribuente perderebbe la detrazione che non avrà e anche il 14% del capitale, solo per aver venduto il giorno dopo dell'acquisto il titolo. Se il titolo avesse 10 anni saremmo intorno al -34%. E questo è privo di senso.


Ma così facendo però un'emissione che in collocamento ordinario al Tesoro costava il 3% annuo (un quinquennale in asta); adesso gli costa il 3% annuo + 10% di detrazione (Per tutti coloro che lo porteranno a scadenza).
Questa cosa accade già coi premi CUM di btp futura e italia, ma essendo lì il premio molto limitato è giustificata dal motivo chiamiamolo "pubblicitario" che allarga la platea dei clienti dei btp.
Giusto, penso che fornirà un rendimento finale allineato ai TF corrispondenti, non possono fare più di tanto (sono debiti anche questi). Sul gioco detrazioni, tassazione etc etc potrebbe essere che qualcuno abbia dei vantaggi secondari.
Lo scopo principale è muovere il debito all'interno dei confini.
Al massimo, credo, la parte premiante sarà sul variabile sul PIL, in quel caso lo stato potrebbe girare parte di un vantaggio che incamererebbe lui per la maggior parte.
 
Giusto, penso che fornirà un rendimento finale allineato ai TF corrispondenti, non possono fare più di tanto (sono debiti anche questi). Sul gioco detrazioni, tassazione etc etc potrebbe essere che qualcuno abbia dei vantaggi secondari.
Lo scopo principale è muovere il debito all'interno dei confini.
Al massimo, credo, la parte premiante sarà sul variabile sul PIL, in quel caso lo stato potrebbe girare parte di un vantaggio che incamererebbe lui per la maggior parte.
Totalmente concorde.
Effettivamente, un'altra idea, che mi balenava ieri mentre scrivevo, era che tale misura potesse incentivare l'emersione di attività economia sommersa ("in nero"). Se il punto non fosse tanto quanto lo Stato introita (almeno per un anno), bensì quanto cresce in termini di PIL, la misura potrebbe assumere un senso ulteriore.
Questo lo dico senza esprimere giudizi valoriali sull'appropriatezza, o meno, della misura a questo fine. Il mio intento è solo quello di comprendere e condividere gli effetti, positivi e negativi, taciti o espressi, che potrebbe avere un beneficio fiscale legato all'acquisto e al mantenimento di un BTP.
Ci mancherebbe👍, ognuno di noi ha sicuramente il proprio pensiero politico, economico, le proprie idee di giustizia sociale, welfare, ecc. Ma lo scopo della Sezione è descrivere, intuire, le obbligazioni presenti e future, e la loro applicazione. Questo ci costringe a dare anche una lettura sul lato politico, visto che poi alla fine sono dei politici quelli che legiferano sulle obbligazioni.
Cercando sempre di distaccate la parte di analisi, che è inevitabile, dal nostro giudizio personale.
Altrimenti ne avremmo da dire tante e probabilmente ce ne sarebbe per tutti 🤣
 
Anche a me piace sognare, ma poi suona la sveglia . .
La melodia fastidiosa si chiama "patto di stabilità" come la mia? :D

No ma se lo stato si finanzia a un certo costo non ha senso che volontariamente lo faccia ad un costo maggiore.
Va bene, siamo d'accordo. Ma se l'intento è quello di convogliare il risparmio delle famiglie verso il finanziamento dello Stato, se ha un valore che il debito pubblico di un paese sia detenuto dai suoi cittadini, allora un qualche trattamento di favore, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, deve essere fatto. Altrimenti una famiglia continua a tenere i soldi sul c/c o acquista sul secondario alle condizioni di mercato, come dici tu.
Io penso che per lo Stato ci siano dei benefici in una misura di questo tipo, dopodiché sulla natura, sull'entità e la sostenibilità, vedremo.

Di certo c'è una cosa, per quanto mi riguarda, che il Futura al momento è, ed è stato, un fallimento; gli Italia, al contrario, per adesso beneficiano del consenso a causa delle cedole laute dovute alla persistente inflazione.
Ma per ambedue gli strumenti, se il premio dovesse essere lo 0,x e la cedola è pari allo zero o all'uno virgola, a seconda della scadenza, per quanto mi riguarda i miei soldi non li vedono.
Se non ho benefici, se la cedola a parità di rischio è uguale alle altre, perché dovrei privilegiare questo strumento, che peraltro acquistiamo (con evidente beneficio per lo Stato) per l'intero valore del nominale emesso?
 
La melodia fastidiosa si chiama "patto di stabilità" come la mia? :D


Va bene, siamo d'accordo. Ma se l'intento è quello di convogliare il risparmio delle famiglie verso il finanziamento dello Stato, se ha un valore che il debito pubblico di un paese sia detenuto dai suoi cittadini, allora un qualche trattamento di favore, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, deve essere fatto. Altrimenti una famiglia continua a tenere i soldi sul c/c o acquista sul secondario alle condizioni di mercato, come dici tu.
Io penso che per lo Stato ci siano dei benefici in una misura di questo tipo, dopodiché sulla natura, sull'entità e la sostenibilità, vedremo.

Di certo c'è una cosa, per quanto mi riguarda, che il Futura al momento è, ed è stato, un fallimento; gli Italia, al contrario, per adesso beneficiano del consenso a causa delle cedole laute dovute alla persistente inflazione.
Ma per ambedue gli strumenti, se il premio dovesse essere lo 0,x e la cedola è pari allo zero o all'uno virgola, a seconda della scadenza, per quanto mi riguarda i miei soldi non li vedono.
Se non ho benefici, se la cedola a parità di rischio è uguale alle altre, perché dovrei privilegiare questo strumento, che peraltro acquistiamo (con evidente beneficio per lo Stato) per l'intero valore del nominale emesso?
Se in questo momento emettessero un Futura a 16 anni con la struttura che ha e con il rendimento di mercato attuale avrebbe cedole a step di questo tipo circa:
(e non è detto che non lo facciano)

3,0%
3,5%
4,5%
5,5%
+Premio

E allo Stato converrebbe esattamente come emettere a mercato (+ il premio).
Ma esattamente come tu dici vi sarebbe il vantaggio di ampliare la "clientela" dei titoli, differenziando l'offerta, che per chi emette è sempre un vantaggio.

Quando emisero 2 anni fa il Futura ultimo purtroppo i rendimenti richiesti dal mercato erano molto bassi.
Non sappiamo neanche se allora si sarebbe potuto prevedere o meno questo biennio così (il mercato non fu in grado).
È stato il rendimento dei titoli di Stato che è schizzato a fare crollare il controvalore dei Futura già a mercato.
 
Discussione interessante.
Visto che siamo arrivati alla 3a pagina del 3d, mi domandavo se stiamo parlando di qualcosa che si concretizzerà effettivamente o se siamo solo a delle proposte?

Grazie.

mau——
 
Se in questo momento emettessero un Futura a 16 anni con la struttura che ha e con il rendimento di mercato attuale avrebbe cedole a step di questo tipo circa:
(e non è detto che non lo facciano)

3,0%
3,5%
4,5%
5,5%
+Premio

E allo Stato converrebbe esattamente come emettere a mercato (+ il premio).
Ma esattamente come tu dici vi sarebbe il vantaggio di ampliare la "clientela" dei titoli, differenziando l'offerta, che per chi emette è sempre un vantaggio.

Quando emisero 2 anni fa il Futura ultimo purtroppo i rendimenti richiesti dal mercato erano molto bassi.
Non sappiamo neanche se allora si sarebbe potuto prevedere o meno questo biennio così (il mercato non fu in grado).
È stato il rendimento dei titoli di Stato che è schizzato a fare crollare il controvalore dei Futura già a mercato.
Io un titolo con questo rendimento, oggi, probabilmente lo comprerei. La struttura cedolare, indipendentemente dal premio, riuscirebbe a garantirmi un'integrazione del reddito soprattutto nella seconda metà della vita del titolo; inoltre, mi sembra un titolo che potrebbe "reggere" adeguatamente a degli eventi "normali" sul mercato (eventuali ulteriori piccoli rialzi dei tassi, breve recessione, per dirne due che mi vengono in mente). Non so tu cosa ne pensi, e se sei d'accordo con il mio ragionamento.

Per quanto riguarda il Futura 2037, a parere mio, se non è stato dolo, è stato dolo eventuale. Lo dico in questi termini per evitarne altri impropri, non per vanità. Pensare che qualcuno credesse davvero che per quindici anni si sarebbero mantenuti quei rendimenti dati dal covid, pepp e QE lo ritengo assurdo, a meno di non credere nella "giapponesizzazione del debito" che ogni tanto si legge qui sul forum.

Discussione interessante.
Visto che siamo arrivati alla 3a pagina del 3d, mi domandavo se stiamo parlando di qualcosa che si concretizzerà effettivamente o se siamo solo a delle proposte?

Grazie.

mau——
Indiscrezioni de "La Stampa" sostengono che in estate potrebbe esserci un'emissione con un bonus sulle tasse. Non abbiamo capito, però, se verrà utilizzato come strumento il BTP Italia o se tale termine sia stato utilizzato in senso generico; né quanto si atterrebbe o discosterebbe dal progetto di legge leghista che è stato pubblicato in questo thread. :)
 
Io un titolo con questo rendimento, oggi, probabilmente lo comprerei. La struttura cedolare, indipendentemente dal premio, riuscirebbe a garantirmi un'integrazione del reddito soprattutto nella seconda metà della vita del titolo; inoltre, mi sembra un titolo che potrebbe "reggere" adeguatamente a degli eventi "normali" sul mercato (eventuali ulteriori piccoli rialzi dei tassi, breve recessione, per dirne due che mi vengono in mente). Non so tu cosa ne pensi, e se sei d'accordo con il mio ragionamento.
Io sì, personalmente sarei dello stesso tuo orientamento (se mai lo dovessero emettere in questo periodo di alti rendimenti).
Per quanto riguarda il Futura 2037, a parere mio, se non è stato dolo, è stato dolo eventuale. Lo dico in questi termini per evitarne altri impropri, non per vanità. Pensare che qualcuno credesse davvero che per quindici anni si sarebbero mantenuti quei rendimenti dati dal covid, pepp e QE lo ritengo assurdo, a meno di non credere nella "giapponesizzazione del debito" che ogni tanto si legge qui sul forum.
Dobbiamo pensare, o almeno io lo penso, che l'errore su quel collocamento fu involontario e dettato da incapacità prospettica di chi lo decise. Perché allo Stato sarebbe costato persino meno (considerando che il premio pagato alla fine dovrebbe essere massimo) emettere un quindicennale a mercato nello stesso momento (la copertura c'era). Quindi, gli è costato di più quel Futura ed ha pure allontanato gli investitori che puntava a fidelizzare.
 
Va bene, siamo d'accordo. Ma se l'intento è quello di convogliare il risparmio delle famiglie verso il finanziamento dello Stato, se ha un valore che il debito pubblico di un paese sia detenuto dai suoi cittadini, allora un qualche trattamento di favore, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, deve essere fatto. Altrimenti una famiglia continua a tenere i soldi sul c/c o acquista sul secondario alle condizioni di mercato, come dici tu.
Io penso che per lo Stato ci siano dei benefici in una misura di questo tipo, dopodiché sulla natura, sull'entità e la sostenibilità, vedremo.
E fin lì siamo d'accordo ma perché dovrebbe essere più conveniente che il finanziamento dello stato sia da parte delle famiglie italiane piuttosto che da risparmiatori stranieri? Gli altri paesi sviluppati non hanno questa pulsione.
Che vantaggio ha un paese ad aumentare il suo costo di finanziamento (e non di poco)?

Finanziare il debito di uno stato significa "investire" in quello stato. Lo stato italiano ha dimostrato da svariati decenni (ormai 40 anni) che non è in grado di investire oculatamente i denari che raccoglie. Quindi è meglio faccia meno debito possibile e specialmente paghi il minor tasso possibile.

Se proprio un paese che fa operazioni del genere per cui aumenta il costo di finanziamento senza apparentemente motivo mi da ancora meno fiducia perché aumenta la possibilità di un haircut domestico totale.
In un "mondo ideale" tutto il debito pubblico italiano è detenuto da famiglie italiane per cui quando diventasse insostenibile potrebbero semplicemente tosare i detentori domestici senza il fastidio di interagire con creditori esteri.

questo da contribuente....

perchè ovvio che come investitore sarebbe un regalo trovarsi con 30000€ di nominale e 9000€ (il 30%) di detrazione l'anno dell'acquisto e imposte sulle cedole azzerate.

da contribuente rimane una porcheria.
 
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