sull'inserto economico del corriere della sera odierno, a pag. 17, c'è l'articolo:
"LA BORSA VA IN BORSA. E GUADAGNA IL 30%"
"Le strepitose performance del NYSE e degli altri listini quotati, mentre piazza affari studia lo sbarco"
La Borsa va in Borsa. E guadagna il 30%
Il miglior affare dell'anno in Borsa? La Borsa. Il Nyse, New York Stock Exchange, è in rialzo del 30% da quando l’8 marzo ha debuttato come titolo a Wall Street (simbolo NYX) e per i fortunati che già prima possedevano le azioni di Archipelago, il mercato elettronico acquisito dal Nyse group, i guadagni sono ancora più brillanti: le quotazioni sono infatti quadruplicate dallo scorso aprile. E il Nyse fa parte di un trend, iniziato da qualche anno, di trasformazione dei vecchi «club privati» degli agenti di Borsa in aziende che puntano a fare profitti e aprono al pubblico dei comuni investitori. E presto potrebbe essere la volta anche di Piazza Affari. Fra le Borse americane la prima a quotarsi nel 2002 fu il Cme, Chicago mercantile exchange, specializzata sui future (contratti derivati): dal debutto le sue quotazioni sono lievitate da 35 a oltre 400 dollari, a testimonianza di quanto redditizio è il suo business, che comprende anche la clearing house attraverso cui passano tutte le compravendite. Poi nel febbraio 2005 il Nasdaq, specializzato in titoli tecnologici, ha iniziato ad essere scambiato come azione: dagli iniziali 10 dollari oggi supera i 40. E dalla sua Ipo (Initial public offering) dell'anno scorso è raddoppiato il prezzo anche del Cbot, Chicago board of trade, Borsa leader nei future.
Ma le azioni delle Borse sono davvero adatte ai risparmiatori? No, secondo l'analista Jamie Selway di White cap trading, che definisce il Nyse un titolo «non per i deboli di cuore», perché il suo attuale boom assomiglia troppo all'euforia di fine anni Novanta. La crescita delle quotazioni è motivata dalla scarsa liquidità del flottante e il suo prezzo «giusto» è difficile da valutare. Anche Richard Repetto, analista di Sandler O’Neill, considera il Nyse sopravvalutato (60 volte i profitti previsti per il 2006) e raccomanda a questi prezzi (oltre 80 dollari) di venderlo, prevedendo un ribasso a 48 dollari entro 12 mesi, perché «tutte le buone notizie sono già scontate».
Sul futuro del Nyse in effetti pesano diverse incognite: la trasformazione da «mercato alle grida» (con il ruolo degli specialist, gli intermediari che intervengono a garantire la liquidità dei titoli) a ibrido sempre più automatizzato; l'efficacia degli ulteriori tagli dei costi programmati dall’amministratore delegato John Thain; il tentativo di rubare affari (titoli quotati e volume di trading) ai concorrenti Nasdaq e Amex (la Borsa specializzata sugli Etf); e soprattutto l'esito della ventilata offerta di acquisto dell'Lse, London stock exchange, la maggior Borsa europea e la più internazionale al mondo.
Proprio sull'Lse sono puntati adesso gli occhi degli investitori: le sue quotazioni sono aumentate del 35% da quando il 10 marzo ha respinto l'offerta di acquisto da parte del Nasdaq e c'è chi interpreta questo balzo come solo l'inizio di una corsa per avvicinarsi alle valutazioni, molto più care, delle Borse americane.
Le Borse europee quotate, che oltre all'Lse sono l'Euronext (Parigi, Bruxelles e Amsterdam) e la Deutsche Borse (il cui amministratore delegato Werner Seifert ha dovuto dimettersi l'anno scorso per aver fallito due volte il tentativo di comprare Londra), sono state storicamente scambiate a prezzi pari a 14-15 volte gli utili stimati, contro un rapporto p/u di 20 volte per le Borse americane. Ma ora globalmente le Borse quotate costano 23 volte i loro profitti previsti nel 2007, secondo Andrew Mitchell, analista della finanziaria londinese Fox-Pitt, Kelton, a causa dell'eccitazione degli investitori per le possibili fusioni.
Questo clima sembra propizio alla quotazione anche della Borsa italiana, che sta studiando l'operazione: oggi i suoi vertici sono a New York per la presentazione di una quarantina di società. Ma può essere l'occasione anche per confrontarsi con la fresca esperienza dei colleghi del Nyse.
MARIA TERESA COMETTO