copio incollo da
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Alla conquista di Londra
ultimo aggiornamento: 22 aprile 2006
John A. Thain, presidente del New York Stock Exchange, ha esplicitamente dichiarato che una delle principali
ragioni che hanno portato alla fusione con Archipelago, alla costituzione del NYSE Group Inc. (NYX) ed alla sua
quotazione in borsa, è stata quella di creare le condizioni ottimali per la realizzazione di un ambizioso progetto:
la realizzazione di un mercato finanziario globale integrato, capace di poter funzionare 24 ore al giorno in
maniera tale da coprire tutti i fusi orari del pianeta. Mercato, naturalmente, targato NYSE.
Sempre esplicitamente, John A. Thain ha dichiarato che fra i progetti del NYSE Group Inc. figura l'acquisizione
di una borsa europea ed una asiatica da incorporare nel NYSE Group Inc. Per quanto concerne l'Europa, si dà
quasi per scontato che l'acquisizione dovrebbe riguardare il London Stock Exchange.
Nei primi giorni di marzo, il Nasdaq (che ha una capitalizzazione di 3,7 miliardi, liquidità per 340 milioni e debiti
per 1,2 miliardi) ha presentato una offerta di acquisto per 4,2 miliardi di dollari sul London Stock Exchange. Più
che un gioco d'anticipo, una sortita disperata che infatti è fallita nel giro di pochi giorni.
La verità è che il Nasdaq si rende ben conto che la sua futura sopravvivenza è più legata alle severe leggi
antitrust americane, che alle sue effettive capacità di competere: il NYSE Group Inc. sta creando una seconda
linea di quotazione che, pur mantenendo il prestigioso marchio NYSE, agirà in aperta concorrenza col Nasdaq,
offrendo in più il vantaggio di unire l'efficienza del mercato fisico alla velocità dell'elettronico (Hybrid Market).
Nel mese di aprile, molto probabilmente, il NYSE Group Inc. lancerà la sua offerta sul London Stock Exchange.
Con una capitalizzazione di 12 miliardi, 1,2 miliardi di liquidità e zero debiti, il NYSE Group Inc. possiede i mezzi
per attuarla, ma anche la sensibilità per far sì che questa sia una offerta amichevole e concordata.
Negli ultimi anni il London Stock Exchange è stato più volte oggetto di tentativi di acquisizione. Ci hanno provato
con scarso successo gli svedesi della OMX - il gruppo nordico che unisce le Borse di Copenaghen, Helsinki,
Riga, Stoccolma, Tallinn e Vilnius - come senza esito è stato il tentativo dei tedeschi di Deutsche Börse. Ci ha
fatto un pensiero anche la Borsa paneuropea Euronext, senza peraltro dar seguito al progetto. Una offerta è
pervenuta persino dalla lontana Australia e, l'ultima in ordine di tempo, dal Nasdaq.
Tutte queste offerte, però, sono state rispedite al mittente. Nel caso del NYSE Group Inc. le cose dovrebbero
andare diversamente, d'altra parte un asse fra Londra e New York appare molto più naturale che una alleanza
fra Londra e Stoccolma. Mentre, per i membri del London Stock Exchange, l'essere integrati nel NYSE Group
Inc. non apparirebbe né una rivoluzione né tanto meno una diminutio.
Le fondamenta dell'affare, insomma, ci sono e sono solide, non ultime le affinità culturali ed operative che lega-
no il London Stock Exchange al NYSE dove, per altro, sono quotate tutte le principali blue chips inglesi.