Oi / Pt La saga allucinante... ne verremo mai a capo?

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Stato
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Trattati oggi a Ny 2 milioni di usd di bond oi 2025 a 10,050, dal prezzo non si direbbe una società in buona salute; vediamo cosa si inventano.
 
Trattati oggi a Ny 2 milioni di usd di bond oi 2025 a 10,050, dal prezzo non si direbbe una società in buona salute; vediamo cosa si inventano.
Prezzo da società decotta, altro che uscita dal recovery judicial.
Vediamo se il 5 paga la cedola.
 
Non credo abbia senso pagare il coupon, con quella liquidità potrebbero tranquillamente estinguere buona parte del bond ma, si sa loro sono allergici ai debiti. Di norma si hanno 30 giorni di grazia per il saldo ma la vedo dura.
 
C'è poco da scrivere e tantomeno da stare allegri.
La società non è ancora uscita dal pantano, è solo uscita dalla protezione giudiziaria ( recovery judicial) in quanto formalmente tutti gli adempimenti giudiziari previsti dalla procedura sono stati compiuti.
Formalmente è ritornata "in bonis" ma occorre verificare se sarà in grado di fare fronte alle obbligazioni contratte col piano concordatario e di stare in piedi con le proprie gambe.
Il rating resta CCC, quindi spazzatura della spazzatura con grosse probabilità di default.
Le fine del recovery judicial non vuol dire che la società non possa fallire.
Le probabilità che società finite in concordato preventivo poi nei successivi 5 anni rischino di saltare in aria restano purtroppo molto molto alte.
Grazie per la risposta Accident, ma parliamo di due cose diverse. Che Oi sia gravemente malata, moribonda od in coma e' irrilevante, dato che dovrebbe fare i 100m. piani in 10 secondi per rimettersi in sesto. Noi ci concentriamo su stato patrimoniale e situazione debitoria e finanziaria, quando l'unico motivo di esistenza in vita di Oi è continuare a pagare stipendi per evitare tensioni sociali ed anche ingrassare un po' di consulenti. Ora però, almeno in una breve finestra temporale, a decidere chi deve essere pagato, non è più il tribunale ma gli amministratori della società ed altri tribunali dove siano richieste di pagamento, bloccate dalla RJ. In positivo vuol dire che chi vanta crediti può esigerli e purtroppo che esiste un pericoloso elemento discrezionale nella scelta dei debiti da pagare. Chi si è individualizzato non può richiedere pagamenti perché ha accettato una dilazione, ma può chiedere al Tribunale che non venga dilapidata la liquidità Oi. Chi non si e' individualizzato può chiedere il saldo del debito, come qualsiasi altro creditore.
 
Oi non e' stata risanata, semplicemente con il sotterfugio dell'amministrazione giudiziale e' riuscita a tagliare parte dell'enorme debito. Resta comunque fortemente indebitata, tanto e' vero che starebbe meditando un nuovo ricorso all'amministrazione giudiziale... Praticamente vorrebbe rifare lo stesso giochetto.

Per quanto riguarda il discorso "che chiunque possa esigere il saldo del proprio debito"...

1) Chi all'epoca si rimbocco' le maniche e si fece in quattro per riuscire ad individualizzarsi, al momento si ritrova inserito nella lista dei creditori di OI, e attende paziente (pregando) di vedere il proprio credito (50% del vecchio nominale+interessi, in USD) rimborsato a rate tra estate 2024 e dicembre 2030.

2) Chi all'epoca non fece nulla, al momento creda che debba aspettare fine 2030 per riavere il 20% dell'investimento originario, senza rivalutazioni. Per sicurezza, puo' rivolgersi a chi all'epoca consiglio di non far niente e non individualizzarsi.

Al momento, non credo ci siano altre azioni da fare, se non pregare che i ladri non decidano di fallire nuovamente.
Grazie Massimo per la risposta, che Oi debba ritornare sotto RJ mi pare non sia nè un giochetto, nè una scelta, ma un'evidenza matematica. I bond valevano 10 all'epoca, valgono 10 adesso, cioè valgono la loro cedola. La situazione che ha portato alla richiesta di protezione giuridica. Farsi in quattro per una caccia al tesoro... senza il tesoro... non so, ma sono opinioni. Invece non è un'opinione che la seconda offerta fosse totalmente farlocca, proponendo il 100% di rimborso... oppure il 15% a scelta del debitore. E non è un'opinione il fatto che per salvare il salvabile siano stati fatti figli e figliastri tra i creditori. Per lo swap azionario, mi sarei rimboccato le maniche anch'io :)
Un'ultima cosa, in base a quale documentazione ti risulta il punto 2) ovvero 20% al 2030? A me quello che risulta è che l'assemblea dei creditori a suo tempo abbia avallato il progetto di Oi per fare svariate proposte alla platea dei creditori (dando seguito solo allo swap ed ai debiti necessari al funzionamento, il resto è a bagno maria e quindi vale come "ipotesi") al fine di sgonfiare e procrastinare il debito. Non ho trovato, ed alle mie richieste in merito nessuno ha mai risposto, sentenze che rendessero cogenti queste offerte, nè tantomeno un "altrimenti....". Grazie mille P.S. per favore non ripetete la parola "fallire". Me lo dice ogni 2x3 la banca ed ogni volta devo ripetere che OI NON E' FALLITA! e forse ci aggiungerei un "purtroppo".
 
I non individualizzati avranno il rimborso del credito (teoricamente.. forse se in qualche modo riescono a recuperarlo... :rolleyes:) nel 2038 o con precedente call al 15%.

Unico identificativo del credito è il codice ottenuto all'iscrizione al sito DFKing (che ora non esiste più...).

:nono:

Questa è andata male, ormai sono rassegnata che sono soldi persi...
Grazie Anny1. Per cortesia potresti dirmi da quali documenti ricavi che i non individualizzati avranno il rimborso (intendi al 100% o cosa?) nel 2038 oppure che rientrino in una qualche call obbligatoria? Di call volontarie in teoria ne possono uscire una al mese. Invece riguardo all'identificativo mi pare di poter dire che l'identificativo è un contratto bello spesso, che inizia con "Oi per nessun motivo potrà sottrarsi al pagamento di quanto dovuto, alla scadenza del....". Il sito DFKing serviva non per identificare il credito, ma il suo taglio e dilazione. Tre volte mi sono iscritto, dichiarando che non volevo nè tagliare nè dilazionare il loro debito e tre volte sono stato cancellato, spiegandomi che quella registrazione non c'entrava nulla con la certificazione del credito. Ed in effetti in uno Stato di diritto, una società dovrebbe avere un elenco dei creditori, soprattutto se quotata in borsa, soprattutto se in RJ!
 
Spero di sbagliarmi ma, mi aspetto che il giorno prima del pagamento del coupon facciano richiesta per una nuova rj
A me pare siano due cose diverse: un conto è che non paghino la cedola, e su questo potrei scommettere tutto quello che mi darà Oi :) Un altro conto è che chiedano di nuovo la protezione giuridica al tribunale. Non è che il 6 arriva il plotone d'esecuzione. Potrebbero magari cercare di tirare avanti un po' per fare tutte quelle cose che in RJ non potevano fare (niente di buono ad occhio, ma in via del tutto teorica potrebbero fare operazioni di cessioni fusioni ed acquisizioni, spin off.... magari preparate da tempo, quando insistevano per uscire da RJ). Per me questa operazione è un banale ballon d'essai. Come il soldato in trincea che col bastone fa uscire l'elmetto per vedere quanti cecchini gli sparano e quanti invece dormono od hanno finito le munizioni della speranza.
 
Cari non individualizzati, se ci siete, battete un colpo! :-)
 
Oi SA, the distressed Brazilian telecom operator, asked a court to shield it from creditors ahead of a major debt payment, in what may lead to a second bankruptcy protection process in seven years.
The company, which underwent one of the largest corporate restructurings in Brazil’s history — that began in 2016 and ended just last year — said it needs urgent help to fend off creditors, according to a filing to a Rio de Janeiro court seen by Bloomberg News. Oi said it currently has about 29 billion reais ($5.7 billion) of debt, with half denominated in dollars.

Brazil’s Oi Seeks Creditor Protection Ahead of Debt Payments
 
Oi SA, the distressed Brazilian telecom operator, asked a court to shield it from creditors ahead of a major debt payment, in what may lead to a second bankruptcy protection process in seven years.
The company, which underwent one of the largest corporate restructurings in Brazil’s history — that began in 2016 and ended just last year — said it needs urgent help to fend off creditors, according to a filing to a Rio de Janeiro court seen by Bloomberg News. Oi said it currently has about 29 billion reais ($5.7 billion) of debt, with half denominated in dollars.

Brazil’s Oi Seeks Creditor Protection Ahead of Debt Payments
Eccallà! Grazie mille Fabrib. Quanto è durata? Il tempo di fare "due cosette".
 
Eccallà! Grazie mille Fabrib. Quanto è durata? Il tempo di fare "due cosette".
Oi pede proteção à Justiça e abre caminho para nova recuperação judicial


Oi cerca protezione dai tribunali e apre la strada a una nuova riorganizzazione controllata dal tribunale
Oi cerca protezione dai tribunali e apre la strada a una nuova riorganizzazione controllata dal tribunale
Il provvedimento apre la strada a Oi per presentare una richiesta di recupero giudiziale, che può essere effettuata entro 30 giorni dalla concessione dell'ingiunzione.


Di FolhaPress
02/01/2023 11:16

Thiago Bethonico
San Paolo, SP

Oi ha depositato questo mercoledì (1°) una richiesta di provvedimento cautelare urgente al 7° tribunale commerciale del TJRJ (Corte di giustizia dello Stato di Rio de Janeiro) per evitare che i suoi beni vengano bloccati su richiesta dei creditori. La società afferma di avere debiti per 29 miliardi di BRL.

Il provvedimento apre la strada a Oi per presentare una richiesta di recupero giudiziale, che può essere depositata entro 30 giorni dalla concessione del decreto ingiuntivo. Se confermata, sarà la seconda riorganizzazione giudiziaria della società, il cui precedente processo — il più grande mai portato a termine nella storia del Brasile — si è chiuso poco più di un mese fa, a dicembre.

La richiesta fatta da Oi alla Giustizia questo mercoledì è simile a quella avanzata da Americanas a gennaio, e mira ad anticipare gli effetti di un recupero giudiziario. La crisi del rivenditore, dopo la rivelazione di 20 miliardi di reais in "incongruenze numerabili", è citata addirittura da Oi come argomento a favore della propria richiesta.

Ricercato, Oi non ha risposto fino alla pubblicazione di questo rapporto.

Secondo il documento, redatto da Basilio Advogados, Barbosa Mussnich Aragão Advogados e Salomão Kaiuca Abrahão Raposo Cotta, cui la relazione ha avuto accesso, la richiesta è dovuta a “rischio imminente di danno irreparabile”, al fine di garantire la conservazione del attività della società.

Basilio Advogados e Salomão Kaiuca Abrahão Raposo Cotta sono gli stessi studi legali responsabili della causa di Americanas.
“Il provvedimento ora chiesto non è nuovo per la magistratura di Rio de Janeiro, a maggior ragione dopo l'emblematica (e recentissima) ingiunzione concessa al Grupo Americanas dal MM. Sentenza del 4° Tribunale Commerciale di quella Capitale – e cioè poter evitare il fallimento della suddetta società”, dice Oi nella richiesta.

Nel testo, la società riconosce anche di aver appena lasciato il più grande processo di recupero giudiziario nella storia del Brasile, ma che, “purtroppo, diversi fattori imprevedibili e incontrollabili e la sua attuale situazione economica e finanziaria hanno reso indispensabile il ricorso a procedimenti giudiziari tutela per attuare una nuova fase della sua ristrutturazione e garantire la conservazione dell'impresa, quale grande generatrice di posti di lavoro e di reddito”.

Oi afferma anche che la prima riorganizzazione giudiziaria è stata “indiscutibilmente riuscita”, ma che la struttura del capitale della società rimane insostenibile.

“Ci sono circa 29 miliardi di BRL di soli debiti finanziari, con titolari di ECA, obbligazionisti e banche nazionali, e più della metà di questo importo è legato alla valuta statunitense, correndo il rischio di aumento a causa delle fluttuazioni dei tassi di cambio”, afferma il documento. .

Nella richiesta di tutela, la società afferma che il mancato pagamento di oltre R$ 600 milioni in scadenza il 5 febbraio comporterebbe la scadenza anticipata della quasi totalità del debito finanziario (R$ 29 miliardi), per effetto delle clausole previste nei loro contratti finanziari.

Oi sostiene inoltre che il cambio di strategia dopo l'ultimo recupero giudiziario, con un focus sui servizi in fibra ottica, le ha permesso di ridurre l'indebitamento, ma non a sufficienza.

Inoltre, le ipotesi normative non si sarebbero concretizzate, con un impatto negativo sulle operazioni di Tele. La società afferma ancora di aver investito “tempo e denaro” nei mesi scorsi nel tentativo di raggiungere un accordo stragiudiziale con i suoi principali creditori finanziari.

Filipe Denki, direttore della Commission for Business Recovery and Bankruptcy of the Federal Council of OAB e partner di Lara Martins Advogados, classifica la richiesta di tutela come “una bomba”, visto che Oi ha appena lasciato un recupero giudiziario.

Ricorda che, se le passività dichiarate saranno confermate dopo un'eventuale richiesta di RJ, Oi comparirà due volte nell'elenco delle cinque maggiori operazioni di recupero nella storia del Brasile: al secondo e al quinto posto.

La classifica è guidata da Odebrecht (R$ 80 miliardi), seguita da Oi (R$ 65 miliardi) e Samarco (R$ 55 miliardi). Al quarto posto appare la causa Americanas (43 miliardi di R$).

La legislazione vieta alle società di richiedere nuovamente il recupero giudiziario entro un periodo di cinque anni. Tuttavia, i legali sostengono nell'istanza che il primo recupero non costituisce ostacolo alla concessione della misura cautelare, considerato che sono trascorsi cinque anni dall'accoglimento dell'ultimo processo, avvenuto nel febbraio 2018.

Oi ha presentato istanza di recupero giudiziario nel giugno 2016, presso la Corte di giustizia di Rio de Janeiro, dopo aver accumulato un debito lordo di circa 65 miliardi di R$, con oltre 55mila creditori.

TIM, Claro e Telefônica Brasil si sono aggiudicate all'asta a fine 2020 il diritto sugli asset mobili di Oi con una proposta congiunta di 16,5 miliardi di R$, ma il valore è oggetto di contestazione.
A dicembre, come rivelato dalla colonna del Panel, i membri del gruppo di transizione del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) avevano espresso preoccupazione per il recupero giudiziario di Oi. A quel tempo, il processo di recupero era ancora in corso.
I membri erano preoccupati per il rischio che la società fallisse e lasciasse il sindacato per assumere la concessione o non avere continuità di servizi, danneggiando la popolazione brasiliana.
 
(y) Così abbiamo scoperto che tra i disastri imprevedibili ci sono gli asteroidi, i terremoti e... la prossima cedola in scadenza!

Oi pede proteção à Justiça e abre caminho para nova recuperação judicial


Oi cerca protezione dai tribunali e apre la strada a una nuova riorganizzazione controllata dal tribunale
Oi cerca protezione dai tribunali e apre la strada a una nuova riorganizzazione controllata dal tribunale
Il provvedimento apre la strada a Oi per presentare una richiesta di recupero giudiziale, che può essere effettuata entro 30 giorni dalla concessione dell'ingiunzione.


Di FolhaPress
02/01/2023 11:16

Thiago Bethonico
San Paolo, SP

Oi ha depositato questo mercoledì (1°) una richiesta di provvedimento cautelare urgente al 7° tribunale commerciale del TJRJ (Corte di giustizia dello Stato di Rio de Janeiro) per evitare che i suoi beni vengano bloccati su richiesta dei creditori. La società afferma di avere debiti per 29 miliardi di BRL.

Il provvedimento apre la strada a Oi per presentare una richiesta di recupero giudiziale, che può essere depositata entro 30 giorni dalla concessione del decreto ingiuntivo. Se confermata, sarà la seconda riorganizzazione giudiziaria della società, il cui precedente processo — il più grande mai portato a termine nella storia del Brasile — si è chiuso poco più di un mese fa, a dicembre.

La richiesta fatta da Oi alla Giustizia questo mercoledì è simile a quella avanzata da Americanas a gennaio, e mira ad anticipare gli effetti di un recupero giudiziario. La crisi del rivenditore, dopo la rivelazione di 20 miliardi di reais in "incongruenze numerabili", è citata addirittura da Oi come argomento a favore della propria richiesta.

Ricercato, Oi non ha risposto fino alla pubblicazione di questo rapporto.

Secondo il documento, redatto da Basilio Advogados, Barbosa Mussnich Aragão Advogados e Salomão Kaiuca Abrahão Raposo Cotta, cui la relazione ha avuto accesso, la richiesta è dovuta a “rischio imminente di danno irreparabile”, al fine di garantire la conservazione del attività della società.

Basilio Advogados e Salomão Kaiuca Abrahão Raposo Cotta sono gli stessi studi legali responsabili della causa di Americanas.
“Il provvedimento ora chiesto non è nuovo per la magistratura di Rio de Janeiro, a maggior ragione dopo l'emblematica (e recentissima) ingiunzione concessa al Grupo Americanas dal MM. Sentenza del 4° Tribunale Commerciale di quella Capitale – e cioè poter evitare il fallimento della suddetta società”, dice Oi nella richiesta.

Nel testo, la società riconosce anche di aver appena lasciato il più grande processo di recupero giudiziario nella storia del Brasile, ma che, “purtroppo, diversi fattori imprevedibili e incontrollabili e la sua attuale situazione economica e finanziaria hanno reso indispensabile il ricorso a procedimenti giudiziari tutela per attuare una nuova fase della sua ristrutturazione e garantire la conservazione dell'impresa, quale grande generatrice di posti di lavoro e di reddito”.

Oi afferma anche che la prima riorganizzazione giudiziaria è stata “indiscutibilmente riuscita”, ma che la struttura del capitale della società rimane insostenibile.

“Ci sono circa 29 miliardi di BRL di soli debiti finanziari, con titolari di ECA, obbligazionisti e banche nazionali, e più della metà di questo importo è legato alla valuta statunitense, correndo il rischio di aumento a causa delle fluttuazioni dei tassi di cambio”, afferma il documento. .

Nella richiesta di tutela, la società afferma che il mancato pagamento di oltre R$ 600 milioni in scadenza il 5 febbraio comporterebbe la scadenza anticipata della quasi totalità del debito finanziario (R$ 29 miliardi), per effetto delle clausole previste nei loro contratti finanziari.

Oi sostiene inoltre che il cambio di strategia dopo l'ultimo recupero giudiziario, con un focus sui servizi in fibra ottica, le ha permesso di ridurre l'indebitamento, ma non a sufficienza.

Inoltre, le ipotesi normative non si sarebbero concretizzate, con un impatto negativo sulle operazioni di Tele. La società afferma ancora di aver investito “tempo e denaro” nei mesi scorsi nel tentativo di raggiungere un accordo stragiudiziale con i suoi principali creditori finanziari.

Filipe Denki, direttore della Commission for Business Recovery and Bankruptcy of the Federal Council of OAB e partner di Lara Martins Advogados, classifica la richiesta di tutela come “una bomba”, visto che Oi ha appena lasciato un recupero giudiziario.

Ricorda che, se le passività dichiarate saranno confermate dopo un'eventuale richiesta di RJ, Oi comparirà due volte nell'elenco delle cinque maggiori operazioni di recupero nella storia del Brasile: al secondo e al quinto posto.

La classifica è guidata da Odebrecht (R$ 80 miliardi), seguita da Oi (R$ 65 miliardi) e Samarco (R$ 55 miliardi). Al quarto posto appare la causa Americanas (43 miliardi di R$).

La legislazione vieta alle società di richiedere nuovamente il recupero giudiziario entro un periodo di cinque anni. Tuttavia, i legali sostengono nell'istanza che il primo recupero non costituisce ostacolo alla concessione della misura cautelare, considerato che sono trascorsi cinque anni dall'accoglimento dell'ultimo processo, avvenuto nel febbraio 2018.

Oi ha presentato istanza di recupero giudiziario nel giugno 2016, presso la Corte di giustizia di Rio de Janeiro, dopo aver accumulato un debito lordo di circa 65 miliardi di R$, con oltre 55mila creditori.

TIM, Claro e Telefônica Brasil si sono aggiudicate all'asta a fine 2020 il diritto sugli asset mobili di Oi con una proposta congiunta di 16,5 miliardi di R$, ma il valore è oggetto di contestazione.
A dicembre, come rivelato dalla colonna del Panel, i membri del gruppo di transizione del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) avevano espresso preoccupazione per il recupero giudiziario di Oi. A quel tempo, il processo di recupero era ancora in corso.
I membri erano preoccupati per il rischio che la società fallisse e lasciasse il sindacato per assumere la concessione o non avere continuità di servizi, danneggiando la popolazione brasiliana.
 
quindi di fatto non pagheranno la cedola e per evitare il default dopo il gp tentano di ritornare in rj...quindi a questo punto l'8 marzo (30 gg. di grace period) o la società sarà in default o sarà sotto un nuovo recupero giudiziario, una terza via non c'è.

adesso per gli individualizzati (50ino) sarebbe da capire com'è l'inquadramento legale del 50ino per capirne seniority e eventuali "garanzie" (per modo di dire).
 
Ultima modifica:
"La legislazione vieta alle società di richiedere nuovamente il recupero giudiziario entro un periodo di cinque anni. Tuttavia, i legali sostengono nell'istanza che il primo recupero non costituisce ostacolo alla concessione della misura cautelare, considerato che sono trascorsi cinque anni dall'accoglimento dell'ultimo processo, avvenuto nel febbraio 2018"


e mò voglio vedere.....

i 5 anni decorrono dalla chiusura della precedente, non dall'ammissione alla prima richiesta.....
 
Intanto ringrazio tutti quelli che scrivono così da consentire a tutti noi di essere aggiornati su questa triste vicenda.
Premetto che non sono un esperto e, quindi, mi rivolgo a chi gentilmente mi può rispondere.
La prima questione che mi pongo è che, se non ho capito male, molti grossi creditori hanno convertito i loro crediti in azioni; quindi dovrebbere avere interesse a mantenere in piedi la società perchè in caso di fallimento non prenderebbero niente; è corretto?
La seconda domanda è: se questi rentrano in una seconda procedura di recupero che nè è degli "accordi" raggiunti con i creditori in quella precedente in punto di quantità e tempi del rimborso?
Grazie mille a chi vorrà rispondere.
 
Intanto ringrazio tutti quelli che scrivono così da consentire a tutti noi di essere aggiornati su questa triste vicenda.
Premetto che non sono un esperto e, quindi, mi rivolgo a chi gentilmente mi può rispondere.
La prima questione che mi pongo è che, se non ho capito male, molti grossi creditori hanno convertito i loro crediti in azioni; quindi dovrebbere avere interesse a mantenere in piedi la società perchè in caso di fallimento non prenderebbero niente; è corretto?
La seconda domanda è: se questi rentrano in una seconda procedura di recupero che nè è degli "accordi" raggiunti con i creditori in quella precedente in punto di quantità e tempi del rimborso?
Grazie mille a chi vorrà rispondere.


Per la prima:

l'azionariato ,dopo la prima conversione dei grossi fondi speculativi che avevano comperato le obbligazioni defaulate in vista della conversione, potrebbe essere sensibilmente cambiato a distanza di 5 anni.
Occorrerbbe verificare ora chi ha la maggioranza e cosa avrebbe interesse a fare.

Per la seconda:

se entrano( per miracolo) in un nuovo recovery judicial, si potrebbe mettere di nuovo tutto in discussione, compreso quanto precedentemente pattuito e ristrutturato


questo è ( tristemente)
 
Per la prima:

l'azionariato ,dopo la prima conversione dei grossi fondi speculativi che avevano comperato le obbligazioni defaulate in vista della conversione, potrebbe essere sensibilmente cambiato a distanza di 5 anni.
Occorrerbbe verificare ora chi ha la maggioranza e cosa avrebbe interesse a fare.

Per la seconda:

se entrano( per miracolo) in un nuovo recovery judicial, si potrebbe mettere di nuovo tutto in discussione, compreso quanto precedentemente pattuito e ristrutturato


questo è ( tristemente)
Grazie mille.
 
In punta di diritto non sarebbe accettata un nuova rj ma troveranno un modo altrimenti sarà fallimento e non credo che convenga ad alcuno, si sono venduti quasi tutto e i soldi sono spariti, rimane solo una quota della fibra e i debiti, meglio cercare di tirare avanti e, per i credenti, pregare.
 
"La legislazione vieta alle società di richiedere nuovamente il recupero giudiziario entro un periodo di cinque anni. Tuttavia, i legali sostengono nell'istanza che il primo recupero non costituisce ostacolo alla concessione della misura cautelare, considerato che sono trascorsi cinque anni dall'accoglimento dell'ultimo processo, avvenuto nel febbraio 2018"


e mò voglio vedere.....

i 5 anni decorrono dalla chiusura della precedente, non dall'ammissione alla prima richiesta.....
Fosse come dicono i legali e’ una barzelletta.
qursti hanno matematicamente aspettato 5 anni per richiedere un altro rj.
hanno provato , con i detentori del bond 2025 a trovare un accordo, non l’hanno trovato e hanno richiesto un altra rj.
circa 2/3 mesi fa per uscire dalla prima rj, se non sbaglio, o il giudice o oi non ricordo fecero un documento dove dicevano che l’azienda era perfettamente solvibile e in grado di adempiere Agli obblighi con i creditori nel futuro
chi ha il documento lo metta please
ovviamente con un altra rj tutto il debito sarà ristrutturato ancora.
meglio chiudere oi e recuperare poco piuttosto che stare a perdere tempo con questi delinquenti
 
Stato
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