Oi / Pt La saga allucinante... ne verremo mai a capo?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Walter il Brasile è una barzelletta, basta vedere che hanno rieletto uno stracondannato per corruzione che si è fatto un anno e rotti di galera e poi un suo sodale ha deciso che c’era un difetto di giurisdizione, andava giudicato a Brasilia e non a Curitiba e opla’ tutto risolto e ora se Bolsonaro torna da Miami lo mettono dentro per un motivo qualsiasi.
 
Nel comunicato ufficiale di richiesta di rj che ho ricevuto ora da oi si parla di “potenziale rinegoziazione di alcuni debiti” boh, da interpretare.
 
Nel comunicato ufficiale di richiesta di rj che ho ricevuto ora da oi si parla di “potenziale rinegoziazione di alcuni debiti” boh, da interpretare.
beh a differenza dell'altra volta dove i retail possedevano lo stesso debito dei grossi, oggi siamo quasi tutti rinchiusi nella riserva Loan (sullo zc l'haicut lo possono fare liberamente), potrebbe essere che gli venga più incasinato trattare con centinaia di piccoli per qualche decina di milioni che tenerlo così com'è, visto anche che tanto prima di 18 mesi non devono pagare, e comunque per 3 anni pagherebbero veramente poco...

a questo punto è tutto in divenire, intanto vediamo tra 30 gg. che decide il tribunale, poi da lì si capirà cosa succede durante il 2023
 
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beh a differenza dell'altra volta dove i retail possedevano lo stesso debito dei grossi, oggi siamo quasi tutti rinchiusi nella riserva Loan (sullo zc l'haicut lo possono fare liberamente), potrebbe essere che gli venga più incasinato trattare con centinaia di piccoli per qualche decina di milioni che tenerlo così com'è, visto anche che tanto prima di 18 mesi non devono pagare, e comunque per 3 anni pagherebbero veramente poco...

a questo punto è tutto in divenire, intanto vediamo tra 30 gg. che decide il tribunale, poi da lì si capirà cosa succede durante il 2023

se vanno in rj ristrutturano tutto
 
Non è detto, la quasi totalità del debito è con le banche che sono le più riottose, i due bonds possono essere gestiti a lungo , il loan è ridicolo in confronto e per i non individualizzati sono briciole, vediamo.
 
Comunque la situazione è questa:

L'indebitamento finanziario attuale della società di telecomunicazioni è di 29.000 milioni di reais (circa 5.800 milioni di dollari), di cui il pagamento di 600 milioni di reais (circa 120 milioni di dollari) è previsto per domenica prossima.


Se non hanno in cassa 120 milioni di usd ( circa 110 milioni di euro) per pagare la cedola della 2025 stanno proprio alla canna del gas!

Il default sulla cedola farebbe scattare automaticamente le richieste di esigibilità di parte del debito.
 
se vanno in rj ristrutturano tutto
Ciao Walter, sono d'accordo con te e questa potrebbe essere anche la ragione di questa toccata e fuga fuori da RJ, in vista dei rimborsi dei prossimi anni. Quando hanno fatto le due proposte (riguardo ai non individualizzati ho già letto tutto ed il suo contrario, ma non ho ancora mai visto una pezza d'appoggio per le varie ipotesi, e questo è grave perché non ci si rende conto che su quel dettaglio si basa la credibilità e stabilità del sistema creditizio) facevano conto che al momento dei pagamenti sarebbero stati fuori da RJ, ricchi, belli e felici. Non conosco l'esegesi delle fonti giuridiche brasiliane ma ad occhio RJ batte 50ino per farla breve. Per evitare contenziosi, includere i creditori sopraggiunti (confermatemi voi, ma i possessori dei bond di cui scade la cedola il 5 febbraio, mica hanno firmato accordi, altrimenti non ci sarebbe il problema di pagare le loro cedole, se non ai non individualizzati) e dare un'altra bella sforbiciata, con taglio e dilazione, la soluzione più pulita è preparare nuovi moduli più complicati e procedure più tortuose.
 
Convocata per il 6 marzo assemblea straordinaria per deliberare riduzione consiglio da 9 a 7 e nomina nuovi consiglieri( quelli vecchi sono già sazi).
 
Ciao Walter, sono d'accordo con te e questa potrebbe essere anche la ragione di questa toccata e fuga fuori da RJ, in vista dei rimborsi dei prossimi anni. Quando hanno fatto le due proposte (riguardo ai non individualizzati ho già letto tutto ed il suo contrario, ma non ho ancora mai visto una pezza d'appoggio per le varie ipotesi, e questo è grave perché non ci si rende conto che su quel dettaglio si basa la credibilità e stabilità del sistema creditizio) facevano conto che al momento dei pagamenti sarebbero stati fuori da RJ, ricchi, belli e felici. Non conosco l'esegesi delle fonti giuridiche brasiliane ma ad occhio RJ batte 50ino per farla breve. Per evitare contenziosi, includere i creditori sopraggiunti (confermatemi voi, ma i possessori dei bond di cui scade la cedola il 5 febbraio, mica hanno firmato accordi, altrimenti non ci sarebbe il problema di pagare le loro cedole, se non ai non individualizzati) e dare un'altra bella sforbiciata, con taglio e dilazione, la soluzione più pulita è preparare nuovi moduli più complicati e procedure più tortuose.
Ti sei perso qualche passaggio ( ma sei scusato poichè è passato del tempo).
I possessori dei bond 2025 cedola 10% sono quelli frutto del concambio concordatario individualizzati per credito superiore ai 750.000 USD
( cd Qualified recovery).
Accordo c'è stato, concambio scelto ed accettato.

Il problema di pagare la cedola c'è ed ben evidente: debbono pagare circa 120 milioni di USD di cedola;
NON HANNO SOLDI IN CASSA.
Se salta la cedola, scatta AUTOMANTICAMENTE la clausola della richiesta di rimborso anticipato SU BUONA PARTE del DEBITO FINANZIARIO ( banche in primis).
Senza l'ombrello del Recovery judicial ci sarebbe una CARNEFICINA nelle richieste di PIGNORAMENTO dei BENI e escussioni pure sulle MUTANDE di ABREU, senza se e senza ma da parte di GRAN PARTE DEI CREDITORI che si getterebbero( SENZA ORDINE) a capofitto sulle misere spoglie di ciò che è rimasto delle OSSA.
 
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Reputo che per una società che ha emesso titoli obbligazionari in mezzo mondo, alcuni li ha pure rinegoziati con nuovi bond (vedi quello della sussidiaria olandese Oi Holding Cooperatief scadenza 2021) prima ancora che pagassero la cedola, per poi presentare la richiesta di protezione e ristrutturazione del debito un attimo prima della scadenza della cedola del nuovo titolo, che ha già compiuto il primo lungo percorso di ristrutturazione del debito e recupero giudiziario, del piano di vendita di tutti gli asset non core e di buona parte di quelli core, una nuova richiesta di protezione dai creditori per evitare il fallimento in caso di crisi di liquidità possa essere ammissibile, ma il passo immediatamente successivo dovrebbe essere la pretesa dell'aumento di capitale da comunicare al consiglio di amministrazione, sempre che la società voglia continuare a operare nel mercato delle telecomunicazioni federali.
Penso che, anche in un paese come il Brasile, ci possano essere delle norme finanziarie che possano indurre il Tribunale competente a pronunciarsi in casi del genere, bocciando una seconda ristrutturazione della porzione di debito già ristrutturata, promuovendo e approvando, invece, la sola protezione atta alla imposizione agli azionisti dei provvedimenti rivolti al ripristino della sostenibilità con la scelta tra le alternative aumento di capitale oppure conversione del debito in azioni. Sarebbe inoltre opportuno che si facesse chiarezza sul piano di pagamento dei debiti nel nuovo business plan, con cartolarizzazione di Loan e Entitlements in veri e propri titoli.
 
Chiamarli figli di buona donna è un complimento.
Erano riusciti a non pagare la cedola di Oi 2020 (credo) per poche ore facendo riferimento alla differenza di fuso orario tra l'Olanda e il Brasile.
Fortunatamente ero uscito a 37 con grande loss, vi auguro di recuperare il più possibile.
 
Oi crisi (di nuovo): dov'è la soluzione?
Samuel Possebon
02/02/23

Di nuovo... a Ciao. Poche aziende in questi quasi 25 anni di privatizzazione del Sistema Telebrás hanno avuto tante crisi e problemi come l'operatore. La società nasce nel 1998, sempre come Telemar, dopo che le circostanze dell'asta di privatizzazione fecero cadere la società in un consorzio di società considerato avventuroso dall'allora Ministro delle Comunicazioni, Sérgio Motta (che chiamò il gruppo Telegangue). . Iniziò una storia di innumerevoli episodi di abusi e controversie sociali.

Oi era anche, alle sue origini, un'azienda estremamente dipendente dagli aiuti del governo attraverso investimenti BNDES e fondi pensione pubblici. La situazione peggiorò ancora di più quando, nel 2008, l'allora governo Lula modificò il decreto del Plano Geral de Outorgas per consentire la fusione con Brasil Telecom, dando vita a Oi nella dimensione geografica odierna. Brasil Telecom è stata un'altra società “abusata” dagli azionisti, a dir poco, anche a discapito delle risorse dei fondi pensione. Separatamente, Telemar e Brasil Telecom avevano già accumulato tonnellate di multe e procedimenti amministrativi in Anatel, pesanti obblighi normativi e debiti finanziari. Sommati insieme nella fusione che ha creato Oi, questi problemi si sono intensificati. E dopo la disastrosa fusione con Portugal Telecom nel 2012,

Da allora, gli azionisti di Oi sono cambiati completamente. Protagonisti del primo decennio di esistenza dell'azienda, alcuni hanno addirittura arrestato dirigenti per scandali di corruzione, in Brasile e all'estero, come Opportunity, Andrade Gutierrez e Portugal Telecom. Altri, curiosamente, riaffiorano nel bel mezzo di uno dei più grandi scandali di frode contabile in Brasile con Lojas Americanas: è il caso del trio G3 Capital (Telles, Lemann e Sicupira, soci di Telemar in passato tramite GP).

Sta di fatto che dal 2016 in poi, a seguito di anni di soprusi, Oi ha avviato un recupero giudiziario di oltre sei anni, il più grande del Brasile per importi e tempi e terminato solo lo scorso dicembre. Per uscire dalla ripresa ha venduto praticamente tutti gli asset più rilevanti, come l'esercizio mobile e il controllo della rete in fibra. Ma questa settimana ha chiarito che è, ancora una volta, sull'orlo di un nuovo processo di recupero giudiziario.

Passato e presente

Tutto questo per dire che l'unica cosa che accomuna l'Oi di 25 anni fa con l'Oi di oggi è la sua concessione di telefonia fissa (STFC). E forse questo è uno dei maggiori problemi dell'azienda (scontando, ovviamente, il passato di ricorrenti abusi aziendali e la crisi del patrimonio). La concessione, che è stata il grande oggetto di avidità degli investitori nella privatizzazione di Telebrás un quarto di secolo fa, e che per molti anni è stata una redditizia vacca da mungere con le entrate ricorrenti di un abbonamento base garantito dalla legge, è oggi un onere per la sopravvivenza dell'azienda, perché costa molto, porta pochi introiti, ha un enorme peso normativo e allontana l'interesse di nuovi investitori.

Con pochi beni disponibili da alienare, in gran parte già bruciati nel primo risanamento giudiziario, una probabile seconda stagione del recupero di Oi avrà due possibili focus: la proroga dei termini e il taglio dei debiti dei creditori, e la ricerca di da un'opzione di capitalizzazione. Non è una novità che Oi stia cercando un partner. Ma nessuno vuole diventare concessionario STFC, con tanti obblighi e incertezze normative, come l'emissione di beni reversibili, i conguagli dovuti, le migliaia di cause legali, alcune risalenti a più di due decenni fa, una rete obsoleta, un servizio in progresso da sostituire completamente...

Porre fine alla concessione è relativamente semplice sulla carta: c'è chi analizza che, trattandosi di un servizio erogato dal sistema pubblico, basterebbe un decreto presidenziale per escludere la STFC da questo tipo di servizio. Un decreto dipende solo dalla volontà del Presidente della Repubblica, così come è stato fatto nel 2008, con il cambio del PGO per consentire la fusione con Brasil Telecom. Ma farlo, anche se legalmente possibile, comporta un enorme onere politico che il governo dovrebbe assumersi.

Soprattutto perché si è creata l'aspettativa che ci sarebbero stati vantaggi diretti per la società con la migrazione della concessione al regime privato, dell'autorizzazione, quando è stata discussa e approvata la Legge 13.879/2019, con il Nuovo Modello delle Telecomunicazioni. Questa migrazione comporterebbe investimenti in banda larga, espansione delle infrastrutture… Cose che, ovviamente, non accadranno con Oi in Recupero Giudiziario. Spetterà al governo decidere quale onere sia maggiore: quello di voltare pagina con la fine dell'inserimento della STFC nel regime pubblico o l'onere di assumersi l'obbligo di erogare il servizio qualora Oi non fosse più in grado di fare così. Ricordando che ciò che viene fatto per Oi dovrebbe, in teoria, essere fatto a vantaggio di Telefônica, Algar, Sercomtel e Claro, anch'esse concessionarie con le stesse responsabilità.

Inoltre, anche se si finisce in un colpo con la fornitura di STFC in regime pubblico, ci sono contratti di concessione in vigore, che necessiterebbero di una destinazione, ed eventualmente ci sarebbe la giudizializzazione per presunte indennità per beni reversibili, condizioni di obbligazioni non mantenute, ecc. Non è semplice, ma è già successo: il primo tipo di servizio mobile in Brasile, l'SMC (Serviço Móvel Celular), è stato fornito in concessione, ed è stato convertito in autorizzazione con la creazione dell'SMP (Personal Mobile Service) .

soluzione traumatica

Un altro percorso per Oi, traumatico per i creditori ei fornitori dell'azienda, sarebbe un fallimento controllato, con la continuità delle sue attività. Più o meno come è successo con Eletronet. È una soluzione traumatica, ma che evita grossi problemi normativi e preserva l'operazione. Il problema è che tra i creditori che smetterebbero di ricevere ci sono, appunto, lo Stato e le banche pubbliche.

Ma è innegabile che, nell'attuale situazione economica di Oi, il fallimento sarebbe inevitabile se l'operatore non avesse potuto revocare il primo recupero giudiziario solo 45 giorni fa. Ora, la società ha ancora la possibilità di un nuovo risanamento mediato dalla Giustizia per cercare di aggiustare la sua vita con i creditori.


Rimane la possibilità di un accordo di migrazione dalle concessioni di telefonia fissa alle autorizzazioni, ma in linea con i processi arbitrali dell'operatore con l'Anatel, in modo che l'eventuale saldo da una parte venga detratto dal debito dall'altra, se riconosciuto. Oi, ad esempio, ha posto 16 miliardi di reais come valore di riferimento per l'arbitrato, ed è molto probabile che questo valore, dopo perizie e presentazione di documenti, debba essere aumentato. D'altra parte, Anatel ha espresso la sua comprensione, ancora in attesa dell'analisi da parte di TCU, che la migrazione dalla concessione all'autorizzazione da parte di Oi dovrebbe avere un prezzo di R$ 12 miliardi. Questa è la dimensione dei valori sul tavolo.

Lasciando la concessione per l'autorizzazione, Oi apre la strada ad un nuovo investitore. Ma non è qualcosa di immediato e dipende da un'intesa tra Anatel, Corte Federale dei Conti, AGU (che difende Anatel nell'arbitrato) e gli altri attori del mercato, poiché una soluzione di questo tipo dovrebbe essere isonomica anche per tutti i concessionari.

Fatto sta che su Oi grava ancora il peso di questi ultimi 25 anni. La materializzazione di questo passato è la concessione della telefonia fissa. Dopo aver perso la possibilità di risolvere il problema nei suoi primi due mandati da presidente, ironia della sorte, il disinnesco della bomba è stato lasciato alla terza amministrazione Lula.
 
La giustizia anticipa in parte gli effetti del recupero giudiziario di Oi


La società aveva chiesto al tribunale un'ingiunzione per tutelarla dai creditori con i quali ha un debito di circa 29 miliardi di reais

dalla Cnn


Il 7 ° tribunale commerciale del distretto giudiziario di Rio de Janeiro ha anticipato, questo giovedì (2), in parte gli effetti del recupero giudiziario di Oi
.

La società era uscita da un processo di risanamento nel dicembre dello scorso anno. Nel nuovo ricorso, il giudice Fernando Cesar Ferreira Viana sostiene che gli effetti della richiesta non sono stati ancora stabilizzati dalla decisione definitiva e inappellabile dei formulatori OI SA, Portugal Telecom International Finance BV e Oi Brasil Holdings Cooperatief UA



Tale avvertenza è rilevante perché, in una recente decisione, il 4° collegio della Corte superiore di giustizia (STJ) ha compreso che, mentre la decisione che pone fine al riordino giudiziario non è diventata definitiva e inappellabile, la competenza del tribunale di riordino rimane per il amministrazione dei beni del recuperante”, spiega.



In questo contesto, se questo tribunale ha ancora la competenza per gestire i beni dei ricorrenti, anche se il primo riordino giudiziale depositato è chiuso, si deve anche ritenere che permane la necessità di osservare la norma di prevenzione contenuta nel § 8 dell'art. arte. 6 della Legge 11.101/2005”, ha proseguito.

L'articolo citato recita: “ Art. 6 La dichiarazione di fallimento o il rinvio del procedimento di recupero giudiziale implica: § 8 La distribuzione della domanda di fallimento o di recupero giudiziale o di approvazione del recupero stragiudiziale impedisce la giurisdizione per qualsiasi altra domanda di fallimento, recupero giudiziale o approvazione di recupero stragiudiziale relativa allo stesso debitore .”

Da lì è stato definito:

  • Sospensione dell'esecutività di tutte le obbligazioni relative agli strumenti stipulati con gli enti elencati, ad esempio, nell'elenco allegato allo straordinario, e tutti i soggetti dei loro raggruppamenti economici (e loro successori e aventi causa a qualsiasi titolo), che costituiscono crediti soggetto al processo di riordino giudiziario principale, ai sensi della LRF, ma non solo, e la sospensione deve essere estesa a tutti gli altri atti legati agli enti elencati in allegato e a tutti i soggetti dei loro gruppi economici (e loro successori e aventi causa a qualsiasi titolo), nonché gli atti eventualmente dichiarati estinti e/o scaduti anticipatamente alla data della presente richiesta, gli effetti dell'inadempimento, ivi compresi, per il riconoscimento della morosità, e le eventuali pretese di ritenzione, pignoramento , attaccamento,sequestro, perquisizione e sequestro, risarcimento e sequestro giudiziale o stragiudiziale dei beni dei Richiedenti, derivanti da pretese giudiziali o stragiudiziali, nonché l'esecuzione e la riscossione di somme di proprietà dei Richiedenti, provvisoriamente di proprietà di terzi, in particolare quelli relativi al pagamento degli interessi agli obbligazionisti qualificati ai sensi del PRJ, e alla Fundação Atlântico de Seguridade Social, sempre ai sensi del PRJ, con scadenza 2.6.2023;in particolare quelli relativi al pagamento degli interessi agli obbligazionisti qualificati ai sensi del PRJ, e alla Fundação Atlântico de Seguridade Social, sempre ai sensi del PRJ, con scadenza 2.6.2023;in particolare quelli relativi al pagamento degli interessi agli obbligazionisti qualificati ai sensi del PRJ, e alla Fundação Atlântico de Seguridade Social, sempre ai sensi del PRJ, con scadenza 2.6.2023;
  • A sustação dos efeitos de toda e qualquer cláusula que, em razão deste pedido cautelar preparatório de recuperação, do futuro pedido de recuperação judicial e/ou das circunstâncias inerentes ao seu estado de crise, (a) imponha o vencimento antecipado das dívidas e/ou dos contratos celebrados pelas Requerentes, e/ou (b) autorize a suspensão e/ou a rescisão de contratos com fornecedores de produtos e serviços essenciais para o Grupo Oi, determinando-se que os fornecedores de produtos e serviços essenciais não alterem unilateralmente os volumes de produtos e/ou serviços fornecidos tão somente em razão deste pedido cautelar, do futuro pedido de recuperação judicial e/ou das circunstâncias inerentes ao seu estado de crise;
  • Determinare la rinuncia a presentare certificati di nulla osta in qualsiasi circostanza, anche per l'esercizio della propria attività da parte dei Richiedenti e per l'ottenimento di agevolazioni fiscali.
Mercoledì scorso (1°) la società aveva chiesto al tribunale un'ingiunzione per proteggerla dai creditori con i quali detiene circa 29 miliardi di R$ di debito , comprese banche e obbligazionisti.

L'argomentazione utilizzata è stata che ha cercato di raggiungere un accordo con i creditori per rifinanziare il suo debito, ma finora non ha avuto successo.

Oi ha detto che non può pagare R $ 600 milioni dovuti agli obbligazionisti il 5 febbraio, il che innescherebbe un'accelerazione di quasi tutti i debiti finanziari della società.

Dopo che il caso è stato confermato in un fatto materiale, le azioni ordinarie di Oi hanno chiuso in ribasso del 31,78% a 1,61 R$ .
 
Chiamarli figli di buona donna è un complimento.
Erano riusciti a non pagare la cedola di Oi 2020 (credo) per poche ore facendo riferimento alla differenza di fuso orario tra l'Olanda e il Brasile.
Fortunatamente ero uscito a 37 con grande loss, vi auguro di recuperare il più possibile.
Se ci ripenso, mi sale ancora una rabbia... :wall: Ricordo ancora i post qui sul Fol, il valzer di cedole accreditate e poi stornate...
Io all'epoca, dopo un primo gain fantastico fatto sulla OI, mi ero spostato con tutto sulla PT 2017, perche' non mi fidavo della tenuta di OI sul lungo periodo... Purtroppo avrei fatto meglio a rimanere del tutto fuori, con il senno di poi...

Il dispiacere piu' grande e' ripensare a quando, dopo l'esclusione delle obbligazioni dal TLX, provai a vendere le mie PT in OTC... Se ben ricordo, provai a vendere a 45, basandomi sui dati di Francoforte... DA IWB mi dissero che 45 non c'era, di provare con 40... Io stupidamente rifiutai, dissi che avrei riprovato nei giorni successivi... Dopo alcune settimane, comincio' la saga della ristrutturazione, e quindi l'opzione OTC sfumo' per sempre. :vomito:
 
Quindi le clausole che impongono la scadenza anticipata di debiti e contratti risultano sospese. la società mi pare non sia interessata a un periodo di grazia, ma l'obiettivo principale è sicuramente evitare la procedura fallimentare.
Mi sembra che fino a qui sia interesse di tutti, inclusi ovviamente possessori di Loans e Entitlements da trasformazione dei bond, ma mi sembra altrettanto ovvio che soprattutto chi ha crediti di breve scadenza verso OI non risulterebbe avvantaggiato dalla scadenza anticipata della totalità dei debiti. Però questi a breve scadenza hanno in mano dei titoli, e prendono pure la precedenza; Loans e Entitlements continueranno per sempre a non aver voce in capitolo fino al pronunciamento dell'amen.
Secondo me queste disparità chiuderanno ogni via di uscita, che io vedo esclusivamente nella ristrutturazione del debito con unico scaglionamento di titoli obbligazionari trasparenti, negoziabil, trasferibili, democratici, sostenibili, convertibili in azioni, in maniera tale che tutti siano messi a turno simultaneamente per le fasi di pagamento degli scaglioni in scadenza e questi siano nelle possibilità del business plan, dove l'unica alternativa al pagamento dovrebbe essere la conversione in azioni, naturalmente in proporzione e con livelli di prezzo prefissati, estremamente sfavorevoli e diluitive per gli altri azionisti. La disparità tra creditori porta invece sfacelo con il mancato pagamento pure delle cedole, a cui stiamo già assistendo.
 
Stato
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