Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni - Dicembre 2012

kronos333

Nuovo Utente
Registrato
25/3/09
Messaggi
1.575
Punti reazioni
133
Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni - Dicembre 2012

Tutti i link dei grafici estratti:

Andamento prezzi 1989-2012 13 aree metropolitane
Compravendite 1985-2012
Compravendite e prezzi abitazioni 2000-2012
Flusso nuovi mutui edilizia non residenziale
Flusso nuovi mutui edilizia residenziale
Flusso nuovi mutui per abitazione da parte delle famiglie distinto per regione
Flusso nuovi mutui per abitazione da parte delle famiglie
Indebitamento famiglie per mutui residenziali rispetto al PIL 2010 in Europa
Investimenti in costruzioni - variazioni 2007-2012
Investimenti in costruzioni 1970-2013
Investimenti in costruzioni in Europa
Investimenti in costruzioni non residenziali 2000-2012
Percentuale abitazioni sociali sul totale abitazioni in Europa
Permessi di costruire 1995-2011
Permessi di costruire Europa 2009-2005
______________________

Alcuni grafici in evidenza:

andamentoprezzi19892012.gif


compravendite19852012.gif


investimentiincostruzio.gif


investimentiincostruzio.gif


percentualeabitazioniso.gif


permessidicostruire1995.gif


flussonuovimutuiperabit.gif
 
bene, bene.

La casa è un diritto per tutti. Il calo dei prezzi farà guadagnare meno i palazzinari che abbasseranno i prezzi.

Tanto hanno già speculato e guadagnato tanto gli anni scorsi. Non piangessero il morto ed attingano dai loro forzieri.

I gaglioffi licenzieranno i lavoratori, come al solito i più deboli ci rimettono.
 
bene, bene.

La casa è un diritto per tutti. Il calo dei prezzi farà guadagnare meno i palazzinari che abbasseranno i prezzi.

Tanto hanno già speculato e guadagnato tanto gli anni scorsi. Non piangessero il morto ed attingano dai loro forzieri.

I gaglioffi licenzieranno i lavoratori, come al solito i più deboli ci rimettono.

appunto...bene, bene una cippalippa....:cool:

è come augurarsi che fallisca la FIAT solo per fare torto a Marchionne...:rolleyes:
 
che c'entra ? Non è questione di far rabbia a qualcuno.

Se la FIAT fallisce manda a casa i lavoratori ma le macchine si possono comprare dalla Hyundai che evidentemente ha fatto investimenti più azzecati.

Se molti costruttori falliscono, quelli sani restano in piedi ed i prezzi delle case diminuiscono ed i giovani possono avere il diritto ad avere una casa.

E poi siamo sicuri che i costruttori non possono abbassare i prezzi rinunciando al loro margine di guadagno? Non ne sarei tanto certo.

Ed ancora, vogliamo conservare la pletora dei 3 milioni di statali per mantenere tutti a spese nostre ? O conservare gli ultimi maniscalchi per non licenziarli ?

A volte si parla bene e si razzola male.
 
Monti parla di equita'
quindi sarebbe giusto aumentare l'edilizia sociale
invece di foraggiare i soliti che hanno patrimoni immobiliari di decine o centinaia di milioni
 
appunto...bene, bene una cippalippa....:cool:

è come augurarsi che fallisca la FIAT solo per fare torto a Marchionne...:rolleyes:

Una malignità pero' la voglio dire. Chi lavorava nel settore non gli è mai venuto il dubbio che non si poteva continuare a costruire a quei ritmi in eterno?
 
A proposito di ANCE, Buzzetti e dintorni

Chi si maschera dietro l'IMU non vuole ammettere la verità sulla crisi immobiliare (Fonte: idealista.it - 06/12/2012)

Rispetto alla crisi del mercato immobiliare ciascuno ha le proprie interpretazioni, ma nessuno riesce a trovare una soluzione. In questi giorni di ansia sul pagamento della seconda rata c'è chi dà tutta la colpa all'IMU e più in generale al governo, o allo stato, che dir si voglia. Il nostro collaboratore Massimiliano Podestà di realpodestate ci spiega perché le responsabilità della paralisi sono anche di chi ora piange miseria.

"Siamo tutti vittime e carnefici, tanto prima o poi gli altri siamo noi", recitava una nota canzone di Umberto Tozzi di qualche anno fa, forse sottovalutata nel suo semplice ma inossidabile messaggio.

E li canticchiavo questi versi stamattina, mentre scorrevo la quotidiana rassegna stampa immobiliare, leggendo le parole di Paolo Buzzetti (presidente dell'Ance) che ieri ha presentato l'osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni.

Proprio lui, quello che continua a escludere l'esistenza di una bolla immobiliare in italia (come se negando che la sfericità della terra ne si potesse cambiare la forma) mentre comunica un altro -23,9% nelle vendite dei primi nove mesi del 2012, inanella una serie di affermazioni, analisi e proposte che, a nostro umile e modesto parere, barcollano in bilico tra il macabro ed il ridicolo.

L'unico vero responsabile sembra essere lo stato che, attraverso l'introduzione dell'IMU, avrebbe messo inginocchio il settore immobiliare. Che la pressione fiscale in Italia sia allucinante (in rapporto soprattutto ai servizi erogati) credo sia fin troppo ovvio, ma da qui ad incolpare una normale tassa di proprietà della più grossa crisi immobiliare che si ricordi a memoria d'uomo la strada è davvero lunga e popolata di fatine ed elfi del bosco.

Buzzetti ne è talmente convinto da proporre anche la soluzione: togliere l'IMU sul "magazzino", cioè su quegli immobili costruiti e non venduti. Siamo davvero al comico.


Spero vorrà scusarmi il presidente emerito se mi permetto questi toni (dubito fortemente che vorrà leggere queste righe) ma realmente pensa che sia giusto potersi permettere di costruire più del necessario e non pagarne lo scotto?

In questo momento si vendono esattamente la metà degli immobili rispetto a 5 anni fa e non ci stancheremo mai di ripetere che il mercato è l'unico sovrano a gridare con forza: "i prezzi si devono adeguare".

Perché togliere il peso dell'IMU soltanto ai costruttori?

La famigliola che da 2 anni cerca di vendere il suo bilocale in periferia ad un prezzo troppo alto, non ha forse uguale diritto di vedersi riconosciuta la difficoltà e tolta l'odiata gabella?
Dov'è finito il vecchio e sano "rischio d'impresa"?


siamo talmente abituati ad uno stato padre e padrone, che con una mano tartassa i cittadini e le piccole imprese e con l'altra finanzia la grande industria, anche quando si tratta di pompare ossigeno in un cadavere putrefatto, pur di accontentare sindacati e centri di potere, da non ricordare più cosa sia il rischio d'impresa?

Il nostro non è un paese facile, lo sappiamo, ma siamo tutti responsabili e sarebbe bello, ogni tanto, sentire qualcuno chiedere scusa, ammettere i propri errori (anche se poi magari non lo apprezzeremmo quanto si dovrebbe, ma questa è un'altra storia)

Purtroppo non avvertiamo segnali di cambiamento nelle parole di Buzzetti, che pure tanto potrebbe fare per mandare segnali forti ai suoi associati, perché anche quando annuncia che occorre un "piano per la messa in sicurezza del territorio", si tratta di una richiesta al governo, allo stato. Come mai occorre sempre una norma, una legge ad hoc per cambiare il modo di costruire?

Chi ha costruito l'ospedale de L'Aquila (crollato dopo un anno dalla sua inaugurazione) o le migliaia di scuole pericolanti sul territorio, chi ha accettato di costruire in luoghi dove non si sarebbe dovuto, coprendo i canali di sfogo in Liguria, privando i fiumi dei loro necessari spazi di esondazione, avvicinandosi pericolosamente ai vulcani?

Non accuso nessuno e ci sono processi in corso, si è fatto perché si poteva, ovviamente grazie ad una norma, una legge, un condono, una deroga. Ci informa, Buzzetti, che la mancanza di prevenzione è costata allo stato (cioè a noi) 242,5 miliardi di euro dal 1994 ad oggi (circa 3,5 miliardi l'anno), come se la responsabilità fosse soltanto a carico dello stato, come se ognuno di noi non avesse sempre davanti una scelta.

Conclude Buzzetti con un'altra brillante proposta che risolverebbe, a suo dire, il problema del credito alle imprese edili ed alle famiglie al tempo stesso: ripristinare le buone e vecchie cartelle fondiarie. In parole povere, enti pubblici (siamo sempre noi) come la cassa depositi e prestiti, le regioni, i fondi pensione, dovrebbero acquistare obbligazioni bancarie emesse per finanziare l'acquisto delle case.

Le obbligazioni sono titoli rivendibili sul mercato e saranno soggetti ad oscillazioni in base all'andamento dei prezzi delle case perché, non bisogna dimenticarlo, alla fine della catena (ente statale - banca - acquirente) c'è un valore presunto sul quale la banca concede il prestito. Potremmo magari immaginare anche dei titoli assicurativi a garanzia delle obbligazioni emesse (anch'essi in vendita, come ovvio)

Siamo i soli ad intravedere un rischio speculativo devastante per gli enti che avranno prestato denaro "sano" alle banche in caso di calo delle quotazioni immobiliari, mentre le aste aumentano e sono sempre più deserte?

Perché in Italia deve sempre arrivare il denaro pubblico a salvare il privato (quello grande, sia chiaro, perché i piccoli possono pure morire sotto la forca dell'equitalia)? Non si può tornare ognuno a fare il proprio mestiere?

Se le banche non concedono più mutui sarà forse perché non credono nei valori attuali degli immobili e nel reddito dei richiedenti? Vogliamo continuare a drogare il mercato con immissione di denaro pubblico, come se raggirassimo un vecchio riccone rimbambito che manco conosce esattamente quanto possiede?

A supporto di Buzzetti, arriva l'editoriale di Pietro Locatelli (pubblicato oggi sul quotidiano immobiliare) che chiede di smetterla di "sparare sulla croce rossa", laddove le crocerossine dovrebbero essere i costruttori (lo chiariamo perché potrebbe non essere così ovvio).

Locatelli ripartisce giustamente le responsabilità di un territorio devastato e disseminato di cemento anche con chi ha concesso le autorizzazioni necessarie per farlo, omettendo però di parlare dell'eccesso di offerta in essere (mentre Buzzetti continua a raccontare di esigenza abitativa non ancora compensata), del ritardo clamoroso in merito al risparmio energetico e acustico (salve le solite eccezioni trentine e pochi altri coraggiosi pionieri), della scelta di non costruire con criteri antisismici (se non obbligati), delle centinaia di migliaia di ettari agricoli acquistati come tali da grandi gruppi che magicamente diventano edificabili, in deroga ai piani regolatori, in cambio di promesse di urbanizzazione mai mantenute.

Troppo comodo replicare la grande industria automobilistica che prendeva utili e meriti quando le vendite andavano forte ed aiuti dallo stato quando invece il mercato rifiutava il prodotto.

Noi siamo fortemente convinti che debba esistere, oltre ad un modo legale di costruire, anche un'etica dell'edilizia e che, in momenti come questi, i costruttori dovrebbero accettare di cambiare direzione.

Alcuni l'hanno già fatto e sono coloro che, nonostante il periodo, vendono con prezzi adeguati e modalità innovative per andare incontro alle difficoltà degli acquirenti. Altri hanno scelto la meritevole complessa ed ardua strada del recupero, attraverso operazioni di ristrutturazione dell'esistente piuttosto che di nuova cementificazione malgrado, come ha dichiarato in un convegno sul social housing a roma dario valentino (investire immobiliare sgr), sia più costoso recuperare che costruire il nuovo.


Il piano casa può rappresentare una risorsa in questa direzione, attraverso i premi di cubatura per chi demolisce e ricostruisce con bioedilizia e risparmio energetico.

Onore al merito di quei baristi che si rifiutano di mettere le slot machine all'interno del loro locale perché, pur essendo perfettamente legali, porterebbero alla rovina alcuni clienti, pur correndo il rischio di perdere quei clienti.

Non smetteremo mai di credere che si possa vivere, lavorare e creare profitto anche rispettando un'etica che val al di là delle leggi fatte da qualcuno che è, a volte, peggio di noi.

_______________________

Personalmente condivido ogni singolo passaggio di questo articolo, complimenti a idealista.it
912001643.gif
 
Ultima modifica:
che c'entra ? Non è questione di far rabbia a qualcuno.

Se la FIAT fallisce manda a casa i lavoratori ma le macchine si possono comprare dalla Hyundai che evidentemente ha fatto investimenti più azzecati.

Se molti costruttori falliscono, quelli sani restano in piedi ed i prezzi delle case diminuiscono ed i giovani possono avere il diritto ad avere una casa.

E poi siamo sicuri che i costruttori non possono abbassare i prezzi rinunciando al loro margine di guadagno? Non ne sarei tanto certo.

Ed ancora, vogliamo conservare la pletora dei 3 milioni di statali per mantenere tutti a spese nostre ? O conservare gli ultimi maniscalchi per non licenziarli ?

A volte si parla bene e si razzola male.
credo che ti sfugga un piccolo particolare...con l'attuale mercato immobiliare intanto, non si salva nessuno, nè sano, nè non sano...:rolleyes:
Secondo, non credere che gli attuali costruttori abbiano chissà quali margini di guadagno, costruire attualmente costa parecchio di più di una volta, ma parecchio di più...il margine è stato già consumato temo...un ulteriore calo dei prezzi del nuovo ad esempio, porterebbe nemmeno ad un pareggio dei costi, ma ad una perdita...forse bisognerebbe conoscere meglio il sistema edilizia prima di fare considerazioni superficiali.
Il prezzo davvero gonfiato non è quello del nuovo, ma quello dell'usato...ogni italiano proprietario di uno schifosissimo appartamento degli anni 60 che convinto di avere in mano un tesoro, pretendeva di venderlo a 300 quando valeva 100 per comprarsene magari uno nuovo allo stesso prezzo...:rolleyes:
Nel nuovo negli ultimi anni c'è stato un aumento vertiginoso del costo dei materiali, un aumento assurdo dei terreni edificabili (sempre perchè ogni italiano con un fazzoletto di terra era convinto d'avere pure lui un tesoro), l'obbligo di adeguarsi a normative che imponevano requisiti che rappresentavano un ulteriore salasso, non solo in termini costruttivi, ma anche nella moltitudini di relazioni tecniche, per ogni 'azzata che andavano commissionate a professionisti ecc...ecc...ecc...). Per non parlare dei tempi biblici. Non pensiate che in Italia per costruire una casa basti metter su 4 mattoni...nell'edilizia si mette in moto una macchina burocratica mangia soldi da paura...:cool:
Detto questo a me dei costruttori FNS...ma nell'edilizia i costruttori sono una percentuale infinitesima della forza lavoro...io penso ai lavoratori diretti e a tutto l'indotto...e ci vedo una vera e propria emergenza...poi possiamo continuare a parlare per slogan, ma la realtà è un'altra cosa..
 
Ma tanto adesso ritorna Silvio e promette di togliere l'IMU.
 
Una malignità pero' la voglio dire. Chi lavorava nel settore non gli è mai venuto il dubbio che non si poteva continuare a costruire a quei ritmi in eterno?

Questo è un altro discorso...ognuno ovviamente costruisce quello che gli fanno costruire, ma qui le responsabilità sono imputabili più allo stato che hai costruttori...io sono fermamente convinta che se in Italia ci fosse stata la possibilità di impiegare la macchina edilizia anche nel settore pubblico, delle grandi opere, ma non solo, come avviene in altri paesi, avremmo molte meno case nuove, brutte e vuote...ma sono decenni che mancano i veri investimenti pubblici nel settore delle costruzioni...:cool:
 
credo che ti sfugga un piccolo particolare...con l'attuale mercato immobiliare intanto, non si salva nessuno, nè sano, nè non sano...:rolleyes:
Secondo, non credere che gli attuali costruttori abbiano chissà quali margini di guadagno, costruire attualmente costa parecchio di più di una volta, ma parecchio di più...il margine è stato già consumato temo...un ulteriore calo dei prezzi del nuovo ad esempio, porterebbe nemmeno ad un pareggio dei costi, ma ad una perdita...forse bisognerebbe conoscere meglio il sistema edilizia prima di fare considerazioni superficiali.
Il prezzo davvero gonfiato non è quello del nuovo, ma quello dell'usato...ogni italiano proprietario di uno schifosissimo appartamento degli anni 60 che convinto di avere in mano un tesoro, pretendeva di venderlo a 300 quando valeva 100 per comprarsene magari uno nuovo allo stesso prezzo...:rolleyes:
Nel nuovo negli ultimi anni c'è stato un aumento vertiginoso del costo dei materiali, un aumento assurdo dei terreni edificabili (sempre perchè ogni italiano con un fazzoletto di terra era convinto d'avere pure lui un tesoro), l'obbligo di adeguarsi a normative che imponevano requisiti che rappresentavano un ulteriore salasso, non solo in termini costruttivi, ma anche nella moltitudini di relazioni tecniche, per ogni 'azzata che andavano commissionate a professionisti ecc...ecc...ecc...). Per non parlare dei tempi biblici. Non pensiate che in Italia per costruire una casa basti metter su 4 mattoni...nell'edilizia si mette in moto una macchina burocratica mangia soldi da paura...:cool:
Detto questo a me dei costruttori FNS...ma nell'edilizia i costruttori sono una percentuale infinitesima della forza lavoro...io penso ai lavoratori diretti e a tutto l'indotto...e ci vedo una vera e propria emergenza...poi possiamo continuare a parlare per slogan, ma la realtà è un'altra cosa..

Sul nuovo il tuo discorso non fa una piega.
Sull'usato...
Considerando che con 1.500€ al mq più o meno una costruzione la rimetti a nuovo, se un nuovo bello, in periferia costa sui 3.000€/3.500€ al mq ci sta che un usato da ristrutturare, in centro, costi 2.500/3.000 al mq no?
E che l'usato in periferia costi 1.500/2.000 al mq?

Ovvio che non sono cifre precise, ma a grandi linee è logico che se il costo del nuovo aumenta aumenti anche il costo dell'usato, che, tendenzialmente, ha posizioni migliori.
 
Già.:'(
Forse non aveva completato la frase e ci mancava un "per me".:censored:

allora quadra tutto
in effetti la sua scuderia non è niente male basta vedere solo quelle che sono andate a testimoniare per il caso ruby :D
 
credo che ti sfugga un piccolo particolare...con l'attuale mercato immobiliare intanto, non si salva nessuno, nè sano, nè non sano...:rolleyes:
Secondo, non credere che gli attuali costruttori abbiano chissà quali margini di guadagno, costruire attualmente costa parecchio di più di una volta, ma parecchio di più...il margine è stato già consumato temo...un ulteriore calo dei prezzi del nuovo ad esempio, porterebbe nemmeno ad un pareggio dei costi, ma ad una perdita...forse bisognerebbe conoscere meglio il sistema edilizia prima di fare considerazioni superficiali.
Il prezzo davvero gonfiato non è quello del nuovo, ma quello dell'usato...ogni italiano proprietario di uno schifosissimo appartamento degli anni 60 che convinto di avere in mano un tesoro, pretendeva di venderlo a 300 quando valeva 100 per comprarsene magari uno nuovo allo stesso prezzo...:rolleyes:
Nel nuovo negli ultimi anni c'è stato un aumento vertiginoso del costo dei materiali, un aumento assurdo dei terreni edificabili (sempre perchè ogni italiano con un fazzoletto di terra era convinto d'avere pure lui un tesoro), l'obbligo di adeguarsi a normative che imponevano requisiti che rappresentavano un ulteriore salasso, non solo in termini costruttivi, ma anche nella moltitudini di relazioni tecniche, per ogni 'azzata che andavano commissionate a professionisti ecc...ecc...ecc...). Per non parlare dei tempi biblici. Non pensiate che in Italia per costruire una casa basti metter su 4 mattoni...nell'edilizia si mette in moto una macchina burocratica mangia soldi da paura...:cool:
Detto questo a me dei costruttori FNS...ma nell'edilizia i costruttori sono una percentuale infinitesima della forza lavoro...io penso ai lavoratori diretti e a tutto l'indotto...e ci vedo una vera e propria emergenza...poi possiamo continuare a parlare per slogan, ma la realtà è un'altra cosa..

Purtroppo è così, attualmente costruire non è redditizio, e anche le aziende sane e ben patrimonializzate stanno ferme piuttosto che bruciare liquidità. Le possibilità di ridurre i costi sono molto ridotte a causa della rigidità di salari, tassazione, contributi previdenziali, e i ricavi sono in decrescita, per cui lavorare non conviene.
 
Sono d'accordo con Blum e con Gold....l'ente pubblico (Comune etc) non fa la sua parte, permette di costruire oltre ogni ragionevole limite (in cambio di oneri succosi che si sputt:censored:nano velocemente), invece il costruttore deve dirsi: "Mioddio, mi sembra che siamo un po'fitti, non sarà che hanno sbagliato gli indici?" :D
 
Purtroppo è così, attualmente costruire non è redditizio, e anche le aziende sane e ben patrimonializzate stanno ferme piuttosto che bruciare liquidità. Le possibilità di ridurre i costi sono molto ridotte a causa della rigidità di salari, tassazione, contributi previdenziali, e i ricavi sono in decrescita, per cui lavorare non conviene.
mi sa che volete essere d'accordo...perchè io non ho detto questo...:angry::wall:

Diciamo che convenite su alcuni punti....:o
Sul tuo post ti dico che per me non sono quelli i motivi per cui un costruttore non riesce a ridurre i costi...:no: Incidono in primis: il costo del terreno, i costi di progettazione e permessi e le forniture...il costo del lavoro secondo me è proprio l'ultimo...:yes:
Ho assistito a parecchie trattative qualche anno fa preliminari all'acquisto di terreni edificabili...il costruttore si è tirato indietro tutte le volte per l'eccessivo costo dei terreni, un costruttore bravo sa perfettamente quanto costa a lui edificare e fa una semplice somma...(ovviamente qualche hanno fa la situazione vendite non era critica come ora..ed il prezzo di vendita non aveva subito il tracollo attuale....cool:)

Sono d'accordo con Blum e con Gold....l'ente pubblico (Comune etc) non fa la sua parte, permette di costruire oltre ogni ragionevole limite (in cambio di oneri succosi che si sputt:censored:nano velocemente), invece il costruttore deve dirsi: "Mioddio, mi sembra che siamo un po'fitti, non sarà che hanno sbagliato gli indici?" :D

:rolleyes:...ma che discorsi fai.:D:mmmm:..mica penserai che un comune abbia la facoltà di decidere se far fare un progetto in modo discrezionale..:cool:
Se un progetto rispetta tutte le normative, che son ben precise in termini di cubatura e sp, un comune non può certo bocciare l'istanza perchè ci son già tante case invendute...:wall:
Tra l'altro c'è stata anche la proroga del Piano Casa, che addirittura consentiva di andare in deroga sui limiti di ampliamento da normativa....e non li hanno certo fatti i comuni...:no:

Ora volevano perfino far passare il silenzio assenso per l'edificazione nelle aree vincolate....solo un pir.la come l'ex pdc.. poteva pensare che il piano casa avrebbe davvero rimesso in moto il mercato edile...:wall:...
 
Purtroppo è così, attualmente costruire non è redditizio, e anche le aziende sane e ben patrimonializzate stanno ferme piuttosto che bruciare liquidità. Le possibilità di ridurre i costi sono molto ridotte a causa della rigidità di salari, tassazione, contributi previdenziali, e i ricavi sono in decrescita, per cui lavorare non conviene.

Sul nuovo il tuo discorso non fa una piega.
Sull'usato...
Considerando che con 1.500€ al mq più o meno una costruzione la rimetti a nuovo, se un nuovo bello, in periferia costa sui 3.000€/3.500€ al mq ci sta che un usato da ristrutturare, in centro, costi 2.500/3.000 al mq no?
E che l'usato in periferia costi 1.500/2.000 al mq?

Ovvio che non sono cifre precise, ma a grandi linee è logico che se il costo del nuovo aumenta aumenti anche il costo dell'usato, che, tendenzialmente, ha posizioni migliori.

Credo che non sia fattibile un calcolo così diretto....:no:
Intanto questo vale solo ed esclusivamente per i centri storici e per determinate città...poi un appartamento degli anni 50-60 ristrutturato non darà quasi mai le medesime prestazioni in termini di efficienza ( quindi anche di risparmio di gestione) del nuovo. Basti pensare che una ristrutturazione di solito prevede lavori sull'interno e non sull'involucro edilizio...:cool:...poi dipende dai potenziali clienti e da quello cui aspirano...se tutti preferiscono la casa nuova con il giardino invece del condominio mezzo fatiscente con costi di gestione abnormi, problemi di vicinato, e magari la svalorizzazzione della zona dovuta alla gran quantità di affitti a gruppi di extracomunitari con l'intento speculativo dei proprietari che preferiscono affittare a due famiglie straniere una casa presa male piuttosto che ristrutturarla...le zone centrali dove si concentra il mercato dell'usato non sono tutte zona brera di milano..:cool:
In poche parole, non si può raccogliere l'usato in una macrocategoria su cui aggiungere il prezzo della ristrutturazione per equipararlo al nuovo e quindi seguirne l'andamento dei prezzi...:no:
 
Sono d'accordo con Blum e con Gold....l'ente pubblico (Comune etc) non fa la sua parte, permette di costruire oltre ogni ragionevole limite (in cambio di oneri succosi che si sputt:censored:nano velocemente), invece il costruttore deve dirsi: "Mioddio, mi sembra che siamo un po'fitti, non sarà che hanno sbagliato gli indici?" :D

Ma no, poi le mazzette come possono ancora girare? Lascia che il popolo si indebiti, tanto le mazette poi le paga lui.

Ah come era la storia che le mazzette non fanno danno? Povero mutuatario, gli tocca sgobbare per pagare, per incrementare il proprio patrimonio con il lavoro paga almeno il 23%, mentre i figli dei palazzinari, sull'incremento patrimoniale per l'eredita', pagano il 4% sull'eccedenza di 1 milione di euro a cranio.
 
Indietro