Per Vanni ed altri sul GDP...
E' noto che gli strumenti di misurazione della "ricchezza" quali il GDP e, nel nostro caso, il PIL, sono appossimativi e fuorvianti.
Il GDP, a differenza del GNP, prende in considerazione le transazioni monetarie avvenute nei confini nazionali, sia che esse si riferiscano a residenti (persone fisiche o giuridiche) americani sia che si riferiscano a stranieri che siano proprietari di beni, aziende ecc.
Nel conto totale vengono inseriti proventi di crimini, calamità naturali (l'uragano Andrew ha contribuito per 15 miliardi di dollari), distruzione di risorse energetiche ed ambientali.
Tutto fa reddito, insomma, ad eccezione delle attività non misurabili economicamente (lavoro domestico, volontariato ecc.)
I dividendi delle società rappresentano il 2,5% del GDP e si è calcolato che la capitalizzazione complessiva delle aziende quotate ha avuto una media storica del 46% del GDP, con punte minime del 35% e massime del 105%.
Però, pur con tutti i limiti dello strumento, deve dirsi che una certa correlazione non può che esistere tra utili, quotazioni azionarie e GDP.
Il GDP è costituito principalmente da 4 componenti: consumi, investimenti, investimenti pubblici e saldo netto della bilancia commerciale.
I consumi rappresentano circa il 65% del totale. E' difficile pensare che una forte contrazione del GDP, a cui non può che essere correlata una forte contrazione della domanda, possa accompagnarsi ad un rialzo duraturo dei corsi azionari.
Allego un grafico del GDP. La linea rossa, che mostra per ogni rilevazione il cambiamento rispetto all'anno precedente, consente di individuare meglio la correlazione.