claudio_rome ha scritto:
Domanda per overthecounter (e per chi lo sa):
Prima domanda:
La Cina, secondo Allais, fa' parte del "framework of regional groups of countries, economically and politically associated" insieme ad USA ed EU?
Ti sembra che la Cina sia "economicamente e socialmente sviluppata" come gli USA e l'UE ?
claudio_rome ha scritto:
Seconda domanda:
USA ed EU fanno parte di questo "framework of regional groups of countries, economically and politically associated"?
Grazie.
Direi gli USA al loro interno + Canada rispondono alla definizione di Allais.
Da Bloomberg di qualche giorno fa: "EU Is Raising U.S. Sanctions to $37 Mln Over Company Handouts"
http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=10000085&sid=aMMcrD.mFsOg&refer=europe
I paesi della UE rispondono alla definizione di Allais, ed il libero flusso di persone e capitali al suo interno è completamente condivisibile e funzionale ad abbattere le inefficienze dei singoli paesi.
Per chi non lo sapesse, la UE attua una politica di protezionismo estremo nei riguardi dell'agricoltura, fornendo forti sovvenzioni agli agricoltori europei, che mettono fuori mercato qualsiasi prodotto alimentare dei paesi in via di sviluppo. Questo per lo scopo, assolutamente condivisibile, di garantirsi l'autosufficienza alimentare. I legami sempre più stretti con la Russia inoltre mirano ad ampliare l'autosufficienza al settore energetico. La Francia, forse il paese più nazionalista, ha già provveduto da sola puntando tutto sul nucleare.
La UE secondo me ha affrettato troppo l'allargamento ad est, vista la diversità di condizioni economiche e sociali.
L'aspetto "umanitario" della globalizzaizone è una favola: da un punto di vista strettamente economico, la libera e selvaggia circolazione dei capitali e delle merci fra paesi sviluppati in maniera non uniforme produce un solo ed unico effetto: la massimizzazione del ritorno del capitale investito, a scapito della remunerazione del lavoro. Quindi massimizza i dividendi a chi possiede le quote di tale capitale. Non mi risulta che chi lavora per 60$ al mese sia azionista di qualcosa.
Un modello sostenibile per i paesi in via di sviluppo è, a mio avviso, quello che sta nascendo in America Latina, dove si sta formando un'area di libero scambio tra paesi simili per cultura e progresso economico. Di un'area simile si discute anche nel sud-est asiatico.
La differenza fondamentale è che lo sviluppo economico solido e sostenibile è fatto in un mercato comune
interno, fatto da paesi "simili" nel quale chi produce e chi consuma sono le stesse persone, almeno per i beni fondamentali. Le bilance commerciali di queste aree dovrebbero tendere all'equilibrio (quella UE praticamente lo è).
Potremmo azzardare che tali aree potrebbero avvicinarsi al modello delle Optimal Currency Areas del Premio Nobel R. Mundell (padre dell'euro).
Quando le aree di libero scambio comprendono paesi troppo diversi, succedono tutti i problemi elencati da Allais.
Per Sency: il mio non è un discorso politico. Non ha senso secondo me parlare di idee di destra o di sinistra, ma solo di idee giuste o sbagliate.
Riguardo ai disastri del monetarismo mi riferivo in particolar modo al Giappone.