Parcelle architetto

msm

Nuovo Utente
Registrato
15/10/00
Messaggi
148
Punti reazioni
3
Ho avuto dei problemi con un architetto.
Gli avevo dato l’incarico di prepararmi un progetto per una ristrutturazione e di richiedere la concessione edilizia per una certe data.
Purtroppo non ha tenuto conto delle mie indicazioni, ha preparato un progetto completamente diverso da quanto richiesto e non ha rispettato i tempi. L’ho dovuto pertanto sollevare dall’incarico.
Ho cercato di liquidarlo ma mi ha inviato delle parcelle inaccettabili.
Posso dare l’incarico ad un altro professionista o devo prima pagargli le parcelle?
Grazie
 
Hai diritto a dare incarico ad altro professionista ed a ritirare la documentazione che Ti occorre e che gli hai fornito. In caso di mancata determinazione pattizia del compenso, sarà l'architetto a chiedere la liquidazione al competente Consiglio dell'Ordine ed a promuovere per mezzo di un avvocato un ricorso per decreto ingiuntivo nei Tuoi confronti. Converrà fare opposizione per indicare le Tue ragioni, ma in ogni caso l'architetto avrà diritto ad un compenso proporzionale all'attività espletata (visto che un risultato non può dirsi raggiunto).
 
mi intrometto

solo per una curiosita'.
ma Tu le indicazioni le hai date per iscritto e il professionista le ha incontestabilmente ricevute?
 
Scritto da Verm & Solitair
Hai diritto a dare incarico ad altro professionista ed a ritirare la documentazione che Ti occorre e che gli hai fornito. In caso di mancata determinazione pattizia del compenso, sarà l'architetto a chiedere la liquidazione al competente Consiglio dell'Ordine ed a promuovere per mezzo di un avvocato un ricorso per decreto ingiuntivo nei Tuoi confronti. Converrà fare opposizione per indicare le Tue ragioni, ma in ogni caso l'architetto avrà diritto ad un compenso proporzionale all'attività espletata (visto che un risultato non può dirsi raggiunto).

Pensavo anch’io che fosse così, ma il professionista che deve subentrare ha bisogno della liberatoria. Cosa posso fare ?
 
Re: mi intrometto

Scritto da myis
solo per una curiosita'.
ma Tu le indicazioni le hai date per iscritto e il professionista le ha incontestabilmente ricevute?

Le istruzioni sono state date utilizzando delle piante e dei prospetti scarabocchiandoci sopra delle soluzioni, ma i disegni li ha lui.
I tempi sono stati dati verbalmente in funzione della disponibilità dell’impresa che avrebbe dovuto fare i lavori. Doveva presentare in Comune la SuperD.I.A. entro fine settembre, ad oggi non è stato ancora fatto. I lavori dovevano iniziare entro la fine di questo mese, chiaramente l’impresa non può aspettare i nostri comodi
 
da un punto di vista deontologico, il nuovo professionista che riceve l'incarico vuol star tranquillo che il precedente professionista sia stato pagato; da un punto di vista civilistico (disciplina del codice in tema di adempimento delle obbligazioni inerenti l'esercizio di professioni intellettuali) il cliente può sempre recedere (v. art. 2237 c.c.) e può dare incarico ad altri senza dover prima necessariamente saldare quantop dovuto.

Il professionista, come ho detto, non può ritenere i documenti salvo che per il periodo strettamente necessario per la liquidazione: v. art. 2235 c.c.

Sul compenso, come ho già riferito, decide il giudice sulla base della liquidazione dell'ordine : v. art. 2233 c.c.

In altre parole, se occorre fare una causa per determinare il compenso al precedente professionista, il cliente ha sempre diritto a ricevere la prestazione da altro professionista, indipendentemente dall'avvenuto pagamento del precedente.
 
Scritto da Verm & Solitair
da un punto di vista deontologico, il nuovo professionista che riceve l'incarico vuol star tranquillo che il precedente professionista sia stato pagato; da un punto di vista civilistico (disciplina del codice in tema di adempimento delle obbligazioni inerenti l'esercizio di professioni intellettuali) il cliente può sempre recedere (v. art. 2237 c.c.) e può dare incarico ad altri senza dover prima necessariamente saldare quantop dovuto.

Il professionista, come ho detto, non può ritenere i documenti salvo che per il periodo strettamente necessario per la liquidazione: v. art. 2235 c.c.

Sul compenso, come ho già riferito, decide il giudice sulla base della liquidazione dell'ordine : v. art. 2233 c.c.

In altre parole, se occorre fare una causa per determinare il compenso al precedente professionista, il cliente ha sempre diritto a ricevere la prestazione da altro professionista, indipendentemente dall'avvenuto pagamento del precedente.

Grazie per le delucidazioni, ma se mi comporto come previsto dal codice non creo problemi di deontologia al nuovo professionista?
Cosa potrei fare per sbloccare in tempi brevi la situazione?
 
autorizzi tu l'espletamento dell'incarico, peraltro l'architetto potrebbe ignorare l'esistenza di un precedente incarico.
 
del resto, se l'architetto precedente ti chiedesse un milione di euro, il nuovo architetto - in base a quanto sostiene con la "liberatoria" - non dovrebbe mai assumere l'incarico fino a quando - per assurdo - dopo dieci anni di cause interviene il passaggio in giudicato della sentenza che stabilisce il giusto corrispettivo (dopo appelli e ricorsi) e dopo che all'esito di un'esecuzione sei costretto a pagare? E se l'incarico è urgente (pericolo crollo dell'edificio) saresti senza professionisti che Ti assistono fino a quando non sai quanto devi pagare al precedente professionista? E' vero che la classe dei professionisti intellettuali va tutelata, ma non vanno lesi gli interessi dei clienti!
 
Il nuovo professionista è al corrente della cosa.

All’architetto era stato dato l’incarico di effettuare un rilievo strumentale, un progetto di massima e la presentazione della D.I.A. Il rilievo strumentale ritengo che sia corretto pagarglielo mentre il resto, per i motivi sopracitati, no.

In ogni caso se dovesse chiedere la liquidazione al competente Consiglio dell'Ordine ed a promuovere un ricorso per decreto ingiuntivo nei miei confronti finirei col doverglielo pagare lo stesso.
Pensavo di utilizzare il suo rilievo, il secondo professionista sarebbe d’accordo, per evitare di pagarlo due volte, ma l’architetto si rifiuta di consegnarmi i dischetti se non gli vengono pagate le parcelle di tutte le prestazioni maggiorate del 25 % per interruzione di incarico ed il 15 % per procedura di urgenza.

Il nuovo professionista mi ha spiegato che è prassi, in caso di subentro su un progetto esistente, chiedere al precedente professionista se è stato pagato.

Praticamente se non voglio buttare dei soldi, non posso andare avanti.

Esiste una via d' uscita?
 
Scritto da Verm & Solitair
E' vero che la classe dei professionisti intellettuali va tutelata, ma non vanno lesi gli interessi dei clienti!

IL professionista purtroppo sa che il mancato rispetto dei tempi mi creerebbe dei danni economici non indifferenti e ne approfitta.

Visto che:

“….l'architetto avrà diritto ad un compenso proporzionale all'attività espletata (visto che un risultato non può dirsi raggiunto).”
“ Il professionista, come ho detto, non può ritenere i documenti salvo che per il periodo strettamente necessario per la liquidazione: v. art. 2235 c.c.”

Le parcelle ricevute sono eccessive, ma chiedere un parere all’Ordine mi farebbe perdere ulteriore tempo.

Non esiste qualche cavillo legale che mi permetta di farmi dare la documentazione ed il dischetto con quello che ha fatto?
Potrei farlo velocemente valutare dal professionista che subentra e tentare un accordo.

Cosa ne pensi?

Grazie
 
Chiedi l'intera documentazione che appartiene a Te (es., contratto di vendita, piantine). Per progetti e tutto il resto, si tratta di documenti redatti dal professionista: se non te li dà, meglio, vorrà dire che non li hai potuti utilizzare e quindi il risultato è pari allo zero. E' preferibile giustificare il motivo della revoca dell'incarico (ritardi, ad esempio).
 
Scritto da Verm & Solitair
Chiedi l'intera documentazione che appartiene a Te (es., contratto di vendita, piantine). Per progetti e tutto il resto, si tratta di documenti redatti dal professionista: se non te li dà, meglio, vorrà dire che non li hai potuti utilizzare e quindi il risultato è pari allo zero. E' preferibile giustificare il motivo della revoca dell'incarico (ritardi, ad esempio).

Grazie per la risposta Verm

L’incarico è stato revocato a mezzo RR motivandolo col mancato rispetto dei tempi e delle nostre istruzioni, purtroppo sono praticamente state date verbalmente.

Potrei richiedere la documentazione, i rilievi e tutto il resto da lui redatto. Se non dovesse darmeli, non mi pemetterebbe di valutare parte del suo operato e potrebbe giustificarne il mancato pagamento.

Risolverebbe anche i problemi di ordine deontologico del professionista che deve subentrare.

Ti sembra sostenibile ?
 
Indietro