dimitri zinetti
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DALL'ANALISTA INDIPENDENTE APPARSO A STRISCIA LA NOTIZIA (LANCIO QUI UN ALLARME RIVOLTO A TUTTI).
Sono uno dei pochi analisti-consulenti finanziari INDIPENDENTI che fanno analisi di bilancio senza partire dal presupposto che il bilancio sia veritiero e corretto.
Questo lo faccio ormai da 4 anni, la mia scelta è dovuta alla consapevolezza che viviamo in una paese dove le regole sono spesso optional, più che altrove, oltretutto in un settore con problemi enormi, a livello globale. E’ inefficiente quindi, soprattutto in Italia, cominciare a fare analisi fondamentale col presupposto che un bilancio sia regolare (fra gli investitori professionali nessuno lo fa).
Quindi PRIMA svolgo una sorta di attività di revisione, che è quella che mi richiede più tempo, cercando di trovare inesattezze e disinformazioni più o meno gravi nei prospetti contabili e nella nota integrativa, consultando se necessario l’I.R e la società di revisione.
Soltanto DOPO posso valutare adeguatamente l’azienda e calcolare i ratios che ritengo idonei a valutarne i titoli. Ovviamente con metodi, anche qui, indipendenti (i concetti classici di “indebitamento”, “ebit”, p/e, ecc. li lascio ai report di massa, insufficienti ed in perenne in conflitto d’interesse).
Questo senza ritenermi un mago: ho consigliato anch’io investimenti che poi hanno perso, sia chiaro. Non sono un mago, ne’ posseggo informazioni riservate.
Oltretutto mi occupo di analisi su singole aziende in maniera molto discontinua (difficile campare solo su quella, anche se in questo periodo ci riesco).
VENENDO A PARMALAT, ho archiviato una comunicazione fatta ad un collega, mostrata a Striscia la Notizia, e su “La Padania” del 2/1/03, pag.3, in cui gli comunico, in data 3/3/03 “bilancio 2001 Parmalat falso” “azienda da evitare”. Nessun allarme simile era da me stato lanciato prima. Questo significa che non avevo trovato soltanto cose poco chiare, ma proprio gravi violazioni di legge nei prospetti contabili.
VENGO AL DUNQUE:
- non ho cercato spazio sui media per farmi pubblicità (ho già clienti e contratti a sufficienza);
- non voglio cercare di dimostrare di essere il più bravo degli analisti (sbaglio spessissimo e mi ritengo di intelligenza media);
- volevo far capire che è assurdo dire che un tizio che studia bilanci un’oretta al giorno si fosse accorto del falso, e gli organi di controllo e le banche invece no: tutti sapevano;
- il mio fine è quello di far capire ad ogni operatore del settore (promotore finanziario, analista, bancario, assicuratore, ecc.ecc.) che se con urgenza non si cambia radicalmente il settore qui rischiamo TUTTI: il risparmiatore ed il trader rischiano i soldi, gli operatori rischiano il posto di lavoro; un esempio: il p.f. che in questo periodo vende le polizze è contento perché guadagna, senza vedere che se continua così entro due anni avrà perso il lavoro (tanti p.f. l’hanno già perso, ne conosco uno che ora vende cibo per gatti a domicilio);
- IL SISTEMA DEGLI ANALISTI, DEI REVISORI, DEI CONSULENTI, PAGATI DALLE BANCHE E DAGLI EMITTENTI NON FUNZIONA PIU’ (funziona solo a toro costante, quindi nel paese dei balocchi).
BISOGNA CAMBIARLO SUBITO, QUESTO SISTEMA. E’ NECESSARIA LA DIFFUSIONE DELLA FIGURA DEL CONSULENTE-ANALISTA INDIPENDENTE.
Se il legislatore non capirà questo, allora TUTTI noi che lavoriamo nel settore, per non perdere il lavoro, dovremo sperare in una miracolosa costante crescita di borse ed economia nei prossimi anni: speriamo sia così, ma io preferisco non affidare il mio destino professionale a Bin Laden e Bush…
PER CONSERVARE I NOSTRI RISPARMI, PER CONTINUARE A LAVORARE NEL SETTORE, E’ NECESSARIO CHE IL LEGISLATORE DIFFONDA IL CONSULENTE INDIPENDENTE: SE NON FARA’ QUESTO, LO FARA’ A VANTAGGIO DI POCHI, E A SVANTAGGIO DI TUTTI NOI ALTRI (risparmiatori, p.f., analisti, bancari, ecc.).
Questa è la mia umile tesi.
Adesso torno a lavorare cercando di salvaguardare per lo meno i risparmi dei miei clienti ed il mio posto di lavoro.
Non avrò più il tempo di intervenire in questo forum.
Un caro saluto a tutti e grazie per chi ha avuto la pazienza di leggermi.
Dimitri Zinetti
Consulente finanziario indipendente
d.zinetti@opusconsulting.it
(miei estratti di Striscia la Notizia su www.vrfinanza.com
presto anche sintesi dell’articolo su La Padania del 2/1/03 pag.3)
P.S: LE DUE DOMANDE CHE MI VENGONO POSTE PIU’ DI FREQUENTE IN QUESTI GIORNI:
1) PERCHE’ SE SAPEVA DEL FALSO IN BILANCIO DI PARMALAT NON LO HA COMUNICATO ALLE AUTORITA’?
Risposta: anni fa inoltrai in Procura, a mezzo avvocato, una documentatissima querela per un reato ai danni della salute pubblica. Dopo anni non ho ancora ottenuto alcuna risposta.
Un anno fa ho inoltrato alla Consob un’istanza riguardo ad un altro caso: nessuna risposta.
Non ho più alcuna fiducia nelle istituzioni: penso solo al mio lavoro e al patrimonio dei miei clienti.
2) ESISTONO ALTRI CASI PARMALAT?
Perché non lo chiedete alla Consob, alla Banca d’Italia o a Tremonti?
Sono loro che devono rispondere, visto che hanno tanto ostacolato la diffusione del consulente indipendente. Se ci fossero più consulenti indipendenti il mercato avrebbe già assimilato e scontato informazioni circa altri casi Parmalat. Li avrebbe anzi limitati.
Sono uno dei pochi analisti-consulenti finanziari INDIPENDENTI che fanno analisi di bilancio senza partire dal presupposto che il bilancio sia veritiero e corretto.
Questo lo faccio ormai da 4 anni, la mia scelta è dovuta alla consapevolezza che viviamo in una paese dove le regole sono spesso optional, più che altrove, oltretutto in un settore con problemi enormi, a livello globale. E’ inefficiente quindi, soprattutto in Italia, cominciare a fare analisi fondamentale col presupposto che un bilancio sia regolare (fra gli investitori professionali nessuno lo fa).
Quindi PRIMA svolgo una sorta di attività di revisione, che è quella che mi richiede più tempo, cercando di trovare inesattezze e disinformazioni più o meno gravi nei prospetti contabili e nella nota integrativa, consultando se necessario l’I.R e la società di revisione.
Soltanto DOPO posso valutare adeguatamente l’azienda e calcolare i ratios che ritengo idonei a valutarne i titoli. Ovviamente con metodi, anche qui, indipendenti (i concetti classici di “indebitamento”, “ebit”, p/e, ecc. li lascio ai report di massa, insufficienti ed in perenne in conflitto d’interesse).
Questo senza ritenermi un mago: ho consigliato anch’io investimenti che poi hanno perso, sia chiaro. Non sono un mago, ne’ posseggo informazioni riservate.
Oltretutto mi occupo di analisi su singole aziende in maniera molto discontinua (difficile campare solo su quella, anche se in questo periodo ci riesco).
VENENDO A PARMALAT, ho archiviato una comunicazione fatta ad un collega, mostrata a Striscia la Notizia, e su “La Padania” del 2/1/03, pag.3, in cui gli comunico, in data 3/3/03 “bilancio 2001 Parmalat falso” “azienda da evitare”. Nessun allarme simile era da me stato lanciato prima. Questo significa che non avevo trovato soltanto cose poco chiare, ma proprio gravi violazioni di legge nei prospetti contabili.
VENGO AL DUNQUE:
- non ho cercato spazio sui media per farmi pubblicità (ho già clienti e contratti a sufficienza);
- non voglio cercare di dimostrare di essere il più bravo degli analisti (sbaglio spessissimo e mi ritengo di intelligenza media);
- volevo far capire che è assurdo dire che un tizio che studia bilanci un’oretta al giorno si fosse accorto del falso, e gli organi di controllo e le banche invece no: tutti sapevano;
- il mio fine è quello di far capire ad ogni operatore del settore (promotore finanziario, analista, bancario, assicuratore, ecc.ecc.) che se con urgenza non si cambia radicalmente il settore qui rischiamo TUTTI: il risparmiatore ed il trader rischiano i soldi, gli operatori rischiano il posto di lavoro; un esempio: il p.f. che in questo periodo vende le polizze è contento perché guadagna, senza vedere che se continua così entro due anni avrà perso il lavoro (tanti p.f. l’hanno già perso, ne conosco uno che ora vende cibo per gatti a domicilio);
- IL SISTEMA DEGLI ANALISTI, DEI REVISORI, DEI CONSULENTI, PAGATI DALLE BANCHE E DAGLI EMITTENTI NON FUNZIONA PIU’ (funziona solo a toro costante, quindi nel paese dei balocchi).
BISOGNA CAMBIARLO SUBITO, QUESTO SISTEMA. E’ NECESSARIA LA DIFFUSIONE DELLA FIGURA DEL CONSULENTE-ANALISTA INDIPENDENTE.
Se il legislatore non capirà questo, allora TUTTI noi che lavoriamo nel settore, per non perdere il lavoro, dovremo sperare in una miracolosa costante crescita di borse ed economia nei prossimi anni: speriamo sia così, ma io preferisco non affidare il mio destino professionale a Bin Laden e Bush…
PER CONSERVARE I NOSTRI RISPARMI, PER CONTINUARE A LAVORARE NEL SETTORE, E’ NECESSARIO CHE IL LEGISLATORE DIFFONDA IL CONSULENTE INDIPENDENTE: SE NON FARA’ QUESTO, LO FARA’ A VANTAGGIO DI POCHI, E A SVANTAGGIO DI TUTTI NOI ALTRI (risparmiatori, p.f., analisti, bancari, ecc.).
Questa è la mia umile tesi.
Adesso torno a lavorare cercando di salvaguardare per lo meno i risparmi dei miei clienti ed il mio posto di lavoro.
Non avrò più il tempo di intervenire in questo forum.
Un caro saluto a tutti e grazie per chi ha avuto la pazienza di leggermi.
Dimitri Zinetti
Consulente finanziario indipendente
d.zinetti@opusconsulting.it
(miei estratti di Striscia la Notizia su www.vrfinanza.com
presto anche sintesi dell’articolo su La Padania del 2/1/03 pag.3)
P.S: LE DUE DOMANDE CHE MI VENGONO POSTE PIU’ DI FREQUENTE IN QUESTI GIORNI:
1) PERCHE’ SE SAPEVA DEL FALSO IN BILANCIO DI PARMALAT NON LO HA COMUNICATO ALLE AUTORITA’?
Risposta: anni fa inoltrai in Procura, a mezzo avvocato, una documentatissima querela per un reato ai danni della salute pubblica. Dopo anni non ho ancora ottenuto alcuna risposta.
Un anno fa ho inoltrato alla Consob un’istanza riguardo ad un altro caso: nessuna risposta.
Non ho più alcuna fiducia nelle istituzioni: penso solo al mio lavoro e al patrimonio dei miei clienti.
2) ESISTONO ALTRI CASI PARMALAT?
Perché non lo chiedete alla Consob, alla Banca d’Italia o a Tremonti?
Sono loro che devono rispondere, visto che hanno tanto ostacolato la diffusione del consulente indipendente. Se ci fossero più consulenti indipendenti il mercato avrebbe già assimilato e scontato informazioni circa altri casi Parmalat. Li avrebbe anzi limitati.