Vorrei avere una opinione o un consiglio su questa questione:
Un operatore informatico ha firmato presso la sua società un patto di non concorrenza in caso di sua uscita dalla società.
Questo patto di non concorrenza generico in quanto non è stato specificato nessu campo pratico di non concorrenza (ad es. vendita sw, attività di programmazione, consulenza, formazione, ecc...) prevede in cambio una mensilità annuale aggiuntiva come tfr.
L'operatore adesso è fuori dalla società e vuole farne un'altra sempre dello stesso settore, per lui il patto di non concorrenza non è valido in quanto è troppo generico e troppo limitativo. In sostanza non può più fare nulla in cambio di una mensilità annuale per quattro anni (durata del patto) dall'uscita della società. In più non sono mai stati conteggiati nel tfr le mensilità pregresse (questo patto è stato firmato 5 anni fa). Inoltre a suo dire la firma del patto era stata ottenuta con velate minacce sulla possibile perdita del posto di lavoro. Inoltre lui non ha mai avuto in mano copia del patto.
La sua ormai ex società gli ha già inviato una lettera dall'avvocato ricordando l'esistenza del patto e inoltre è già andata da un suo propabile cliente dicendo che se accetterà un offerta da questo operatore (entrambi hanno presentato una offerta ad un cliente) aprirà un contenzioso.
Voi come la vedete?
Il cliente può essere coinvolto nel contenzioso?
Il patto ha valore legale?
Si può diffidare la ex società a non tenere un comportamento simile?
Quale può essere la richiesta danni della ex società nei confronti dell'operatore visto che nel vecchio patto non era specificato?
Un operatore informatico ha firmato presso la sua società un patto di non concorrenza in caso di sua uscita dalla società.
Questo patto di non concorrenza generico in quanto non è stato specificato nessu campo pratico di non concorrenza (ad es. vendita sw, attività di programmazione, consulenza, formazione, ecc...) prevede in cambio una mensilità annuale aggiuntiva come tfr.
L'operatore adesso è fuori dalla società e vuole farne un'altra sempre dello stesso settore, per lui il patto di non concorrenza non è valido in quanto è troppo generico e troppo limitativo. In sostanza non può più fare nulla in cambio di una mensilità annuale per quattro anni (durata del patto) dall'uscita della società. In più non sono mai stati conteggiati nel tfr le mensilità pregresse (questo patto è stato firmato 5 anni fa). Inoltre a suo dire la firma del patto era stata ottenuta con velate minacce sulla possibile perdita del posto di lavoro. Inoltre lui non ha mai avuto in mano copia del patto.
La sua ormai ex società gli ha già inviato una lettera dall'avvocato ricordando l'esistenza del patto e inoltre è già andata da un suo propabile cliente dicendo che se accetterà un offerta da questo operatore (entrambi hanno presentato una offerta ad un cliente) aprirà un contenzioso.
Voi come la vedete?
Il cliente può essere coinvolto nel contenzioso?
Il patto ha valore legale?
Si può diffidare la ex società a non tenere un comportamento simile?
Quale può essere la richiesta danni della ex società nei confronti dell'operatore visto che nel vecchio patto non era specificato?