PD Emilia-Romagna: dirigenti e base sempre più insofferenti

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    Prevale ancora un certo ottimismo sulle principali borse mondiali spinte dalle aspettative sui tassi di interesse, con gli operatori che scontano sempre di più una pausa nel rialzo dei tassi per quest’anno, dopo la pubblicazione dei verbali degli ultimi meeting di Fed e Bce. Come da attese, dalle minute Fed è emersa cautela su eventuali rialzi futuri dei tassi, anche se non c’è stata alcuna indicazione di eventuali tagli nel breve termine. Anche dai verbali Bce è emerso che i tassi siano già sufficientemente restrittivi da riportare l’inflazione verso l’obiettivo. Lato materie prime, forte volatilità sul petrolio in seguito al rinvio della riunione dell’Opec+ dal 26 al 30 novembre. Per continuare a leggere visita il link

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Larghe intese, Donini (Pd): “Insopportabile governare con un pluri inquisito”

Il partito democratico si spacca sull'alleanza con il Popolo delle Libertà. A incrinare i delicati rapporti, la decisione della Cassazione di fissare l'udienza per il processo Mediaset al 30 luglio prossimo. Il gruppo di Berlusconi fa le barricate e in Emilia Romagna la base e i dirigenti locali mostrano sempre maggiore insofferenza


Il segr provinciale di Bo : “Ho sempre pensato che il governo Letta e soprattutto la maggioranza col Pdl”, ha scritto su Facebook, “dovesse avere dinnanzi a se un tempo limitato e circoscritto della legislatura. Pochi mesi per dare ossigeno all’economia e per cambiare la legge elettorale. Oggi ne sono ancor più convinto perché più si va avanti più è insopportabile l’idea di condividere l’azione di governo con un signore pluri inquisito e condannato che ancora tenta di tenere in ostaggio il Parlamento preoccupato soltanto dei suoi problemi giudiziari. Si faccia subito la riforma elettorale entro l’estate abrogando il Porcellum e poi si dia rapidamente la parola agli italiani”.

Il problema è la distanza con l’elettorato. Tanto che non ci sono più volontari nemmeno per mettere in piedi una festa dell’Unità degna del nome che porta. Hanno incrociato le braccia, i volontari. E soprattutto hanno bussato alla porta del partito con una richiesta che suona più come una minaccia: “E’ la nostra festa, dunque personaggi del Pdl non ne vogliamo”. Alla fine Donini, dopo aver perso qualche segretario di sezione – incluso quello della Bolognina – una reazione la doveva dare. E a malincuore ha abbandonato la linea ufficiale del partito. E per lui, che è un funzionario sempre stato ligio al dovere, non deve essere stato facile. La svolta precoce, invece, l’ha avuta il sindaco di Bologna, Virginio Merola. Era bersaniano di ferro, eletto grazie anche e soprattutto all’appoggio di Bersani. Il 26 febbraio 2013, giunto a sera nella sede silenziosa e triste del Partito democratico a Bologna pronunciò parole che non ci si aspettava, almeno non subito dopo le elezioni politiche, a cadavere del Pd ancora caldo: “Matteo Renzi? Credo sia la nostra possibilità di rinnovamento e di questo bisogna prendere atto“.

.....

L’Emilia, più che la natia Toscana, potrebbe così diventare la roccaforte del sindaco di Firenze che proprio qui, non va dimenticato, conta i suoi tre principali colonnelli: Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza e numero uno del suo staff durante il tour per le primarie, Matteo Richetti, ex presidente del consiglio regionale e ora deputato. Ma soprattutto Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia, ora ministro del governo Letta. Questa la situazione della dirigenza: ora però bisognerà capire cosa dirà la base.
 
Larghe intese, Donini (Pd): “Insopportabile governare con un pluri inquisito”

Il partito democratico si spacca sull'alleanza con il Popolo delle Libertà. A incrinare i delicati rapporti, la decisione della Cassazione di fissare l'udienza per il processo Mediaset al 30 luglio prossimo. Il gruppo di Berlusconi fa le barricate e in Emilia Romagna la base e i dirigenti locali mostrano sempre maggiore insofferenza


Il segr provinciale di Bo : “Ho sempre pensato che il governo Letta e soprattutto la maggioranza col Pdl”, ha scritto su Facebook, “dovesse avere dinnanzi a se un tempo limitato e circoscritto della legislatura. Pochi mesi per dare ossigeno all’economia e per cambiare la legge elettorale. Oggi ne sono ancor più convinto perché più si va avanti più è insopportabile l’idea di condividere l’azione di governo con un signore pluri inquisito e condannato che ancora tenta di tenere in ostaggio il Parlamento preoccupato soltanto dei suoi problemi giudiziari. Si faccia subito la riforma elettorale entro l’estate abrogando il Porcellum e poi si dia rapidamente la parola agli italiani”.

Il problema è la distanza con l’elettorato. Tanto che non ci sono più volontari nemmeno per mettere in piedi una festa dell’Unità degna del nome che porta. Hanno incrociato le braccia, i volontari. E soprattutto hanno bussato alla porta del partito con una richiesta che suona più come una minaccia: “E’ la nostra festa, dunque personaggi del Pdl non ne vogliamo”. Alla fine Donini, dopo aver perso qualche segretario di sezione – incluso quello della Bolognina – una reazione la doveva dare. E a malincuore ha abbandonato la linea ufficiale del partito. E per lui, che è un funzionario sempre stato ligio al dovere, non deve essere stato facile. La svolta precoce, invece, l’ha avuta il sindaco di Bologna, Virginio Merola. Era bersaniano di ferro, eletto grazie anche e soprattutto all’appoggio di Bersani. Il 26 febbraio 2013, giunto a sera nella sede silenziosa e triste del Partito democratico a Bologna pronunciò parole che non ci si aspettava, almeno non subito dopo le elezioni politiche, a cadavere del Pd ancora caldo: “Matteo Renzi? Credo sia la nostra possibilità di rinnovamento e di questo bisogna prendere atto“.

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L’Emilia, più che la natia Toscana, potrebbe così diventare la roccaforte del sindaco di Firenze che proprio qui, non va dimenticato, conta i suoi tre principali colonnelli: Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza e numero uno del suo staff durante il tour per le primarie, Matteo Richetti, ex presidente del consiglio regionale e ora deputato. Ma soprattutto Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia, ora ministro del governo Letta. Questa la situazione della dirigenza: ora però bisognerà capire cosa dirà la base.

Mi dispiace per loro, ma mi pare che non abbiano ancora capito bene bene bene che cosa è il PD. Sperare che facesse un governo di qualche mese per legge elettorale e poche altre cose immediate...Letta lo ha detto fin dal primo discorso già lungo di per se, che il governo sarebbe durato tutto il tempo necessario perchè il berlu si salvasse...si, lo so che ha usato altre parole, ma il senso era quello. :p
 
La base del PD è molto meglio del PD.
 
La base del PD è molto meglio del PD.

La base è migliore in ogni partito perchè non è smaliziata, ma mi sembra una manovra per recuperare elettori.
A seguito delle pressioni la dirigenza ammetterà di aver sbagliato e si presenterà vergine alle elezioni, pronta a sodomi zzare nuovamente i suoi elettori e l'italia
 
La base è migliore in ogni partito perchè non è smaliziata, ma mi sembra una manovra per recuperare elettori.
A seguito delle pressioni la dirigenza ammetterà di aver sbagliato e si presenterà vergine alle elezioni, pronta a sodomi zzare nuovamente i suoi elettori e l'italia
recuperano nessuno...

leggevo nei giorni scorso che nella provincia di milano nella stalingrado d'Italia ormai la base elettorale ex comunistra è completamente compromessa....non votano piu'...

Ma è pure chiaro che il tentativo di bersani di tirar dentro con il diritto di voto gli extracomunitari rappresentava l'ultima spiagga davanti all'astensione piddina per la crisi d'identità davanti alle scelte passate e future...
 
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