Peccato nessuno abia voluto ricordare Alfonso Desiata

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Morto a 73 anni Alfonso Desiata
E' stato per anni a capo dell'Ania

E' morto domenica sera a Trieste Alfonso Desiata, per anni numero uno delle assicurazioni. L'ex presidente delle Generali e di Alleanza Assicurazioni era stato anche per sei anni a capo dell'Ania, l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici. Nel 2002 era stato sostituito da Fabio Cerchiai, mentre mantenevea le cariche di vicepresidente di Banca Popolare Friuladria e di consigliere di Banca Intesa.

Desiata, malato da tempo, è morto nella sua casa di Triste. Accanto a lui c'erano la moglie, i tre figli e i tre nipoti. Desiata è stato dunque nella sua vita tra i protagonisti della grande finanza italiana e un testimone privilegiato dello scontro di potere che ha segnato gli ultimi dieci anni della vita economica in Italia, la lotta per il controllo delle assicurazioni Generali. Elemento centrale del sistema finanziario italiano, il Leone di Trieste resta ancora al centro dell'attenzione e degli interessi dei grandi gruppi del capitalismo italiano.

Desiata lasciò la presidenza delle Generali nel 2001, vittima dell'ultimo tentativo di Mediobanca di ribadire il suo potere incontrastato su Trieste. Enrico Cuccia era morto poco meno di un anno prima e la guida della banca d'affari era passata a Vincenzo Maranghi. Il blitz del delfino di Cuccia al comitato nomine di Mediobanca, il luogo deputato per la scelta dei vertici delle Generali alla vigilia dell'assemblea, ebbe un esito burrascoso. Maranghi tirò fuori un bigliettino e lesse il nuovo organigramma che indicava alla presidenza Gianfranco Gutty. Nemmeno una parola su Desiata, che scompariva anche dal Cda. Una prova di forza che provoco la reazione dell'allora Banca di Roma e di Unicredit, principali azionisti di Mediobanca che dopo la morte di Cuccia cercavano un ruolo pari al loro peso di primi azionisti di Mediobanca. Ormai era scontro aperto con Maranghi, che alla fine sarebbe risultato perdente e costretto a dimettersi nel 2003. Contro di lui si schierarono l'allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio e il presidente di Intesa Giovanni Bazoli, legato da uno stretto rapporto di stima con Desiata.

Desiata fu vittima della sua volontà di riconoscere i nuovi equilibri all'interno della "galassia" Mediobanca post Cuccia tanto che lasciando la presidenza protestò per il modo con cui era stato gestito il suo caso "tenuto conto dell'ampia platea degli azionisti". Insomma Mediobanca non poteva fare più tutto da sola, anche se era stato proprio Cuccia ad imporlo al vertice del Leone due anni prima, nel '99, estromettendo Antoine Bernheim, partner di Lazard ed esponente di punta della finanza francese in Italia.

Fu lo stesso Maranghi a richiamare Bernheim a Trieste alla presidenza delle Generali nel 2002 nel tentativo di ingraziarsi gli alleati francesi ormai presenti in forze a Piazzetta Cuccia. In piena crisi Fiat le ultime manovre di Maranghi non andarono in porto e anche i soci francesi lo abbandonarono e firmarono con Unicredit e Capitalia il nuovo patto che governa tutt'ora Mediobanca. Dopo l'uscita dalle Generali Desiata conservò la presidenza dell'Ania per un altro anno e poi continuò a lavorare come vicepresidente di Alleanza Assicurazioni e di Friuladria e consigliere di Intesa finchè la malattia glielo permise.
 
E' sempre triste quando scompare una persona.
 
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