Aurora 88, aurora 88P, aurora 88K, la pubblicità degli anni '50 diceva:
<< Bella e fedele >> costava allora lire 7.500 oggi chi ha la fortuna di trovarla in perfette condizioni ha un valore che oscilla da 120,00 euro a 200,00 euro.
Dipende se il cappuccio è in nikargento o in laminato oro.


Saluti
Aurora 88 – 88 K – 88 P – 888
Fabbrica: Aurora
Nazionalità: Italia - Torino
Modello: 88 – 88K – 88P -- 888
Anno:: 1947
Tipo: Ebanite-resina-metallo
Dimensioni: Chiusa lunghezza: 13,7 cm;
aperta lunghezza 14,7 cm. max;
diametro max 1,5 cm.
Caricamento: Stantuffo.
Pennino: Aurora, carenato in oro 18Kt..
Clip: Fissata all’interno del cappuccio mediante una
gemma rotonda d’acciaio in cima.
Cenni Storici
L’Aurora era uscita malconcia dal periodo bellico, dopo che un bombardamento aereo aveva distrutto la vecchia sede; rinnovata nel 1946 la nuova fabbrica, sita in Strada Abbadia di Stura, forte della grande esperienza dei laboratori artigiani dell’area settimese, pensa in grande ed accetta la scommessa dei tempi nuovi. Vi porta naturalmente la propria personalità, costruendo una penna che sarà il controcanto italiano della Parker 51. Nasce così la 88. “Bella e fedele” è lo slogan pubblicitario. Bella nelle sue forme rotondeggianti che si richiamano ad una bellezza femminea mediterranea, fedele come per l’appunto una giovane sposa deve essere per chi la sceglie. L’Aurora 88, ideata da un designer industriale quale Marcello Nizzoli, è il nuovo cavallo di battaglia: nel 1952 sono già stati prodotti un milione di esemplari. Tale numero, progressivo identificativo dell’esemplare, oltre ad essere riportato su un apposito certificato di garanzia allegato nella custodia compariva anche inciso sul colletto della penna, associato al caratteristico “logo”. Nella prima serie (88), il colletto ed il fondello girevole erano in ebanite, che solitamente ingiallisce col tempo, questi elementi, successivamente verranno sostituiti con del materiale plastico. Il cappuccio, dapprima solo il famoso “Nikargento”, sarà poi affiancato da un più lussuoso cappuccio placcato oro e poi laminato in oro, con lavorazione “millerighe”. Nel ‘53 costava 4.800 lire la prima versione e 6.800 la seconda era munita di un piccolo pennino avvolto da una giunzione carenata e dotata di caricamento a stantuffo. La clip, che ricorda anche nella linea le lontane antenate di vent’anni prima, sarà uno dei particolari più copiati, assieme all’anellino vicino al fondello e alla finestrella del livello di inchiostro. Come la Parker 51, la Aurora 88, sarà la penna più copiata degli anni cinquanta. In Italia tutti i piccoli produttori ne ricalcheranno le linee; nascono così veri cloni e penne similari: una vera jungla di nomi e marchi tra i quali possiamo ricordare Goldmichel, Vulcan, Stilpen, Fulgens e via dicendo. Ma l’inventiva Aurora si rivela ancora una volta vulcanica: anche gli accessori sono esclusivi. Veniva offerta nell’inconfondibile astuccio metallico, con il panno giallo per nettare la penna. Tale astuccio, dapprima decorato esternamente con la figura della penna stampata su carta policroma, si evolverà nella semplice custodia colorata del tipico color celeste metallico e in seguito anche “champagne” metallizzato. Si farà anche un modello lussuoso, completamente incamiciato in un rivestimento placcato oro, sfilabile di modo che lasci scoperto il sistema di riempimento a stantuffo. Gli anni passano e pian piano altri modelli si affiancano alla “madre” 88: il corpo rimane il medesimo e cambiano solo le sagome dei cappucci, nelle due scelte color acciaio e dorato, e la fisionomia della clip. Seguono quindi le Aurora 88K e poi le 88P. Con l’avanzare del caricamento a cartuccia anche la famiglia 88 propone una penna con tale sistema di riempimento ed ecco che gli 8 diventano tre: nasce la 888 che perde l’anellino vicino al fondello girevole, che non c’è più, e la sezione trasparente; è l’ultimo virgulto di una grande famiglia, che nel frattempo è stata affiancata dalla studentesca Duocart (1953).
Collezione Salvo Panebianco