Pensione Opzione Uomo

I dati ocse sottraggono entrambe le spese. Ma sono meno aggiornati di quelli di eurostat che permettono di sottrarne una sola, per questo hanno mostrato le tabelle con i dati da entrambe le fonti.

Balle . La colonna dei Survivors della tavola 1 comprende anche le pensioni sociali che è assistenza. Quindi solo la colonna A è attendibile per le prestazioni previdenziali il cui dato vale 12,5 del pil . Se a tale dato si sottrae il 3% dell'irpef dell'altra tavola quanto fa la reale spesa previdenziale italiana?
 
scusate io però dopo aver letto le ultime pagine non capisco perchè non è possibile con regole matematiche (finanziario-attuariali o come diavolo le si chiami) stabilire quanto mi spetta dopo 20/30/40 anni di contributi pagati, in base alla mia età e in base alla aspettativa di vita.

Nessuno l'ha detto.

non significa niente che non ce lo possiamo permettere, perchè permettere non significa niente.

io ho un montante di contributi e che io voglia sapere quanto mi spetterebbe a 55/65/75 anni alle casse dello Stato non deve cambiare nulla. Sempre pari deve essere il calcolo del montante che percepirò durante il mio periodo da pensionato.

credo di non riuscire a spiegarmi, volevo dire che matematicamente, in base ad aspettative e regole di calcolo uguali per tutti, non significa niente non ce lo possiamo permettere

se iniziassi a percepire la mia rendita a 55 anni per un certo importo (calcolato sul montante e sulla aspettativa di vita) ovviamente percepirò meno del caso in cui iniziassi ad incassare la rendita a 65 anni.
A 65 anni con 10 anni in più di contributi e 10 in meno di età da pensionato, è normale che percepirò di più! grazie arca..! ma allo Stato se io voglio andare in pensione a 55 anni, cosa gli cambia!?
non deve cambiare nulla al suo bilancio!
se invece al bilancio dello Stato non quadrano più i conti, significa che qualcosa non quadra nel sistema


In uno stato come quello Italiano tutto incide , se vai in pensione presto e con pensione da fame poi gravi su tutta l'assistenza . Lo vediamo da molto tempo questo : Un sacco di gente che dice che il governo non gli da abbastanza soldi per vivere , hanno versato poco o nulla però vorrebbero una buona pensione . In parte sono tutti evasori fiscali , tanto nero. Alcuni hanno 3 case... intestate magari ai figli.
 
Balle . La colonna dei Survivors della tavola 1 comprende anche le pensioni sociali che è assistenza. Quindi solo la colonna A è attendibile per le prestazioni previdenziali il cui dato vale 12,5 del pil . Se a tale dato si sottrae il 3% dell'irpef dell'altra tavola quanto fa la reale spesa previdenziale italiana?
La colonna B sono le pensioni di reversibilita' e rientrano a pieno titolo fra le prestazioni pensionistiche. Le pensioni sociali sono incluse nella colonna A, non nella colonna B. Ed e' opinabile farle rientrare fra le prestazioni assistenziali, perche' sono prestazioni erogate in eta' pensionabile che portano ad avere una pensione non rapportata ai contributi effettivi, ma del resto non lo sono nemmeno quelle dei pensionati retributivi. Discorso diverso per le pensioni di invalidita' e le indennita' di accompagnamento agli invalidi, che sono chiaramente di natura assistenziale e sono state scomputate nella colonna C. Idem per le prestazioni a sostegno del reddito come la disoccupazione e il reddito di cittadinanza (dove esiste) che non sono incluse in nessuna delle tre colonne perche' di "pensione" non hanno nemmeno il nome. In ogni caso come scrivono nell'articolo la quota A+B approssima bene la spesa per pensioni, perche' quella quota residua di assistenza e' poca roba. Dati INPS alla mano (facendoli scusare anche se sono del 2019 e non del 2018), in Italia ci sono circa 800 mila pensioni sociali/assegni sociali di importo medio di 450 euro. Fanno 4.7 miliardi di euro l'anno su 2100 miliardi di pil, uno 0.2%. Le prestazioni agli invalidi (3.2 milioni e di importo medio similie) costano il quadruplo e guarda caso salta fuori lo 0.8% della colonna C.
 
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è questo che intendevo dire, proprio questo :bow:

Non fare la vittima, tu hai 2 fondi pensione e l'INPS.

Se vuoi capire a una certa età quanto ti spetta , basta confrontare i rispettivi coefficienti della rendita reversibile .
 
prendere meno soldi per più tempo invece che più soldi per meno tempo, avrebbe certamente senso se i soldi uscissero fuori da un salvadanaio tuo che tu stesso hai riempito. Nel sistema a ripartizione, evidentemente conviene passare più anni a pagare (le pensioni degli altri) e meno anni a prendere la pensione (pagata dagli altri).
Il montante, in effetti non esiste. Serve solo a calcolare la pensione che qualcun altro ti deve pagare. Quindi, siccome all'INPS conviene che tu paghi molti anni, piuttosto che tu prenda molti anni, è oltremodo logico che si tenda a spostare l'età del pensionamento, il più possibile vicino a quella della morte: se coincidessero, avresti solo pagato e mai preso... giusto se hai una moglie, l'INPS dovrebbe erogare la reversibilità che è comunque ridotta rispetto alla pensione piena.

ma manco per niente! questi discorsi sono validi per chi va col retributivo e non con il contributivo. se io vado col contributivo avrò la pensione in base ai CONTRIBUTI E NON ALLE RETRIBUZIONI!

perchè se adesso non è più così allora mi incazzo perchè è da anni che fanno sta distinzione tra contributivi e retributivi
 
Non fare la vittima, tu hai 2 fondi pensione e l'INPS.

Se vuoi capire a una certa età quanto ti spetta , basta confrontare i rispettivi coefficienti della rendita reversibile .

ma quale vittima...non so a cosa ti riferisci dicendo che faccio la vittima.
io faccio un discorso di LIBERTà di scelta personale.

per quanto riguarda la mia situazione personale:
so soldi che ho pagato io, sia i contributi del montante inps che i fondi pensione; con i risparmi miei e le trattenute in busta paga.
Non fatti con calcoli finti o regalati da qualche scivolo elettorale o da calcoli quanto meno generosi
 
In uno stato come quello Italiano tutto incide , se vai in pensione presto e con pensione da fame poi gravi su tutta l'assistenza . Lo vediamo da molto tempo questo : Un sacco di gente che dice che il governo non gli da abbastanza soldi per vivere , hanno versato poco o nulla però vorrebbero una buona pensione . In parte sono tutti evasori fiscali , tanto nero. Alcuni hanno 3 case... intestate magari ai figli.

vabè allora con sto discorso tanto vale non lavorare per niente, tanto anche se non lavori poi arriva lo stato che ti sostiene anche se lavori solo 10 o 20 anni
poi evadi al massimo e chi se ne frega.
ma io parlo di chi, come me, lavora e paga tutto regolarmente
 
scusate io però dopo aver letto le ultime pagine non capisco perchè non è possibile con regole matematiche (finanziario-attuariali o come diavolo le si chiami) stabilire quanto mi spetta dopo 20/30/40 anni di contributi pagati, in base alla mia età e in base alla aspettativa di vita.

Nessuno l'ha detto.

non significa niente che non ce lo possiamo permettere, perchè permettere non significa niente.

io ho un montante di contributi e che io voglia sapere quanto mi spetterebbe a 55/65/75 anni alle casse dello Stato non deve cambiare nulla. Sempre pari deve essere il calcolo del montante che percepirò durante il mio periodo da pensionato.

credo di non riuscire a spiegarmi, volevo dire che matematicamente, in base ad aspettative e regole di calcolo uguali per tutti, non significa niente non ce lo possiamo permettere

se iniziassi a percepire la mia rendita a 55 anni per un certo importo (calcolato sul montante e sulla aspettativa di vita) ovviamente percepirò meno del caso in cui iniziassi ad incassare la rendita a 65 anni.
A 65 anni con 10 anni in più di contributi e 10 in meno di età da pensionato, è normale che percepirò di più! grazie arca..! ma allo Stato se io voglio andare in pensione a 55 anni, cosa gli cambia!?
non deve cambiare nulla al suo bilancio!
se invece al bilancio dello Stato non quadrano più i conti, significa che qualcosa non quadra nel sistema

Per 3 ragioni:
1. Se la tua pensione è troppo bassa finirai per prendere pensione sociale, di cittadinanza e simili andando a gravare sul sistema di più del dovuto. Proprio perché vai (e andrò anch'io) con il contributivo. Finché il montante è basso e l'età è bassa la pensione risultante sarà troppo bassa a 55 anni.
2. Prima prendi la pensione più il calcolo (che si basa su una stima dell'aspettativa di vita attuale, non futura visto che è imprevedibile) di quanto tempo andrai a prendere la pensione sarà sballato. Tanto per capirci un 40 enne che va in pensione oggi magari campa fino alla media che però sarà quella che ci sarà tra 40-50 anni... quindi imprevedibile dire se si vivrà in media fino a 150 anni tra 40-50 anni. E per le casse dello stato anche una differenza pari ad un anno impatta. In pratica più sei decrepito più sarà preciso il calcolo di quanto tempo ti rimane prima di crepare e lo stato può prevedere al meglio quanto darti... se vai in pensione a 40 anni e vivi fino a 150 anche se lo stato aveva previsto 70, lo stato, per quanto sia piccola la tua pensione, ci rimetterà 80 anni di montante non previsto.
3. Se le persone iniziano ad andare in pensione troppo presto ne risente il mondo del lavoro... si pensi ai buchi nella P.A. che ha provocato quota 100.

Penso però che si potrebbe fare una via di mezzo.
Innanzitutto prevedere un tetto più basso per la pensione anticipata che richiede ad oggi 2,5 volte la pensione sociale, ed eliminare il tetto nella pensione standard (quella con minimo 20 anni di contributi e attualmente se non erro 67 anni d'età). In secondo luogo prevedendo la possibilità di eliminare questi vincoli in caso si rinunci esplicitamente a richiedere la pensione sociale fino all'età prevista per l'accesso alla pensione di vecchiaia (mia madre che prende 2 soldi in croce ed è piena di problemi di salute ad oggi potrebbe benissimo prendere quel che le spetta anche sotto il minimo visto che mio padre ha al contrario accesso ad uno stipendio/tra 3 anni pensione/ sufficiente per entrambi), magari uno ha un'eredità, magari un partner che lo mantiene, magari portafoglio titoli che rende bene... non tutti hanno bisogno di una pensione sopra il minimo per uscire dal mondo del lavoro, ma anche quel minimo può fare la differenza tra dover continuare a lavorare e potersi ritirare.
In secondo luogo dando un minimo di flessibilità in più sull'età di uscita (proprio per il discorso che fai tu... anche se non si può far andare in pensione a 40-50 anni, a 60 ci si potrebbe fare un pensierino... con il vincolo numero 1 soddisfatto).
In terzo luogo andando a fare un piano assunzioni e sostituzione ben pensato e studiato. Quindi applicando le nuove norme molto gradualmente (tanto si riferiscono solo ai contributivi puri quindi il tempo per riformare la legge per bene c'è).

Non sarebbe male anche forzare le aziende a proporre part time a chi è in dirittura d'arrivo verso la pensione... un modo per attutire un po' gli orari quando si diventa più anziani e ci si stanca prima, ma anche un modo per iniziare a liberare qualche posto per giovani studenti universitari a cui magari non dispiacerebbe poter guadagnare qualcosa avendo però anche il tempo per studiare (perché lavorare fulltime e studiare è quasi impossibile).

Se poi il tutto venisse legato ad un sistema di formazione continua in cui lo stato investe in corsi di formazione specialistica anche per chi già lavora, spingendo le aziende a concedere 1, ma anche solo mezza, giornata alla formazione di tutti i lavoratori nel loro campo (se in crescita), in altri campi (se è un campo in declino), significherebbe avere più continuità lavorativa, meno disoccupati che non riescono a rientrare nel mondo del lavoro, dover pagare meno sussidi/ammortizzatori sociali (rdc/naspi), alzare la qualità e la specializzazione di tutta la forza lavoro italiana, avere più contributi ed una carriera lavorativa più continuativa per tutti e, per finire, questo renderebbe di fatto il sistema pensioni molto più sostenibile (perché il sistema pensioni si basa su quello del lavoro, se il sistema di lavoro è sano, il sistema pensionistico regge ovviamente molto meglio).

Penso che Opzione uomo sarebbe un piccolo palliativo come lo è già Opzione donna e come lo è stata quota 100... varie categorie di volta in volta "privilegiate" rispetto ad altre finiscono per consumare risorse e far andare in pensione gente subito al posto che pochi anni dopo, mentre il sistema è sempre meno sostenibile e i suoi problemi ricadono di volta in volta sulle generazioni più giovani. Una reale soluzione dev'essere strutturale, sostenibile e deve intervenire su medio-lungo periodo, per chi in pensione andrà tra 50 anni, non tra 5 anni. Finché si aumenta solo il debito o si trovano piccole gabole per continuare a favorire chi in pensione deve andarci tra poco sarà solo una gara generazionale in perdita con un sistema sempre in bilico tra la crisi e il collasso.

Ora tra l'altro è il momento peggiore per far crollare il sistema visto che vanno in pensione quelli del baby boom... sarà un'ondata che per qualche anno che renderà tutto ancora più complesso. Si spera solo che dopo le cose siano leggermente più semplici anche se, essendoci sempre meno giovani (e quei pochi non sempre hanno un lavoro di buona qualità), il sistema si regge in piedi sempre meno.

PS. Il nostro sistema si basa sul patto generazionale. Di fatto noi che lavoriamo paghiamo le pensioni di chi va o è in pensione ora.
I nostri figli pagheranno le nostre pensioni. Per questo più giovani lavorano più il sistema è sostenibile, meno gente lavora meno il discorso contributivo ha senso.
Il tuo montante contributivo infatti non ti viene restituito, sta già venendo usato ora per le pensioni della generazione precedente, allo stesso modo in cui il montante contributivo di chi lavorerà domani pagherà la tua di pensione, anche per questo non possono farti andare in pensione troppo presto... se no chi la paga la pensione al pensionato odierno se nessuno lavora?
 
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condivido la quasi totalità del tuo post.
capisco la logica del punto 2 sulla scarsa attendibilità della previsione di vita con così tanti anni davanti.
capisco meno la logica del punto 1, perchè con questo discorso, chiunque, anche chi non lavora affatto graverà sulla collettività per la pensione sociale, ma chi ha qualche anno di contributi riceverà comunque in assegno sociale solo una parte dalla collettività mentre una parte è quanto gli spetta in base ai contributi pagati.

infine, lo so che non mi viene restituito un montante che rimane in qualche cassetto accumulato dai miei versamenti, però la pensione mi viene calcolata su quel montante, altrimenti perchè chi versa più contributi ha una pensione più alta di uno che ne versa meno?!? la pensione la calcoli proprio sl quel montante che "fittiziamente", passami il termine, ho accumulato sulla mia posizione personale contributiva, anche se è già uscita tutta per pagare le pensioni mentre lavoravo.
 
ma quale vittima...non so a cosa ti riferisci dicendo che faccio la vittima.
io faccio un discorso di LIBERTà di scelta personale.

per quanto riguarda la mia situazione personale:
so soldi che ho pagato io, sia i contributi del montante inps che i fondi pensione; con i risparmi miei e le trattenute in busta paga.
Non fatti con calcoli finti o regalati da qualche scivolo elettorale o da calcoli quanto meno generosi

Vediamo di capirci :

1. Stabilisci una età
2. Controlla il coefficiente Inps
3. Raffrontalo con la reversibile di Gomma e Plastica e di Allianz

...e poi ci risentiamo.
 
capisco meno la logica del punto 1, perchè con questo discorso, chiunque, anche chi non lavora affatto graverà sulla collettività per la pensione sociale, ma chi ha qualche anno di contributi riceverà comunque in assegno sociale solo una parte dalla collettività mentre una parte è quanto gli spetta in base ai contributi pagati.

Vero ma ci sono due cose da considerare.
Prendiamo come esempio una persona che non ha mai lavorato, l'assegno sociale pensionistico lo inizierà a ricevere solo raggiunta l'età pensionabile attuale. Nel tuo ipotetico sistema teoricamente chi va in pensione a 55 anni potrebbe il giorno dopo ricevere l'assegno sociale. Per questo in uno dei punti che ho scritto sopra ho aggiunto la rinuncia alla ricezione dell'assegno sociale fino all'età pensionabile per chi vuole andarci senza aver ancora maturato ciò che lo stato suggerisce.
Poi che il disoccupato possa comunque gravare anche prima in vari modi è un altro discorso, non lo metto in dubbio comunque.
Altro punto, sarebbe pieno di persone che anche un po' impulsivamente andrebbero in pensione senza pensare alle conseguenze, magari pensando di potersela cavare sotto budget per poi ritrovarsi incastrati.
Non sottovaluterei questo problema altrimenti il rischio di creare tanti giovani pensionati sotto la soglia di povertà c'è.
Tarare un sistema gradualmente e sul lungo periodo è uno dei metodi per evitare questi problemi, si introduce una piccola novità se funziona si conferma se no si torna indietro e si valuta cosa si può fare di alternativo... il problema è che per fare una cosa del genere bisogna avere visione, metodo e governare a lungo senza pensare al gain immediato. È molto più facile farsi votare dal quasi pensionato parlando di pensioni rispetto al parlare di un sistema da implementare lentamente che va a beneficio delle generazioni successive (che a loro volta non pensano ancora alla pensione... almeno in generale).
Di base bisogna saper fare campagna elettorale da populisti e governare da realisti con i piedi ben piantati per terra in un'equilibrismo che ad oggi non ho visto fare a nessuno con successo.
 
Dai, basterebbe non illudere le persone con pensioni facili che poi in molti casi avrebbero le conseguenze che hai scritto:
…..Altro punto, sarebbe pieno di persone che anche un po' impulsivamente andrebbero in pensione senza pensare alle conseguenze, magari pensando di potersela cavare sotto budget per poi ritrovarsi incastrati……
In pensione e’ molto difficile avere dei miglioramenti!
 
Adesso dicono che quota 41 è difficile da fare perchè non ci sono le risorse.Allora perchè non rispolverare opzione uomo che non sarebbe un costo perchè tutto sarebbe calcolato con il sistema contibutivo?Si prenderebbe di pensione quanto versato in base al montante contributivo maturato e al coefficiente in base all'età da moltiplicare il montante contributivo.
 
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Adesso dicono che quota 41 è difficile da fare perchè non ci sono le risorse.Allora perchè non rispolverare opzione uomo che non sarebbe un costo perchè tutto sarebbe calcolato con il sistema contibutivo?Si prenderebbe di pensione quanto versato in base al montante contributivo maturato e al coefficiente in base all'età da moltiplicare il montante contributivo.

purtroppo anche con opzione uomo, rimani un costo per l'INPS.
Se l'INPS deve darti una pensione tutta contributiva di 1000 euro a 58 anni invece che 1500 euro "misti" a 68 tu per 10 anni rappresenti un costo più un mancato incasso perché non paghi più i contributi.
Se invece non vai in pensione fino a 68 anni, magari nel frattempo muori e l'INPS risparmia un sacco di soldi.
Male che va incassa i tuoi contributi per altri 10 anni e dopo ha ancora la speranza che tu premuoia prima di recuperare con la pensione più alta i 10 anni a 1000 euro che non hai preso, quindi guadagnandoci.
Bisogna rovesciare le logiche: l'INPS deve fare quello che vogliamo noi e non noi quello che vuole l'INPS, facendoci per giunta prendere dalla sindrome di Stoccolma, versando lacrime sulle casse vuote dell'ente previdenziale e giustificazioni matematico finanziarie sull'insostenibilità del sistema. Ci sono 11 milioni di disoccupati abili al lavoro: una politica seria cercherebbe di favorire le condizioni perché la maggior parte di questi disoccupati trovasse un lavoro e, di conseguenza pagasse anche le pensioni.
 
Il ricalcolo contributivo è il meccanismo su cui è basato opzione donna.
In questo thread alcuni si lamentavano del fatto che obiezione donna è discriminante e che doveva esistere unanaloga opzione uomo.

Confermo che è penalizzante e che è il motivo per cui hanno aderito in pochi.
Ma devi spiegarlo anche a chi si lamenta qui sul forum di non poter aderire ad ozpione donna, poché appartenente al genere maschile

io non mi riferivo ad opzione uomo, ma alla proposta citata anche da te, di "concedere" la possibilità di anticipare a 64 anni la pensione a patto di calcolarla tutta contributiva... che dal punto di vista di chi ha 10 o 15 anni retributivi, ribadisco, è una follia senza senso
 
scusate io però dopo aver letto le ultime pagine non capisco perchè non è possibile con regole matematiche (finanziario-attuariali o come diavolo le si chiami) stabilire quanto mi spetta dopo 20/30/40 anni di contributi pagati, in base alla mia età e in base alla aspettativa di vita.

Nessuno l'ha detto.

non significa niente che non ce lo possiamo permettere, perchè permettere non significa niente.

io ho un montante di contributi e che io voglia sapere quanto mi spetterebbe a 55/65/75 anni alle casse dello Stato non deve cambiare nulla. Sempre pari deve essere il calcolo del montante che percepirò durante il mio periodo da pensionato.

credo di non riuscire a spiegarmi, volevo dire che matematicamente, in base ad aspettative e regole di calcolo uguali per tutti, non significa niente non ce lo possiamo permettere

se iniziassi a percepire la mia rendita a 55 anni per un certo importo (calcolato sul montante e sulla aspettativa di vita) ovviamente percepirò meno del caso in cui iniziassi ad incassare la rendita a 65 anni.
A 65 anni con 10 anni in più di contributi e 10 in meno di età da pensionato, è normale che percepirò di più! grazie arca..! ma allo Stato se io voglio andare in pensione a 55 anni, cosa gli cambia!?
non deve cambiare nulla al suo bilancio!
se invece al bilancio dello Stato non quadrano più i conti, significa che qualcosa non quadra nel sistema

Lo ripeto per l'ennesima volta, attuarialmente l'inps riconosce anche con il contributivo più di quanto si versa .

Se per es. disponi di 100 k di montante hai a 67 anni -con una moglie più giovane di 5 senza figli minori , un assegno mensile di:

. 428 con inps
. 311 con fondo plastica

Il 38% in meno. Questo per dire che 428 euro sono un lusso che lo stato non si può permettere avendo debiti su debiti da pagare. Debiti in gran parte originati e perpetuati dalla previdenza pubblica, per trattamenti che nel 50% dei casi finiscono al nord produttivo e ...assistito.

Se entriamo nella logica che i debiti di stato sono nostri e dei nostri discendenti, dobbiamo riconoscere che questo scriteriato sistema pensionistico va corretto .

Va corretto :

. abbassando gradualmente prestazione e contribuzione inps fino al valore della pensione di cittadinanza
. rendendo obbligatoria la PC

Se è vero come è vero che l'inps da di più...molto di più perchè:

. riconoscere la perequazione automatica al 100% alle pensioni fino a 4 volte il minimo
. riconoscere la reversibilità al di sopra del minimo vitale :

-Il coniuge superstite matura, ove non vi siano figli, un diritto ad un trattamento pari al 60% della pensione che spettava (o sarebbe spettata) all’assicurato.
-In assenza del coniuge, nel caso sia presente soltanto un figlio egli ha diritto al 70%; se i figli superstiti sono due la quota individuale è pari al 40%; se i figli sono tre (o più) il trattamento è pari al 100% della pensione e vi è riparto egualitario tra tutti;
-In presenza del coniuge, fermo restando la quota del 60% ad esso spettante, il trattamento di reversibilità è pari al 80% in presenza di un figlio (cui spetta quindi il 20%), e al 100% in caso di più figli.

. e... si potrebbe continuare con l'assegno di accompagnamento e protezioni inconcepibili con il livello di debito e deficit.
 
Lo ripeto per l'ennesima volta, attuarialmente l'inps riconosce anche con il contributivo più di quanto si versa .

Se per es. disponi di 100 k di montante hai a 67 anni -con una moglie più giovane di 5 senza figli minori , un assegno mensile di:

. 428 con inps
. 311 con fondo plastica

Il 38% in meno. Questo per dire che 428 euro sono un lusso che lo stato non si può permettere avendo debiti su debiti da pagare.

La rendita citata è lorda e viene tassata con le stesse percentuali irpef di un reddito dal lavoro quindi crescente col reddito.
Immaginando quindi che tale versamento vada a sommarsi alla pensione e prendendo l'aliquota più bassa del 23% in realtà l'inps ti restituisce 329€ netti/mese.
Questo vuol dire che ci vogliono circa 24 anni per recuperare la cifra che hai versato tale e quale, senza un centesimo di interessi.
Dovresti vivere quindi fino a 91 anni solo per riprendere possesso dei tuoi soldi, o almeno quelli che 24 anni prima dovevano essere soldi tuoi.
Se invece trapassi prima dei 91 allora la reversibilità amplifica ancora di più gli anni che ci vorranno per il recupero del maltolto.
Altro che riconoscere più di quanto si versa, non oso neppure immaginare quanto dovresti campare per recuperare gli stessi soldi versati in altre casse meno generose dell'inps.
Per cui non commento neppure lo schifo totale del fondo plastica o di altri simili.
 
Lo ripeto per l'ennesima volta, attuarialmente l'inps riconosce anche con il contributivo più di quanto si versa .

Se per es. disponi di 100 k di montante hai a 67 anni -con una moglie più giovane di 5 senza figli minori , un assegno mensile di:

. 428 con inps
. 311 con fondo plastica

Il 38% in meno. Questo per dire che 428 euro sono un lusso che lo stato non si può permettere avendo debiti su debiti da pagare. Debiti in gran parte originati e perpetuati dalla previdenza pubblica, per trattamenti che nel 50% dei casi finiscono al nord produttivo e ...assistito.
La rendita reversibile per un 67enne del 1955 con secondapensione di amundi e' il 32% in meno di quella dell'inps (coefficiente di trasformazione 3.8% invece di 5.575%), ma con reversibilita' al 100% (quella dell'inps e' del 60% piu' decurtazioni basate sul reddito che la portano facilmente al 40% o meno). E l'assicurazione e' normale che paghi di meno perche' non riconosce in media quello che si versa, ma di meno, dovendo guadagnarci.
 
Va corretto :

. abbassando gradualmente prestazione e contribuzione inps fino al valore della pensione di cittadinanza
.

Sui numeri ti hanno corretto altri.
Quello che riporti è invece da confisca sociale, avendo appurato che con il contributivo tanto versi e tanto ottieni di pensione.
Tu invece sembri suggerire un azzeramento dei contributi versati in chiave "chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato".
 
La rendita reversibile per un 67enne del 1955 con secondapensione di amundi e' il 32% in meno di quella dell'inps (coefficiente di trasformazione 3.8% invece di 5.575%), ma con reversibilita' al 100% (quella dell'inps e' del 60% piu' decurtazioni basate sul reddito che la portano facilmente al 40% o meno). E l'assicurazione e' normale che paghi di meno perche' non riconosce in media quello che si versa, ma di meno, dovendo guadagnarci.

Sono dettagli, Gomma Plastica è il fondo dell'amico nostro
 
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