@bigmad il discorso di mander era diverso.
Opzione donna ti anticipa di 6 anni (secondo i tuoi calcoli), ma ti distrugge 13 anni di retributivo che diventano un capitale su 25 anni di pensione attesa.
Mander ha parlato dei 13 anni retributivi in relazione a quota 103 e non in relazione ad opzione donna:
"Se consideriamo quota 103 = 41 + 62 potranno pensionarsi i nati nel 1961 e per avere 41 anni di contributi almeno 13 anni di retributivo."
Per una donna 58enne con 35 anni di contributi (il periodo minimo per poterla richiedere), gli anni retributivi non sono 13 ma solamente 8. Per contro la distanza dai 41 anni e 10 mesi per la sua eventuale pensione anticipata è di ben 6 anni e 10 mesi (una vita).
La donna 58enne deve scegliere tra perdere 8 anni retributivi ma anticipare di quasi 7 anni la pensione.
E' una decisione molto meno scontata rispetto a quella che deve prendere un lavoratore di 62 anni con 41 di contributi, al quale venisse proposto un ricalcolo totalmente contributivo a 1 anno e 10 mesi dal traguardo (la risposta scontata per costui sarebbe infatti un bel pernazzhione).
@bigmad
Come calcoli tu stesso, l'anticipo pensionistico non conviene: meglio arrivare a quelle età iniziando a lavorare meno ed un governo serio dovrebbe spingere le aziende a concedere part time (sempre molto difficile da ottenere) a lavoratori più anziani in modo da rendere la transizione verso la pensione piu fluida.
L'anticipo pensionistico non conviene se viene proposto in quei termini.
Intanto non si può barattare la rinuncia al calcolo misto quando ormai si è arrivati quasi al traguardo. Il calcolo deve rimanere misto, nulla quaestio, altrimenti ogni proposta diventa una presa in giro inaccettabile.
Se solo si riproponesse quota 100, anche nella formula 62+38, magari nella versione Tridico:intanto ti liquidiamo la parte contributiva, poi a 67 anni anche la parte retributiva, quello per me sarebbe sufficiente.