carlasca
no ne nein
- Registrato
- 22/1/08
- Messaggi
- 13.750
- Punti reazioni
- 656
Forse troppe certezza, ma analisi lucida 
L’idea che si possa governare un grande paese occidentale con Vendola e la Camusso è talmente stravagante che soltanto Bersani ha potuto prenderla in considerazione. Così come è evidente anche ai sassi che l’Europa non ha defenestrato Berlusconi e incoronato Monti per poi ritrovarsi al governo dell’Italia la sinistra più vecchia del mondo.
Le grandi manovre in atto – in Italia e in Europa, ma anche in Vaticano e alla Casa bianca – non hanno l’obiettivo di fermare Berlusconi (che non vincerà mai), ma di impedire ad una sinistra vistosamente inaffidabile di sfasciare quel che resta dell’Italia. Bersani è stato avvertito per tempo (anche da questo blog, nel suo piccolo), ma ha testardamente perseguito l’alleanza con Sel e la subalternità alla Cgil, convinto che bastasse ubbidire al Quirinale e sostenere Monti per guadagnarsi la credibilità necessaria a governare. Così si è giocato palazzo Chigi.
La sconfitta della gioiosa macchina da guerra è naturalmente una buona notizia per l’Italia: ma lo è anche per la sinistra, le cui forze più fresche e dinamiche, umiliate dalle primarie di apparato che hanno cestinato Renzi perché avrebbe vinto le elezioni, potranno ora rientrare in campo con qualche chance in più di successo. Ma se ne parla al prossimo giro.
Intorno a Monti si raccoglierà uno schieramento che soltanto in parte ricalca il centrodestra come lo abbiamo conosciuto finora: più robusta la componente centrista e “civica”; fuori la Lega, l’area di An e i berlusconiani duri e puri; dentro l’“Italia popolare” di Alfano, tutti i cattolici dalle Acli a Cl e, perché no?, qualche montiano del Pd. In breve, la destra europea così come la sinistra l’ha sempre sognata.
Peccato che a non essere per niente europea sia la sinistra italiana. Sarebbe bastato liquidare una volta per tutte i radicali e gli estremisti (come aveva provato a fare Veltroni fondando il Pd), e oggi un tappeto rosso sarebbe disteso ad accogliere Bersani nelle stanze del potere. Il furbetto di Bettola ha preferito invece fare il gioco delle tre carte – ancora ieri ha promesso di “aprire al centro” dopo aver vinto le elezioni (sic!) – puntando sullo sfacelo del campo avverso e sulla mancanza di alternative. E, naturalmente, gli è andata male.
Così Bersani ha perso palazzo Chigi | The Frontpage
L’idea che si possa governare un grande paese occidentale con Vendola e la Camusso è talmente stravagante che soltanto Bersani ha potuto prenderla in considerazione. Così come è evidente anche ai sassi che l’Europa non ha defenestrato Berlusconi e incoronato Monti per poi ritrovarsi al governo dell’Italia la sinistra più vecchia del mondo.
Le grandi manovre in atto – in Italia e in Europa, ma anche in Vaticano e alla Casa bianca – non hanno l’obiettivo di fermare Berlusconi (che non vincerà mai), ma di impedire ad una sinistra vistosamente inaffidabile di sfasciare quel che resta dell’Italia. Bersani è stato avvertito per tempo (anche da questo blog, nel suo piccolo), ma ha testardamente perseguito l’alleanza con Sel e la subalternità alla Cgil, convinto che bastasse ubbidire al Quirinale e sostenere Monti per guadagnarsi la credibilità necessaria a governare. Così si è giocato palazzo Chigi.
La sconfitta della gioiosa macchina da guerra è naturalmente una buona notizia per l’Italia: ma lo è anche per la sinistra, le cui forze più fresche e dinamiche, umiliate dalle primarie di apparato che hanno cestinato Renzi perché avrebbe vinto le elezioni, potranno ora rientrare in campo con qualche chance in più di successo. Ma se ne parla al prossimo giro.
Intorno a Monti si raccoglierà uno schieramento che soltanto in parte ricalca il centrodestra come lo abbiamo conosciuto finora: più robusta la componente centrista e “civica”; fuori la Lega, l’area di An e i berlusconiani duri e puri; dentro l’“Italia popolare” di Alfano, tutti i cattolici dalle Acli a Cl e, perché no?, qualche montiano del Pd. In breve, la destra europea così come la sinistra l’ha sempre sognata.
Peccato che a non essere per niente europea sia la sinistra italiana. Sarebbe bastato liquidare una volta per tutte i radicali e gli estremisti (come aveva provato a fare Veltroni fondando il Pd), e oggi un tappeto rosso sarebbe disteso ad accogliere Bersani nelle stanze del potere. Il furbetto di Bettola ha preferito invece fare il gioco delle tre carte – ancora ieri ha promesso di “aprire al centro” dopo aver vinto le elezioni (sic!) – puntando sullo sfacelo del campo avverso e sulla mancanza di alternative. E, naturalmente, gli è andata male.
Così Bersani ha perso palazzo Chigi | The Frontpage