Pianificazione Fiscale

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Max Romano

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Osservatorio Finanziario Assoconsulenza
a cura di Massimiliano Romano
L’IMPOSTAZIONE E LA VALUTAZIONE DI UNA CORRETTA PIANIFICAZIONE FISCALE NELLA STRATEGIA AZIENDALE
di Giancarlo Cervino
In un suo brillante articolo, il professor David Williams presentava un curioso parallelismo fra le leggi della termodinamica e quelle fiscali.

 La prima legge di questa teoria enuncia che tutte le tasse sono eludibili. In effetti, nessuno ci impedisce o vieta di andare a vivere su un’isola deserta oppure in un territorio ove la mancanza di comunicazioni rende difficilmente riscuotibili le imposte stesse.
 La seconda è quella che in qualsiasi società le leggi fiscali degerano dall’ordine al caos.
 La terza e più interessante è quella che le leggi fiscali sono necessarie in ogni società regolata da un corpo di leggi, perché ogni comunità che produce delle norme deve dotarsi obbligatoriamente di meccanismi, aventi un certo costo, che ne garantiscano l’applicazione.

Le tre leggi della dinamica fiscale e soprattutto la prima, contrariamente a quanto affermano i Ministri delle Finanze, sono indubbiamente vere, ma non devono essere fraintese. Il principio che ogni tassa è eludibile non deve indurci a pensare che possa esistere una società ove le imposte non siano pagate dall’intera comunità. Nessun uomo può sognare di vivere alle spalle degli altri da puro parassita, ma ognuno di noi ha una diversa valutazione del peso del carico fiscale a seconda dei benefici ricevuti in contropartita e dell’eventuale possibilità di meglio allocare gli importi dovuti al fisco.
Un esempio significativo: il versare dei contributi sanitari ad uno Stato in cui non esista un solo ospedale pubblico ma solo cliniche private, risulterebbe non solo iniquo ma profondamente controproducente alla salute, qualora al cittadino non restino, dopo il versamento del contributo, i fondi necessari per curarsi presso le strutture private.
Ed è qui che entra in gioco la dinamica del sistema impositivo e le possibilità di elusione. In primo luogo le leggi fiscali sono degli elaborati di termini non sempre interpretabili in maniera univoca, come tutti i pensieri umani, e, secondariamente, le specifiche circostanze economiche e temporali rendono le imposte stesse eludibili (come l’imporre una tassa e non approntare il sistema per riscuoterla non rende automaticamente il contribuente un evasore) oppure inutili (attualmente un’imposta sulla detenzione di schiavi non apporterebbe alcun gettito).
In realtà, l’aspirazione del contribuente non è il parassitismo quanto piuttosto l’equità, e quand’anche questa non esista, la prevedibilità e la stabilità.
Attualmente l’uomo ha sviluppato una rete di rilevamento meteorologico mondiale per permettere di limitare i danni di eventuali cataclismi naturali, altrimenti ingentissimi. Un armatore raccomanderà sempre ai capitani della sua flotta di ben scegliere le rotte, non solo in funzione delle esigenze commerciali ma anche di quelle meteorologiche, al fine di evitare la perdita della nave e dell’equipaggio; ed allora perché dovrebbe essere assurdo per un imprenditore o un manager, in qualunque fase della sua attività, pretendere di conoscere quale sarà la portata fiscale delle sue decisioni di investimento in modo da tenerne conto nella predisposizione del suo budget?

L’imprenditore o il management deve agire preoccupandosi della bontà del business e non della possibilità di veder vanificare gli sforzi da leggi caotiche. Prevedere i flussi di cassa degli investimenti e già di per sé un esercizio non estremamente semplice e la variabile fiscale può talvolta provocare dei problemi quando non sia stata debitamente tenuta in considerazione.
E’ comprensibile che non si possa stabilire con estrema precisione la presenza di un ciclone nella zona e che quindi una sfortunata nave di passaggio possa colare a picco, ma nel caso fiscale ci troviamo di fronte ad una legge umana probabilmente giusta, ma sicuramente intempestiva e che comunque avrebbe potuto essere annunciata con sufficiente anticipo in condizioni economiche normali.

Il giustificare costantemente, da parte di una nazione, le sue leggi e politiche fiscali come straordinarie, eccezionali o urgenti, indica che il sistema nel suo complesso sta diventando di tipo caotico.
 
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