poesia

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watson

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L’amore...


L’amore mi sconvolse
l’anima
come il vento dal monte
si getta sulle querce.


(Saffo)
 
Tanto gentile e tanto onesta pare




Tanto gentile e tanto onesta pare

la donna mia quand’ella altrui saluta,

ch’ogne lingua deven tremando muta,

e li occhi no l’ardiscon di guardare.



Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d’umiltà vestuta;

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a miracol mostrare.



Mostrasi sì piacente a chi la mira,

che dà per li occhi una dolcezza al core,

che ‘ntender no la può chi no la prova;



e par che de la sua labbia si mova

un spirito soave pien d’amore,

che va dicendo a l’anima: Sospira.



(Dante Alighieri)
 
Felice chi con ali vigorose,
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita,
si eleva verso campi sereni e luminosi!

Felice chi lancia i pensieri come allodole
in libero volo verso i cieli nel mattino!

Felice chi, semplice, si libra sulla vita e intende
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!


(Baudelaire)
 
Se non altro stai rispettando un certo ordine cronologico!:D :rolleyes:
 
Scritto da watson
Felice chi con ali vigorose,
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita,
si eleva verso campi sereni e luminosi!

Felice chi lancia i pensieri come allodole
in libero volo verso i cieli nel mattino!

Felice chi, semplice, si libra sulla vita e intende
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!


(Baudelaire)
Questo "pezzo" fa parte della bellissima poesia "Elevazione" che riporto in una delle tante versioni tradotte dal francese.

ELEVAZIONE

Sopra gli stagni, sopra i monti e le vallate,
sopra le foreste, le nuvole, gli oceani,
al di là del sole, oltre gli spazi eterei,
al di là dei confini delle sfere stellate,
spirito, tu ti muovi con agilità
e, come un buon nuotatore nell'estasi dell'onda,
solchi festosamente l'immensità profonda
con un'indicibile e maschia voluttà.
Fuggi lontano da questi morbosi miasmi,
vola a purificarti nell'aria superiore,
e bevi, come un puro e celestiale liquore,
il chiaro fuoco che colma i limpidi spazi.
Alle spalle gli affanni e le vaste pene
che gravano opprimenti sull'esistenza brumosa
fortunato chi può, con ala vigorosa,
slanciarsi verso i campi luminosi e sereni;
l'uomo i cui pensieri, come fanno le allodole,
verso il cielo al mattino liberi si avventano
- che sorvola la vita e intende facilmente
il linguaggio dei fiori e delle cose mute

Charles Baudelaire
 
Potessero le mie mani sfogliare
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.

Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.

T’amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!!


Federico Garcia Lorca
 
I denti ho lavato.
Nulla più devo a questa giornata.


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V uoi che ti prestino ascolto?
Che tendano l'orecchio?
Che afferrino ogni parola?
Che si scambino sguardi: cosa dice?
Lo vuoi? Va¡ dai macchinisti,
guida tu le elektric ¡¦ki,*
annuncia dall'alto, scostante:
Mic¡urinec, prossima fermata Vnukovo.


* Treni locali, abitualmente usati dai pendolari.

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Accolgo il destino
e gli elevo inni
quando sulla fronte mi scrivi
con ferro rovente: amata.

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Ho frantumato il tuo cuore
ora cammino sui frammenti
a piedi nudi.
 
Mito

Verrà il giorno che il giovane dio sarà un uomo,
senza pena, col morto sorriso dell'uomo
che ha compreso. Anche il sole trascorre remoto
arrossando le spiagge. Verrà il giorno che il dio
non saprà più dov'erano le spiagge d'un tempo.

Ci si sveglia un mattino che è morta l'estate,
e negli occhi tumultuano ancora splendori
come ieri, e all'orecchio i fragori del sole
fatto sangue. È mutato il colore del mondo.
La montagna non tocca piú il cielo; le nubi
non s'ammassano piú come frutti; nell'acqua
non traspare più un ciottolo. Il corpo di un uomo
pensieroso si piega, dove un dio respirava.

Il gran sole è finito, e l'odore di terra,
e la libera strada, colorata di gente
che ignorava la morte. Non si muore d'estate.
Se qualcuno spariva, c'era il giovane dio
che viveva per tutti e ignorava la morte.
Su di lui la tristezza era un'ombra di nube.
Il suo passo stupiva la terra.

Ora pesa
la stanchezza su tutte le membra dell'uomo,
senza pena, la calma stanchezza dell'alba
che apre un giorno di pioggia. Le spiagge oscurate
non conoscono il giovane, che un tempo bastava
le guardasse. Né il mare dell'aria rivive
al respiro. Si piegano le labbra dell'uomo
rassegnate, a sorridere davanti alla terra.
 
Il cuore che ride

la tua vita è la tua vita.
non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell'arrendevolezza.
stai in guardia.
ci sono delle uscite.
da qualche parte c'è luce.
forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre.
stai in guardia.
gli dei ti offriranno delle occasioni.
riconoscile, afferrale.
non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
e più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
la tua vita è la tua vita.
sappilo finché ce l'hai.
tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.


Charles Bukowski
 
Zero

seduto a guardare la lancetta del TIMEX che gira e rigira e
rigira...
difficile che questa qui diventi una notte da ricordare
seduto a stanarmi punti neri dietro al collo
mentre gli altri si infilano nelle lenzuola insieme a una gnocca
[bollente
io mi guardo dentro e trovo il vuoto totale.
sono rimasto senza sigarette e non ho nemmeno una pistola
[sfoderare
l'unica cosa che ho è questo blocco dello scrittore.
la lancetta del TIMEX continua a girare e
rigirare...
ho sempre voluto essere uno scrittore
adesso sono uno scrittore che non riesce a scrivere.
potrei scendere a guardare i programmi notturni alla tivù con mia
[moglie
mi chiederà com' è andata
farò un gesto qualsiasi con la mano
mi piazzerò vicino a lei
e guarderò gli omini di vetro fallire
come ho fallito io.
adesso scendo giù per le scale
che scena:
un uomo vuoto che sta attento a non inciampare e sbattere la testa
vuota.
 
…oggi ho camminato nel sole

e nelle strade di questa città.

Senza vedere nulla

Senza imparare nulla

Senza essere nulla …



CHARLES BUKOWSKY (1920 – 1994)
 
CHE BELLO IL MARE

(Di Donato Gianluca, Gelao Carlotta, Rosso Arianna, Saglietti Luca Scuola media classe I)

Che bello cavalcare le onde del mare
verso il tramonto.
La spuma bianca ti circonda
frizzando piacevolmente.
L'acqua infinita ti avvolge e ti bagna.
Essa si infrange sugli scogli appuntiti
diffondendo un profumo salato ed un
suono soave.
Una natura incantata si cela sul fondo
marino.
La luce del sole illumina flebilmente
quel paesaggio da fiaba.
Che bello il mare!
 
Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita."

William Shakespeare
 
Fuga di giovinezza

La stanca estate china il capo
specchia nell' acqua il suo biondo volto.
Erro stanco e impolverato
nell' ombra del viale.

Tra i pioppi soffia una leggera
brezza. Il cielo alle mie spalle e' rosso
di fronte l' ansia della sera
- e il tramonto - e la morte.

E vado stanco e impolverato
e dietro a me resta esitante
la giovinezza, china il capo
e non vuole più seguire la strada con me.


Herman Hesse
 
Silvia ti voglio bene
Silvia
Silvia
Silvia che bel nome hai
Silvia
Silvia
Silvia voglio ripeterlo finchè non mi piacerà
Silvia
Silvia
Silvia
Silvia
Ecco ora non mi piace più




Jacques Prevert
 
ORA

Arrivare fino a qui
scivolando dentro la vecchiaia
i decenni che passano
senza mai incontrare una sola persona
veramente cattiva
senza mai incontrare una sola persona
veramente straordinaria
senza mai incontrare una sola persona
veramente buona

scivolando dentro la vecchiaia

i decenni che passano

e le mattine sono le peggiori.


(Charles Bukowsky)
 
Donna in tram



Vuoi baciare il tuo bimbo che non vuole:
ama guardare la vita, di fuori.
Tu sei delusa allora, ma sorridi:
non è l'angoscia della gelosia
anche se già somiglia egli all'altr'uomo
che per «guardare la vita, di fuori»
ti ha lasciata così...



Sandro Penna
 
Se desolato io cammino... dietro
quel soffio di colline, nella notte
tepida e buia, steso su una zolla
è forse un giovanotto ad occhi aperti.
Ognuno è solo, ma con vario cuore
riguarda sempre le solite stelle.



Sandro Penna
 
INFANZIA


Si dovrebbe riflettere a lungo per parlare

di certe cose che così si persero,

quei lunghi pomeriggi dell'infanzia

che mai tornarono uguali - e perchè?

Dura il ricordo -: forse in una pioggia,

ma non sappiamo ritrovarne il senso;

mai fu la nostra vita così piena

di incontri, di arrivederci, di transiti

come quando ci accadeva soltanto

ciò che accade a una cosa o a un animale:

vivevamo la loro come una sorte umana

ed eravamo fino all'orlo colmi di figure.

Eravamo come pastori immersi

in tanta solitudine e immense distanze,

e da lontano ci chiamavano e sfioravano,

e lentamente fummo - un lungo, nuovo filo-

immessi in quella catena di immagini

in cui duriamo e ora durare ci confonde.





Rainer Maria Rilke
 
CANTO D'AMORE



Come potrei trattenerla in me,

la mia anima, che la tua non sfiori;

come levarla, oltre te, ad altre cose?

Ah, potessi nasconderla in un angolo

perduto nella tenebra, un estraneo

rifugio silenzioso che non seguiti

a vibrare se vibri il tuo profondo.

Ma tutto quello che ci tocca, te

e me, insieme ci prende come un arco

che da due corde un suono solo rende.

Su qual strumento siamo tesi, e quale

violinista ci tiene nella mano?




Rainer Maria Rilke
 
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