polizze vita: quanto rendono le gestioni separate?

FaGal

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utilissimo,grazie
 
lo sapevo per questo l'ho postato :P
 
Grazie anche da parte mia, è sempre difficile trovare queste cose su internet.
Bravo Fabio. :)
 
Grazie anche da parte mia.

Veramente O K ! ! !
 
Fabio è un pilastro su cui contare sa questo forum... ;)

Grazie per il tuo aiuto
:yes:
 
Polizze, qui la vita è più sicura

La classifica dei prodotti che sono riusciti sempre a battere i concorrenti negli ultimi 5 e 10 anni


R endimenti certi e, possibilmente, stabili nel tempo. Sono queste le caratteristiche che gli investitori cercano nelle polizze vita tradizionali, le rivalutabili. E Corriere Economia ha selezionato un campione di prodotti davvero affidabili. Quelli che negli ultimi 5 e 10 anni sono riusciti costantemente, cioè in ognuno degli anni considerati, a offrire un rendimento superiore alla media di mercato. In testa nella classifica a cinque anni troviamo Ergo previdenza Plus che ha reso in media il 5,62% contro il 4,08% dei concorrenti. La graduatoria a dieci anni vede primeggiare Open di Gan Italia con una performance media dell’8,29% contro il 5,96%. Open si piazza anche al secondo posto nella gara più corta con un ?5,4%. Come si può vedere dalle due tabelle, però, i rendimenti dell’ultimo periodo sono in frenata, ma il recente rialzo dei tassi d'interesse potrebbe ridare un po’ di sprint. Nel 2004 la performance media netta si è attestata al 3,5%, un punto e mezzo in meno rispetto al 5% del 2000.
Il risultato migliore del 2004 è il 6% di Piano risparmio previdenziale di Aurora Assicurazioni (gruppo Unipol), terzo nella classifica a cinque anni con un ?5,2% medio annuo.
Al secondo posto del 2004 si piazza Ergo previdenza plus di Ergo previdenza con un ?5,7%. «E' una gestione molto vecchia, ancora denominata in marchi tedeschi - spiega Betti Candia, responsabile finanza della compagnia - e destinata a chiudersi nel 2009». Più indicativo è il 3,8% dell'altro fondo, Ergo previdenza plus, che nel quinquennio ha reso in media il 4,5%. «E' investito soprattutto in Btp con scadenze lunghe - spiega Candia -. Per i prossimi mesi mi aspetto un leggero incremento dei tassi, e questo ci permetterebbe di sottoscrivere obbligazioni con cedole più elevate».
Campione di lungo corso è invece Open di Gan Italia Vita, che l'anno scorso ha reso il 4% e che, come detto, compare ai vertici in entrambe le gare. Nel quinquennio l'ottimo risultato di squadra è confermato dal 4,7% di Vitafin, la gestione maggiore della compagnia, non presente nella graduatoria a dieci anni perché in un anno ha ottenuto risultati leggermente inferiori alla media di categoria. «La gestione chiusa il 30 settembre scorso segna per entrambi i fondi una performance netta del 3,61%», spiega Germano Donadio, direttore centrale di Gan Italia Vita. «In tutti e due la quota maggiore è investita in Btp - aggiunge il gestore Maurizio Passeri - oltre ad un 7% in azioni a media e grande capitalizzazione e, nel caso di Open, ad un 20% in fondi comuni. Sono moderatamente positivo per le Borse, mentre sui bond ci vorrà molta prudenza».
Un buon risultato di lungo periodo è anche quello offerto da Vidor di Bernese (gruppo Allianz), secondo a dieci anni con l'8% medio netto annuo. «Nella gestione conclusa il 30 settembre il rendimento medio netto è del 4,18% - spiega Roberto Fondi, consulente di Bernese Vita per amministrazione e finanza - cioè pochi decimi di punto in meno rispetto al 4,24 del 2004. Per l'anno prossimo ci aspettiamo performance solo leggermente più basse».
Le rivalutabili, quindi, continuano ad offrire discreti risultati, e dalla loro hanno anche i paracadute che offrono: la garanzia di restituzione delle somme versate (e in alcuni casi anche di un rendimento minimo), e il consolidamento dei risultati, grazie a cui le performance acquisite sono definitivamente riconosciute.
Una ricerca della società di consulenza Iama indica che questo prodotto sta cambiando pelle, e le protezioni sono molto più ridotte che in passato. Sono state esaminate 42 polizze d'investimento a premio unico che soddisfano esigenze prettamente finanziarie e 19, a versamento periodico, che invece rispondono a bisogni di protezione, tutte lanciate negli ultimi mesi.
«Il 95% dei prodotti d'investimento offre una garanzia di rendimento minimo, in media il 2,3% - spiega Silvana Giorgi, analista di Iama Consulting - che, però, si applica solo alla scadenza del contratto o in caso di riscatto. Uno su tre, inoltre, prevede una cedola annua, pari generalmente al rendimento della gestione separata. Quasi tutti i prodotti di risparmio, invece, prevedono una garanzia anno per anno, in media il 2,1%».
Sia pure in calo rispetto al passato, i costi delle rivalutabili restano rilevanti. «Nelle polizze d'investimento - spiega Giorgi - per un premio medio di 5.000 euro i caricamenti sono del 2,5%. A questi si aggiunge la commissione annua di gestione: una percentuale di rendimento del fondo che non viene riconosciuta al cliente o, sempre più spesso, un'aliquota fissa, in media l'1,3%». Nelle polizze di risparmio i costi sono più pesanti: i caricamenti su un versamento iniziale di 1.200 euro si attestano sul 7,7% e, sempre, in media, la compagnia trattiene l'1,2% del rendimento della gestione.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/ce051205ra3.html
 
Grazie.

Voglio inviare anche io in redazione al sole 24 ore il questionario per vedere se la mia polizza è valida o meno. Ma ho già visto che sta rendendo poco.
Il prodotto è ina 2000 e assicura una rendita annua vitalizia.
 
Anch'io ringrazio Fabio, ma vorrei fare un'osservazione.

Quella tabella è completamente inutile perchè riporta i rendimenti lordi. Del resto non a caso il buon Fabio ha aggiunto la pagina del Sole 24 Ore di ben altro tenore.

Anni fa il Mondo pubblicava le tabelle con i caricamenti applicati dalle varie compagnie vita, quella sì che serviva, se non altro a capire che i rendimenti lordi servono solo come specchietto per le allodole.

Un esempio per tutti: Reale Mutua anni fa pubblicizzava la sua Reale 100%, forte del fatto che la percentuale di retrocessione era la più alta del settore.

Ovviamente si guardava bene dal comunicare che la polizza aveva caricamenti superiori di 4-5 punti percentuali alla media di mercato :rolleyes:

Per non parlare del fatto che le gestioni separate hanno un sistema di rendicontazione (basato sul costo storico e non sul prezzo di mercato) che consente di manipolare i risultati in modo assai poco trasparente per gli assicurati.
 
negusneg ha scritto:
Anch'io ringrazio Fabio, ma vorrei fare un'osservazione.

Quella tabella è completamente inutile perchè riporta i rendimenti lordi. Del resto non a caso il buon Fabio ha aggiunto la pagina del Sole 24 Ore di ben altro tenore.

Anni fa il Mondo pubblicava le tabelle con i caricamenti applicati dalle varie compagnie vita, quella sì che serviva, se non altro a capire che i rendimenti lordi servono solo come specchietto per le allodole.

Un esempio per tutti: Reale Mutua anni fa pubblicizzava la sua Reale 100%, forte del fatto che la percentuale di retrocessione era la più alta del settore.

Ovviamente si guardava bene dal comunicare che la polizza aveva caricamenti superiori di 4-5 punti percentuali alla media di mercato :rolleyes:

Per non parlare del fatto che le gestioni separate hanno un sistema di rendicontazione (basato sul costo storico e non sul prezzo di mercato) che consente di manipolare i risultati in modo assai poco trasparente per gli assicurati.

http://62.149.195.187/leggefiscofinanza/costi fondi.pdf
qua ho messo quelli dei fondi pensione
 
18 febbraio 2006

Vecchie polizze alla riscossa con rendimenti striminziti

Per gli esperti nel 2005 la raccolta delle gestioni separate crescerà del 10% Guadagni modesti per i risparmiatori. Al sicuro però dai pericoli delle Borse

Nonostante la riscossa dei mercati azionari, a raccogliere i maggiori consensi sono ancora i prodotti dalla connotazione difensiva, come le vecchie polizze vita. Così, dopo un 2004 che ha visto i premi aumentare del 7,7% (oltre i 30 miliardi di euro), secondo gli esperti nel 2005 la raccolta continuerà a crescere oltre il 10 per cento. E nel settore vita la parte del leone la fanno soprattutto le gestioni separate, prodotti sottoscrivibili dai risparmiatori attraverso le polizze tradizionali (quelle di ramo primo e quinto). «Lo scorso anno - spiega Andrea Mencattini, direttore di Generali Vita - l’incremento della nuova produzione della raccolta retail è stata superiore al 20 per cento». Ma quali sono le ragioni di questa rivincita delle polizze? «Innanzitutto - osserva Massimo Sala, responsabile area Finanza di Montepaschi Vita - va sottolineato che dall’inizio del 2000, con le Borse altalenanti, molti investitori, memori delle disavventure degli anni della bolla speculativa, hanno preferito orientarsi verso le gestioni separate, strumenti che garantiscono la restituzione del capitale investito oltre a un rendimento minimo annuale». Inoltre, secondo Sandro Panizza, direttore finanziario di Alleanza, «rispetto a qualche anno fa le famiglie italiane risparmiano di più e grazie alla riforma dell’Isvap i prodotti oggi sono più trasparenti». Oltre al retail, comunque, anche il mercato corporate ha contribuito a trainare le sottoscrizioni delle polizze. «È aumentato il numero di aziende che, complice la forte diminuzione dei tassi di interesse, hanno deciso di investire negli strumenti vita tradizionali - fa notare Sala - Questi prodotti, legati alle gestioni separate, garantiscono alle imprese di lucrare rendimenti interessanti stabilizzando il conto economico in presenza di mercati volatili». Ovviamente, però, sulle perfomance delle gestioni ci si deve accontentare. Perché se è vero che le sottoscrizioni delle polizze sono in aumento, i guadagni che gli investitori incassano da questi prodotti non sono esaltanti. Anche se si prendono in considerazione due delle gestioni separate più performanti, come la Euro San Giorgio di Alleanza e la Geval/euro di Generali che nel 2005 hanno offerto entrambe rendimenti intorno al 5,2%, non va dimenticato che poi bisogna fare i conti con le retrocessioni. E con un’aliquota media dell’80%, il rendimento netto della polizza scende fino al 4,18 per cento. Circa un punto percentuale in più rispetto al rendimento medio dei Btp (3,29%) di durata 3, 5, 10 e 30 anni. «Si tratta però di risultati sicuri - obietta Camillo Candia, responsabile Vita e Bancassurance di Ras - a prescindere dall’andamento di breve periodo dei mercati finanziari». Intanto però alcune gestioni separate hanno aumentato il peso sull’azionario. È il caso di Generali Vita che, mentre nel 1997 su uno stock della gestione Gesav di 7 miliardi di euro aveva investito il 5% in azioni, nel 2005 (su 15 miliardi) ha portato il peso sull’equity al 10% (il 70% è in titoli di Stato e il 20% in obbligazioni). Mentre nel 2000 il 20% della gestione era allocato in azioni.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf180206ba5.html
 
4 marzo 2006

Fondi addio, il promotore ora preferisce la polizza vita

Gli strumenti assicurativi sono ormai i prodotti più venduti dalle principali reti di consulenti finanziari. E per Montaruli (Kpmg Advisory) è solo l’inizio

Sono diventati gran venditori di polizze i promotori finanziari negli ultimi tempi. I prodotti assicurativi dominano ormai da mesi la raccolta delle reti di consulenti, censita da Assoreti. Il record assoluto appartiene a Banca Mediolanum, che nell’intero 2005 ha raccolto in questi prodotti 707 milioni di euro, il 63% dell’intero risparmio gestito (1,12 miliardi). E a gennaio di quest’anno la tendenza è stata ancora più evidente: i quasi 4mila promotori della società guidata da Ennio Doris hanno collocato 60,6 milioni di euro in polizze, rispetto a un totale di 75 milioni finiti nel gestito (in pratica più dell’80%). Ma ci sono anche altre società che sembrano apprezzare particolarmente questi strumenti. Finanza & Futuro (rete del gruppo Deutsche Bank), a esempio, nell’intero 2005 ha raccolto 247 milioni di euro in polizze, contro un totale nel risparmio gestito di 143 milioni (più basso a causa del deflusso di 246,5 milioni subìto dalle gestioni in fondi). E anche Xelion Banca nel 2005 ha venduto 492 milioni in polizze, quasi il 35% del totale gestito (1,4 miliardi). Insomma, i promotori sembrano aver rubato la scena agli assicuratori.

IL TREND PROSEGUIRÀ. Ma quali sono state le ragioni di questo fenomeno e quanto durerà ancora? «Le polizze sono prodotti che fidelizzano molto i clienti - risponde Fabrizio Montaruli, partner di Kpmg Advisory, che per la società di consulenza ha seguito la recente vendita della rete di Banca Etruria a Banca Lombarda - Si tratta di prodotti che durano tra cinque e sette anni e che penalizzano il disinvestimento prima della scadenza». Il cliente resta quindi legato all’azienda per molti anni e anche il promotore beneficia di questo stretto rapporto. «Le polizze unit (quelle che investono in fondi comuni, ndr) negli ultimi anni hanno ridotto molto i caricamenti - dice ancora Montaruli - Ma sono ancora piuttosto care rispetto agli altri prodotti europei. E i promotori italiani riescono a incassare ricche commissioni».
Un processo che sembra destinato a continuare ancora per i prossimi mesi: «Nonostante la raccolta degli ultimi tempi, l’indice di penetrazione dei prodotti assicurativi nelle reti di promotori resta ancora basso - prosegue il consulente di Kpmg - Ma le società dovranno formare meglio i loro consulenti perché non è semplice trasformare i promotori finanziari in assicuratori». C’è però un fattore che potrebbe rivelarsi una sorpresa poco gradita per i bilanci delle reti di distribuzione finanziaria: la recente circolare Isvap sulla trasparenza delle polizze vita ha portato alla luce gli alti caricamenti che gravano ancora su questi prodotti, e le compagnie saranno costrette a ridurli. I margini di guadagno sembrano quindi destinati ad assottigliarsi, sia per le società sia per i promotori. Che effetto avrà questa discesa? «Non è esclusa una nuova riduzione del valore delle reti di promotori - conclude Montaruli - Nel 2002 per acquistare una società di consulenti bisognava pagare il 5-6% delle masse in gestione, oggi siamo scesi al 2-2,5% e forse non è ancora finita». B&F
 
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