Lista del cda vince sui fondi con uno scarto del 3%
E' finita con uno scarto ridotto - il 3% del capitale a vantaggio della proposta dal consiglio di amministrazione - la battaglia alla Popolare di Sondrio per il rinnovo di cinque consiglieri su 15 (compreso il presidente Francesco Venosta, che quindi risulta confermato). La contrapposizione frontale era tra la lista della continuità del cda - che ha ottenuto il sostegno del 25,56% del capitale - e quella sostenuta da Assogestioni, che ha raccolto il 22,56% dei consensi. Record l'affluenza, per la prima assemblea da società per azioni, dopo 151 anni di storia (e sei anni di ricorsi, per cercare di opporsi alla trasformazione in spa, imposta dalla riforma Renzi): all'appuntamento assembleare si è presentato il 48% del capitale sociale.
Determinante, per il successo della lista del consiglio, è stato il voto di Unipol, primo azionista con il 9,5% del capitale, che con la Sondrio ha tra l'altro stretti rapporti di bancassurance, in via di rinegoziazione, mentre Bper, di cui sempre Unipol è azionista a poco meno del 20%, da decenni ha joint venture nel risparmio gestito con la banca della Valtellina. A favore della lista del cda era stata mobilitata anche una sollecitazione di deleghe, affidata dalla banca a Morrow Sodali, che ha contribuito alla vittoria della lista.
Risultano quindi eletti tutti e cinque i consiglieri proposti dal cda: l'attuale presidente Francesco Venota, Federico Falck, Anna Doro, Nicola Cordone e Serenella Rossi. "Assieme agli altri consiglieri eletti e al consiglio tutto, raccolgo le indicazioni dei nostri azionisti e ribadisco la nostra determinazione a guidare il gruppo Bps nel segno di una crescente partecipazione di tutti gli azionisti e di un'evoluzione, senza strappi, del nostro modo di essere banca, per cogliere le sfide di oggi e di domani con metodo, impegno e lungimiranza", ha dichiarato Venosta, commentando l'assemblea. Soddisfazione anche da parte dell'amministratore delegato Mario Pedranzini: "Riconosciuti e confermati i valori che hanno guidato e contraddistinto la nostra banca, intendiamo intensificare ulteriormente il dialogo e il confronto con tutti i nostri stakeholder".
Fonti vicine ai fondi che hanno presentato la lista - coagulata da Assogestioni - auspicano invece che "siano mantenute le promesse fatte. E che quindi vi sia, da parte del management, un’apertura al confronto con gli investitori istituzionali, un serio e approfondito ripensamento della struttura di corporate governance della banca (a cominciare dal principio di rappresentanza in cda e dalle politiche di remunerazione) e che venga presentato, per la prima volta nella storia della banca, un piano industriale che indichi la direzione per i prossimi tre anni". Anche i fondi guardano comunque al futuro "la volontà di voltare pagina e lavorare insieme al management in maniera costruttiva per il futuro della banca".
All'assemblea si era arrivati dopo un'accesa contrapposizione tra i due fronti, compreso un intervento dell'amministratore delegato Pedranzini per scongiurare la presentazione di una lista di cinque candidati da parte di Assogestioni e la presentazione di un esposto alla Consob contro il mandato di sollecitazione della raccolta deleghe. Il risultato, a favore del consiglio ma con uno scarto ridotto, mostra il forte radicamento di entrambi gli schieramenti.