Portafoglio pigro, consistenza portafoglio e tranquillità (Vol XI)

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Buonasera a tutti,

Seguo molto il forum in questa sezione anche se intervengo molto poco essendo novizio :)

Vorrei il vostro consiglio, se possibile, su come allocare l'ultimo 5% del pf pigro (aumento LS80, aggiungo reit, aggiungo qualche obbligazione o altre idee) - e se esistono strumenti per rendere utile il cash in modo che sia comunque sempre fruibile in caso di bisogno.

Questa la mia situazione ad oggi:

30 anni - obiettivo lungo termine (>10 anni) per incremento capitale

- Cash: 12k - 10%
- Portafoglio pigro: 95k - 81%
- Crypto: 5k fissi - 4%
- Fondo pensione con contributo del datore: 6k -5% (50% azioni - 50% bond che è quello più speculativo)

Pigro:
- LS80 ACC: 80%
- IUSN: 10%
- SGLD: 5%
- Ultimo 5% da allocare

Incremento portafoglio pigro 2100-2700€ trimestrale.

Grazie

Simone
Rispettando le percentuali che hai fissato, alla tue età e con il tuo orizzonte temporale io punterei su LS80, per portare la parte azionaria dal 64% al 68%.
In alternativa punterei su SGLD: i PF classici che lo prevedono partono da un minimo di 7,5%.
 
Buongiorno a tutti,

ieri pomeriggio mi sono messo a giocare studiando le correlazioni tra i diversi ETF fattoriali presenti nel mercato europeo con l'intento di individuare un'alternativa globale al binomio Large Cap + Small Cap Value, quest'ultimo purtroppo non reperibile in versione "world".

Ho quindi analizzato una matrice di correlazioni scremando gli ETF molto correlati tra loro fino ad arrivare a questa:

test.png

La correlazione negli ultimi 7 anni tra minimum volatility e momentum è simile a quella tra LC e SCV. Ci sarebbe da sbizzarrirsi qui perchè si potrebbe abbinare a minimum volatility le small cap (anche value), ma per ora lasciamo perdere...
Ho provato allora a plottare l'andamento di due portafogli:

Delta - 50% MSCI World min. volatility + 50% MSCI World momentum
Size - 50% MSCI World + 25% US small cap value + 25% EU small cap value

La scelta della composizione del secondo è una forzatura che parte dal presupposto che il peso USA all'interno del MSCI World small cap value è circa il 50%. C'è da dire che manca il Giappone, che la composizione anche settoriale del MSCI World small cap value è diversa dalla somma dei singoli US ed EU, insomma un compromesso.

Questo il risultato:

Screenshot_20221128-085830_Chrome.jpg

Certo di aver scoperto l'acqua calda ho fatto una ricerca sul web e difatti ho recuperato questo articolo (utilizzano il low volatility al posto nel minimum volatility, che però non è disponibile in Europa):

https://alphaarchitect.com/2020/01/low-volatility-momentum-factor-investing-portfolios/

Premesso che la coppia LC + SCV è consolidata nel mondo pigro (e personalmente la preferisco avendo uno storico di portafogli non indifferente e sottostanti diversi), chiedo ai più esperti per pura curiosità: che controindicazioni ci sono nell'impiego di "Delta" al posto di "Size"?
 
Premesso che la coppia LC + SCV è consolidata nel mondo pigro (e personalmente la preferisco avendo uno storico di portafogli non indifferente e sottostanti diversi), chiedo ai più esperti per pura curiosità: che controindicazioni ci sono nell'impiego di "Delta" al posto di "Size"?

Credo che una risposta sia impossibile da dare in quanto ogni fattore ha decenni in cui batte il mercato e altri in cui sottoperforma.
L'unica evidenza è che essere più esposti del mercato ad alcuni fattori nel lungo termine è un beneficio, ma capire a quali sovraesposti e quanto è un terno al lotto. Storicamente come hai detto le SCV hanno dato risultati ma non è detto che ciò accadrà in futuro.
 
Ciao, Nowhere.
Non conoscendo il tuo tipo di approccio all'investimento, provo a buttare giù qualche considerazione elementare.

Io tendo a suddividere l'investimento in due componenti essenziali:
* una componente "aggressiva", in cui privilegio il rendimento (aumentando il rischio)
* una componente "difensiva", a basso rischio (e, naturalmente, a basso rendimento)

Il LS60 ha in sé entrambe le componenti
* 60% Azionario Mercati sviluppati ed EM
* 40% Obbligazionario IG ed EM

L'acquisto di un Btp Italia è una buona diversificazione, perchè LS60 non ha sottostanti IL.

Detto questo ed ammesso che tu non abbia altri assets in portafoglio, dovresti considerare se far pendere il tuo investimento più verso la parte "aggressiva" oppure più verso la parte "difensiva".

Col solo LS60 hai un rapporto 60/40.
Aggiungendo il BTPi (a titolo esemplificativo 5,000€), avresti un rapporto 48/52.

Se sia troppo "difensivo" oppure no, sta a te dirlo e potresti giocare con le percentuali per avvicinarti di più al tuo livello di tolleranza del rischio.

L'orizzonte temporale che ti sei dato potrebbe giustificare un PF più aggressivo, ma ancora una volta entra in campo il tuo profilo di investitore.


volendo potrei fare 90% vnga60 + 10% SGLD

che ne dite?
 
volendo potrei fare 90% vnga60 + 10% SGLD

che ne dite?
Anche con LS60 + SGLD raggiungi l'obiettivo della decorrelazione; su quale sia la migliore scelta, mi ricollego a quanto dice, una o due pagine qui sopra, il saggio @Abaddon, "la risposta deve venire da te" :-).

Aggiungo qualche link se non hai avuto ancora modo di approfondire (ed ammesso che tu ne abbia bisogno):
ORO
* https://www.bankeronwheels.com/role-of-gold-in-a-long-term-portfolio/
* https://www.investing.com/analysis/how-much-gold-in-a-diversified-portfolio-195331
* https://filippoangeloni.com/oro-a-prova-di-inflazione-e-davvero-un-inflation-hedge/

BTPi
Trovi tantissime informazioni utili qui
https://www.finanzaonline.com/forum...-inflazione-italiana-info-pag-1-vol-25-a.html


PS
Ho letto tempo fa che i bond IL difendono maggiormente da una inflazione a breve mentre l'oro difende meglio a lungo termine, ma non ho ritrovato ancora la fonte: prendi la frase come indicazione in attesa di riscontro.
 
Io porterei l'oro al 10%, secondo me il 5% è poco

Concordo, ottimo consiglio.

Giusto per aggiungere una voce contraria, per me invece il 5% di oro è addirittura troppo in un portafoglio con orizzonte > 30 anni.

Come dice Buffett, l'oro è un modo per andare long sulla paura. Devi sperare che le persone abbiano sempre più paura, ma l'oro in sé non produce nulla, anzi genera un flusso di cassa negativo, se si pensa ai costi di stoccaggio e assicurazione e alla mancata opportunità di investire il controvalore in asset produttivi.

L'oro, così come gli altri metalli preziosi o le materie prime, o le valute, sia fiat che cripto, vengono acquistati con la speranza dell'acquirente che qualcun altro pagherà di più per loro in futuro. Questo tipo di investimento richiede un pool di acquirenti in espansione, che, a loro volta, sono allettati perché ritengono che il pool di acquirenti si espanderà ulteriormente. I proprietari non sono ispirati da ciò che il bene stesso può produrre ma piuttosto dalla convinzione che altri lo desidereranno ancora più avidamente in futuro.

In conclusione, personalmente vedo l'oro più come un hedge a breve termine contro inflazione o tensioni geopolitiche, ma non come un qualcosa che da qui a trent'anni avrà dato una spinta decisiva ai miei rendimenti.
 
Giusto per aggiungere una voce contraria, per me invece il 5% di oro è addirittura troppo in un portafoglio con orizzonte > 30 anni.

Come dice Buffett, l'oro è un modo per andare long sulla paura. Devi sperare che le persone abbiano sempre più paura, ma l'oro in sé non produce nulla, anzi genera un flusso di cassa negativo, se si pensa ai costi di stoccaggio e assicurazione e alla mancata opportunità di investire il controvalore in asset produttivi.

L'oro, così come gli altri metalli preziosi o le materie prime, o le valute, sia fiat che cripto, vengono acquistati con la speranza dell'acquirente che qualcun altro pagherà di più per loro in futuro. Questo tipo di investimento richiede un pool di acquirenti in espansione, che, a loro volta, sono allettati perché ritengono che il pool di acquirenti si espanderà ulteriormente. I proprietari non sono ispirati da ciò che il bene stesso può produrre ma piuttosto dalla convinzione che altri lo desidereranno ancora più avidamente in futuro.

In conclusione, personalmente vedo l'oro più come un hedge a breve termine contro inflazione o tensioni geopolitiche, ma non come un qualcosa che da qui a trent'anni avrà dato una spinta decisiva ai miei rendimenti.

Sono d'accordo, ma è anche vero che a trent'anni o più l'asset allocation migliore, per me, è 100% azionaria. Fino a un 80/20, comunque, ci si può stare (80% azionario). A maggior ragione se l'investimento è sotto forma di PAC.

Ma si sa, pochi la sopportano, 30 anni sono troppi, c'è poca diversificazione ecc. ecc...
 
Sono d'accordo, ma è anche vero che a trent'anni o più l'asset allocation migliore, per me, è 100% azionaria. Fino a un 80/20, comunque, ci si può stare (80% azionario). A maggior ragione se l'investimento è sotto forma di PAC.

Ma si sa, pochi la sopportano, 30 anni sono troppi, c'è poca diversificazione ecc. ecc...

Certamente! Se uno ha davvero un orizzonte temporale di 30 anni ed è davvero pronto ad ignorare le news e i saliscendi del mercato, allora più azionario ha, meglio è.
Forse la soluzione ottimale -e pigra- sono i Target Date Funds di ispirazione americana, simili ai LS, con però un'allocazione variabile che shifta automaticamente parte dell'azionario verso l'obbligazionario man mano che ci si avvicina alla target date. Un tempo la regola spannometrica era "your age in bonds", intendendo per esempio che se hai 60 anni devi avere il 40% in azioni e il 60% in obbligazioni. Oggi tale regola tende ad essere rivista con la cosiddetta 15/50, ovvero che se hai ancora più di 15 anni da vivere (in base alla speranza di vita media) non devi scendere sotto al 50% in azioni.
 
Giusto per aggiungere una voce contraria, per me invece il 5% di oro è addirittura troppo in un portafoglio con orizzonte > 30 anni.

Come dice Buffett, l'oro è un modo per andare long sulla paura. Devi sperare che le persone abbiano sempre più paura, ma l'oro in sé non produce nulla, anzi genera un flusso di cassa negativo, se si pensa ai costi di stoccaggio e assicurazione e alla mancata opportunità di investire il controvalore in asset produttivi.

L'oro, così come gli altri metalli preziosi o le materie prime, o le valute, sia fiat che cripto, vengono acquistati con la speranza dell'acquirente che qualcun altro pagherà di più per loro in futuro. Questo tipo di investimento richiede un pool di acquirenti in espansione, che, a loro volta, sono allettati perché ritengono che il pool di acquirenti si espanderà ulteriormente. I proprietari non sono ispirati da ciò che il bene stesso può produrre ma piuttosto dalla convinzione che altri lo desidereranno ancora più avidamente in futuro.

In conclusione, personalmente vedo l'oro più come un hedge a breve termine contro inflazione o tensioni geopolitiche, ma non come un qualcosa che da qui a trent'anni avrà dato una spinta decisiva ai miei rendimenti.

Ma è ovvio. Io metto 10% sull'oro perché ho una moglie perciò non sono assolutamente sicuro di arrivare alla fine dei 30 anni
 
Sono d'accordo, ma è anche vero che a trent'anni o più l'asset allocation migliore, per me, è 100% azionaria. Fino a un 80/20, comunque, ci si può stare (80% azionario). A maggior ragione se l'investimento è sotto forma di PAC.

Ma si sa, pochi la sopportano, 30 anni sono troppi, c'è poca diversificazione ecc. ecc...

Verissimo.

Permettimi solo di ricordare ai ragazzini in ascolto, spavaldi e pronti a navigare per 30 anni in balia delle onde del mercato azionario, come in sella ad un motorino 50 senza nessuna paura e capelli al vento...

Tralasciando la diversificazione per semplicità, dal 1994 al 2022 (28 anni) un ETF sull'S&P 500 ha avuto un drawdown di quasi il 60%. Se becchi il decennio sbagliato (bear market ravvicinati del 2000 e 2008), passi dal perfetto studioso delle serie storiche dell'S&P 500 al massimo esperto di bestemmie. La crisi del 2020 è stata una passeggiata di salute, considerando il recupero in tempi record.

Ora tiro fuori l'affermazione che potrebbe creare polemica :)
Un ptf 50/50 (sp500 e treasury long term) rispetto ad 100% S&P500 a livello di rendimento rischio, il primo secondo me vince a mani basse, anche per un investimento con un'ottica di lunghissimo periodo. Mi sto basando sul periodo sopra citato.

Ho un LS60, ma se ci fosse stato un LS50 avrei avuto qualche dubbio su cosa scegliere nonostante il mio orizzonte tra i 20 e 25 anni.

Oggi, anche se avessi oltre 30 anni di orizzonte temporale, non sarei così convinto di scegliere un 100% azionario. Contro la statistica, ma a favore del mitico concetto rischio rendimento.

E' solo un modesto consiglio ai naviganti, valutate con attenzione la vostra reale resistenza alla sofferenza.
 
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Verissimo.

Permettimi solo di ricordare ai ragazzini in ascolto, spavaldi e pronti a navigare per 30 anni in balia delle onde del mercato azionario, come in sella ad un motorino 50 senza nessuna paura e capelli al vento...

Tralasciando la diversificazione per semplicità, dal 1994 al 2022 (28 anni) un ETF sull'S&P 500 ha avuto un drawdown di quasi il 60%. Se becchi il decennio sbagliato (bear market ravvicinati del 2000 e 2008), passi dal perfetto studioso delle serie storiche dell'S&P 500 al massimo esperto di bestemmie. La crisi del 2020 è stata una passeggiata di salute, considerando il recupero in tempi record.

Ora tiro fuori l'affermazione che potrebbe creare polemica :)
Un ptf 50/50 (sp500 e treasury long term) rispetto ad 100% S&P500 a livello di rendimento rischio, il primo secondo me vince a mani basse, anche per un investimento con un'ottica di lunghissimo periodo. Mi sto basando sul periodo sopra citato.

Oggi, anche se avessi oltre 30 anni di orizzonte temporale, non sarei così convinto di scegliere un 100% azionario. Contro la statistica, ma a favore del mitico concetto rischio rendimento.

E' solo un modesto consiglio ai naviganti, valutate con attenzione la vostra reale capacità di sofferenza.

A livello rischio/rendimento un 50/50 fa sicuramente meglio di un 100% azionario. La parte obbligazionaria, in media, fa scendere in % la volatilità più di quanto faccia scendere il rendimento e quindi il rischio/rendimento migliora (e con lui i vari indici di Sharpe, Sortino ecc.).

Come rendimento, però, un 50/50 non potrà mai fare meglio di un 100% azionario, dato che il rendimento di un portafoglio diversificato è la media aritmetica ponderata dei rendimenti degli asset che lo compongono (mentre la volatilità media è minore della media ponderata, a meno che la correlazione lineare tra gli asset sia pari a 1).

L'unica cosa che potrebbe invalidare il ragionamento appena fatto è il rendimento obbligazionario che, in futuro, supera nel lungo termine quello azionario: cosa mai accaduta finora (per ovvi motivi).

Ma il 100% azionario è, come si sa, difficilmente sostenibile da un punto di vista psicologico. Ma con un PAC le cose possono cambiare: il PAC è meno efficiente di un PIC a parità di asset allocation. Ma se con un PIC posso tollerare un 50/50, con un PAC posso spingermi magari a un 80/20 (80% azionario), un 90/10 o addirittura a un 100% azionario.
 
A livello rischio/rendimento un 50/50 fa sicuramente meglio di un 100% azionario. La parte obbligazionaria, in media, fa scendere in % la volatilità più di quanto faccia scendere il rendimento e quindi il rischio/rendimento migliora (e con lui i vari indici di Sharpe, Sortino ecc.).

Come rendimento, però, un 50/50 non potrà mai fare meglio di un 100% azionario, dato che il rendimento di un portafoglio diversificato è la media aritmetica ponderata dei rendimenti degli asset che lo compongono (mentre la volatilità media è minore della media ponderata, a meno che la correlazione lineare tra gli asset sia pari a 1).

L'unica cosa che potrebbe invalidare il ragionamento appena fatto è il rendimento obbligazionario che, in futuro, supera nel lungo termine quello azionario: cosa mai accaduta finora (per ovvi motivi).

Ma il 100% azionario è, come si sa, difficilmente sostenibile da un punto di vista psicologico. Ma con un PAC le cose possono cambiare: il PAC è meno efficiente di un PIC a parità di asset allocation. Ma se con un PIC posso tollerare un 50/50, con un PAC posso spingermi magari a un 80/20 (80% azionario), un 90/10 o addirittura a un 100% azionario.

Sono sicuro che non hai considerato il mio intervento come critica al tuo concetto, inattaccabile peraltro.

Era solo una riflessione ad alta voce su un argomento importante, la capacità nel gestire la sofferenza. Quando si discute di ptf con quote azionarie inferiori al 60%, sembro uno con la Panda e tutti gli altri con le Ferrari.
Ma ricordiamoci che in montagna e con la neve, la Panda non ti abbandona :D
 
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