Quell’alt al mito «post industriale»
«Il terziario? Senza fabbriche non c’è»
MILANO - C’è l’industria nello slancio prodiano sulle fabbriche d’Italia, ma non solo. Perché oggi l’industria non è più solo industria. Ma anche «tutti i servizi che partecipano alla nascita di un prodotto», come la ricerca e lo sviluppo. Lo ricorda Patrizio Bianchi, ieri a capo del comitato scientifico di Nomisma (il think tank fondato da Prodi) e oggi rettore dell’Università di Ferrara. Per Bianchi il succo delle parole del premier è questo: no a un Paese di venditori legati alle strategie industriali di altri; sì a un’economia presente in tutta la filiera, dalla ricerca alle fabbriche fino al marketing. Su una linea d’onda simile viaggia Daniele Marini, direttore della Fondazione Nord Est. «Terziario e stabilimenti devono formare un matrimonio indissolubile - spiega Marini -, dove i confini dell’industria si sfarinano e si contaminano con i servizi». In altre parole: viva l’industria, ma a patto che vada incontro al terziario. Per esempio, con accordi produttivi tra fabbrica, laboratorio e società di consulenza per trasformare un semplice prodotto in qualcosa di più.
Tanti suggerimenti, ma nessun esempio estero da seguire incondizionatamente. Dalla bocca degli esperti non escono lodi al modello anglosassone, elogi allo standard tedesco o ammirazione per l’exploit spagnolo. Piuttosto, nell’aria resta l’invito del premier a non adeguarsi a modelli altrui, ma a sfruttare le particolarità tricolori. Che, tuttavia, a volte vanno decisamente riviste e corrette: dalle «difficoltà dell’industria a vincere sulla concorrenza internazionale» alla «scarsa competitività dei servizi protetti», per usare le parole del bocconiano Michele Polo, esperto di economia industriale sul sito lavoce.info . Una soluzione la propone il presidente dell’Istituto per la promozione industriale Riccardo Gallo: più attenzione all’industria, come ieri Prodi; e per molti servizi pubblici, prima le liberalizzazioni e poi le privatizzazioni. Ma qui si apre un altro capitolo.
Giovanni Stringa coriere