FaGal
Nuovo Utente
- Registrato
- 21/7/02
- Messaggi
- 17.980
- Punti reazioni
- 231
I conti al Bancoposta sono aumentati del 28%. Balzo del margine operativo a 1,1 miliardi
Cresce la raccolta, secondo anno di profitti per le Poste
Investimenti per 2.700 milioni entro il 2006. Con un obiettivo ambizioso: collocare l’azienda tra le migliori d’Europa in termini di redditività e qualità. Parola di Enzo Cardi e Massimo Sarmi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Poste Italiane, che ieri hanno presentato il Piano strategico 2004-2006 alla commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera. E le premesse per conseguire questo traguardo, come ha sottolineato Sarmi, ci sono tutte. Tanto per cominciare, per il secondo anno consecutivo il gruppo si avvia a chiudere il bilancio in attivo: l’anno scorso il margine operativo lordo di Poste Italiane è balzato a 1,14 miliardi, con un incremento del 41,5% rispetto al 2002 e i ricavi sono cresciuti anch’essi, seppure in misura più contenuta (»4,5%), raggiungendo quota 8,10 miliardi.
Ma le note positive dai conti del gruppo, sul quale incombe peraltro la minaccia di un presunto ammanco nel bilancio per un centinaio di milioni, arrivano anche dal buon andamento della raccolta dei buoni postali e dei libretti: la raccolta lorda dei buoni postali fruttiferi è cresciuta del 25% rispetto al 2002 (11,9 miliardi il dato complessivo), mentre quella tramite i libretti postali è aumentata del 18% (33,9 miliardi) e la giacenza media (»16%) ha raggiunto i 20,51 miliardi. Continua poi la crescita del conto Bancoposta: »28% (da 2,8 milioni di conti a 3,6 milioni).
Quanto agli investimenti previsti nei prossimi due anni, l’amministratore delegato ha precisato che saranno suddivisi tra ammodernamento degli uffici postali e di altri uffici (40%), informatica e telecomunicazioni (26%), automazione postale (23%), immobilizzazioni finanziarie (10%, «principalmente dovute alla ricapitalizzazione di Poste Vita per vincoli di legge»).
In questo scenario, ha tenuto a sottolineare Sarmi, i tempi per la privatizzazione di Poste Italiane potrebbero essere maturi già dalla metà del 2004, «ma se si dovesse decidere servirebbe almeno un anno per condurla in porto: basti considerare che le banche d’affari prevedono tempistiche dai 12 ai 18 mesi». Secondo l’amministratore delegato, inoltre, se si dovesse seguire l’esempio di altre società analoghe già andate sul mercato, come le Poste olandesi o quelle tedesche, la cessione avverrebbe in Borsa. «In bilancio - ha detto - c’è una dichiarazione che, a partire dal secondo semestre 2004, consente all’azionista di avviare l’operazione che, tuttavia, è lunga da fare».
Gabriele Dossena
Economia
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ECONOMIA&doc=FOG
Dopo le rivelazioni de ''Il Corriere della Sera''
Poste, la Procura di Roma apre fascicolo su presunto buco di 104 mln
L'ad Sarmi replica: ''Non c'e' ne' ammanco ne' buco. Non e' questa la situazione''. La revisione dei conti affidata alla Price Waterhouse
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - La Procura della Repubblica di Roma ha aperto oggi un fascicolo relativo ad un presunto ammanco di 104 mln di euro nei bilanci delle Poste Italiane, in seguito ad un articolo, pubblicato nei giorni scorsi, da ''Il Corriere della Sera''. Le presunte irregolarita' sono state oggetto ieri di una interpellanza parlamentare fatta da Luca Volonte', dell'Udc. Il fascicolo, aperto secondo le modalita' del modello 45, e' per il momento affidato al procuratore reggente Ettore Torri e contiene l'articolo pubblicato dal quotidiano, nel quale si spiega che l'ammanco nei conti, scoperto dai revisori, e' stato gia' reso noto al ministero del Tesoro assieme ad una serie di iniziative, tra le quali la sospensione del responsabile dell'area 'finanza'. Nel servizio uscito domenica scorsa sul quotidiano si sosteneva che la scoperta del buco nelle casse era arrivata durante la revisione dei bilanci degli ultimi quattro anni.
Immediata la risposta dell'amministratore di Poste Italiane, Massimo Sarmi alla notizia dell'apertura dell'inchiesta. ''Non c'e' ne' ammanco ne' buco. Non e' questa la situazione'', ha affermato, precisando che si stanno svolgendo le operazioni relative alla revisione dei bilanci e che e' cambiata la societa' di revisione, dalla Reconta-Ernst Young alla Price Waterhouse.
L'accertamento della distrazione dei fondi risalirebbe alla fine di gennaio, quando la Price Waterhouse comunico' a Sarmi gravi irregolarita' nelle scritture contabili e quantifico' le perdite. La Price Watherhouse decise di analizzare tutte le operazioni effettuate negli anni precedenti per ottenere la copertura del debito. Nel primo rapporto inviato, la societa' di revisione sottolineava che nei conti aziendali c'erano voci di entrate e uscite che non corrispondevano alla realta'. Nel rapporto consegnato dopo il primo esame che dovrebbe portare alla certificazione dei bilanci- aggiungeva il Corriere della Sera- veniva anche spiegato che i report mensili erano stati falsificati.
Price Watherhouse ha poi continuato le verifiche e, stando a quanto pubblicato da ''Il Corriere della Sera'', ha scoperto che il deficit riguarda la gestione dei prestiti ottenuti dall'azienda. L'attenzione si e' poi concentrata sull'area ''Finanza'', responsabile di tutti gli interventi che le Poste effettuano per il cosiddetto ''sostegno del debito''. Sarebbe stato convocato il responsabile per contestargli ufficialmente l'esito delle verifiche della price, che il capo dell'area ''Finanza'' avrebbe seccamente smentito sostenendo che non si sarebbe trattato di un'ammanco ma di un semplice criterio di gestione diverso da quello utilizzato dalla societa' di revisione.
Qualche giorno dopo la Price ha inviato una nuova informativa all'amministratore delegato confermando che nell'attribuzione di costi e ricavi sono state utilizzate voci per mascherare la reale situazione finanziaria, smentendo cosi' nettamente la versione del responsabile dell'area ''Finanza'.
Obiettivo delle Poste e' quello di scoprire se oltre ai 104 milioni di euro che sarebbero stati sottratti nel 2002 debbano sommarsi anche altre perdite, riguardanti il 2003. La revisione sul bilancio dello scorso anno non e' infatti ancora terminata.
http://www.adnkronos.com/Economia/2004/Settimana10da01-03a07-03/poste_040304.html
Cresce la raccolta, secondo anno di profitti per le Poste
Investimenti per 2.700 milioni entro il 2006. Con un obiettivo ambizioso: collocare l’azienda tra le migliori d’Europa in termini di redditività e qualità. Parola di Enzo Cardi e Massimo Sarmi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Poste Italiane, che ieri hanno presentato il Piano strategico 2004-2006 alla commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera. E le premesse per conseguire questo traguardo, come ha sottolineato Sarmi, ci sono tutte. Tanto per cominciare, per il secondo anno consecutivo il gruppo si avvia a chiudere il bilancio in attivo: l’anno scorso il margine operativo lordo di Poste Italiane è balzato a 1,14 miliardi, con un incremento del 41,5% rispetto al 2002 e i ricavi sono cresciuti anch’essi, seppure in misura più contenuta (»4,5%), raggiungendo quota 8,10 miliardi.
Ma le note positive dai conti del gruppo, sul quale incombe peraltro la minaccia di un presunto ammanco nel bilancio per un centinaio di milioni, arrivano anche dal buon andamento della raccolta dei buoni postali e dei libretti: la raccolta lorda dei buoni postali fruttiferi è cresciuta del 25% rispetto al 2002 (11,9 miliardi il dato complessivo), mentre quella tramite i libretti postali è aumentata del 18% (33,9 miliardi) e la giacenza media (»16%) ha raggiunto i 20,51 miliardi. Continua poi la crescita del conto Bancoposta: »28% (da 2,8 milioni di conti a 3,6 milioni).
Quanto agli investimenti previsti nei prossimi due anni, l’amministratore delegato ha precisato che saranno suddivisi tra ammodernamento degli uffici postali e di altri uffici (40%), informatica e telecomunicazioni (26%), automazione postale (23%), immobilizzazioni finanziarie (10%, «principalmente dovute alla ricapitalizzazione di Poste Vita per vincoli di legge»).
In questo scenario, ha tenuto a sottolineare Sarmi, i tempi per la privatizzazione di Poste Italiane potrebbero essere maturi già dalla metà del 2004, «ma se si dovesse decidere servirebbe almeno un anno per condurla in porto: basti considerare che le banche d’affari prevedono tempistiche dai 12 ai 18 mesi». Secondo l’amministratore delegato, inoltre, se si dovesse seguire l’esempio di altre società analoghe già andate sul mercato, come le Poste olandesi o quelle tedesche, la cessione avverrebbe in Borsa. «In bilancio - ha detto - c’è una dichiarazione che, a partire dal secondo semestre 2004, consente all’azionista di avviare l’operazione che, tuttavia, è lunga da fare».
Gabriele Dossena
Economia
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ECONOMIA&doc=FOG
Dopo le rivelazioni de ''Il Corriere della Sera''
Poste, la Procura di Roma apre fascicolo su presunto buco di 104 mln
L'ad Sarmi replica: ''Non c'e' ne' ammanco ne' buco. Non e' questa la situazione''. La revisione dei conti affidata alla Price Waterhouse
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - La Procura della Repubblica di Roma ha aperto oggi un fascicolo relativo ad un presunto ammanco di 104 mln di euro nei bilanci delle Poste Italiane, in seguito ad un articolo, pubblicato nei giorni scorsi, da ''Il Corriere della Sera''. Le presunte irregolarita' sono state oggetto ieri di una interpellanza parlamentare fatta da Luca Volonte', dell'Udc. Il fascicolo, aperto secondo le modalita' del modello 45, e' per il momento affidato al procuratore reggente Ettore Torri e contiene l'articolo pubblicato dal quotidiano, nel quale si spiega che l'ammanco nei conti, scoperto dai revisori, e' stato gia' reso noto al ministero del Tesoro assieme ad una serie di iniziative, tra le quali la sospensione del responsabile dell'area 'finanza'. Nel servizio uscito domenica scorsa sul quotidiano si sosteneva che la scoperta del buco nelle casse era arrivata durante la revisione dei bilanci degli ultimi quattro anni.
Immediata la risposta dell'amministratore di Poste Italiane, Massimo Sarmi alla notizia dell'apertura dell'inchiesta. ''Non c'e' ne' ammanco ne' buco. Non e' questa la situazione'', ha affermato, precisando che si stanno svolgendo le operazioni relative alla revisione dei bilanci e che e' cambiata la societa' di revisione, dalla Reconta-Ernst Young alla Price Waterhouse.
L'accertamento della distrazione dei fondi risalirebbe alla fine di gennaio, quando la Price Waterhouse comunico' a Sarmi gravi irregolarita' nelle scritture contabili e quantifico' le perdite. La Price Watherhouse decise di analizzare tutte le operazioni effettuate negli anni precedenti per ottenere la copertura del debito. Nel primo rapporto inviato, la societa' di revisione sottolineava che nei conti aziendali c'erano voci di entrate e uscite che non corrispondevano alla realta'. Nel rapporto consegnato dopo il primo esame che dovrebbe portare alla certificazione dei bilanci- aggiungeva il Corriere della Sera- veniva anche spiegato che i report mensili erano stati falsificati.
Price Watherhouse ha poi continuato le verifiche e, stando a quanto pubblicato da ''Il Corriere della Sera'', ha scoperto che il deficit riguarda la gestione dei prestiti ottenuti dall'azienda. L'attenzione si e' poi concentrata sull'area ''Finanza'', responsabile di tutti gli interventi che le Poste effettuano per il cosiddetto ''sostegno del debito''. Sarebbe stato convocato il responsabile per contestargli ufficialmente l'esito delle verifiche della price, che il capo dell'area ''Finanza'' avrebbe seccamente smentito sostenendo che non si sarebbe trattato di un'ammanco ma di un semplice criterio di gestione diverso da quello utilizzato dalla societa' di revisione.
Qualche giorno dopo la Price ha inviato una nuova informativa all'amministratore delegato confermando che nell'attribuzione di costi e ricavi sono state utilizzate voci per mascherare la reale situazione finanziaria, smentendo cosi' nettamente la versione del responsabile dell'area ''Finanza'.
Obiettivo delle Poste e' quello di scoprire se oltre ai 104 milioni di euro che sarebbero stati sottratti nel 2002 debbano sommarsi anche altre perdite, riguardanti il 2003. La revisione sul bilancio dello scorso anno non e' infatti ancora terminata.
http://www.adnkronos.com/Economia/2004/Settimana10da01-03a07-03/poste_040304.html