Previsione sui tassi d'interesse futuri sui conti deposito

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Ho ascoltato diversi giorni fa due diverse interviste, una all'a.d. di Illimity, Corrado Passerà, l'altra all'a.d. di Banca CF+, Iacopo De Francisco.

Le parti che ho trovato più interessanti sono proprio sulla tematica che avevano in comune, e dove i due in sostanza si confermano a vicenda.
Ossia: come impatta l'aumento dei tassi sul credito alle imprese.

Ebbene, il succo è che banche come le loro (ma in realtà come praticamente tutte quelle di cui si discute quando si parla di cd) si trovano molto più in difficoltà a far credito quando i tassi aumentano oltre un certo limite.
Perché la raccolta - nonostante sembri un po' controintuitivo - per la banca costituisce una passività, dovendo essere remunerata. Mentre il credito concesso costituisce all'opposto l'attivo.
Di conseguenza una banca, quando raccoglie denaro, deve farlo fruttare in misura sufficiente sia a remunerare la clientela depositante, sia ad ottenere i propri profitti (margini di intermediazione). Di più: deve farlo fruttare anche in misura sufficiente a coprire i "buchi" creati su quella parte statisticamente inevitabile di credito che andrà in sofferenza perché chi lo ha ricevuto si rivela non in grado di ripagarlo.
Ora, proprio per questo un dato aumento dei tassi lato raccolta si riverbera in un'amplificazione molto maggiore dei tassi applicati (richiesti) lato credito.
Un punto in più concesso alla clientela significa margini di intermediazione maggiori (perché non sono fissi, bensì proporzionali ai primi); significa maggiore probabilità di ritrovarsi futuri crediti in sofferenza e quindi necessità di copertura. Quindi, questo porta a dover concedere nuovi prestiti non ad uno, ma- mettiamo - a DUE punti in più.
Ossia c'è un effetto moltiplicativo pari a 2. E questo significa, a sua volta, che aumenti di 2-3-4 punti lato raccolta si trasformano nella necessità di dover fare credito a 4-6-8 punti in più.
Figurarsi poi se l'effetto moltiplicativo è ancora maggiore.
Cosa succede a questo punto sul versante delle imprese ?
Una sorta di polarizzazione: quelle finanziariamente messe meglio, che non hanno urgenza nei propri investimenti e margini per poter mettere in atto misure alternative, non avranno difficoltà ad esempio a posticipare investimenti già decisi a periodi successivi: se infatti il costo del credito è esorbitante, farli subito a tutti i costi - è il caso di dire -rappresenta un gioco che non vale la candela.
Dall'altra parte, si ritroveranno invece tutte quelle piccole-medie imprese (perché questo è il target con cui interagiscono le piccole-medie banche) che continueranno ad avere assoluta necessità di credito anche ai maggiori tassi: ma per questo stesso motivo saranno proprio quelle a rischiare maggiormente di non poterlo poi sostenere.
Di conseguenza, quando le banche si trovano a dover impiegare il denaro affidato loro dai depositanti (e DEVONO farlo per poterli poi remunerare) si troveranno di fronte una platea di imprese potenzialmente finanziabili non solo più ristretta, ma anche più rischiosa: proprio perché quelle più affidabili NON saranno interessate a chiedere credito alle nuove e più onerose condizioni, mentre quelle che continuano a chiederlo sono - nel nuovo contesto - le meno affidabili.
A questo punto, per oggettive e intuibili ragioni prudenziale- le banche si ritrovano a dover notevolmente restringere i criteri per l'affidamento del credito: il perfetto presupposto del credito crunch. Quello che porta alla recessione, la recessione cercata (fin dall'inizio) dalle banche centrali con l'incremento dei tassi.

Tutto questo per dire cosa ?
Per dire dove si annida il MANCATO automatismo tra aumento tassi BCE ed aumento tassi offerti sui CD.
La BCE può aumentare i tassi quanto
vuole, ma se sul mercato non ci sono imprese in grado di sostenere aumenti del costo del credito 2-3 volte quegli aumenti (a causa del meccanismo moltiplicativo visto prima), ed anzi molte di esse si tirano proprio indietro perché neppure gli conviene, come fanno le banche ad aumentare in modo automatico i tassi offerti alla clientela ?
Come fanno a dare il 6% a un cliente se questo significa dover prestare a un insostenibile 15%, che metà imprese non chiederà mai, e l'altra metà - tanto più con la successiva recessione - rischierà di non ripagare ?
Perché per le banche, lo ribadisco, i depositi sono passività: che si troverebbero a dover remunerare a tassi sempre più alti, per un tempo lungo, il tutto mentre si prosciugano sempre la loro sostenibilità dal lato del credito.
Per questo io credo che soprattutto sulle lunghe scadenze le banche ci vadano con i piedi di piombo prima di alzare i tassi oltre certi limiti, indipendentenente dalla BCE: cosa che - del resto - hanno già dimostrato finora.
 
Ultima modifica:
Ho ascoltato diversi giorni fa due diverse interviste, una all'a.d. di Illimity, Corrado Passerà, l'altra all'a.d. di Banca CF+, Iacopo De Francisco.

Le parti che ho trovato più interessanti sono proprio sulla tematica che avevano in comune, e dove i due in sostanza si confermano a vicenda.
Ossia: come impatta l'aumento dei tassi sul credito alle imprese.

Ebbene, il succo è che banche come le loro (ma in realtà come praticamente tutte quelle di cui si discute quando si parla di cd) si trovano molto più in difficoltà a far credito quando i tassi aumentano oltre un certo limite.
Perché la raccolta - nonostante sembri un po' controintuitivo - per la banca costituisce una passività, dovendo essere remunerata. Mentre il credito concesso costituisce all'opposto l'attivo.
Di conseguenza una banca, quando raccoglie denaro, deve farlo fruttare in misura sufficiente sia a remunerare la clientela depositante, sia ad ottenere i propri profitti (margini di intermediazione). Di più: deve farlo fruttare anche in misura sufficiente a coprire i "buchi" creati su quella parte statisticamente inevitabile di credito che andrà in sofferenza perché chi lo ha ricevuto si rivela non in grado di ripagarlo.
Ora, proprio per questo un dato aumento dei tassi lato raccolta si riverbera in un'amplificazione molto maggiore dei tassi applicati (richiesti) lato credito.
Un punto in più concesso alla clientela significa margini di intermediazione maggiori (perché non sono fissi, bensì proporzionali ai primi); significa maggiore probabilità di ritrovarsi futuri crediti in sofferenza e quindi necessità di copertura. Quindi, questo porta a dover concedere nuovi prestiti non ad uno, ma- mettiamo - a DUE punti in più.
Ossia c'è un effetto moltiplicativo pari a 2. E questo significa, a sua volta, che aumenti di 2-3-4 punti lato raccolta si trasformano nella necessità di dover fare credito a 4-6-8 punti in più.
Figurarsi poi se l'effetto moltiplicativo è ancora maggiore.
Cosa succede a questo punto sul versante delle imprese ?
Una sorta di polarizzazione: quelle finanziariamente messe meglio, che non hanno urgenza nei propri investimenti e margini per poter mettere in atto misure alternative, non avranno difficoltà ad esempio a posticipare investimenti già decisi a periodi successivi: se infatti il costo del credito è esorbitante, farli subito a tutti i costi - è il caso di dire -rappresenta un gioco che non vale la candela.
Dall'altra parte, si ritroveranno invece tutte quelle piccole-medie imprese (perché questo è il target con cui interagiscono le piccole-medie banche) che continueranno ad avere assoluta necessità di credito anche ai maggiori tassi: ma per questo stesso motivo saranno proprio quelle a rischiare maggiormente di non poterlo poi sostenere.
Di conseguenza, quando le banche si trovano a dover impiegare il denaro affidato loro dai depositanti (e DEVONO farlo per poterli poi remunerare) si troveranno di fronte una platea di imprese potenzialmente finanziabili non solo più ristretta, ma anche più rischiosa: proprio perché quelle più affidabili NON saranno interessate a chiedere credito alle nuove e più onerose condizioni, mentre quelle che continuano a chiederlo sono - nel nuovo contesto - le meno affidabili.
A questo punto, per oggettive e intuibili ragioni prudenziale- le banche si ritrovano a dover notevolmente restringere i criteri per l'affidamento del credito: il perfetto presupposto del credito crunch. Quello che porta alla recessione, la recessione cercata (fin dall'inizio) dalle banche centrali con l'incremento dei tassi.

Tutto questo per dire cosa ?
Per dire dove si annida il MANCATO automatismo tra aumento tassi BCE ed aumento tassi offerti sui CD.
La BCE può aumentare i tassi quanto
vuole, ma se sul mercato non ci sono imprese in grado di sostenere aumenti del costo del credito 2-3 volte quegli aumenti (a causa del meccanismo moltiplicativo visto prima), ed anzi molte di esse si tirano proprio indietro perché neppure gli conviene, come fanno le banche ad aumentare in modo automatico i tassi offerti alla clientela ?
Come fanno a dare il 6% a un cliente se questo significa dover prestare a un insostenibile 15%, che metà imprese non chiederà mai, e l'altra metà - tanto più con la successiva recessione - rischierà di non ripagare ?
Perché per le banche, lo ribadisco, i depositi sono passività: che si troverebbero a dover remunerare a tassi sempre più alti, per un tempo lungo, il tutto mentre si prosciugano sempre la loro sostenibilità dal lato del credito.
Per questo io credo che soprattutto sulle lunghe scadenze le banche ci vadano con i piedi di piombo prima di alzare i tassi oltre certi limiti, indipendentenente dalla BCE: cosa che - del resto - hanno già dimostrato finora.
A conferma di tutto quanto sopra :

Bce, la decisione che rovina l'Italia: maxi-conto da pagare

Il problema delle banche non è trovare clientela da cui farsi dare soldi a tassi più alti, è trovare imprese a cui prestare quei soldi a quei tassi con la ragionevole speranza di vederseli restituire... Ed oltre un certo limite nessuno più li chiede né li presta, il credito diventa fantasma: mentre gli interessi da corrispondere ai depositanti sono reali. Chi glielo fa fare alle banche? Mica fanno strozzinaggio.
 
A conferma di tutto quanto sopra :

Bce, la decisione che rovina l'Italia: maxi-conto da pagare

Il problema delle banche non è trovare clientela da cui farsi dare soldi a tassi più alti, è trovare imprese a cui prestare quei soldi a quei tassi con la ragionevole speranza di vederseli restituire... Ed oltre un certo limite nessuno più li chiede né li presta, il credito diventa fantasma: mentre gli interessi da corrispondere ai depositanti sono reali. Chi glielo fa fare alle banche? Mica fanno strozzinaggio.
Se non san far fruttare i soldi che gli presto azzi loro, nessuna pietà in economia.

Le banche piangeranno sempre ovvio, cosi' come noi subiamo l'inflazione, loro si arrangeranno, togliessero tutti i dipendenti frega poco...
 
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Ho ascoltato diversi giorni fa due diverse interviste, una all'a.d. di Illimity, Corrado Passerà, l'altra all'a.d. di Banca CF+, Iacopo De Francisco.

Le parti che ho trovato più interessanti sono proprio sulla tematica che avevano in comune, e dove i due in sostanza si confermano a vicenda.
Ossia: come impatta l'aumento dei tassi sul credito alle imprese.

Ebbene, il succo è che banche come le loro (ma in realtà come praticamente tutte quelle di cui si discute quando si parla di cd) si trovano molto più in difficoltà a far credito quando i tassi aumentano oltre un certo limite.
Perché la raccolta - nonostante sembri un po' controintuitivo - per la banca costituisce una passività, dovendo essere remunerata. Mentre il credito concesso costituisce all'opposto l'attivo.
Di conseguenza una banca, quando raccoglie denaro, deve farlo fruttare in misura sufficiente sia a remunerare la clientela depositante, sia ad ottenere i propri profitti (margini di intermediazione). Di più: deve farlo fruttare anche in misura sufficiente a coprire i "buchi" creati su quella parte statisticamente inevitabile di credito che andrà in sofferenza perché chi lo ha ricevuto si rivela non in grado di ripagarlo.
Ora, proprio per questo un dato aumento dei tassi lato raccolta si riverbera in un'amplificazione molto maggiore dei tassi applicati (richiesti) lato credito.
Un punto in più concesso alla clientela significa margini di intermediazione maggiori (perché non sono fissi, bensì proporzionali ai primi); significa maggiore probabilità di ritrovarsi futuri crediti in sofferenza e quindi necessità di copertura. Quindi, questo porta a dover concedere nuovi prestiti non ad uno, ma- mettiamo - a DUE punti in più.
Ossia c'è un effetto moltiplicativo pari a 2. E questo significa, a sua volta, che aumenti di 2-3-4 punti lato raccolta si trasformano nella necessità di dover fare credito a 4-6-8 punti in più.
Figurarsi poi se l'effetto moltiplicativo è ancora maggiore.
Cosa succede a questo punto sul versante delle imprese ?
Una sorta di polarizzazione: quelle finanziariamente messe meglio, che non hanno urgenza nei propri investimenti e margini per poter mettere in atto misure alternative, non avranno difficoltà ad esempio a posticipare investimenti già decisi a periodi successivi: se infatti il costo del credito è esorbitante, farli subito a tutti i costi - è il caso di dire -rappresenta un gioco che non vale la candela.
Dall'altra parte, si ritroveranno invece tutte quelle piccole-medie imprese (perché questo è il target con cui interagiscono le piccole-medie banche) che continueranno ad avere assoluta necessità di credito anche ai maggiori tassi: ma per questo stesso motivo saranno proprio quelle a rischiare maggiormente di non poterlo poi sostenere.
Di conseguenza, quando le banche si trovano a dover impiegare il denaro affidato loro dai depositanti (e DEVONO farlo per poterli poi remunerare) si troveranno di fronte una platea di imprese potenzialmente finanziabili non solo più ristretta, ma anche più rischiosa: proprio perché quelle più affidabili NON saranno interessate a chiedere credito alle nuove e più onerose condizioni, mentre quelle che continuano a chiederlo sono - nel nuovo contesto - le meno affidabili.
A questo punto, per oggettive e intuibili ragioni prudenziale- le banche si ritrovano a dover notevolmente restringere i criteri per l'affidamento del credito: il perfetto presupposto del credito crunch. Quello che porta alla recessione, la recessione cercata (fin dall'inizio) dalle banche centrali con l'incremento dei tassi.

Tutto questo per dire cosa ?
Per dire dove si annida il MANCATO automatismo tra aumento tassi BCE ed aumento tassi offerti sui CD.
La BCE può aumentare i tassi quanto
vuole, ma se sul mercato non ci sono imprese in grado di sostenere aumenti del costo del credito 2-3 volte quegli aumenti (a causa del meccanismo moltiplicativo visto prima), ed anzi molte di esse si tirano proprio indietro perché neppure gli conviene, come fanno le banche ad aumentare in modo automatico i tassi offerti alla clientela ?
Come fanno a dare il 6% a un cliente se questo significa dover prestare a un insostenibile 15%, che metà imprese non chiederà mai, e l'altra metà - tanto più con la successiva recessione - rischierà di non ripagare ?
Perché per le banche, lo ribadisco, i depositi sono passività: che si troverebbero a dover remunerare a tassi sempre più alti, per un tempo lungo, il tutto mentre si prosciugano sempre la loro sostenibilità dal lato del credito.
Per questo io credo che soprattutto sulle lunghe scadenze le banche ci vadano con i piedi di piombo prima di alzare i tassi oltre certi limiti, indipendentenente dalla BCE: cosa che - del resto - hanno già dimostrato finora.
Molto interessante, grazie
 
2023 salita
2024 stabilizzazione
2025 discesa
Ovviamente tutto è influenzabile dalle vicende internazionali
 
2023 salita
2024 stabilizzazione
2025 discesa
Ovviamente tutto è influenzabile dalle vicende internazionali
E' cambiata la musica, dopo 12 anni di tassi immobili, ora ci aspettano altri 9 anni di tassi frizzanti, questala mia opinione, dove per frizzante si intede almeno il 4%
 
E' cambiata la musica, dopo 12 anni di tassi immobili, ora ci aspettano altri 9 anni di tassi frizzanti, questala mia opinione, dove per frizzante si intede almeno il 4%
torneranno altre offerte al 5 ora che gia' 2 banche cominciano a fare i primi passi ?
 
E' cambiata la musica, dopo 12 anni di tassi immobili, ora ci aspettano altri 9 anni di tassi frizzanti, questala mia opinione, dove per frizzante si intede almeno il 4%
Quindi prevedi dopo un 2023 di salita un lungo periodo di stabilizzazione senza discesa dei tassi?
Molto dipenderà dal valore dell'inflazione, se tornerà in zona 2% o meno
 
Quindi prevedi dopo un 2023 di salita un lungo periodo di stabilizzazione senza discesa dei tassi?
Molto dipenderà dal valore dell'inflazione, se tornerà in zona 2% o meno
Io si! anche perchè vorrebbero forse farci credere che l'inflazione è salita del 10% dall'anno scorso? anche no, io non so come sia possibile con un paniere cosi vasto avere un'inflazione cosi distante da quella che io considero reale, circa il 20% e ci vado a difetto.
 
torneranno altre offerte al 5 ora che gia' 2 banche cominciano a fare i primi passi ?
Tempo al tempo, si adegueranno tutte, ricordiamoci che nemmeno un anno fa avevamo 1,75% lordo a 5 anni...possiamo discutere sulle tempistiche
 
Io si! anche perchè vorrebbero forse farci credere che l'inflazione è salita del 10% dall'anno scorso? anche no, io non so come sia possibile con un paniere cosi vasto avere un'inflazione cosi distante da quella che io considero reale, circa il 20% e ci vado a difetto.
Perché è una media il 10 (che poi è meno ma vabbè)...su benzina, gasolio, gas, luce siamo in deflazione rispetto a 12 mesi fa, cioè costano meno (molto meno)
 
Tempo al tempo, si adegueranno tutte, ricordiamoci che nemmeno un anno fa avevamo 1,75% lordo a 5 anni...possiamo discutere sulle tempistiche
Ritieni ( sempre per congetture ) che il picco dei tdi interesse dei CD verra' raggiunto dopo quello dei rendimenti dei bond?
 
Perché è una media il 10 (che poi è meno ma vabbè)...su benzina, gasolio, gas, luce siamo in deflazione rispetto a 12 mesi fa, cioè costano meno (molto meno)
Da Dicembre a Dicembe 11,63%, media 8,18% come sarebbe meno vabbè...inoltre torno a ripetere che se hai due occhi per vedere non ti ci vuole molto a capire che la reale è del 20% (sempre per difetto) me ne sbatto se è sceso il costo del tetrapak, ammesso che sia

Inflazione 2022 – panoramica delle inflazione CPI 2022 per paese
 
Da Dicembre a Dicembe 11,63%, media 8,18% come sarebbe meno vabbè...inoltre torno a ripetere che se hai due occhi per vedere non ti ci vuole molto a capire che la reale è del 20% (sempre per difetto) me ne sbatto se è sceso il costo del tetrapak, ammesso che sia

Inflazione 2022 – panoramica delle inflazione CPI 2022 per paese
1) l'inflazione su base annua è 7,7% a marzo 2023, ultimo dato disponibile
Inflazione Italia, +7,7% a marzo 2023
2) Quindi tu non fai benzina, non usi gas ed energia elettrica, non assicuri auto e moto, non hai connessione internet e abbonamento per il cellulare? perché se spendi per queste cose stai spendendo uguale o meno di 12 mesi fa, quindi fai media con altre cose che sono aumentate del 10-15 o anche 20% rispetto a 12 mesi fa
 
1) l'inflazione su base annua è 7,7% a marzo 2023, ultimo dato disponibile
Inflazione Italia, +7,7% a marzo 2023
2) Quindi tu non fai benzina, non usi gas ed energia elettrica, non assicuri auto e moto, non hai connessione internet e abbonamento per il cellulare? perché se spendi per queste cose stai spendendo uguale o meno di 12 mesi fa, quindi fai media con altre cose che sono aumentate del 10-15 o anche 20% rispetto a 12 mesi fa
a pair of glasses and u can understand the real

l'inflazione ha superato abbondantemente il 20% è sinceramente non te lo scrivo piu' che siamo fuori tema.
 
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