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23 dicembre 2003
Banca 121, nuove grane per De Bustis
Vincenzo De Bustis, ex direttore generale del Monte dei Paschi e attuale ad di Deutsche Bank Italia, è finito nel registro degli indagati per il caso Banca 121. L’ipotesi di reato è di truffa aggravata. Ad accendere la miccia è stata la Procura della Repubblica di Trani che ieri ha fatto sequestrare dalla Guardia di Finanza i prodotti finanziari della ex Banca del Salento. Nell’elenco figura anche un altro ex di Banca 121 (di cui è stato presidente), Lorenzo Gorgoni, dal maggio scorso componente del cda e del comitato esecutivo di Mps. Il sostituto procuratore di Trani, Antonio Savasta, ha ipotizzato il reato di «truffa aggravata a danno dei consumatori» in merito a titoli per 54 milioni di euro, riconducibili a 2.500 persone, tutti clienti della Banca 121, istituto di credito del Salento acquistato dal Montepaschi. Nel mirino del pm sono finiti i contratti Btp-Tel, Bpt-Index e Btp-Online stipulati presso agenzie della provincia di Bari. I titoli sequestrati ieri dalla Guardia di Finanza sono in scadenza ad agosto 2004 (una parte) e a luglio 2006. Secondo la Procura di Trani «la truffa consisteva nel vendere ai risparmiatori prodotti finanziari altamente speculativi sotto l’apparenza di titoli di Stato». L’ad di Deutsche Bank si dichiara sereno («confido in un approfondito e rapido lavoro della magistratura») precisando, a proposito dei prodotti al centro delle indagini, che «si tratta di strumenti finanziari cosiddetti reverse convertible adottati da tutte le banche in questi anni e presenti sul mercato in quantitativi rilevanti. Su questi strumenti - ha aggiunto De Bustis - occorrerebbe una riflessione di tutto il sistema bancario». Da Siena si precisa che «i prodotti sono stati ideati prima dell’acquisizione» del controllo di Banca 121. Il Montepaschi sta facendo in ogni caso tutti i necessari approfondimenti e «si riserva di tutelare i propri interessi nelle competenti ed opportune sedi». Gli effetti in Borsa sono stati comunque pesanti: il titolo Mps ieri ha chiuso la seduta perdendo il 5,25% nonostante Fitch abbia alzato il rating individuale della banca senese da c a b/c, confermando il voto a lungo termine ad a+. L’agenzia si attende infatti un recupero di redditività dall’attuazione del nuovo piano strategico.
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Banca 121, indagini su De Bustis
Risparmio tradito - Dalla Procura di Trani avvisi di garanzia a 23 dirigenti
della ex Salento - Nel mirino la vendita di titoli
BARI - Prodotti finanziari double-face: i clienti di Banca 121 (ora Monte dei Paschi di Siena) pensavano di acquistare, tra il 1999 ed il 2001, titoli di Stato dal nome rassicurante (Btp-tel, Bbtp-index, Btp-online ) ed in realtà stipulavano due diversi contratti. Con il primo il cliente acquistava Bot, Btp, Ctz e con il secondo vendeva, di propria iniziativa e con obbligo di riacquisto, alla stessa banca, opzioni put dal valore finale legato ad un paniere di azioni o indici azionari di varie borse mondiali. Ed è qui che si sarebbe verificata la sorpresa contenuta nel "pacco", dal nome in codice dato all'operazione che, almeno in questa fase, vede indagate 23 persone, tra responsabili centrali e locali di Banca 121, per "truffa in concorso, continuata e pluriaggravata" e registra un provvedimento di sequestro preventivo di titoli, presso l'istituto senese, per 54 milioni di euro. Dalle indagini è emerso che i titoli di Stato rappresentavano per Banca 121 (che pochi anni fa è passata a Banca Mps) la garanzia che il suo debito (la liquidazione al cliente, alla scadenza, del valore nominale del titolo) venisse compensato con il credito dato dal valore di vendita al cliente, obbligato a comprare, della opzione put. Con il risultato - sarebbe emerso dalle indagini condotte per quasi 15 mesi dagli uomini del Gico di Bari della Guardia di Finanza che hanno vagliato, direttamente, le posizioni di circa 150 clienti e la condotta di circa 30 responsabili di direzione e filiali - che sarebbero stati collocati, con condotte truffaldine e ai danni di quasi 2500 clienti,prodotti finanziari altamente speculativi "dissimulati all'interno di una contrattualistica e denominazione propria dei titoli di Stato". Dunque vere e proprie "obbligazioni strutturate" ricadenti nella casistica degli strumenti derivati, come confermato dalla Consob, interpellata, e dai consulenti della procura, tra cui un ispettore designato dal Governatore di Bankitalia. Poi è arrivata la sorpresa e molti clienti hanno scoperto che il loro investimento si era ridotto, in media, del 65%. Di qui il sequestro preventivo di titoli di Stato e c/c o altri rapporti finanziari di regolamento dei prodotti finanziari emessi da Banca 121 per un valore complessivo di circa 54 milioni di euro, pari alla perdita che l'istituto di credito farà valere in danno dei clienti in ordine al valore dell'opzione put a scadenza. Con il sequestro il Gip del tribunale di Trani, Michele Nardi, vuole tutelare il capitale investito dai risparmiatori ed evitare che alla scadenza contrattuale(la prima è quella del Btp-Tel al 31.12.2003, poi il Btp-index al 31.8.04 ed il Btp-online al primo luglio 2006) venga eroso dall'applicazione delle clausole contrattuali giudicate truffaldine. Si sarebbe dunque consumato, nella struttura del prodotto finanziario, un "clamoroso" conflitto di interessi tra il cliente e la banca: maggiore il ribasso dei titoli azionari del paniere di riferimento, maggiore il guadagno di Banca 121 e la perdita del cliente. Gli uomini del Gico avrebbero anche accertato che i vertici di Banca 121 per far innalzare il roe dell'istituto di credito, avrebbero rivolto anche minacce ai dipendenti con l'ordine perentorio di vendere in massa i prodotti finanziari finiti ieri sotto sequestro. Tra gli indagati figura non solo Lorenzo Gorgoni, ex-presidente di Banca 121 e dal maggio scorso componente del comitato esecutivo di Mps, ma anche l'ex direttore generale della banca del Salento e del Mps, Vincenzo De Bustis, ora a.d. della Deutsche Bank-Italia. «Sono sereno e confido in un approfondito e rapido lavoro della magistratura - ha detto De Bustis e a proposito dei prodotti al centro delle indagini, ha aggiunto: «si tratta, per quanto risulterebbe da notizie che si vanno diffondendo, di strumenti finanziari cosiddetti reverse convertible adottati da tutte le banche in questi anni e presenti sul mercato in quantitativi rilevanti. Su questi strument VINCENZO RUTIGLIANO
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