professione di consulente finanziario indipendente

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C'è qualcuno che conosce lo stato di avanzamento della proposta della UE per separare definitivamente la professione di promotore da quella di consulente finanziario indipendente?
So che assoconsulenza e la Ue vorrebbero questa separazione netta per fugare ogni discorso riguardo al conflitto di interessi. I promotori , ora come ora , non si sa bene come vederli : venditori o consulenti? Ma con la nuova legislazione , non ci sarebbero più dubbi. Il cliente sa che che tipo di servizio può avere da un promotore dipendente da una Sim ( cioè vendita pura ) e quello che può avere da un consulente ( cioè vera e propria gestione patrimoniale professionale ).
Magari alcuni promotori più preparati diventeranno consulenti , Per essere tali bisognerà passare un esame e ci sarà un albo , da quello che ho capito.
Grazie per le delucidazioni .
Una cosa è certa : siccome in usa e in uk è di gran lunga la figura più diffusa , indice forse di un maggior grado di cultura finanziaria della gente , non ci metterà molto a spopolare anche in Italia.
 
Purtroppo l'UE sta andando nella direzione opposta: il testo di riforma (proposta) licenziato dalla Commissione la scorsa settimana prevede che la consulenza torni prerogativa dei soli intermediari autorizzati.

A questo punto, mi attendo reazioni da parte di tutti: ho appena inviato un mio commento per il settimanale Borsa & Finanza.

Copio il testo.


Il nuovo testo della riforma della Direttiva Europea su servizi di investimento (DSI) rappresenta un enorme passo all'indietro per chiunque (consulente, promotore finanziario, bancario) si occupi in maniera coscienziosa di investimenti e, soprattutto, potrebbe sancire la fine della consulenza indipendente.

Esso, se approvato, impedirebbe la prestazione di una vera consulenza non legata agli intermediari e, pertanto, di una consulenza che tenga conto solo degli interessi dell'investitore e non delle esigenze di vendita (di budget, quindi) di banche e sim. Ciò proprio in un documento che nasce, invece, dalla volontà di tutelare nella misura migliore possibile gli investitori e che (a pagina 11) definisce "antitetica" la prestazione della consulenza abbinata ad altri servizi di investimento da parte degli intermediari, proprio in virtù del conflitto di interesse esistente.

La consulenza cesserebbe di essere un servizio accessorio, quindi liberalizzato, e tornerebbe prerogativa di banche, sim, imprese di investimento ed intermediari iscritti nell'elenco di cui all'art. 107 del Testo Unico Bancario.

Un professionista, per prestare consulenza finanziaria, dovrebbe costituire una Società di Intermediazione Mobiliare con un elevato capitale sociale e sottostare ad una serie di gravosi obblighi amministrativi, obblighi che lo costringerebbero ad associarsi (effettuando, quindi, le prestazioni in forma associata, strada non sempre agevole da percorrere), oppure a desistere.


Che il testo vada contro la consulenza lo si comprende anche dalle novità previste per gli attuali promotori finanziari, per i quali scompare anche la cosiddetta "consulenza strumentale", vale a dire la consulenza necessaria per il collocamento dei prodotti che il promotore vende al cliente.

Infatti si prevedono, per i promotori, esclusivamente i "servizi di raccolta e trasmissione ordini e collocamento prodotti": in pratica, il promotore finanziario viene considerato nulla più che un dipendente della banca o della sim, proprio adesso che(Comunicazione Consob DIN/1083623 del 7/11/01) per i promotori italiani si apre concretamente la strada della vera consulenza, seppur con i limiti (obbligo di monomandato ed interessi nella vendita) che ben conosciamo.

La revisione della Direttiva sui servizi di investimento nasce, come spesso ripetuto dalla stessa Commissione, dal fatto che "la consulenza finanziaria è un'attività troppo seria per lasciarla nelle mani di chiunque", ma non è rendendone di fatto impossibile l'esercizio libero che si fa il bene degli investitori: è molto meglio regolamentarla seriamente, stabilendo criteri anche rigidi per la sua prestazione (l'Italia ne beneficerebbe tantissimo, dato l'attuale vuoto legislativo), criteri che sarebbero ben accetti non solo dagli investitori, ma anche dai consulenti seri. Invece, la Commissione Europea pare abbia deciso di intraprendere una strada diversa.

Entro il 31 maggio prossimo sarà possibile presentare alla Commissione osservazioni e commenti riguardo il testo, e certamente non mancheremo di far notare come esso vada contro gli interessi degli investitori, prima ancora dei consulenti indipendenti.
 
Oggi come oggi , se io avessi dei clienti e volessi fare il consulente indipendente , cosa dovrei fare?
Ti ringrazio per le preziose informazioni che se no non saprei dove trovare. Non capisco perchè questa volontà di "distruggere" l'attività di consulenza.
Capisco forse la volontà di ridurre il promotore a mero venditore , spesso il promotore non è molto ferrato .
Però di pari passo bisognerebbe regolamentare la consulenza fin. ind. ( creare albo , esame...).
 
Oggi? Basta una partita IVA ed ecco fatto, non devi dimostrare nulla a nessuno.

L'iter della proposta, comunque, è lungo (due anni): inoltre, e soprattutto, adesso mi attendo reazioni da parte di tutti.

Ora stacco, torno questa sera.
 
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