Progressione contagi

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

questo che sta facendo il Veneto per me diventerà il modello x la ripartenza ....mette in pratica quello che dice il Prof. Crisanti quello che studiato il paese di Vo'
 
Covid-19. nessuno e al sicuro se non lo siamo tutti | L'HuffPost

1/04/2020
Covid-19. nessuno è al sicuro se non lo siamo tutti

Director general, Oxfam Italy



Dolore, paura e speranza ci stanno addosso come un secondo abito in questi giorni di isolamento. Eppure ciascuno è chiamato a fare la propria parte per gli altri, per i più fragili di noi, per i nostri cari. A mettere in gioco ancora di più il senso di appartenenza a una stessa comunità. A tutti tornano spesso in mente le immagini simbolo e monito di questo periodo buio, che più di altre possiamo utilizzare come sproni a non dimenticare, avere fiducia, fare: i camion dell’esercito che portano via in una notte ancora lunga le salme di Bergamo; l’impegno di medici e sanitari in prima linea nella lotta quotidiana per salvare vite; la preghiera di Papa Francesco in mezzo al vuoto di piazza San Pietro.

Apparteniamo tutti alla stessa “Umanità” - “Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti”, ha detto Papa Francesco, venerdì scorso.

Parole che ci invitano a non lasciare indietro nessuno. A guardare alle persone più vulnerabili sia nell’Europa focolaio della pandemia che nel resto del mondo, in quei Paesi in via di sviluppo dove 3 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua pulita. Dato che il Covid ha già raggiunto circa 175 Paesi.

In queste ultime settimane, l’Italia sta ricevendo manifestazioni concrete di solidarietà da varie parti del mondo: Cina, Cuba e Albania sono gli ultimi esempi. Tutti ci siamo sentiti toccati da questo aiuto, da questo tenderci la mano. Per questo proprio noi italiani che prima di altri siamo stati l’epicentro di questa crisi, abbiamo un dovere ancora più grande nel ricordare al mondo le parole del Papa.

Consapevoli di ciò che potrebbe accadere se non intervenissimo subito per proteggerci l’un l’altro, dobbiamo agire per impedire che le disuguaglianze facciano milioni di vittime: 40 milioni di persone rischiano la propria vita nei prossimi dodici mesi - secondo le ultime stime dell’Imperial College di Londra - mentre miliardi di persone rischiano di finire nella trappola della povertà, soprattutto in quei Paesi dove i sistemi sanitari senza un aiuto immediato non potranno reggere l’emergenza sanitaria.

Se in Italia - con uno dei sistemi sanitari nazionali pubblici ancora tra i più efficaci e inclusivi al mondo - l’emergenza COVID 19 ha portato molti ospedali vicini al collasso e il personale sanitario al limite delle forze, cosa può succedere in paesi dove tutti o quasi sono vulnerabili o già colpiti da epidemie?

In Italia stiamo affrontando la più grave emergenza sanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale con 1 medico ogni 243 abitanti. In paesi africani come lo Zambia, ce n’è 1 ogni 10mila abitanti; in Mali sono disponibili attualmente 3 ventilatori polmonari ogni milione di persone; in Paesi distrutti da 5 anni di conflitto come lo Yemen, metà delle strutture sanitarie sono inservibili e quasi 20 milioni di persone non hanno accesso a cure mediche di base.

Un Piano per non lasciare indietro nessuno - Per questo Oxfam ieri ha lanciato una proposta contenuta in un nuovo rapporto, per un piano di azione globale mirato a rafforzare i sistemi sanitari dei paesi di tutto il mondo. Un piano in 5 punti per consentire ai paesi poveri di prevenire la diffusione della malattia e rafforzare i loro sistemi sanitari e prendersi cura delle persone colpite dal Corona Virus. Questi gli elementi chiave:

- raddoppiare la spesa sanitaria degli 85 paesi più poveri del pianeta, che ospitano quasi metà della popolazione mondiale, finanziandolo con aiuti mirati al rafforzamento dei sistemi sanitari e con la cancellazione del debito estero che schiaccia i Paesi in via di sviluppo. Servono circa 160 miliardi di dollari, una cifra pari a meno del 10% del valore delle misure di stimolo economico adottate dagli Stati Uniti per fare fronte all’emergenza corona virus;

- diffondere le pratiche mirate a prevenire la diffusione del corona virus, coinvolgendo le comunità nella diffusione delle pratiche corrette, migliorando l’accesso degli operatori umanitari ai luoghi di emergenza, aumentando la fornitura di acqua pulita e servizi igienico-sanitari;

- retribuire e formare 10 milioni di nuovi operatori sanitari, dotandoli dei necessari dispositivi di protezione e prevedendo la dotazione di risorse ed equipaggiamento per il personale umanitario già attivo sul campo;

- garantire l’accesso alla sanità gratuito per tutti, eliminando qualsiasi forma di pagamento in particolare per l’accesso a test diagnostici e cure;

- favorire il pieno utilizzo da parte dei sistemi sanitari pubblici delle strutture sanitarie private e ricondurle per aumentare le capacità di contenimento dell’infezione e di cura dei malati;

- rendere vaccini e terapie un bene pubblico globale, assicurandone la piena disponibilità per tutti quando saranno disponibili.

Una proposta che ciascuno può sostenere firmando la petizione #NONSEISOLO, per chiedere ai leader del G20 l’accesso gratuito alle cure sanitarie per tutti.

Una sfida da vincere adesso - Tante organizzazioni e realtà del terzo settore in queste settimane sono in campo per fronteggiare l’emergenza. Come Oxfam siamo al lavoro in Italia al fianco di ospedali, personale sanitario e asl, in prima linea ogni giorno per salvare vite; delle scuole, delle famiglie in difficoltà e delle comunità straniere. Mentre in 65 paesi del mondo insieme ai nostri partner, alle autorità sanitarie e alle Nazioni Unite lavoriamo con le comunità più povere e vulnerabili per prevenire e ridurre la diffusione del contagio. Attraverso la distribuzione di sapone, acqua pulita e kit igienico-sanitari, e mediante campagne di informazione interveniamo in contesti di emergenza.

Allo stesso tempo i leader nazionali sono impegnati in questi giorni in una strenua lotta per portare i propri paesi fuori da una crisi senza precedenti. Ma dobbiamo essere prima di tutto consapevoli che riusciremo a sconfiggere la pandemia solo se agiremo in tutti i paesi e per tutte le persone. Nessuno è al sicuro, se non lo siamo tutti.
 
Italy has turned the corner

:yes: OK!

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La Cina sembra disegnare la salita e discesa del mortirolo, mentre l Italia disegna un andamento molto più collinare..

Hanno dispositivi migliori, per esempio nelle rsa, o hanno quarantene migliori o fortune migliori ?
Secondo me dispositivi,soprattutto.. perché gli ospizi come fai a chiuderli
 
La Cina sembra disegnare la salita e discesa del mortirolo, mentre l Italia disegna un andamento molto più collinare..

Hanno dispositivi migliori, per esempio nelle rsa, o hanno quarantene migliori o fortune migliori ?
Secondo me dispositivi,soprattutto.. perché gli ospizi come fai a chiuderli

Hanno dati migliori, capisci a me
 
Italia
In totale sono quasi 120mila i casi: sono 119.827. I guariti sono 19.758 (in un giorno 1.480). Le vittime raggiungono quota 14.681. Il trend di crescita è dunque del 3,97%, di poco più basso rispetto al 4,22% registrato ieri, e anche al 4,5% di mercoledì.

In Lombardia 351 morti e 1.455 nuovi casi. L'assessore Gallera: "Si è arrestata la crescita e siamo in una fase di stabilizzazione che tende a ridursi".

Si tratta di quel trend che gli esperti definiscono plateau, cioè una fase lineare che è contemporanea al picco e che precede la discesa. “Il picco non si è ancora esaurito, la tendenza è in calo a cui stiamo assistendo è il frutto di quel che è accaduto nelle ultime 3 settimane.

Nella regione più colpita sono stati superati gli ottomila morti a causa del virus. I decessi delle ultime 24 ore sono stati 351, mentre ieri erano 367, per un totale di 8.311. I positivi sono aumentati di 1.455 unità per un totale di 47.520. La curva di crescita in Lombardia è al 3,16%, rimanendo praticamente invariata: ieri infatti era al 2,9%. I ricoveri in Rianimazione registrano un saldo di 30 persone in più, quelli in terapia non intensiva sono aumentati di 40 unità per un totale di 11.802. “Sono dati positivi ma non bisogna allentare la stretta“, ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera. In provincia di Milano l’incremento è di 387 contagiati, in città di 166. In totale nel capoluogo i casi salgono a 4.184, in provincia 10.391. “Quello di Milano è il dato più significativo, ma migliora da ieri, quando l’aumento era stato di +482“, ha detto Gallera. La crescita è stata poi di 257 nuovi contagi a Brescia, dove il totale dei casi è ora di 9.014 persone, mentre a Bergamo sono stati 144 (in tutto 9.315). Il numero minore di nuovi contagiati si è verificato a Sondrio (20) e a Lodi con 25 casi. Per la prima volta, poi, sono stati registrati zero casi positivi a Crema. “I numeri sono confortanti, si è arrestata la crescita e siamo in una fase di stabilizzazione che tende a ridursi”, ha commentato l’assessore al Welfare.

La curva di crescita sembra continuare ad appiattirsi, seppur di poco. Ma in Italia ci sono altre 4.585 persone contagiate dal coronavirus. E soprattutto altri 766 morti, solo nelle ultime 24 ore. In totale i casi sfiorano quota 120mila: sono 119.827. Al momento 85.388 persone risultano positive al virus mentre in 19.758 hanno sconfitto la malattia: solo ieri i guariti sono 1.480. Le vittime, invece, sono quasi 15mila: con le 766 delle ultime 24 ore raggiungono quota 14.681. In terapia intensiva ci sono ancora 4.068 pazienti, 15 in più rispetto a ieri. In totale sono stati fatti 619.849 tamponi: oltre 80mila tra ieri e oggi.


I casi Regione per Regione –
Per quanto riguarda le altre regioni i malati sono 12.178 in Emilia-Romagna (319 più di ieri), 8.861 in Veneto (+283), 9.130 in Piemonte (+331), 3.631 nelle Marche (+76), 4.909 in Toscana (+120), 2.746 in Liguria (+86), 3.009 nel Lazio (+130), 2.352 in Campania (+212), 1.324 in Friuli Venezia Giulia (+30), 1.659 in Trentino (+72), 1.209 in provincia di Bolzano (+49), 1.949 in Puglia (+85), 1.664 in Sicilia (+58), 1.301 in Abruzzo (+50), 920 in Umbria (+35), 560 in Valle d’Aosta (+4), 744 in Sardegna (+26), 662 in Calabria (+35), 144 in Molise (+11), 247 in Basilicata (+14). Quanto alle vittime, se ne registrano 1.902 in Emilia-Romagna (+91), 572 in Veneto (+40), 1.043 in Piemonte (+60), 557 nelle Marche (+54), 290 in Toscana (+22), 519 in Liguria (+31), 181 in Campania (+14), 199 nel Lazio (+14), 136 in Friuli Venezia Giulia (+7), 164 in Puglia (+20), 146 in provincia di Bolzano (+17), 101 in Sicilia (+8), 146 in Abruzzo (+13), 39 in Umbria (+1), 70 in Valle d’Aosta (+7), 204 in Trentino (+17), 45 in Calabria (+4), 41 in Sardegna (+1), 11 in Molise (+0), 11 in Basilicata (+1).




Coronavirus, i dati: ci sono 4.585 nuovi casi ma in 24 ore altri 766 morti. La curva dei contagi continua ad appiattirsi, ma di poco - Il Fatto Quotidiano
 
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Coronavirus, la differenza tra contagiati e positivi. Cosa significano quei numeri - Salute



Coronavirus, la differenza tra contagiati e positivi. Cosa significano quei numeri

Sentiamo ogni giorno parlare di "contagi" e di "positivi". Si tratta di due parametri distinti: ecco cosa significano e quali significati dobbiamo quindi attribuire a questi numeri differenti

Articolo I dati del contagio: l'analisi del data scientist


Roma, 25 marzo 2020 - L 'emergenza Coronavirus non soltanto ha stravolto significativamente il nostro quotidiano, ma ci ha abituato a nuovi riti. E' consuetudine per la maggior parte degli italiani, l'appuntamento serale con la conferenza stampa in cui Angelo Borrellii, capo della Protezione Civile (ora con la febbre), in cui vengono snocciolati in diretta i nuovi dati relativi all'andamento dell'epidemia in Italia. Si enunciano spesso due parametri che, apparentemente, significano la stessa cosa, ma nella realtà dei fatti fotografano due andamenti differenti: parliamo del numero delle persone contagiate e del numero di persone positive. Il rischio di fare confusione è alto e ci impedisce, se manca chiarezza nell'interpretazione, di cogliere appieno l'andamento reale della situazione.
Cosa si intende per numero dei contagi complessivi

Il numero dei contagi complessivi riguarda la quantità totale di persone risultate positive al Covid-19 da quando è iniziato il monitoraggio. Ciò significa che in questo numero rientrano: gli attuali malati, i pazienti guariti e i pazienti deceduti.

Numero dei positivi

L'altro termine che sentiamo quotidianamente riguarda " i positivi". Per positivi si intende il numero di persone che in quel giorno specifico risultano affette da Covid-19. E' importante non confondere i "contagiati" con i "positivi", perché si tratta di due parametri distinti. Il numero dei positivi corrisponde a quante persone vive e positive ci sono nell'istante della rilevazione. E' dunque normale che il numero di positivi sia inferiore al numero dei contagiati (che comprendono decessi e guariti); man mano che ci avvicineremo all'uscita dall'emergenza il numero dei positivi tenderà a scendere ulteriormente, scollandosi in maniera ancora più significativa da quello dei contagiati.
Declinazione pratica

Andiamo quindi a declinare nel pratico questi dati, per provare a capire l' andamento della situazione in Italia negli ultimi gorni. Il 24 marzo 2020, alle ore 18, si segnalano: 69176 casi totali (ovvero il numero dei contagiati complessivi), mentre il 23 marzo, alla stessa ora, risultano essere 63927. Ciò significa che da un giorno all'altro sono stati registrati 5249 nuovi casi di Covid-19. Nello stesso lasso di tempo i positivi dichiarati dalla protezione civile sono 50418 il 23 marzo, per passare a 54030 il giorno successivo. L'aumento dei positivi è quindi di 3612 unità. Perché troviamo una discrepanza tra l'aumento dei positivi (3612 unità) e quello dei contagiati (5249)? Perché nelle 24 ore prese in analisi ci sono state 894 persone guarite e 743 decessi, che sono andate a ridurre il parametro delle persone attualmente positive.
Significato dei numeri

Ecco quindi cosa significano nel pratico questi numeri: l'aumento dei contagi complessivi offre la misura di quanto rapidamente la malattia si stia diffondendo, mentre l'aumento dei casi positivi indica quante persone necessitano assistenza in quel frangente specifico, indicando anche il livello di pressione sul sistema Italia: che si tratti di degenze in terapia intensiva o pazienti in isolamento domiciliare che necessitano controlli e assistenza.

Per completare il quadro ricordiamo che questi numeri riguardano esclusivamente i pazienti che sono stati sottoposti a tampone, risultando positivi. Restano fuori dai dati ufficiali coloro che hanno lamentato sintomi lievi, ma non sono stati sottoposti a tampone, e gli asintomatici.
 
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