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Travolgimi Toro
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con quei soldi....mor....cci vostri
ELEZIONI: MILANO; CENE E BUFFET, SPESI 6 MLN EURO
(ANSA) - MILANO, 25 MAG - Campagne elettorali: non solo
comizi, talk-show, appelli e volantinaggi. Ma anche incontri,
cene, pranzi e buffet, con relativi costi non indifferenti. Un
aspetto delle elezioni su cui, per quanto riguarda le imminenti
amministrative nel capoluogo lombardo, ha posto l'attenzione
l'Unione Commercio della Provincia di Milano, che ha fatto
qualche scoperta.
Ad esempio: se l' esito delle imminenti elezioni
amministrative dipendesse esclusivamente dall' intensità dei
candidati nel promuovere cene, buffet e aperitivi nei pubblici
esercizi e alberghi milanesi, il risultato sarebbe quasi
bulgaro: il 72% degli incontri è promosso dai candidati del
Centrodestra e solo il 28% da quelli del Centrosinistra.
L' Unione del Commercio ha realizzato l'indagine su pubblici
esercizi (locali serali, ristoranti, pizzerie, catering,
discoteche) aderenti ad Epam, e alberghi che aderiscono ad Apam,
l'associazione milanese degli albergatori.
I candidati cercano l'aggregazione: in media (più nei
locali, meno negli alberghi) vengono ospitati circa 4 incontri
alla settimana. In base alla tipologia di locale si va da un
minimo di 10-15 a un massimo di 30 persone per quanto riguarda
le cene nei ristoranti e a una media di 3/400 persone per le
location con disponibilità di spazi molto ampi. Tra buffet,
aperitivi ed happy hour ci sono mediamente 50 persone per
candidato.
L' elettore, rileva l'indagine, viene dunque preso per la
gola, "ma con giudizio". Le cene (28%) sono l'approccio
gastronomico preferito da parte del candidato per conquistare
l'elettore, ma c'é molto equilibrio nelle varie modalità di
incontro. Cocktail/aperitivi sono altrettanto diffusi (24%) e
così pure buffet (20%) ed happy hour (16%). Ci sono anche
locali che affittano soltanto le sale (8%) e chi, con l'
aperitivo, dà la sala gratis (4%). Il costo a forfait è la
modalità preferita (con menu standard, pochi alcolici ed
attenzione ai cibi leggeri).
A Milano, secondo il risultato dell'indagine, è di 6 milioni
di euro la spesa per gli incontri conviviali a scopo elettorale.
Per il 35% delle imprese c'é stata una crescita del fatturato
mensile legata a questi eventi: mediamente di poco meno del 3
per cento. Ma il 61% degli imprenditori ha dichiarato di non
registrare, nel periodo pre-elettorale, incremento del fatturato
rispetto agli altri periodi. C'é, infine (4%) chi ha risposto
di aver avuto un aumento del fatturato, ma non a causa degli
incontri elettorali.
I commenti degli imprenditori sono comunque abbastanza
concordi: elezioni 'piatte' dal punto di vista delle richieste
enogastronomiche, e si spende di meno rispetto alle ultime
elezioni amministrative. (ANSA).


ELEZIONI: MILANO; CENE E BUFFET, SPESI 6 MLN EURO
(ANSA) - MILANO, 25 MAG - Campagne elettorali: non solo
comizi, talk-show, appelli e volantinaggi. Ma anche incontri,
cene, pranzi e buffet, con relativi costi non indifferenti. Un
aspetto delle elezioni su cui, per quanto riguarda le imminenti
amministrative nel capoluogo lombardo, ha posto l'attenzione
l'Unione Commercio della Provincia di Milano, che ha fatto
qualche scoperta.
Ad esempio: se l' esito delle imminenti elezioni
amministrative dipendesse esclusivamente dall' intensità dei
candidati nel promuovere cene, buffet e aperitivi nei pubblici
esercizi e alberghi milanesi, il risultato sarebbe quasi
bulgaro: il 72% degli incontri è promosso dai candidati del
Centrodestra e solo il 28% da quelli del Centrosinistra.
L' Unione del Commercio ha realizzato l'indagine su pubblici
esercizi (locali serali, ristoranti, pizzerie, catering,
discoteche) aderenti ad Epam, e alberghi che aderiscono ad Apam,
l'associazione milanese degli albergatori.
I candidati cercano l'aggregazione: in media (più nei
locali, meno negli alberghi) vengono ospitati circa 4 incontri
alla settimana. In base alla tipologia di locale si va da un
minimo di 10-15 a un massimo di 30 persone per quanto riguarda
le cene nei ristoranti e a una media di 3/400 persone per le
location con disponibilità di spazi molto ampi. Tra buffet,
aperitivi ed happy hour ci sono mediamente 50 persone per
candidato.
L' elettore, rileva l'indagine, viene dunque preso per la
gola, "ma con giudizio". Le cene (28%) sono l'approccio
gastronomico preferito da parte del candidato per conquistare
l'elettore, ma c'é molto equilibrio nelle varie modalità di
incontro. Cocktail/aperitivi sono altrettanto diffusi (24%) e
così pure buffet (20%) ed happy hour (16%). Ci sono anche
locali che affittano soltanto le sale (8%) e chi, con l'
aperitivo, dà la sala gratis (4%). Il costo a forfait è la
modalità preferita (con menu standard, pochi alcolici ed
attenzione ai cibi leggeri).
A Milano, secondo il risultato dell'indagine, è di 6 milioni
di euro la spesa per gli incontri conviviali a scopo elettorale.
Per il 35% delle imprese c'é stata una crescita del fatturato
mensile legata a questi eventi: mediamente di poco meno del 3
per cento. Ma il 61% degli imprenditori ha dichiarato di non
registrare, nel periodo pre-elettorale, incremento del fatturato
rispetto agli altri periodi. C'é, infine (4%) chi ha risposto
di aver avuto un aumento del fatturato, ma non a causa degli
incontri elettorali.
I commenti degli imprenditori sono comunque abbastanza
concordi: elezioni 'piatte' dal punto di vista delle richieste
enogastronomiche, e si spende di meno rispetto alle ultime
elezioni amministrative. (ANSA).