Racconti...

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ordet

L'Immenso era Lei...
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23/8/02
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Stare troppo a mollo fa male

Mi risvegliai su una squallida spiaggia del litorale romano sulla quale ero andato a smaltire i postumi della sbornia della notte prima, era una mattina di agosto e a casa faceva troppo caldo per riprendere i sensi. Mi trovavo al lido di Focene, la dove la sabbia è disseminata di bastoncini di cotton fiock e l’odore della mondezza si mescola alla salsedine esalata da un mare schiumoso e pieno di rifiuti solidi. Davvero un bel posto dove andare a morire.

Non erano trascorse molte ore dall’alba, il silenzio era rotto dai pianti dei bambini che tentavano di sfuggire alla mano della mamma che li afferrava severamente per portarli al sole, perché stare troppo tempo a mollo fa male. Me ne stavo a corpo morto su un asciugamano striminzito che ormai era umido del mio sudore e il sole dispettoso mi forzava le palpebre per svegliarmi a tutti i costi e farmi smettere di dormire.

Mi girai di schiena per riparami almeno gli occhi, davanti a me c’era la tipica famigliola della domenica, il padre stravaccato su una sdraia, nascosto dietro al corriere dello sport, la mamma che dopo mesi di dieta sfoggiava un due pezzi di tre estati fa, intenta nel preparare i panini con l’olio, la figlia adolescente imbronciata con i bermuda che diceva che non poteva fare il bagno perché sta male, la nonna era stata quasi seppellita al sole per asciugare i reumatismi dal nipotino maledetto che ogni volta che mi passava davanti mi faceva mangiare due chili di sabbia.

Mi stavo assopendo tra il rumore delle onde, l’hit parade di una radiolina portatile, e il decollo degli aerei ininterrotto dall’aeroporto di Fiumicino, ad un tratto un bambino abbronzantissimo uscì dal mare urlando di eccitazione come quando uno trova un tesoro o una cosa misteriosa da mostrare agli altri ma per quanto potesse agitarsi nessuno gli prestava attenzione. Mi sento chiamare:

<Signore! Signore!!>, spalanco a malapena le mie pupille completamente dilatate, vedo il bambino e gli domando: <Ciao bambino cosa c’e’?> e lui <Guarda, una lisca!>.

Ero stupito, non riuscivo a capire perché tra tanta gente avesse scelto di portare proprio a me quella carcassa putrescente e per togliermi ogni dubbio gli chiesi: <Perché vuoi farmela vedere?> e il bambino, sempre più serio mi rispose: <Perché fa schifo!>.

Invece di prenderlo subito come una specie di insulto, mi sono perso fra le sue grandi sopraciglia ripensando a quando da bimbo mi vestivo da Arlecchino e volevo fuggire via per girare il mondo, con una scatola di latta nella quale nascondevo reperti e segreti che solo per me avevano un valore inestimabile. Probabilmente voleva rendermi partecipe di quel suo piccolo tesoro sconosciuto, qualcosa di prezioso che i grandi non potevano più percepire, evidentemente non so cosa gli aveva fatto credere che io potevo ancora vedere e interagire con quel suo mondo ingenuo e spontaneo. Quella sua proposta mi fece arrossire, fui così felice che restammo insieme ad esaminare il suo ritrovamento, e provammo ad inventarne la storia. Un pesciolino rosso che saltò fuori dall’acquario, si lasciò trascinare dalla corrente del fiume fino raggiungere il mare e dopo aver nuotato per tutti gli oceani era venuto a morire su quella spiaggia.

Quell’atmosfera fu rotta dal rimprovero di sua madre, che nel frattempo era venuta a cercarlo, lo afferrò per una mano e lo trascinò via, scusandosi per il disturbo che secondo lei aveva potuto arrecarmi il piccolo…O forse, temeva soltanto che anche il suo pesciolino era fuggito via per conoscere i sette mari.

Si era fatto tardi e sulla sabbia restarono soltanto la lisca di pesce, due mozziconi di sigarette e qualche goccia di mare.
 
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.......Si era fatto tardi e sulla sabbia restarono soltanto la lisca di pesce, due mozziconi di sigarette e qualche goccia di mare......

...che le onde avrebbero cancellato e portato via...solo il ricordo di quella giornata sarebbe rimasto con noi per sempre... proprio come un amico d'infanzia che non vediamo da troppo tempo e al quale talvolta pensiamo abbracciati alla malinconia del ricordo e dei nostri giochi e delle risa e dei sogni sognati insieme. Il mare aveva dato e forse era giusto che si riprendesse ciò che era suo... Così è la vita...Solo i ricordi restano con noi fino alla morte del tempo e nessuno può strapparli alla nostra anima, nemmeno il mare...
 
Scritto da aybyx
.......Si era fatto tardi e sulla sabbia restarono soltanto la lisca di pesce, due mozziconi di sigarette e qualche goccia di mare......

...che le onde avrebbero cancellato e portato via...solo il ricordo di quella giornata sarebbe rimasto con noi per sempre... proprio come un amico d'infanzia che non vediamo da troppo tempo e al quale talvolta pensiamo abbracciati alla malinconia del ricordo e dei nostri giochi e delle risa e dei sogni sognati insieme. Il mare aveva dato e forse era giusto che si riprendesse ciò che era suo... Così è la vita...Solo i ricordi restano con noi fino alla morte del tempo e nessuno può strapparli alla nostra anima, nemmeno il mare...

:)
 
La bellezza imperfetta

Una stanca domenica d’autunno, passeggiavo sulla strada sotto casa, dall’affollamento delle persone delimitato dal marciapiede mi resi subito conto che qualcosa di straordinario come un incidente o chissà quale altro fenomeno aveva pur dovuto turbare la staticità e la quotidianità di tanti individui nello stesso momento. Incuriosito mi feci largo tra la moltitudine di casalinghe spazientite e stanche di correre dietro figli troppo vivaci, tutte acchittate per la messa e tra ridicole cravatte fantasia che tenevano stretti colletti di camice perfettamente stirate dentro le quali si pavoneggiavano signori di mezza età, perfettamente arrivati al massimo della carriera come si conviene.Vidi spuntare degli espositori di legno sui quali erano comodamente sedute delle opere d’arte da strada e dei sedili che esponevano artisti alternativi con lo sguardo sospeso tra la terra e il cielo. Non mi ero sbagliato, quelle forme, quei colori, rendevano quella realtà, fatta solitamente di macchine puzzolenti che corrono al lavoro come le lancette su un’orologio, del tutto diversa e accogliente. Passai più volte avanti e in dietro, attraverso tramonti viola allucinogeno che sporcavano tele così candide e riservate che sembravano arrossire davanti alle gomitate della folla insistente che cercava invano qualcosa da appendere in soggiorni troppo spogli e formali, e mobili così tarlati da acquistare valore non tanto per la bellezza ma per anzianità. La mia attenzione soffermò su un espositore di legno sul quale alcune opere di creta battevano quel marciapiede.
La mia fantasia fu rapita dagli occhi trasognati di quelle statue, e ad un tratto vidi lei,la maschera di creta e mi lasciai sedurre immediatamente. Fu come se il tempo si fosse di colpo fermato, intorno a noi non c’era più niente, solo io e quel volto immobile che si lasciava ammirare. Il viso di una ragazza splendida,capelli ricci, naso aguzzo, zigomi appena pronunciati, pelle scura e occhi semichiusi, come se stesse dormendo un sogno dal quale e’ ormai impossibile risvegliarsi.
Mi soffermai particolarmente su questo volto perché era solcato da una cicatrice profonda che dall’occhio sinistro percorreva interamente il viso fino all’angolo del mento dalla parte opposta,quella imperfezione così evidente rendeva quel volto splendidamente imperfetto quasi vivo che mi lasciò incantato quasi in una sorta di dialogo metafisico tra me e lei. La scultrice mi raccontò che l’incidente era avvenuto durante una cottura troppo rapida, che aveva cercato di fare il possibile per salvarla e che nessuno voleva prendere quel volto così splendido e allo stesso tempo deturpato, ormai si era affezionata alla sua compagnia e gli sarebbe quasi dispiaciuto separarsene.
Sorrisi commosso all’artista che quasi la volevo abbracciare per la sua opera, che stranamente era riuscita a penetrare la mia corazza di scetticismo, e le dissi..Da oggi la prendo con me, me ne prenderò cura io di lei, vivremo insieme e saremo felici per sempre.
Pagai il conto e me ne andai, stringendo tra le mani quella natura così singolare proprio perché fuori dall’ordinario, pensando tra me e me che la bellezza non e’ più bellezza quando diventa uno standard o una cosa che puoi facilmente prevedere, e la portai a casa.
 
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Lontano, alla luna

Lontano, alla luna,
sul fiume una vela,
serena passando,
che cosa mi rivela?

Non so, ma il mio essere
mi si rese estraneo,
e io sogno senza vederli
i sogni che ho.

Che angoscia mi allaccia?
Che amore non si dispiega?
E' la vela che passa
nella notte che resta.


F. Pessoa
 
Tempo fa, incontrai un ragazza americana. Parlava un italiano straordinario per essere stata pochi mesi a Siena.
Passammo la giornata scambiando piccoli frammenti delle nostre vite e
ci separammo alla stazione, come sempre affollata di percorsi in cerca di una destinazione, con un semplice saluto . Nient'altro. Altre due destinazioni.

Oggi, ripensandoci, non so dire perchè non decidemmo di lasciare uno un sassolino sul percorso dell'altro e non ho idea del perchè molti incontri terminino così, con due estranei che si salutano per sempre. Nei ricordi lo smarrimento della stazione, il caotico rincorrersi di migliaia di passi, le ombre che si allungano sulle pensiline che lasciano sempre il posto ad una spianata, solitaria malinconia.
Come in un quadro di Hopper: atmosfera irreale, in cui sempre si ripete, la solitudine di due persone nell'atto di salutarsi.
Per sempre.
 
Quanti amori ci sono al mondo?... Non c'è una risposta.
Milioni di storie tutte diverse ma, in fondo, io credo che ne esista uno solo...
Parlo dell' Amore vero... Follia e ragione... sonno e veglia... sogni bellissimi che i due "amanti" devono, purtroppo, far convivere con la realtà...
Pochi, anche se sposati, hanno avuta la fortuna d'incontrarlo.
Io questa "fortuna" l'ho avuta ed è durata tanti anni...
Poi è finito, poi è ricominciato ed è finito di nuovo... per sempre. Anche se, in un certo senso, non finirà mai...
Non mi restano che tantissime foto, video, fogli sparsi...

I ricordi sono importanti in un certo senso ci costituiscono: noi siamo fatti anche delle nostre esperienze passate, come delle nostre speranze per il futuro ma... io non li amo... soprattutto quando si possono trasformare in rimpianti o, peggio, in ossessioni...
Ma, anche se non li amo, vorrei provare a raccontare questo Amore.

Non sarà facile ma mi aiuterò, postando anche qualche immagine, che anche se tagliata, come un bacio, potrà "suonare" più di mille parole.
Forse potrà servire per trovare un perchè... forse non servirà a nulla.

E magari un altro pirata entrerà qui e sarà lui, questa volta, a rubarmi il tesoro più bello...
 
3ad da salvare e...
to be continued
:bow::bow:
 
Ordet: sei chiuso per ferie?

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:p :p :p ;)

Antonello Venditti - IN QUALCHE PARTE DEL MONDO



Amore è come un grande salto
è come una tempesta di vento
amore è un grande temporale
che non è vero che non fa male
amore tu sei qui con me
tu sei qui accanto a me
in ogni istante del giorno
amore sei vicino a me
sei vicino a me
nel dolore e nel pianto
Se tu mi fossi ancora accanto
questa vita non sarebbe di cemento
e se sfiorassi la mia pelle
potrei fermarmi e guardare le stelle
ma adesso tu non sei qui con me
tu non sei accanto a me
E tutto il resto non conta
adesso tu non sei qui con me
tu non sei accanto a me
nel dolore e nel pianto
Non dirmi che è un sogno proibito averti qui
che il tempo cancella i nostri ricordi
non mi lasciare mai
ti prego non mi lasciare mai
ma chiss… dove sarai
in quale parte del mondo
in qualche parte del mondo
in qualche parte del mondo
Ma non guardarmi con quegli occhi belli
quello che conta sono i tuoi capelli
e non guardarmi con quegli occhi chiari
che nella notte no non sono uguali
ma amore tu non sei qui con me
tu non sei accanto a me
e mi sento morire
ma amore tu non sei qui con me
tu non sei accanto a me
nel dolore e nel pianto
Non dirmi che è un sogno proibito averti qui
che il tempo cancella i nostri ricordi
non mi lasciare mai
ti prego non mi lasciare mai
ma chiss… dove sarai
in quale parte del mondo
in qualche parte del mondo
in qualche parte del mondo...
 
Su Facebook è arrivata una baby ma, proprio baby, amica.....

In una nota, dedicata a lei, le ho scritto questo:

Baby amica, "conoscerti", mi ha fatto sorridere e ricordare sensazionii della mia vita che avevo dimenticato... oppure, erano nascoste da quache parte e... non erano state sensazioni tristi come, invece, affermi te con il tuo grido: "l'adolescenza fa schifo!"
Questa canzone è per te... Niente di che, sia chiaro... E' solo un omaggio a te che, sei ancora una "farfallina"... con occhi molto espressivi...
Comunque io penso che, le farfalline, non si dovrebbero mai appoggiare troppo a lungo su un fiore... Solo il tempo necessario per assaporarlo, per prenderne gioia, forza... e poi via! Verso un altro fiore, verso la liberta' e nuove esperienze, per non smettere mai di crescere... E, ricorda... L'amore non va cercato, perchè è dentro di noi...

Alcuni miei amici, mi hanno criticato..... tacciandomi quasi di pedofilia ma, lei ne è rimasta contenta e io, penso di non aver fatto niente ma, proprio niente, di male..... :yes: :)

 
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