Rassegna stampa MACROECONOMIA

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

~Qohèlet~

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NEL NOME DI CAFFE'

Il falso equilibrio dell'homo oeconomicus

Di GUGLIELMO CARCHEDI
Per la quasi totalità delle teorie economiche, l'economia capitalista, se lasciata libera di funzionare, tende naturalmente verso l'equilibrio. Tale tendenza si basa sulla figura dell'homo oeconomicus, l'essere razionale per antonomasia. Un tipico esempio di tale razionalità è dato dalle curve della domanda e dell'offerta: se la domanda di un bene sale, il suo prezzo sale; se l'offerta di un bene sale il suo prezzo cala. Le due curve hanno quindi una diversa inclinazione (una discendente, l'altra ascendente) e possono intersecarsi, stabilendo così il prezzo di equilibrio, cioè il prezzo a cui la domanda e l'offerta coincidono. Questo è l'alfa e l'omega della razionalità economica (per semplicità mi riferisco solo alla teoria dell'equilibrio parziale). Si è detto che l'homo oeconomicus massimizza il proprio benessere egoisticamente, cioè indipendentemente dagli altri, coem se la società non esistesse. Ciò non è esatto. L'homo oeconomicus è egoista perché rapace e sfruttatore. Per un esempio, un aumento della domanda di un bene significa che il bisogno di tale bene aumenta. I possessori di quel bene se ne approfittano alzando il prezzo. Essi sono egoisti perché sfruttano i bisogni altrui. Si può osservare che in realtà gli agenti economici possono comportarsi differentemente, per esempio altruisticamente.

Ma la teoria economica può parare il colpo sussumendo l'altruismo sotto l'egoismo, cioè sostenendo che l'individuo massimizza il proprio piacere anche comportandosi altruisticamente e quindi senza rinunciare alla propria razionalità egoista. Ma, a parte l'ovvio vantaggio per il capitale di sussumere l'altruismo sotto l'egoismo, tale mossa distrugge le fondamenta della teoria economica. Un comportamento altruista diminuirebbe i prezzi quando i bisogni (la domanda) aumentano al fine di rendere possibile la soddisfazione dei maggiori bisogni. Ma ciò implica che la curva della domanda può avere una inclinazione sia ascendente che discendente. Non vi è quindi più certezza che essa si possa intersecare con la curva dell'offerta: la prova della necessità dell'equilibrio svanisce. Ogni comportamento `deviante' deve essere bandito dalla teoria.

Tuttavia, vi è tutta una gamma di beni, come i beni di status e i beni finanziari la cui la domanda può crescere quando il prezzo aumenta e diminuire quando il prezzo diminuisce. Mentre i primi sono quantitativamente relativamente poco importanti, già negli anni novanta i mercati finanziari erano cinquanta volte maggiori delle esportazioni di beni e servizi. Inoltre, il comportamento della domanda è fortemente influenzato dalla fase del ciclo economico. Nella fase ascendente, la domanda può crescere anche se i prezzi aumentano e nella fase discendente la domanda può calare anche se i prezzi calano. Ne consegue che una enorme fetta di realtà non può essere spiegata da questo tipo di razionalità. Non solo l'altruismo ma ogni tipo diverso di comportamento è irrazionale in termini di coerenza logica.

Inoltre, anche nel caso in cui il comportamento reale sembrerebbe essere conforme a quello dell'homo oeconomicus, tale comportamento (e quindi l'inclinazione della curva della domanda e la razionalità dell'homo oeconomicus) non è empiricamente sperimentabile. Se un paio di scarpe mi interessa quando il prezzo non è ancora cambiato, ma non mi interessa più quando il prezzo è cambiato, non posso sperimentare se la mia domanda sia cambiata e in che direzione solo come conseguenza della mutazione del prezzo. Le preferenze devono rimanere immutate nel periodo di tempo in cui si fa l'esperimento. Ma ciò non è del tutto sicuro.

Quindi l'ipotesi è verificabile solo se si suppone una realtà senza cambiamenti e quindi senza tempo. Marshall ne era cosciente: «Noi supponiamo che al tempo non sia concesso di causare alcun mutamento nei gusti dell'uomo». L'alternaiva è poco invidiabile. Se si vuole sperimentare la teoria, si deve escludere il tempo. Se il tempo è introdotto nell'analisi, la teoria cessa di essere sperimentabile. Secondo la metodologia Popperiana, su cui tale teoria si basa, essa diventa metafisica. Riassumendo, l'homo oeconomicus è privo di qualunque valenza, sia essa empirica o teorica. Esso non solo non spiega una grossa fetta della realtà ma anche quella fetta di realtà che è conforme al suo comportamento non può ad essere corroborata empiricamente.

Viene quindi a cadere la nozione di un comportamento razionale (perché egoista) e quindi la nozione su essa basata di un sistema economico in uno stato di equilibrio, o tendente verso l'equilibrio. I molti critici del capitalismo che teorizzano la loro critica sulla base della nozione di equilibrio (e quindi di una razionalità egoista) farebbero bene ad abbandonarla e a sostituirla con una visione del capitalismo tendente ciclicamente verso le crisi. Che è poi ciò che tutti possiamo facilmente osservare.

Fonte: il manifesto del 04.02.05
 
USA: DUE MLN DI CITTADINI IN BANCAROTTA PER SPESE MEDICHE
(AGI/REUTERS) - Washington. 3 feb. - La meta' dei casi di fallimento che si registrano negli Stati Uniti sono dovuti all'aumento delle spese sanitarie, e la maggior parte delle persone che si indebitano in conseguenza di una malattia sono lavoratori della classe media muniti di assicurazione sanitaria.
Secondo uno studio pubblicato dalla rivista "Health affairs", i fallimenti motivati da spese mediche interessano due milioni di americani, se si contano oltre alle persone indebitate quelle che dipendono da loro (i bambini sono 700mila). "Il nostro studio fa venire i brividi: se non sei Bill Gates, dal fallimento ti separa solo una malattia grave - ha detto il dottor David Himmelstein, docente alla scuola di medicina di Harvard e capo dell'equipe che ha condotto la ricerca. - La maggioranza delle persone che dichiarano fallimento sono americani medi ai quali e' capitato di ammalarsi. Le assicurazioni sanitarie hanno offerto ben poca protezione". Per il loro studio i ricercatori hanno ottenuto dai tribunali di California, Illinois, Pennsylvania, Tennessee e Texas il permesso di visionare 931 casi di bancarotta. (AGI) Est 031157 FEB 05 .
031223 FEB 05
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fa un pò di impressione mah
 
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