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balabiott

Scrooge
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Buon giorno, riprovo ad avviare un thread di notizie ed opinioni sulle problematiche fondamentali inerenti al debito sovrano dell'Italiai, pregando i fans dei complotti massonici di astenersi dall'intervenire e dal causare ancora una volta lo spostamento del thread in arena.
Ben accette invece notizie "fresche".
Grazie
;)

Da il sole24ore "Incubo 6%"

I conti pubblici italiani del 2006 fanno rotta verso un grande buco. Il deficit punta al 6% del Pil. Una previsione azzardata? E non è eccessivo preoccuparsi di quel che avverrà così in là nel tempo quando abbiamo già tanti crucci economici nel presente?
Al contrario, è bene preoccuparsi per due ragioni: in generale, nel governo dell'economia, di cui la finanza pubblica è uno strumento cruciale, l'anno venturo è già domani e si deve agire con tempismo per correggere ciò che va alla deriva; in particolare, nel 2006 si vota e chi vincerà avrà in consegna il bilancio pubblico nello stato in cui sarà e da lì dovrà partire per realizzare il suo programma.
Non è, purtroppo, un numero esagerato. Infatti, senza interventi, le proiezioni danno già un 4,6%: sono le ultime diffuse dalla Commissione europea che, nettamente superiori a quelle del Governo ( 3% esclusi gli effetti della prossima Finanziaria), sono in realtà prudenti per una serie di ragioni
Infatti, il 4,6% non tiene conto né dei rilievi ultimi mossi da Eurostat alla contabilità italiana, né delle prospettive reali della congiuntura: la crescita sarà quest'anno inferiore all' 1% e il prossimo non vedrà un gran miglioramento, contro l' 1,2% e l' 1,7% atteso dalla Ue. La Ue neppure considera le falle, piccole o grandi, che emergeranno nella finanza locale, mentre giustamente non prende al valore facciale le correzioni introdotte dall'ultima finanziaria.
Una previsione più aggiornata e credibile, come quella elaborata dagli economisti di ref. ( centro di ricerca di Milano), dà il deficit 2006 al 5%. A questo bisogna aggiungere l'effetto elezioni: maggiore generosità nei contratti pubblici e ulteriori tagli all'Irpef ( 12 miliardi). Poi c'è la necessità di eliminare l'Irap, cominciando a ridurla di un terzo, come annunciato dal Governo: altri 11 miliardi.
Nel complesso è quasi il 2% del Pil che deve trovare copertura ed è difficile, in un anno elettorale, che sia fatta di veri tagli alle spese o aumenti di imposte. Perciò, lo ha sottolineato anche il ministro Maroni, non ci sono i soldi per entrambe le riduzioni fiscali ( se per questo, non ce n'è neanche per una sola, ma tra le due, meglio la seconda). Così, passare dal 5% al 6% non è un salto clamoroso.
Ad aggravare il quadro c'è la constatazione che ormai la parte più consistente delle privatizzazioni è stata fatta: l'obiettivo del Governo Berlusconi di metterne in atto altre per 100 miliardi di euro tra il 2005 e il 2008 ( non nei prossimi dodici mesi, come affermato dal premier martedì sera in televisione) è molto ambizioso.
Inoltre, la strada delle cartolarizzazioni e dei condoni, che non sono né correzioni strutturali né sana gestione del bilancio pubblico ( giustamente il ministro Siniscalco li considera « droghe » pericolose), è già stata percorsa fino in fondo: Isabella Bufacchi ha dimostrato, dati Ocse alla mano, che tra il ' 93 e il 2003 l'Italia è stata seconda solo alla Grecia nel ricorso alle una tantum ( si veda Il Sole 24 Ore del 30 marzo).
In questo scenario diventa cruciale, per arginare il rosso dei conti pubblici, il comportamento di quattro attori.

L'Europa.
La sorveglianza dei nostri partner può essere più o meno morbida. La Commissione fa la voce grossa, come accaduto con gli ultimi ammonimenti, ma le decisioni spettano al Consiglio dei ministri finanziari e a quello dei capi di governo.
È nostro interesse nazionale, e non solo degli altri Paesi europei, che ci sia la massima severità e il richiamo, condito con tutte le misure persuasive possibili, a ridurre il deficit rapidamente e in modo strutturale.

Gli schieramenti politici.
La campagna elettorale è già iniziata. Promesse avventate e fughe in avanti, che rischiano di avvitarsi in una pericolosa rincorsa, come scriveva Carlo Bastasin sulla Stampa del 6 aprile, sono un lusso che non ci si può più permettere. Agli italiani non va nascosta la verità sulle difficoltà che nei prossimi anni affronteremo per raggiungere obiettivi anche ambiziosi di maggiore sviluppo.

I mercati finanziari.
Gli investitori chiederanno un maggior premio al rischio sul debito pubblico italiano. Significa tassi di interesse più alti, soprattutto se vi sarà un generale rialzo del costo del denaro. Quest'ultimo non si verificherà se la congiuntura di Eurolandia resterà negativa: ma sarebbe un cadere dalla padella nella brace.

Il ministro dell'Economia.
Domenico Siniscalco difende il proprio ruolo di tecnico che fornisce alternative tra cui i politici scelgono. A una simile funzione può bastare il Ragioniere generale. In realtà, il ministro avalla con la propria credibilità ( che è alta) decisioni che possono causare un deficit troppo alto: non è propriamente da tecnico.

Afferma di garantire la massima trasparenza; perché allora sul sito del Tesoro non c'è l'ultimo programma di stabilità mandato a Bruxelles lo scorso novembre?

Eppoi, è sicuro di voler passare alla storia, lui che viene dalle terre di Quintino Sella, come il ministro che ha lasciato riportare in alto mare i conti dello Stato? Può impedirlo e svolgere, al di
sopra delle parti, la funzione di nume tutelare della stabilità finanziaria del Paese, bene comune prezioso. Ha in mano una potente arma politica: le dimissioni. Usarla, se sarà necessario, non è un atto di insubordinazione all'ordine costituito.
 
Vedo che insisti....
Ok, allora.
Hai ragione tu....
Ciao
 
E i mercati ora prendono le misure

Gli interessi costano un po’ più cari

Nelle sale operative si segue il voto sulla Carta Ue: i rischi del «no»


Ore 9.26 di ieri mattina. Sugli schermi delle sale operative e negli uffici più di tendenza degli «hedge fund» lampeggia la spia delle notizie. Joaquin Almunia, commissario europeo agli Affari monetari, fa sapere che contro l’Italia partirà una procedura per deficit eccessivo. Da quel momento i buoni decennali del Tesoro tedesco (Bund) e quelli analoghi di Roma (Btp) divorzieranno: i primi continuano ad andare a ruba, i secondi invece faticano a tenere il passo. Minuzie da speculatori. Eppure per trovare un compratore i titoli di Roma da quel momento devono offrire lo 0,03% di interessi in più. Da anni oscurati dallo scudo protettivo dell’euro, gli arbitri dei mercati tornano a ricordare ai governi che ci sono anche loro. Lo fanno con mosse quasi impercettibili, ma sempre più coerenti. Dopo l’accordo di Bruxelles del 23 marzo su vincoli di bilancio meno rigidi con il nuovo Patto di stabilità, per esempio, lo «spread» fra Bund e Btp si allarga da 10 a 13 punti-base (cioè dallo 0,10% allo 0,13%). Dopo le elezioni regionali che scuotono il governo, si sale a 14. Quel dato fotografa lo scarto fra il premio di rischio pagato dal Tesoro per piazzare i propri titoli e quello, più basso, offerto da Berlino. Il differenziale è dunque il termometro della fiducia verso un debitore da circa 1.400 miliardi di euro chiamato Repubblica Italiana.
Vero che la colonnina di mercurio resta su livelli molto bassi. Era a 700 punti-base sopra il Bund nel ’92, a 176 nel ’96 quando la lira riagganciò il Sistema monetario europeo, a 19 subito dopo l’addio di Giulio Tremonti al governo nove mesi fa. Eppure oggi si torna a misurarla, e non solo perché il leader di Confindustria Luca Montezemolo ieri osservava che Almunia chiede al governo di fare attenzione ai mercati. Sono questi ultimi in realtà a dare segnali nuovi, nota l’analista di UBM David Keeble. Il lunedì dopo le regionali per esempio si è visto uno scatto di nervi sui cosiddetti «spread assoluti», cioè sulla differenza fra prezzo d’acquisto e di vendita di un Btp decennale italiano. Come mostra la tabella qui sopra, lo scarto era di 1,8 punti-base nell’ottobre scorso. Si è impennato a 4,4 punti il 6 aprile: significa che chi compra un Btp ora fatica più di prima a rivenderlo.
«Gli investitori stanno diventando più selettivi», nota Vincenzo Guzzo in vista del rialzo dei tassi della Banca centrale europea. La bocciatura della Costituzione dell’Ue nei referendum in Francia o Olanda tra due mesi, nota, rischia di radicare nelle sale operative la diffidenza verso chi in Eurolandia ha i conti in disordine. E per l’Italia, ricorda Moritz Kraemer di Standard & Poor’s, il rischio è ovvio: dopo due anni di interessi più alti dell’1%, la spesa pubblica crescerebbe di 6-7 miliardi di euro per ogni finanziaria.

Federico Fubini
 
Vedo che continui nella tua politica; ora siamo passato da 600 punti nel 95 a 700 nel 92, a 176 nel 96, e così via....ora vorresti far credere, postando articoli di giornalisti compiacenti, che avverrà adesso la stessa cosa....
Ma se nel 97, grazie al governo Prodi, e alle sue "aderenze", chiamiamole così, lo spread si era "miracolosamente" ridotto, ora è probabile che avvenga la stessa cosa, o no????Per cui, al cambio di governo, corrisponderà un miglioramento del differenziale tra i Bundhal e i ns btp....
Non capisco quindi perchè ti preoccupi tanto, a meno che tu non abbia un qualche interesse, allora i discorsi cambierebbero..........
 
ecco qua

un altro articolo "compiacente" :D ;)

I costi di un'alternanza annunciata di Tito Boeri (da www.lavoce.info)

Come cinque anni fa, le elezioni regionali ci hanno restituito un paese al contrario, in cui chi decide perché ha la maggioranza in Parlamento è convinto di perdere le prossime elezioni politiche e chi, invece, siede sui banchi dell’opposizione pensa di avere già vinto. Sono le condizioni peggiori per prepararsi alla prossima legislatura. Perché chi è all’opposizione non ha gli stimoli necessari per accordarsi su di un lungo programma di governo, che regga ben al di là dei primi ostacoli, mentre chi governa ha tutto l’interesse a lasciare al successore un quadro di finanza pubblica fortemente compromesso. Non si tratta di un semplice "ciclo politico", è un modo di usare il "diritto di prelazione", il fatto di essere ancora per un po’ il governo in carica, per ostacolare i primi passi del governo successivo, rendendo in questo modo più probabile una nuova alternanza.

Con tre aggravanti


E’ successo cinque anni fa: secondo la ricostruzione offerta recentemente dall’Istat, il disavanzo è aumentato nel 2001 di circa un punto di Pil. Le dichiarazioni del Presidente Berlusconi dopo il voto fanno ritenere che il peggioramento sarà nel 2006 ben più consistente. Con tre aggravanti.
La prima è che lo stato dei nostri conti pubblici è oggi molto peggiore che nel 2000. A bocce ferme, si prospetta per il 2006 un 4,6 per cento di disavanzo (secondo le previsioni della Commissione Europea). Se a questo aggiungiamo la prospettata terza tranche della riforma fiscale, pari a un punto di Pil, si arriva al 5,6 per cento. Basterebbe che Eurostat continuasse a non voler convalidare alcune partite sui conti pubblici del 2004 per trascinarci a un 6 per cento di disavanzo.
Seconda aggravante il fatto che l’avanzo primario (quello al netto della spesa per interessi) in questo scenario è destinato per la prima volta a tornare in territorio negativo dopo il 1991.
La terza aggravante è che il debito pubblico tornerebbe ad aumentare. In televisione il presidente del Consiglio ha parlato di 6 punti di Pil di privatizzazioni che riporterebbero il debito sotto il 100%. Ma ha dimenticato di precisare che le previsioni di crescita del debito nel 2006 incorporano già un 2 per cento di privatizzazioni all’anno, peraltro molto difficile da realizzare. Quindi ci vorrebbero ben 10 punti di PIL di privatizzazioni per centrare il suo obiettivo. Disavanzo primario e crescita del debito sono pessimi segnali per il mercato che potrebbe punirci facendo salire la spesa per interessi. Il differenziale nei tassi di interesse con i Bund si sta già ampliando.

Una Ragioneria separata dal Governo

Questa nuova alternanza annunciata ci costerà perciò molto di più che nel 2001. E l’Europa questa volta ha le armi spuntate dati i colpi inferti al Patto di Stabilità. Per tutelarci contro i costi di governi rassegnati di fine legislatura avremmo bisogno di un organismo tecnico di certificazione dei conti pubblici separato dal governo. Per questo stesso motivo è oggi indispensabile tutelare i tecnici della Ragioneria, difendendoli dalle forti pressioni cui saranno sottoposti in questi mesi. Dal canto nostro, su questo sito, faremo di tutto, come sempre, per tenere alta l'attenzione sullo stato dei nostri conti pubblici.
 
Dampyr ha scritto:
Vedo che continui nella tua politica; ora siamo passato da 600 punti nel 95 a 700 nel 92, a 176 nel 96, e così via....ora vorresti far credere, postando articoli di giornalisti compiacenti, che avverrà adesso la stessa cosa....
Ma se nel 97, grazie al governo Prodi, e alle sue "aderenze", chiamiamole così, lo spread si era "miracolosamente" ridotto, ora è probabile che avvenga la stessa cosa, o no????Per cui, al cambio di governo, corrisponderà un miglioramento del differenziale tra i Bundhal e i ns btp....
Non capisco quindi perchè ti preoccupi tanto, a meno che tu non abbia un qualche interesse, allora i discorsi cambierebbero..........


Concordo pienamente con te non tanto sui dati che non ho modo di confermare o smentire, quanto sul senso dei tuoi interventi.
Questo no è il posto adatto per fare politica (perchè di questo si tratta) e far credere che con l'attuale governo le cose stanno andando catastroficamente mentre l'opposizione al governo farebbe tutti ricchi e felici.
Visto che nessuno ha la ricetta magica con un cambio di governo ci sarebbe una manovra fiscale giustificata "dai danni creati dalla precedente gestione" (quante ne sono già state viste e sentite di queste frasi).
La realtà che io vedo è che nè il governo attuale nè un governo dell'opposizione cercherebbe di risolvere i problemi attuali perchè dovrebbero fare grosse manovre necessarie ma impopolari (sulle pensioni prima di ogni altra cosa).
Io sono convinto che il "non fare" sia peggio del "fare male" e che se qualche anno fa un governo avesse preso un indirizzo preciso con una impostazione tatcheriana (non sui contenuti ma sui metodi decisi) forse oggi avremmo una situazione migliore di quella attuale.


P.S: guardando il numero dei miei messaggi si può capire come non sia solito
ad intervenire nelle discussioni, ma quando è troppo è troppo e se poi è
anche off topic..... per favore basta!
 
zamax ha scritto:
Concordo pienamente con te non tanto sui dati che non ho modo di confermare o smentire, quanto sul senso dei tuoi interventi.
Questo no è il posto adatto per fare politica (perchè di questo si tratta) e far credere che con l'attuale governo le cose stanno andando catastroficamente mentre l'opposizione al governo farebbe tutti ricchi e felici.

P.S: guardando il numero dei miei messaggi si può capire come non sia solito
ad intervenire nelle discussioni, ma quando è troppo è troppo e se poi è
anche off topic..... per favore basta!

qui gli unici a parlare di politica siete tu e dampyr

gli articoli - che peraltro sono traqtti dal 24ore o da pagine economiche di quotidiani quali il corriere - sono strettamente "on topic" e trattano di tematiche rigorosamente economiche e finanziarie in termini altrettanto rigorosamente tecnici... che poi la politica e l'economia siano intimamente correlate e' cosa talmente lampante che anche un bambino lo capirebbe

se non trovi utile leggere gli articoli in ogetto, sei assolutamente autorizzato a non leggerli... la censura fortunatamente non e' ancora legge dello stato

saluti
 
Ultima modifica:
balabiott ha scritto:
qui gli unici a parlare di politica siete tu e dampyr

gli articoli - che peraltro sono traqtti dal 24ore o da pagine economiche di quotidiani quali il corriere - sono strettamente "on topic" e trattano di tematiche rigorosamente economiche e finanziarie in termini altrettanto rigorosamente tecnici... che poi la politica e l'economia siano intimamente correlate e' cosa talmente lampante che anche un bambino lo capirebbe

se non trovi utile leggere gli articoli in ogetto, sei assolutamente autorizzato a non leggerli... la censura fortunatamente non e' ancora legge dello stato

saluti
Bè, ora evochi anche la censura.......

Il Corriere e il Sole hanno una proprietà, o linea editoriale, ostile all'attuale governo per ragioni lobbistiche, come ho tentato di spiegare (e tu fai sempe finat di non capire)....
Tanto è vero che il Berlusca sta vendendo sul mercato il 17% di azioni Mediaset per rastrellare un po di denari da utilizzare per "scalare" RCS, ed arrivare a controllare il 20% almeno della suddetta società...Rcs sarebbe la proprietà del Corriere...
Se il Berlusca avrà successo nella sua impresa, i cosidetti articoli "tecnici", come li definisci tu, del Corriere, finiranno immediatamente, perchè, ovviamente, la proprietà non potrà non tener conto dell'importanza di un così rilevante azionista......

Chiunque pensi che la stampa italiana, nelle grandi testate, possa esprimere pareri "tecnici", asettici, dimostra grande ingenuità, o grande furbizia...oppure non conosce i meccanismi che si muovono dietro i giornali.......
 
Dampyr ha scritto:
Bè, ora evochi anche la censura.......

Il Corriere e il Sole hanno una proprietà, o linea editoriale, ostile all'attuale governo per ragioni lobbistiche, come ho tentato di spiegare (e tu fai sempe finat di non capire)....
Tanto è vero che il Berlusca sta vendendo sul mercato il 17% di azioni Mediaset per rastrellare un po di denari da utilizzare per "scalare" RCS, ed arrivare a controllare il 20% almeno della suddetta società...Rcs sarebbe la proprietà del Corriere...
Se il Berlusca avrà successo nella sua impresa, i cosidetti articoli "tecnici", come li definisci tu, del Corriere, finiranno immediatamente, perchè, ovviamente, la proprietà non potrà non tener conto dell'importanza di un così rilevante azionista......

Chiunque pensi che la stampa italiana, nelle grandi testate, possa esprimere pareri "tecnici", asettici, dimostra grande ingenuità, o grande furbizia...oppure non conosce i meccanismi che si muovono dietro i giornali.......

si, vabbe', ce l'hanno tutti con berlusconi... hai espresso la tua opinione con ammirevole chiarezza, oramai penso l'abbiano compresa tutti, non e' che ci volesse poi cosi' tanto....

hai qualcos'altro da dire - magari tanto per cambiare sul merito della questione - od e' tutto qui?
 
Che c'entra scusa????
Che fai rispondi ad un'affermazione con una domanda????
Ho chiaramente fatto un esempio; la linea editoriale attuale del Corriere è ostile a Berlusconi, per motivi lobbistici propri..se Berlusconi dovesse comprare il Corriere (e sembra proprio che sia deciso a farlo) la linea cambierebbe....o no???

Allora rispondo anch'io con una domanda, a cui tu non hai risposto....
Che fine farebbero i tuoi articoli "tecnici"????
 
Dampyr ha scritto:
Che c'entra scusa????
Che fai rispondi ad un'affermazione con una domanda????
Ho chiaramente fatto un esempio; la linea editoriale attuale del Corriere è ostile a Berlusconi, per motivi lobbistici propri..se Berlusconi dovesse comprare il Corriere (e sembra proprio che sia deciso a farlo) la linea cambierebbe....o no???

Allora rispondo anch'io con una domanda, a cui tu non hai risposto....
Che fine farebbero i tuoi articoli "tecnici"????
ok, ce l'hanno tutti con berlusconi, abbiamo capito, e'' inutile che tu continui a ripeterlo... comunque delle problematiche attinenti alla liberta' di informazione si e' discusso e si discute ampiamente in "arena politica", e' di conseguenza opportuno che tu ti orienti in quella sezione e lasci libero il thread da interventi che esulano del tutto dall'argomento

grazie
 
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