«Caro Giuseppe Conte, sei un essere senza dignità. Tu stai uccidendo il popolo italiano, io non te lo permetterò. Hai le ore contate, presto ci sarà una bella sorpresa, volevo dire un funerale, il tuo. Sei morto, io stesso ti ucciderò».
È l'inizio del novembre scorso quando sulla posta certificata dell'allora premier arriva una pioggia di messaggi minatori. Proviene da un unico indirizzo email, riconducibile a un uomo di 48 anni, che vive nello Spezzino e lavora come addetto in un cimitero.
In uno dei messaggi, l'autore spiega anche come intende agire: «Ti aspetto con un coltello in mano».
STRANO NON AVER SENTITO TUTTA L'ECO MEDIATICA E LA SOLIDARIETÀ A CONTE,ALLORA,COME QUELLA CHE STANNO FACENDO OGGI, TANTO PER CONTINUARE AD ATTACCARE IL SOLITO BERSAGLIO DI TUTTI I PAPPONI E DISONESTI