Rendimento polizza vita

Dipende dalla polizza, da quello che so io (tanto per fare nomi), quelle del gruppo Generali sono a caricamento costante nel tempo, mentre cosa diversa è per i FIP (e infatti mi sa che Catullo fa riferimento proprio a questi prodotti)
Cmq pessima idea quella di scegliere il frazionamento mensile. Spesso costa un ulteriore 4-5% di spesa
 
tuttologist ha scritto:
Dipende dalla polizza, da quello che so io (tanto per fare nomi), quelle del gruppo Generali sono a caricamento costante nel tempo, mentre cosa diversa è per i FIP (e infatti mi sa che Catullo fa riferimento proprio a questi prodotti)
Cmq pessima idea quella di scegliere il frazionamento mensile. Spesso costa un ulteriore 4-5% di spesa
Esatto!!
Okkio alle commissioni "nascoste"...
Si bruciano tutti i guadagni... :wall: :wall:
 
tuttologist ha scritto:
Dipende dalla polizza, da quello che so io (tanto per fare nomi), quelle del gruppo Generali sono a caricamento costante nel tempo, mentre cosa diversa è per i FIP (e infatti mi sa che Catullo fa riferimento proprio a questi prodotti)
Cmq pessima idea quella di scegliere il frazionamento mensile. Spesso costa un ulteriore 4-5% di spesa

Si, Generali si è adeguata prontamente a una direttiva che sembrava imporre alle Compagnie di non applicare caricamenti precontati sui primi versamenti; anche per i FIP.
I promotori, oltretutto, hanno facoltà di annullare del tutto i caricamenti.
Questo non rende più validi questi prodotti perchè la Compagnia ha aumentato i costi di gestione.
Altre Società hanno pensato di tergiversare in attesa di norme più chiare; spero che con la nuova finanziaria i suggerimenti siano diventati legge.
 
Riporto su la discussione per una domanda sulla tassazione di queste polizze, che se non sbaglio dovrebbe essere del 12,5% sulla differenza tra quanto versato complessivamente e quanto si riscatta. Ma visto che mi pare che la valorizzazione dei fondi assicurativi sottostanti comprenda già l'impatto fiscale, non c'è il rischio di subire una doppia tassazione?

Inoltre qualcuno sa se la ritenuta del 12,5% sulla differenza tra premi versati e capitale riscattato si applica anche per le polizze sottoscritte fino al 2000?

Grazie :)
 
Bene, facciamo un pò di ordine.
Quali Compagnie permettono di bloccare i coefficienti per tutta la durata del contratto?
Io conosco solo La Venezia e Ras.
Molte altre hanno fiutato il rischio e bloccano i coefficienti per periodi limitati.
Pat, sai qualcosa di più?
 
Catullo ha scritto:
Bene, facciamo un pò di ordine.
Quali Compagnie permettono di bloccare i coefficienti per tutta la durata del contratto?
Io conosco solo La Venezia e Ras.
Molte altre hanno fiutato il rischio e bloccano i coefficienti per periodi limitati.
Pat, sai qualcosa di più?

ne ha una anche Axa,ma ha i caricamenti più alti,quindi poi bisogna vedere se ne vale la pena....
 
younggotti ha scritto:
Riporto su la discussione per una domanda sulla tassazione di queste polizze, che se non sbaglio dovrebbe essere del 12,5% sulla differenza tra quanto versato complessivamente e quanto si riscatta. Ma visto che mi pare che la valorizzazione dei fondi assicurativi sottostanti comprenda già l'impatto fiscale, non c'è il rischio di subire una doppia tassazione?

Inoltre qualcuno sa se la ritenuta del 12,5% sulla differenza tra premi versati e capitale riscattato si applica anche per le polizze sottoscritte fino al 2000?

Grazie :)

DI SOLITO nei fondi assicurativi sono presenti SICAV in maniera da evitare
la doppia tassazione............
12,5 anche per le polizze fino al 2000
 
Catullo ha scritto:
Bene, facciamo un pò di ordine.
Quali Compagnie permettono di bloccare i coefficienti per tutta la durata del contratto?
Io conosco solo La Venezia e Ras.
Molte altre hanno fiutato il rischio e bloccano i coefficienti per periodi limitati.
Pat, sai qualcosa di più?


di solito pemettono di bloccare i coefficienti le polizze pure di "rendita"
un po' tutte le compagnie ce l'hanno, bisogna andare sulle polizze tradizionali, vecchio tipo, niente FIP PIP o roba nuova.
 
Catullo ha scritto:
Bene, facciamo un pò di ordine.
Quali Compagnie permettono di bloccare i coefficienti per tutta la durata del contratto?
Io conosco solo La Venezia e Ras.
Molte altre hanno fiutato il rischio e bloccano i coefficienti per periodi limitati.
Pat, sai qualcosa di più?

Contrarre polizze caso vita è da considerarsi sempre un unfair game, cioe' un gioco sfavorevole in quanto va considerato che il banco (la compagnia assicurativa) gode di un margine informativo drammaticamente a proprio favore.

Anche nell'Inghilterra, patria degli attuari, si sbaglio' completamente nelle previsioni sull'allungamento della vita degli inglesi. Non per questo si è saputo che qualche compagnia assicuratvia sia fallita per aver sbagliato le previsioni demografiche.

Ma è il concetto stesso di teoria "piramidea", nella sua variante propugnata dai politici italiani "pensione pubblica+polizza privata" (nelle varie varianti fondi pensione aperti, chiusi, polizze, etc.) a fare acqua. Il leit motiv è che ogni giovane debba costruirsi una base molto ampia di previdenza pubblica e un vertice di polizze variamente assortite è abbastanza "squalificata" in campo accademico dalle indagini empiriche, soprattutto perche' i tracolli finanziari creano quasi sempre correlazioni positive inaspettate ed impreviste tra le varie classi di asset, vedi caso LCTM.

Molti sanno che nella base della "piramide" gli scenari demografici attuali prefigurano uno stuolo di giovani che nel 2030 riceverà solo il 20-25 % della loro retribuzione attuale. Ecco che quindi devono diventare importanti gli strati superiori della piramide, per cercare di rimediare la fragile impalcatura sottostante: l'investimento finanziario non più come solo obiettivo di incremento della ricchezza personale o per il soddisfacimento dei propri bisogni contingenti, ma come elemento di peso, costitutivo della piramide.

Ma non è il criterio dell'eta' a risultare importante, quanto il criterio della salute ! Negli anni 70 il matematico demografo Sullivan comprese per primo che lo sviluppo di scenari piramidali, nei quali si stimava il fabbisogno finanziario relativo al solo periodo pensionistico della vita di un individuo non aveva molto significato all'atto pratico. Sullivan cerco' di sostituire all'aspettativa di vita, che è composta da periodi di tempo spesi in differenti stati di salute, il concetto di aspettativa di salute, cioè il periodo in cui il fabbisogno finanziario è stimabile (non dico prevedibile!) in base alla volontà dell'individuo e il concetto di morbilita', cioe' il periodo in cui il fabbisogno finanziario puo' essere molto piu' elevato a seguito della necessita' di assumere, ad esempio, delle badanti o attendere a delle cure molto costose presso delle cliniche private.

Molti modelli di planning finanziario possono fallire miseramente perchè si sottostima l'importanza del modello di Sullivan.

Cercando di rimanere nell'ambito "tecnico-applicativo" di questa sezione con un esempio pratico, frutto di fantasia, reso al solo scopo di capire l'importanza che non tutto il periodo della pensione è da considerarsi un periodo allegro e spensierato:

Un impiegato dell'Umbria di 50 anni con reddito 2000 Euro mensili
Andra' in pensione nel 2010 con pensione di 1600 Euro mensili.

Stima convenzionale:- vita residua (tavole demografiche di prossima istituzione IPS55) 30 anni
L'impiegato sa che dovra' passare gli ultimi 30 anni di vita con un budget mensile di 1600 Euro

Stima di Sullivan:- vita residua senza acciacchi 5 anni
- vita residua con acciacchi dal 6° al 30° anno.


Ne emerge che i primi 5 anni di pensione saranno contrassegnati da un budget mensile di 1600 Euro in assenza di disabilita' piu' o meni gravi (pressione alta, rischi coronarici, prostata, etc.) Poi pero' il nostro deve sapere che statisticamente i suoi ultimi 25 anni di vita potrebbero essere contrassegnati da morbilità, quindi deve stare attento che 1600 Euro di pensione pubblica potrebbero anche non bastare, come ad esempio, nel caso fosse investito dalla necessita' di una badante.

Quindi, prima di sottoscrivere polizze, concedere erogazioni del TFR a sindacati, banche o assicurazioni varie, è indispensabile conoscere le implicazioni del modello di Sullivan

Il metodo Sullivan può essere usato in tutte le simulazione degli scenari previdenziali quantitativi, purche' ne sia tenuto conto in base a tre concetti importanti della vita di ogni individuo:

1) Speranza di vita all’età x: numero medio di anni che restano da vivere ai sopravviventi all’età x. Riferita alla tavola di mortalità IPS55 in vigore dal 2006 è il rapporto tra la cumulata degli anni vissuti (Lx,x+Dx) dall’età x all’età estrema w ed i sopravviventi all’età x (lx).

2) Speranza di vita in buona salute all’età x: numero medio di anni che restano da vivere ai sopravviventi all’età x in condizioni di buona salute. Si considerano in buona salute le persone che in occasione dell’indagine sulle “Condizioni di salute della popolazione e ricorso ai servizi sanitari” hanno dichiarato di sentirsi “bene” o “molto bene”. In base al metodo di Sullivan si calcola come la speranza di vita all’età x, solo che gli anni vissuti (Lx,x+Dx) tra le varie età sono moltiplicati per la percentuale di coloro che hanno dichiarato di sentirsi bene o molto bene.

3) Speranza di vita libera da disabilità all’età x: numero medio di anni che restano da vivere ai sopravviventi all’età x in assenza di disabilità. In base al metodo di Sullivan si calcola come la speranza di vita all’età x, solo che gli anni vissuti (Lx,x+Dx) tra le varie età sono moltiplicati per la percentuale di coloro che non sono disabili.
 

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Se fossi un altoatesino dovrei sapere che statisticamente secondo l'INPS ho un vantaggio di quattro anni di vita in piena salute rispetto ad un abitante della Campania.Evidentemente il paesaggio montano, il clima fine dell'aria, la grandi dotazione di infrastrutture e servizi pubblici dovuti ai pingui finanziamenti statali ma forse ancor di piu' l'assenza di quella focosita' caratteriale tipico delle genti meridionali devono avere complessivamente la loro incidenza statistica sul fenomeno.

Se io fossi un campano, statisticamente il piu' sfortunato degli italiani secondo l'INPS, vera e propria landa degli eventi ischemici e dei problemi cardiovascolari anticipati, mi preoccuperei ben poco di contrarre polizze vita. Mi preoccuperei ben di piu' sulla necessita' di contrarre immediatamente una polizza long health care.

Certo, i coefficienti di conversione, RG, IPS, etc. hanno la loro importanza (circa 7-8% il vantaggio medio finanziario delle vecchie tabelle per gli uomini, 5% per le donne). In ogni caso uno che è intenzionato a sottoscrivere una polizza caso vita deve prima di tutto guardare alla propria salute e stimare la propria durata attesa di sopravvivenza.
Solo allora puo' iniziare la ricerca della forma previdenziale che risponde ai propri requisiti.

Un saluto
PAT
 
younggotti ha scritto:
Ma visto che mi pare che la valorizzazione dei fondi assicurativi sottostanti comprenda già l'impatto fiscale, non c'è il rischio di subire una doppia tassazione?


Esatto, ed è per questo motivo che è previsto un credito di imposta del 15%. La cosa simpatica è che le compagnie trattengono questo 15% invece di girarlo al cliente, che quindi subisce il doppio impatto. C'era un articoletto su Plus del 24Ore qualche tempo fa.
 
younggotti ha scritto:
Inoltre qualcuno sa se la ritenuta del 12,5% sulla differenza tra premi versati e capitale riscattato si applica anche per le polizze sottoscritte fino al 2000?


Certo, con un abbuono di uno 0.25% per ogni anno successivo al decimo.
 
per me sono tutte megafregature...alla larga da tutte le polizze....chiedi all'assicuratore se ha il coraggio di dirti quanto ha incassato da quei 6.000 euro e spicci investiti e capirai come mai i tuoi soldi hanno reso così poco...o meglio....la parte da te versata e tolto il budget del promotore...quanto è rimasto investito...

queste polizze non pensano alla pensione delle gente....ma alla speculazione degli assicuratori..anche la metà del premio son capaci di metteri in tasca...

antonella
 
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