Ricordate la gestione in derivati CTA Scandinavia?

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Voltaire

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Ricordate la gestione in derivati CTA Scandinavia di cui si parlava a fine 2002?

E' saltata in aria :eek:

Il gestore ha perso il 40% in tre giorni, la scorsa primavera: pare abbia volontariamente rimosso degli stop loss su posizioni in essere.

Il mio buco di molti mesi del 2003 mi ha, probabilmente, impedito di fermarli in tempo.

Ci sono anche altri aspetti molto simpatici (per chi non ci è dentro), tra tardivo intervento Consob (ha chiuso la sede italiana della CTA), promotori di altre reti che la vendevano (in arrivo un po' di radiazioni dall'albo), la FCB Sim (che le proponeva) che sta cercando di salvare il salvabile, recandosi anche in Svezia.

I particolari quando avrò finito di mettere assieme le varie notizie.

Nel frattempo, ecco i due threads dello scorso anno.

http://www.finanzaonline.com/forum/...a&folsession=e564f204865f0ad1ebddfa2badec5ac7

http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?s=&threadid=347696&highlight=Scandinavia
 
Iniziamo a ricostruire la vicenda con i dati rilevati nell'albo delle Sim.

CTA Scandinavia è un'impresa di investimento comunitaria autorizzata in Italia dal 1997 alla "Consulenza in materia di investimenti in merito a strumenti finanziari" (che da tempo non è più un servizio di investimento) ed al "Servizio di cambio legato alla fornitura di servizi di investimento".

Dal 20 luglio 2000, l'autorizzazione si è estesa alla "Gestione su base discrezionale e individualizzata di portafogli di investimento in strumenti finanziari".

FCB (Financial and Consultant & Brokers) Sim, invece, è una Sim italiana con sede a Mantova autorizzata dal febbraio 1999 al "Collocamento, senza preventiva sottoscrizione o acquisto a fermo, ovvero assunzione di garanzia nei confronti dell'emittente" ed alla "Gestione su base individuale di portafogli di investimento per conto terzi".

I rispettivi siti web sono:

http://www.fcbsim.com

www.ctascandinavia.com
 
Il 4 novembre 2002, come da comunicato-stampa che si trova anche nel sito web, FCB annuncia l'accordo con CTA Scandinavia per la distribuzione dei "managed futures" gestiti dalla società svedese.


4 novembre

FCB SIM distribuisce i managed futures di CTA Scandinavia


FCB SIM ha definito un accordo di partnership con CTA Scandinavia, società d'investimento svedese per distribuire, attraverso la propria rete di promotori finanziari, una linea di gestione in managed futures. Si tratta di un prodotto che permette di accedere contemporaneamente a più di 50 diversi mercati in tutto il mondo sui quali è possibile negoziare strumenti derivati collegati ad indici azionari, valute, materie prime e titoli obbligazionari.
Dove la semplice diversificazione del portafoglio tra bond ed equity non risulta sufficiente per mettere al riparo l’investitore dalle fasi negative dei mercati l’impiego dei managed futures e la loro bassa correlazione ai mercati azionari e obbligazionari offre una possibilità di abbassare la volatilità e di ridurre il rischio.
E’ possibile accedere alla linea di gestione in managed futures con un investimento minimo di 100 mila euro.
 
La notizia ha ovviamente risalto sui giornali specializzati.

[Non posso allegare l'articolo perché l'immagine è troppo grande: comunque è un trafiletto apparso, presumo dall'impostazione grafica, su "Plus" de IlSole24Ore].
 
E veniamo agli eventi accaduti a partire dalla primavera del 2003.

Non ho conoscenza diretta: ho messo assieme tutte le informazioni che sono riuscito a raccogliere, oltre che alle evidenze di legge quali il Testo Unico della Finanza, le autorizzazioni Consob, ecc.

I managed futures sono gestioni che investono in strumenti derivati (principalmente futures ed opzioni) collegati a materie prime, merci, indici azionari ed obbligazionari. La strategia è quella di alcune categorie di hedge funds, prodotti che in Italia possono essere collocati solo se rispettano determinate, e molto stringenti, caratteristiche.

Il prodotto della CTA Scandinavia, invece, era venduto come gestione patrimoniale personalizzata: ho il forte sospetto che fosse tale solo a parole, mentre il patrimonio veniva gestito "in monte", vale a dire mettendo tutto il danaro assieme e solo successivamente imputando le operazioni alle singole gestioni.

La scorsa primavera, la gestione ha perso il 40% in 3 giorni, pare perché il gestore ha rimosso degli stop loss su alcune operazioni.

Di recente, la decisione di liquidare la gestione ad ottobre: CTA ha inviato una lettera in cui annunciava la chiusura ed invitata a comunicare le coordinate bancarie per l'acredito del residuo della gestione. Proprio in questi giorni stanno arrivando ai clienti rimborsi pari al 50% del residuo a loro spettante.

La decisione è giunta, oltre che per le perdite, soprattutto in seguito alla decisione Consob di chiudere l'ufficio CTA Scandinavia in Italia, a Milano, poiché "mancante dei requisiti".

Quale requisito manca? La lettera pervenuta ai clienti parla di "mancanza di autorizzazione ad offrire i derivati".
 
La gestione CTA veniva offerta tramite la FCB Sim di Mantova.

Dal punto di vista delle autorizzazioni all'offerta dei prodotti FCB è in regola, ma nel caso in cui la gestione CTA non fosse di quelle autorizzate, sarebbe comunque tirata in ballo per non aver verificato.

FCB ha provveduto a consegnare a Banca d’Italia tutta la documentazione a disposizione per l’accertamento di eventuali reati.

Si è anche saputo che "FCB Sim si stà muovendo, direttamente in Scandinavia, con dei legali, per valutare quanto di gestione infedele ci sia stato nel tracollo di aprile e quanto realmente è rimasto del denaro investito".
 
Sulle modalità di vendita dei prodotti.

In non pochi casi, i promotori hanno venduto la gestione come "a basso rischio e scarsa volatilità", ma basta consultare il sito CTA per vedere come, invece, si parli apertamente di alto rischio.

Inoltre, mi risulta che la gestione sia stata venduta anche da promotori non appartenenti alla FCB: in questo caso, oltre al resto, siamo in presenza di una gravissima violazione, per cui è prevista la radiazione dall'albo dei promotori. Inoltre, è possibile anche chiedere un risarcimento alla società di appartenenza del promotore, per non aver adeguatamente vigilato sull'operato dello stesso.

Le sanzioni nei confronti di società e promotori sono compito della Consob (si presenta un esposto), mentre per il risarcimento danni è necessario presentare reclamo all'intermediario, che deve rispondere entro 90 giorni, dopodiché è possibile, in caso di risposta ritenuta non soddisfacente, avviare le ordinarie azioni per ottenere il risarcimento.
 
E' tutto quanto sono riuscito a mettere assieme: invito chiunque ad apportare notizie che possano contribuire a far luce ancora meglio sull'accaduto.
 
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