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Rc auto, a Napoli record di rincari (ILSOLE 24ORE)
Pubblicata l'indagine Antitrust sulle tariffe



ROMA - La città più tartassata è Napoli: gli aumenti arrivano fino al 480%, per un giovane di 21 anni, con due anni di guida e un sinistro. Se si considerano i ciclomotori, per il profilo G, cioè un ragazzo di 18 anni, i rincari balzano addirittura al 1.816,6%, con una tariffa che passa dai 52,12 euro del 1994 ai 998,70 euro del 2003. L'Antitrust ha divulgato ieri i contenuti dell'indagine sulle tariffe Rc auto, anticipata a fine aprile. Complessivamente, come aveva detto Giuseppe Tesauro, i premi, dalla liberalizzazione a oggi, sono raddoppiati e l'Italia è in testa alla classifica europea per i rincari. Ieri, sono arrivate le valutazioni sulle singole città. Un pesante impatto degli aumenti si è verificato anche a Palermo: per lo stesso profilo di un giovane di 21 anni ha avuto un rincaro del 472 per cento. La guida prudente, inoltre, non paga: sempre a Napoli un quarantenne a bordo di un'auto 1.300 cc, al massimo sconto, ha avuto un rialzo del 203,43%, aumento di poco superiore di quello di Palermo, e solo a Firenze si è evitato il raddoppio, con una crescita del 95,77 per cento. Non solo: la liberalizzazione non ha creato la contendibilità delle aziende e un'apertura del mercato. Il business della Rc auto è in mano a dieci gruppi assicurativi, cui fanno capo a 49 imprese. Primo è la Fondiaria-Sai, che ha il 22,24%; segue la Ras, con il 16,11% e le Generali, con il 12,31 per cento. Sul canale distributivo la quasi totalità del mercato è in mano ad agenti monomandatari. All'analisi dell'Antitrust ha immediatamente replicato l'Ania: in dieci anni gli aumenti sono stati solo del 61% e dalla liberalizzazione al 2001 sono cresciuti in media del 55 per cento. Mercoledì era stato il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, nell'intervento alla Camera, a far luce sui dati: il livello dei premi, ha detto Marzano, è «insostenibile», tanto che ha indotto il Governo a muoversi. Ma da ottobre ad ora, ha sottolineato il ministro, la crescita è stata del'1,9% (inferiore all'inflazione), grazie ai primi effetti della riforma, che saranno rafforzati dal protocollo firmato il 5 maggio tra Ania, Governo e Coalizione dei consumatori. Ieri al ministero facevano notare che il confronto decennale, per i ciclomotori deve tenere conto di alcuni aspetti: prima del 1994 non era obbligatoria l'assicurazione, quindi le tariffe erano stracciate per invogliare i clienti; nel 1997 c'è stata l'applicazione del bonus-malus, che ha fatto scattare le tariffe. Quanto alla particolare situazione di alcune aree, nel varare la riforma il Governo aveva pensato a un intervento per uniformare i trattamenti a livello territoriale, ma c'è stato il no di Bruxelles, con la motivazione che avrebbe alterato il libero mercato. In questo balletto delle cifre, il direttore generale dell'Ania, Giampaolo Galli, ha sollecitato un tavolo con Antitrust e Istat per fare chiarezza. Il sistema assicurativo, afferma Galli, è tornato in utile, grazie alla riduzione degli incidenti: ci sono le premesse perchè, attuando l'accordo dei giorni scorsi, nel 2003 ci possano essere solo aumenti moderati. N.P.

CORRIERE DELLA SERA
10 maggio 2003
L’Authority per la concorrenza: in dieci anni premi quintuplicati. L’Ania: dati contraddittori

Rincari Rc auto, duello tra Antitrust e compagnie


A Napoli il primato degli aumenti
Le prime dieci società del settore controllano l’ 85% del mercato

ROMA — E’ bastata la pubblicazione integrale dell’indagine dell’Antitrust sul mercato assicurativo dopo la liberalizzazione, anticipata 15 giorni fa, a riaccendere ieri la polemica sui rincari delle polizze Rc auto. Da una parte l’Autorità per la concorrenza, dall’altra l’associazione delle compagnie ( Ania). A dare fuoco alle polveri, una tabella che riassume i rincari di nove anni, rispetto a sette profili, da cui risulta che le tariffe di tutti gli assicurati- tipo nelle nove città- campione sono più che raddoppiate, molte triplicate o quadruplicate, talvolta quintuplicate. Record negativo a Napoli dove assicurare un motorino costa quasi mille euro.
Dati già esposti in sintesi due settimane fa, quando l’autorità guidata da Giuseppe Tesauro puntò il dito contro le imprese, colpevoli di aver fatto fallire la liberalizzazione, bloccando il mercato e addossando i costi crescenti ai consumatori. In quell’occasione dall’Ania arrivò una replica contenuta: « I numeri dell'Antitrust - disse il direttore generale dell’Ania, Giampaolo Galli - dimostrano che l'aumento dei costi, dalla liberalizzazione a oggi, è stato del 70%. E che le compagnie sono rimaste in perdita fino al 2001 » .
Ieri lo stesso Galli ha voluto spiegare che i numeri dell’Antitrust sono « contraddittori » e che i rincari denunciati non sono stati a tre o quattro cifre, ma « solo » del 61%. La guerra delle tabelle potrebbe continuare. L’indagine dell’Antitrust, durata 2.453 giorni, si chiude qui. In 214 cartelle dense di conclusioni, tutte da approfondire.
QUOTE DI MERCATO — La struttura dell’offerta presenta ancora oggi un grado di concentrazione « significativo » : nel 2001 le prime 10 imprese detenevano congiuntamente una quota di mercato superiore all’ 85%. Dal ’ 94 al 2001 le quote non si sono praticamente modificate. Una fitta rete di partecipazioni incrociate « attenua inevitabilmente le tensioni competitive » . La non « scalabilità » delle imprese, solo 8 su 88 nel 2001 erano quotate, determina la stasi. Scarso il turn over: nel 1993 le imprese italiane erano 106; nel 2002, 78. Quelle nuove appartengono a gruppi già presenti e vengono usate per collocare polizze con modalità diverse. Le imprese estere sono passate da 8 a 11.
DISTRIBUZIONE
— Nel 2002 oltre il 94% dell’intera raccolta premi è stato effettuato dalle agenzie. Il confronto tra le polizze risulta « eccessivamente oneroso » per i consumatori. Il rapporto di esclusiva tra compagnie e agenti determina prezzi elevati e barriere all’entrata per i competitori.
L’unica novità positiva sono le polizze via telefono e Internet: nel 2002 c’erano sette imprese specializzate in questo ramo. Risicata la quota di mercato: 2%.
OFFERTA
— Le imprese hanno imparato a diversificare le variabili che compongono l’offerta, personalizzando molto le polizze. In questo modo « ottengono maggiori guadagni » e conservano « rendite di posizione » . Per gli assicurati diventa però più difficile orientarsi: « Diverse categorie di consumatori - dice l’Antitrust - potrebbero ottenere significativi risparmi se fossero informate dell’esistenza di soluzioni alternative più convenienti » . La variabilità delle tariffe oscilla tra l’ 8% per le classi migliori e il 25% per le peggiori, con punte del 40,2% a Palermo; per i ciclomotori è elevata: 20% a Roma, 40% a Napoli.
Quando però si tratta di calcolare il premio finale le imprese si avvalgono della vecchia formula: età- sesso- professione- bonus/ malus. Tradizionali anche le formule contrattuali: 75 imprese nel 2000 offrivano polizze bonus/ malus simili a quelle che erano sul mercato prima della liberalizzazione.
L’indagine fa osservare che i maggiori Paesi europei hanno da tempo risolto il problema degli assicurati con elevata probabilità rischio. Mentre in Italia, dove la categoria è assolutamente « marginale » ( 0,11% assicurati), si assiste solo alla proposizione di polizze dai costi così elevati da sfiorare l’elusione.
COSTI
— Nel 2002, conclude l’Antitrust, i dati provvisori di bilancio mostrano un risultato positivo del conto tecnico: ciò dovrebbe far venir meno ogni giustificazione per ulteriori aumenti tariffari.


REPUBBLICA
10 maggio 2003
L´Antitrust presenta il dossier integrale: "Mercato strangolato da pochi gruppi". Scontro con l´Ania
Rc auto, la mappa dei super-rincari a Napoli aumenti fino al 500%

L´Associazione degli assicuratori chiede un incontro all´Istat e a Tesauro

LUCIO CILLIS


ROMA – Riesplode il caso Rc auto. L´Antitrust ha pubblicato l´intero documento di indagine sul settore, dopo le anticipazioni delle scorse settimane: in 215 pagine vengono illustrate le storture e i ritardi di un sistema che per coprire i rischi degli incidenti stradali di oltre 40 milioni di veicoli e 30 milioni di assicurati, riversa le inefficienze sulle tariffe. Ma c´è di più: secondo l´Antitrust il mercato è ingessato per colpa della complessa struttura delle compagnie e degli intrecci societari che rendono difficili acquisizioni e scalate a discapito dell´efficienza e della trasparenza. Per l´Authority, l´assetto del controllo proprietario delle imprese «è caratterizzato da una fitta rete di partecipazioni incrociate o di minoranza». Le compagnie sono così al riparo da Opa ostili ma non sono affatto stimolate sotto il profilo dell´efficienza. «Al 22 novembre 2001 - rileva l´Autorità - erano autorizzate all´esercizio Rc auto 88 imprese: di queste solo 8 erano quotate in Borsa; e comunque, disponevano di un flottante inferiore al 50% e facevano riferimento a un solo azionista o a un sindacato di controllo». In pratica, «soltanto Generali è potenzialmente scalabile».
Con premesse di questo tipo i risultati sono, secondo il Garante della Concorrenza, molto al di sotto delle aspettative nate nel 1994: a nove anni dalla liberalizzazione, i premi sono più che raddoppiati mentre dal 1990 al 2001 la raccolta premi è aumentata del 163%, a fronte di un aumento del parco auto inferiore al 23%. Nella simulazione condotta su un portafoglio di polizze, risulta così che da giugno 1994 a gennaio 2000 i premi medi sono aumentati del 96,5%, con punte del 480% (auto) e del 1.800% (motorini).
Alcuni esempi: un diciottenne a Palermo nel ´94 (prima della liberalizzazione) pagava 362,61 euro per una polizza; oggi paga 421 volte di più, ovvero 1.891 euro. Un quarantenne senza incidenti pagava nel ´94, 157 euro; oggi non se la può cavare con meno di 452 (+187%). E sempre nel capoluogo siciliano, le cose non vanno meglio per il 18enne che scelga di muoversi su due ruote: per lui il rialzo è del 1.552% rispetto al '94. Da capogiro anche le cifre di altre città: il record va, come sempre, a Napoli dove il neopatentato paga, o meglio, fa pagare alla famiglia 2.541 euro contro i 481 di nove anni fa (+427%). Ma i numeri pesano anche in altre città: a Roma, Firenze, Bologna o Genova altri neopatentati pagano tra i 2.100 e i 2.300 euro per assicurare l´auto contro i 500 euro dovuti, in media, nel 1994.
La reazione dell´Ania non si è fatta attendere. Secondo il direttore generale, Giampaolo Galli, i dati Antitrust «sono contraddittori. I rincari ci sono stati ma non superano il 61% nel periodo» visto che il sistema di calcolo usato dai tecnici dell´Autorità non tiene conto del fatto che «ogni anno circa il 90% degli italiani migliora la classe di bonus-malus». Ma dietro la querelle sui numeri, l´Ania tende una mano a Tesauro: «Con tutta la pacatezza possibile e il rispetto dovuto all´Autorità chiederemo un incontro con il Garante e con l´Istat per aprire un tavolo tecnico». Resta invece molto critica la posizione delle associazioni dei consumatori: per Elio Lannutti dell´Adusbef, «L´Ania e il ministero delle Attività produttive danno i numeri. Da gennaio ci sono stati aumenti tra l´8% e il 12%».
 
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13 maggio 2003

Polizze Rc auto, l’Isvap indaga sugli aumenti

L’Authority chiede alle compagnie i dati sulle tariffe per i neopatentati e i ciclomotori
ROMA — Un pressing sulle compagnie assicurative affinché rispettino l’impegno di contenere le tariffe Rc auto, assunto nel patto con il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano. L’Isvap ( istituto di vigilanza sulle assicurazioni) scende in campo contro gli aumenti con un’ « indagine statistica » lanciata con una circolare del 9 maggio, rivolta a tutte le compagnie. L’intenzione sembra quella di verificare che le imprese mantengano la promessa di non introdurre, già a luglio prossimo, aumenti per gli assicurati più tartassati. Questo è almeno quanto è possibile cogliere spulciando i profili tariffari di cui l’Isvap ha chiesto di conoscere le tariffe, relative a luglio, per 21 capoluoghi di provincia, da inviare via e- mail entro i l 31 maggio prossimo: 18enne, maschio, assicurato per la prima volta, al volante di una 1.300- benzina; 40enne, maschio in classe di massimo sconto, guidatore della medesima auto; 18enne, maschio, assicurato per la prima volta, su ciclomotore 50; 18enne maschio, assicurato per la prima volta, su motociclo 250.
Tre di queste categorie, neopatentato e guidatori di moto, sono proprio quelle per cui Marzano ha chiesto una moratoria sugli aumenti. Quanto al 40enne « virtuoso » , l’intenzione dell’Isvap appare quella di verificare che aumenti ingiustificati non coinvolgano i guidatori con meno incidenti. Un fenomeno finito nel mirino dell’Antitrust che lo ha denunciato nell’ultima indagine sulle assicurazioni.

Corriere della sera 13 maggio 2003
 
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